Mi informano che tutto quello che sta facendo il Governo Berlusconi in materia di tagli lo aveva già fatto il Governo Prodi.
Mi limito a passarvi le informazioni. A ciascuno le proprie riflessioni e commenti
Rita Coltellese
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/07244l.htm
Legge 24 dicembre 2007, n. 244
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)"pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28 dicembre 2007 - Supplemento ordinario n. 285
Testo in formato pdf
I risparmi di spesa nel comparto scuola si trovano nelle seguenti pagine:
pag.148/ 149
art.4117412/413/414
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http://www.retescuole.net/contenuto?id=20071004004755
Milano , 04/10/2007
Finanziaria 2008: la devastazione della Scuola continua
inviata da Mario Piemontese
Da oggi è disponibile per i non addetti il
Finanziaria 2008: la devastazione della Scuola continua
testo della relazione tecnica di accompagnamento alle legge finanziaria 2008. Ecco cosa si legge a proposito di Scuola.
Tagli al personale docente e al personale ATA
Così come annunciato il Governo, dal suo punto di vista, nel 2007 ha fallito completamente l'obiettivo che si era posto quanto a risparmi nella scuola. Con il taglio dell'organico aveva previsto di riuscire a risparmiare 418,7 milioni, mentre è riuscito a risparmiare "solo" 136, 3 milioni. Invece di tagliare 43.000 posti ne ha tagliati "solo" 14.000, ne mancano all'appello 29.000 che sommati ai 4.000 che già aveva previsto di tagliare nel 2008, fanno in tutto 33.000.
Nonostante il fallimento il Governo non demorde e ha deciso di tagliare i 33.000 posti in tre anni, 11.000 per anno. Le riduzioni avverranno attraverso le voci principali previste dala finanziaria 2007: innalzamento del rapporto alunni/classi, scomparsa totale dei docenti specialisti di inglese nella scuola elementare, la riduzione di 4 ore del monte ore settimanale degli istituti professionali nei primi 2 anni, la riconversione degli insegnanti soprannumerari.
Il risparmio prodotto per effetto di questi tagli dovrebbe essere: 515, 9 milioni nel 2008, 837,2 milioni nel 2009, 1.158, 5 milioni nel 2010, 1372,7 milioni nel 2011.
Visto che le 4 voci della finanziaria 2007 sono sembrate insufficienti per produrre adeguati risparmi, il Governo ha deciso di inserirne 2 nuove nella finanziaria 2008, e sono scritte alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 50.
La prima voce riguarda la riduzione nei licei del monte ore delle sperimentazioni. Nell'articolo si legge che le sperimentazioni per poter essere attivate nelle classi prime del prossimo anno scolastico dovranno prevedere quadri orario congruenti con quelli dei "vigenti ordinamenti nazionali".
Ma quali sono i "vigenti ordinamenti nazionali"? Quelli della Moratti oppure quelli pre - Moratti? Non si sa.
Se si va a leggere la relazione tecnica è chiaro che chi l'ha scritta non è particolarmente interessato a tutto questo, la cosa importante è che le sperimentazioni nei licei non superino le 34 ore settimanali.
Licei con sperimentazioni che superano le 34 ore settimanali ci sono eccome: i licei artistici per esempio, ma anche i tecnologici.
La riduzione del monte ore delle sperimentazioni nei licei produrrebbe il taglio di 124 docenti con un risparmi annuale di 3,8 milioni.
La seconda voce riguarda la riduzione per il prossimo anno scolastico del numero di classi prime e terze delle scuole superiori attraverso un metodo di calcolo del numero di classi che non tiene conto degli indirizzi presenti nella stessa scuola.
Per intenderci facciamo un esempio.
Supponiamo che in un ITIS siano previsti tre indirizzi nel triennio: informatica, chimica e fisica. Ci sono 100 studenti che si sono iscritti in terza, di questi 50 hanno scelto informatica, 35 chimica e 15 fisica. In una situazione di questo genere oggi si formerebbero 5 classi: 2 di informatica con 25 studenti per classe, due di chimica con 17/18 studenti ciascuna e 1 di fisica con 15 studenti.
Secondo quanto previsto dalla finanziaria bisognerebbe fare 4 classi da 25, cioè una classe in meno. Il risultato sarebbe 2 classi di informatica da 25, una classe di chimica da 25 e una classe articolata chimica/fisica da 25.
L'operazione dovrebbe produrre un taglio di 1810 docenti con un risparmio di 56,2 milioni all'anno.
