Quotidiano nazionale
Omar Favaro in tv: se l'orrore fa audience
Torino, 7 ottobre 2011 - Ha la faccia da bravo ragazzo, la stessa di quando usciva dalla villetta di Novi Ligure. Con una faccia così e il passato che ci sta dietro, in un mondo normale Omar Favaro farebbe una cosa sola: non potendo dimenticare, cercherebbe almeno di essere dimenticato. Proverebbe a trovare il senso del ricordo e del perdono dentro di sé, cancellando le coordinate della propria espiazione sul sentiero che si deve per forza percorrere in solitudine. Invece ora che è un adulto con nome e cognome, e una vita da ricostruire, un lavoro da trovare, va in televisione. Dove, senza cattiveria, nel cortocircuito di logica e buongusto che rende ugualmente luminosi i premi Nobel, i calciatori e gli assassini, finisce per violentare i fantasmi e il dolore di chi è rimasto.
E’ un peccato che lo strazio dignitoso dell’ingegner De Nardo, l’unico a non avere mai aperto bocca nei postumi del massacro, non abbia insegnato niente. Né a chi ha ammazzato sua moglie e il suo bambino, né a chi sta alla regia di questa folle deriva spettacolare. Se la puntata di Matrix viene considerata un grande colpo giornalistico e rimedia ascolti conturbanti nel deserto di idee, significa che Omar non è l’unico colpevole, il solo a non essere ben consigliato. Da dove arriva l’ispirazione ad allestire di nuovo un goffo tribunale adesso che i conti sono chiusi e anche Erika sta per tornare libera? Come è possibile scambiare uno studio televisivo per un ufficio di collocamento? «This is not Hollywood» avevano scritto sui muri quei poveretti di Avetrana. E invece sì, tutto il mondo è paese.
AMANDA KNOX appena rispedita a Seattle ha già ricevuto un’offerta da una casa di produzione pornografica. E scriverà un libro, farà un film accontentandosi nel frattempo di vendere il suo inferno alle televisioni per milioni di dollari.
Una preghiera al papà di Erika De Nardo, ai genitori di Yara Gambirasio che hanno taciuto: provate a scriverlo voi un libro. Gratis, perché non avrebbe prezzo. Lasciate che vada da solo per il mondo a raccontare il frastuono della sofferenza e le ragioni del silenzio.
Viviana Ponchia
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Non ho molto da aggiungere a quanto ha scritto questa brava giornalista, se non un commento di DESOLAZIONE per come sta andando avanti questa società mondiale, anche grazie ad una televisione ed ad una editoria prive di valori che, però, evidentemente hanno un pubblico, perché, se così non fosse, sarebbe antieconomico.
Se questa è la biada di cui tante persone si nutrono, vuol dire che l'etica è l'ultima cosa di cui si interessano nella loro vita. O forse è assenza di intelligenza che induce a cercare l'orrore delle azioni sul viso di chi le commette: questo spiegherebbe certi commenti tipo "faccia da bravo ragazzo", "viso d'angelo", "ragazza della porta accanto". Allora a questa gente dico: state attenti alla ragazza della porta accanto, perché il fatto che vi abiti vicino non è un elemento che escluda la possibilità che sia un mostro. Il "colore" del cervello non si vede.
Se questa è la biada di cui tante persone si nutrono, vuol dire che l'etica è l'ultima cosa di cui si interessano nella loro vita. O forse è assenza di intelligenza che induce a cercare l'orrore delle azioni sul viso di chi le commette: questo spiegherebbe certi commenti tipo "faccia da bravo ragazzo", "viso d'angelo", "ragazza della porta accanto". Allora a questa gente dico: state attenti alla ragazza della porta accanto, perché il fatto che vi abiti vicino non è un elemento che escluda la possibilità che sia un mostro. Il "colore" del cervello non si vede.
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