(ANSA) - ROMA, 25 OTT - ''Non e' possibile portare le pensioni a 67 anni per far piacere ai tedeschi. Non possiamo farlo, la gente ci ammazza''. Cosi' il leader della Lega Umberto Bossi, risponde ai giornalisti al suo ingresso a Montecitorio.
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BOSSI HA UN SOPRASSALTO DI COSCIENZA, UN TIMORE DI PERDERE IL PROPRIO ELETTORATO E DICE QUELLO CHE TANTI ITALIANI VORREBBERO FARE: AMMAZZARLI E RIPULIRE IL PARLAMENTO PERCHE' I PARLAMENTARI NON HANNO UN BARLUME DI COSCIENZA DI QUELLI CHE SONO I PRIVILEGI CHE HANNO ED A CUI NON VOGLIONO RINUNCIARE, MENTRE CONCERTANO DI COME TOGLIERCI ANCORA QUALCOSA SU SUGGERIMENTO DI ALTRI PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, CHE AVREBBERO TANTE COSUCCE LORO DA GUARDARSI E DI CUI PARLEREMO IN SEGUITO SU QUESTO BLOG.
Il 21 settembre 2010 si è discusso il bilancio interno della Camera. Con mio ordine del giorno ho chiesto che l'Ufficio di Presidenza provvedesse all'abolizione del vitalizio dei parlamentari, ovviamente anche agli ex-parlamentari che attualmente lo percepiscono. L'Ufficio di Presidenza aveva chiesto il ritiro dello stesso.
PRESIDENTE: Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 6/5, formulato dal Collegio dei questori.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi non possiamo ritirare quest'ordine del giorno, perché crediamo che su questo punto sia necessario intervenire.
Abbiamo inserito nella contromanovra alla manovra economica del Governo, che è stata trasformata in un progetto di legge che qui non abbiamo potuto poi votare perché il Governo ha posto la questione di fiducia, ma riteniamo che questo sia un tema al quale i cittadini sono giustamente sensibili. Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno.
Per questo motivo, chiediamo che la Camera si esprima su questo punto e vogliamo davvero dire che non c'è nulla, ma proprio nulla, di demagogico in questa nostra proposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 6/5, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498.
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HA RAGIONE DUNQUE BOSSI A DIRE "LA GENTE CI AMMAZZA": E' QUELLO CHE MERITANO VISTO COME HANNO VOTATO!!!
E PARLIAMO DELLE NOSTRE PENSIONI ORA!!!
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DA: LETTERA 43 quotidiano on-line
Martedì, 02 Agosto 2011
Camera, inammissibile tagliare il vitalizio
Scontro tra Fini e l'Idv Borghesi sull'abolizione del privilegio.
Scontro nell'Aula di Montecitorio tra il presidente Gianfranco Fini e il deputato dell'Italia dei Valori, Antonio Borghesi. In discussione l'ammissibilità di un ordine del giorno, proposto dallo stesso Borghesi, sull'abolizione del vitalizio ai parlamentari. O meglio, come ha spiegato il deputato, per la sua sostituzione con una erogazione dell'Inps, l'Istituto nazionale previdenza sociale, commisurata ai contributi versati.
QUESTIONE DI PRINCIPI. Fini, al contrario, ha parlato di una «soppressione di un diritto acquisito per gli ex parlamentari» che «sarebbe in contrasto con i principi generali dell'ordinamento, trattandosi di posizioni ormai consolidate».
Ancora, pur senza volersi esprimere sul merito della proposta, Fini ha aggiunto che «l'ordine del giorno interviene impropriamente in una materia, quale quella delle competenze degli enti pubblici previdenziali, che non può che essere regolata da una legge ordinaria dello Stato».
Borghesi: «Fini ha cambiato le regole a gioco iniziato»
Immediata, e dura, la replica di Borghesi. «Il 21 settembre dello scorso anno, un ordine del giorno esattamente uguale a quello che è stato qui da me depositato sui vitalizi è stato ammesso, è stato discusso, è stato votato da questa Assemblea», ha osservato il deputato Idv. «Devo arguire che è cambiato qualcosa da settembre ad oggi. Il fatto che il Presidente decida queste nuove regole dopo che gli ordini del giorno sono stati depositati mi lascia altamente perplesso, perché è come intervenire a gamba tesa quando il gioco è già iniziato».
L'analogo tentativo di eliminare il vitalizio per i parlamentari da parte di Borghesi era stato bocciato dall'Aula con 498 'no' e soli 22 'sì' a settembre 2010.
«LA CASTA SI NASCONDE». Le argomentazioni di Fini non hanno convinto nemmeno il capogruppo alla Camera Massimo Donadi, che ha tuonato: «Altro che metodo! L'ordine del giorno di Italia dei Valori sui vitalizi è stato respinto per tutt'altra ragione, ovvero la paura di dover sostenere le critiche dell'opinione pubblica nel bocciarlo, o, peggio ancora, il rischio di doverlo votare proprio per non essere travolti dalla critiche». Donadi ha anche sottolineato come «la Casta, ancora una volta, preferisce nascondere la testa sotto la sabbia, pur di non mettere mano ai propri privilegi».
VIA IL VITALIZIO DAL 2013. In ogni caso, a quanto si apprende dalla relazione del deputato Questore, Antonio Mazzocchi, «l'Ufficio di presidenza di Montecitorio ha deliberato la sostituzione dell'attuale istituto del vitalizio, a decorrere dalla prossima legislatura, con un nuovo sistema previdenziale, analogo a quello previsto per la generalità dei lavoratori».
NO AI RISPARMI SULLE AUTO BLU. L'Ufficio di presidenza ha anche bocciato un ordine del giorno, sempre proposto dall'Italia dei Valori, che mirava a limitare l'utilizzo delle auto blu al presidente della Camera e al segretario generale della Camera.
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Che dire? Almeno Borghesi ci ha provato!! In Italia dei Valori non ci sono solo piccoli Scilipoti, ma anche gente come questo ex-leghista o persone dignitose come Donadi.
Tenete presente, invece, di chi è Fini!! (Non è una perfetta sintassi ma così rende di più l'idea!")
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