Quindi le prime novità che ci porta la finanziaria sono un ulteriore taglio di 1934 posti che aggiunti ai 33.000 già previsti ci portano circa a quota 35.000.
Complessivamente quindi la manovra dovrebbe portare a un risparmio di: 535,9 milioni nel 2008, 837,2 milioni nel 2009, 1,158,5 milioni nel 2010, 1372,7 milioni nel 2011.
Non è finita però!
Tagli all'organico per il sostegno
I commi 3 e 4 dell'articolo 50 sono dedicati agli insegnanti di sostegno.
Anche in questo caso il taglio c'è, ma no si vede subito.
Cominciamo con un po' di numeri.
Nell'anno scolastico 2006/2007 il numero di classi in organico di diritto è pari a 375.722. Sempre nell'anno scolastico in corso sono stati attivati complessivamente 92.185 posti di sostegno. Nella relazione tecnica c'è scritto che la normativa attuale non prevede limiti per quanto riguarda il numero di posti per il sostegno, cosa assolutamente falsa perché il Ministro Fioroni solo dopo le proteste che ci sono stati ne ha concessi altri 702, numero che peraltro non è sufficiente a soddisfare tutte le richieste inevase.
Nella relazione tecnica c'è scritto inoltre che ogni anno il numero di posti di sostegno attivati aumenta di circa 3.000 unità, quindi si prevede che per l'anno scolastico 2008/2009 i posti da attivare saranno circa 94.500.
La norma fissata dalla finanziaria prevede un tetto per il numero di posti, tale tetto si ottiene dividendo per 4 il numero di classi in organico di diritto di quest'anno, cioè 93.930. Nei prossimi anni non potranno esserci più di 93.930 insegnanti di sostegno, indipendentemente dal numero delle richieste. Il prossimo anno, pur essendo necessari, non saranno attivati 570 posti, l'anno successivo 3570 e così via di 3.000 in 3.000.
Per evitare guai, la norma che prevede l'attivazione di posti in deroga viene abrogata, quindi, così come testualmente scritto nella relazione tecnica, "il comma 4 garantisce la concreta interruzione dell'andamento crescente del numero di docenti in questione".
A questo punto dovrebbe partire l'insulto, soprattutto per l'assoluta assenza di buon senso.
Nella finanziaria 2007, gli autori sono gli stessi di quella 2008, pensate che al comma 605 lettera b) a proposito di docenti di sostegno è stato scritto:
"il perseguimento della sostituzione del criterio previsto dall'articolo 40, comma 3, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, con l'individuazione di organici corrispondenti alle effettive esigenze rilevate, tramite una stretta collaborazione tra regioni, uffici scolastici regionali, aziende sanitarie locali e istituzioni scolastiche, attraverso certificazioni idonee a definire appropriati interventi formativi;"
Alla faccia delle effettive esigenze rilevate!
Andiamo oltre.
Personale ATA.
La finanziaria 2007 prevede per il personale ATA 20.000 assunzioni in tre anni. La finaziaria 2008 ha portato da 20.000 a 30.000 il numero di assunzioni in tre anni. Visto che già quest'anno ci sono state 10.000 assunzioni, per i prossimi due anni ne sono previste 20.000, presumibilmente 10.000 per anno. A cosa si deve però tanta grazia?
Se si legge la relazione tecnica si capisce subito. Aumentare il numero di assunzioni non costa nulla, perché nei prossimi due anni a fronte dell'ingresso di 20.000 neoassunti, si prevede che andranno in pensione 25.000 lavoratori. Altro che lotta al precariato, il numero di posti vacanti continua ad aumentare. Ci credo poi che in una città come Milano le graduatorie per supplenze del personale ATA si esauriscono, stare in quelle graduatorie vuol dire continuare a fare il precario a vita.
Sperimentazione di un modello organizzativo per la qualità dell'istruzione e per l'efficienza della spesa
Mancando ancora tutti i decreti attuativi della sperimentazione, la relazione dice che non è possibile quali saranno le economie di spesa che verranno raggiunte, l'unica cosa che si dice è che tutti risparmi prodotti resteranno in gestione al Ministero della Pubblica Istruzione.
Cosa dire?
Approfittiamo di questa seconda occasione che il Governo così gentilmente ci concede. Lo scorso anno di motivi per scendere in piazza e protestare ce ne erano moltissimi, ma in pochi hanno scelto di farlo. Quest'anno i motivi continuano ad essere moltissimi, ma non possiamo più far finta di niente.
Milano, 3 ottobre 2007
Mario Piemontese
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Finanziaria 2008
Art. 50
(Rilancio dell’efficienza e dell’efficacia della scuola)
1 . Per una maggiore qualificazione dei servizi scolastici, da realizzare anche attraverso misure di carattere strutturale, sono adottati i seguenti interventi:
a) a partire dall’anno scolastico 2008/2009, per l’istruzione liceale, l’attivazione delle classi prime dei corsi sperimentali passati ad ordinamento, ai sensi del decreto ministeriale n. 234 del 26 giugno 2000, è subordinata alla valutazione della congruenza dei quadri orari e dei piani di studio con i vigenti ordinamenti nazionali;
b) il numero delle classi prime e di quelle iniziali di ciclo dell’istruzione secondaria di secondo grado si determina tenendo conto del numero complessivo degli alunni iscritti, indipendentemente dai diversi indirizzi, corsi di studio e sperimentazioni passate ad ordinamento. Negli istituti in cui
sono presenti ordini o sezioni di diverso tipo, le classi prime si determinano separatamente per ogni ordine e tipo di sezione;
c) il primo comma, secondo periodo, dell’art. 3 della legge 20 agosto 2001 n. 333, è così modificato "Incrementi del numero delle classi, ove necessario, sono disposti dal dirigente scolastico interessato previa autorizzazione del competente direttore generale regionale, secondo i parametri di cui al D.M. 24 luglio 1998, n. 331";
d) l’assorbimento del personale di cui all’art. 1, comma 609, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è completato entro il termine dell’anno scolastico 2009/2010, e la riconversione del suddetto personale è attuata anche prescindendo dal possesso dello specifico titolo di studio richiesto per il
reclutamento del personale, tramite corsi di specializzazione intensivi, compresi quelli di sostegno, cui è obbligatorio partecipare.
2. Le economie di spesa di cui all’art. 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da conseguirsi ai sensi dei commi da 605 a 619 del medesimo articolo, nonché quelle
derivanti dagli interventi di cui alle lett. a), b) c) e d) del comma 1 sono complessivamente determinate come segue: euro 535 milioni per l’anno 2008, euro 897 milioni per l’anno
2009, euro 1.218 milioni per l’anno 2010 ed euro 1.432 milioni a decorrere dall’anno 2011. Al fine di garantire l’effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio relativi agli interventi di cui alle lettere da a) a d) del comma 1, si applica la procedura prevista dall’art. 1, comma 621, lett. b),
della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
3. Fermo restando quanto previsto dal comma 605, lettera b) dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il numero dei posti degli insegnanti di sostegno, a decorrere dall’a.s. 2008/09, non può superare complessivamente il 25% del numero delle sezioni e delle classi previste nell’organico di
diritto dell’anno scolastico 2006/2007. Il Ministro della pubblica istruzione, con decreto adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze definisce modalità e criteri per il conseguimento dell’obiettivo di cui al precedente periodo. Tali criteri e modalità devono essere definiti con riferimento alle effettive esigenze rilevate, assicurando lo sviluppo dei processi di integrazione degli alunni diversamente abili anche attraverso opportune compensazioni tra province
diverse e in modo da non superare un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni 2 alunni diversamente abili.
4. La dotazione organica di diritto relativa ai docenti di sostegno è progressivamente rideterminata, nel triennio 2008-2010, fino al raggiungimento, nell’anno scolastico 2010/2011, di una consistenza organica pari al 70% del numero dei posti di sostegno complessivamente attivati nell’anno scolastico 2006/2007, fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni previsto dall’articolo 39, comma 3bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Conseguentemente, anche al fine di evitare la formazione di nuovo personale precario, all’articolo 40, comma 1, settimo periodo, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sono soppresse le parole da: "nonché la possibilità",
alle parole: "particolarmente gravi", fermo restando il rispetto dei principi sull’integrazione degli alunni diversamente abili fissati dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104. Sono abrogate tutte
le disposizioni vigenti non compatibili con le disposizioni dei commi 3 e 4.
5. All’articolo 1, comma 605, lettera c), secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole "20.000 unità" sono sostituite dalle parole "30.000 unità"
6. Con regolamento da emanare a sensi dell’articolo 17, comma 4, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, è definita la disciplina procedurale per il reclutamento del personale docente, attraverso concorsi ordinari periodici, con conseguente eliminazione delle cause che determinano la formazione di situazioni di precariato, nei limiti delle risorse disponibili a
legislazione vigente per il reclutamento del personale scolastico e senza maggiori oneri per il sistema universitario.
7. Fermo restando il vigente regime autorizzatorio delle assunzioni, vengono disciplinati:
a) i corsi di specializzazione universitari con una forte componente di tirocinio, dimensionati sulla base delle previsioni territoriali del fabbisogno di insegnanti nell’ambito della programmazione universitaria e delle relative compatibilità finanziarie;
b) le procedure selettive di natura concorsuale e formazione in servizio;
c) i profili della valutazione degli esiti dell’attività didattica al termine della formazione in servizio.
8. Con effetto dalla data di entrata in vigore del regolamento previsto dal comma 6, dal quale non devono derivare maggiori oneri per la finanza pubblica, sono abrogate le disposizioni, con esso incompatibili, di cui all’articolo 5 della legge 28 marzo 2003, n. 53 e del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 227.
9. Con atto di indirizzo del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, adottato entro il 31 marzo 2008, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabiliti finalità,
criteri e metodi della sperimentazione di un modello organizzativo volto a innalzare la qualità del servizio di istruzione e ad accrescere efficienza ed efficacia della spesa. La sperimentazione riguarda gli anni scolastici 2008/09, 2009/10 e 2010/11 e gli ambiti territoriali, di norma provinciali, individuati nel medesimo atto di indirizzo.
10. L’atto di indirizzo di cui al comma 9 contiene riferimenti relativi a:
a) tipologie degli interventi possibili per attuare il miglioramento della programmazione dell’offerta
formativa, della distribuzione territoriale della rete scolastica, dell’organizzazione del servizio delle
singole istituzioni scolastiche, ivi compresi gli eventuali interventi infrastrutturali e quelli relativi alla formazione e alla organizzazione delle classi, anche in deroga ai parametri previsti dal decreto ministeriale del 24 luglio 1998 n.331;
b) modalità con cui realizzare il coordinamento con le Regioni, gli enti locali e le istituzioni scolastiche competenti per i suddetti interventi;
c) obiettivi di miglioramento della qualità del servizio e di maggiore efficienza in termini di rapporto insegnanti/studenti;
d) elementi informativi dettagliati relativi alle previsioni demografiche e alla popolazione scolastica effettiva necessari per predisporre, attuare e monitorare gli obiettivi e gli interventi di cui sopra;
e) modalità di verifica e monitoraggio dei risultati conseguiti al fine della
quantificazione delle relative economie di spesa tenendo conto della dinamica effettiva della popolazione scolastica;
f) possibili finalizzazioni delle risorse finanziarie che si rendano disponibili grazie all’aumento complessivo dell’efficienza del servizio di istruzione nell’ambito territoriale di riferimento;
g) modalità con cui realizzare una valutazione dell’effetto degli interventi e base informativa necessaria a tale valutazione.
11. In ciascuno degli ambiti territoriali individuati ai sensi del comma 9, opera un organismo paritetico di coordinamento costituito da rappresentanti regionali e/o provinciali
dell’Amministrazione della pubblica istruzione, delle Regioni, degli enti locali e delle istituzioni scolastiche statali, con il compito di :
a) predisporre un piano triennale territoriale che, anche sulla base degli elementi informativi previsti dall’atto di indirizzo di cui al comma 9, definisca in termini qualitativi e quantitativi gli obiettivi da raggiungere;
b) supportare le azioni necessarie all’attuazione del piano di cui alla lettera a), nonché proporre gli opportuni adeguamenti annuali al piano triennale stesso anche alla luce di scostamenti dalle previsioni, previa ricognizione degli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi.
12.Le proposte avanzate dall’organismo paritetico di coordinamento sono adottate, con propri provvedimenti, dalle Amministrazioni competenti.
L’organismo paritetico di coordinamento opera senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.
13. I piani di cui al comma 11 sono adottati fermo restando, per la parte di competenza, quanto disposto dall’art. 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e successive modificazioni.
14. L’Ufficio scolastico regionale effettua il monitoraggio circa il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano di cui al comma 11, ne riferisce all’organismo paritetico di coordinamento e predispone una relazione contenente tutti gli elementi necessari da inviare al Ministero della
pubblica istruzione al fine di effettuare, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, la verifica delle economie aggiuntive effettivamente conseguite, per la riassegnazione delle stesse allo stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione.
15. Nel triennio di sperimentazione, le economie di cui al comma 14 confluiscono in un fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, per essere destinate alle istituzioni pubbliche che hanno concorso al raggiungimento degli obiettivi, per le finalità
di miglioramento della qualità del settore della pubblica istruzione.
16. Entro la fine dell’anno scolastico 2010/11, sulla base del monitoraggio condotto ai sensi del comma 14 e della valutazione degli effetti di tale sperimentazione di cui al comma 10, lettera g), il Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,
adotta, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un atto di indirizzo finalizzato all’estensione all’intero territorio nazionale del modello organizzativo adottato negli ambiti territoriali individuati ai sensi del comma 9, tenendo conto degli elementi emersi dalla sperimentazione.
17. Al fine di pervenire a una gestione integrata delle risorse afferenti il settore dell’istruzione, per gli interventi a carico del fondo di cui al comma 15 può trovare applicazione l’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367.
1 commento:
Qualche numero, a titolo di esempio:
la finanziaria 2008 prevedeva l'innalzamento graduale del rapporto docenti/alunni nelle scuole superiori, dove, per effetto delle moltissime sperimentazioni, arrivavano ad esserci, anche nelle grandi città, classi di triennio con 10 alunni per ogni specifico indirizzo.
Berlusconi ha innalzato il n. di alunni x classe fino a 33 nella scuola superiore e anche nella scuola dell'infanzia, primaria e media (fino a 28-29 alunni!), indipendentemente dalla dimensione delle aule.
Da tener presente che la 626 prevede che in un locale (aula), non possano stare più di 26 persone (25 alunni + docente) e che ogni alunno ha, per legge, diritto ad uno spazio minimo di 1.8-1.9 metri (secondo l'età).
La finanziaria 2008 tagliava (da 36 a 34) le ore nelle classi di ALCUNE sperimentazioni dei licei (dove il n. di ore era diventato obiettivamente esagerato).
Berlusconi ha tagliato:
le ore nella scuola primaria (da 30 a 27 a settimana per chi non fa il tempo pieno, nel quale non ci sono abbastanza posti); le ore nei licei: in seconda liceo mio figlio di 15 anni (pre-riforma) faceva 31 ore, il secondo che fa la seconda media ne farà 27; hanno tagliato, a seconda dell'indirizzo liceale ore di Italiano, Latino, Matematica, Fisica,Inglese.
Ovviamente non Religione.
Le ore negli istituti tecnici e professionali: da 36-40 (secondo i casi) a 32 per tutti, anche per chi aveva iniziato le superiori con un altro ordinamento ed era già in terza o quarta, eliminando senza criterio ore nelle materie di indirizzo (i laboratori, senza i quali che cavolo di ist. tecnico fai?). Ovviamente non Religione.
Poi possiamo parlare del fatto che nelle scuole primarie, causa drastica riduzione di organico, per non mandare a casa i bambini alle 12.00 come ai miei tempi (vorrei vedere come farebbero i genitori che lavorano nel privato fino a sera) in una classe possono alternarsi anche 7-8 insegnanti diversi, alcuni per 1 (UNA) ora a settimana. Alla faccia dell'insegnante unico!!! Ma fanno 2 ore a settimana di Religione.
Per tacere del taglio del personale amministrativo (5 unità per una scuola di 1050 alunni e 130-140 unità di personale, gestione totale del personale e degli alunni perché l'amministrazione centrale non fa più
nulla), dei collaboratori scolastici (bidelli), per cui alcuni piani della scuola saranno privi di sorveglianza per diverse ore della mattina o del pomeriggio, oppure non ci sarà nessuno che possa sorvegliare i più piccoli quando vanno al bagno, perché deve controllare gli ingressi (anche da noi ogni tanto è capitato che tentassero di entrare degli squilibrati del tutto estranei alla scuola).
Infine hanno tagliato anche i vicepresidi, e meno male che dovevano istituire la figura del vicedirigente.
Tutto questo a fronte dello spreco ignobile delle altre amministrazioni, compreso il ministero dell'istruzione, uffici scolastici regionali e provveditorati, che fanno sempre meno e sempre peggio.
Ci sarebbe molto altro ma è troppo lungo.
Una Professoressa della Scuola Pubblica, anche Vicepreside in un Istituto Comprensivo (per chi non sapesse cosa vuol dire: Scuola Materna, Elementare e Media).
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