Mi sono divertita a scrivere questo giallo. Ho parlato con alcuni che l'hanno letto e mi hanno detto di non essere riusciti ad indovinare l'assassino: questo vuol dire che come libro giallo è riuscito bene allora. In realtà preferisco scrivere di psicologie umane, di vicende, di situazioni, di sentimenti. In questo libro, pur inventando una situazione delittuosa, quello che mi interessava era far muovere personaggi reali, che vivono situazioni non normali, fino a giungere all'estremo del delitto: evento patologico principe in vite condotte in modo errato. Non sempre questo avviene, fortunatamente, e le persone compensano situazioni insoddisfacenti in altro modo.
Purtroppo la cronaca quotidiana supera il romanzo, come stiamo vedendo in questo periodo nel nostro Paese. Notavo che la motivazione sessuale e sentimentale distorta è un legante dei tre casi di cronaca nera più recenti che occupano giornali e televisioni. La bella e sfortunata piccola Sarah, vittima di folle gelosia e frustrante invidia, la piccola innocente Yara, vittima di qualche pedofilo violento e infine la bellissima Carmela Rea, probabile vittima di intrecci sentimentali non tessuti da lei..... In un libro giallo le indagini le conduce la fantasia dello scrittore, ma nella realtà chi indaga ha l'onere di mettere insieme prove sufficienti a condurre a processo l'assassino. E' un lavoro di precisione certosina, non indenne da errori.
Per l'ultimo caso in ordine di tempo c'è chi elucubra senza sapere cose che sicuramente gli inquirenti tengono riservate. Guai se così non fosse: si favorirebbe solo l'assassino. L'assedio famelico dei giornalisti può servire per un verso ma, in alcuni casi, può essere controproducente. Per la bellissima e sfortunata giovane mamma detta Melania, sicuramente l'anatomopatologo ha esaminato ed analizzato il contenuto del suo stomaco per stabilire l'ora della morte, anche se il cadavere è stato ritrovato dopo 2 giorni dalla scomparsa. La povera madre di Carmela Rea, in un breve filmato della trasmissione "Chi l'ha Visto?", ha raccontato che nella telefonata delle h. 13:30 del 18 aprile sua figlia le ha detto: "Per pranzo ho fatto la piadina." Se è morta fra le h. 14:10 e le h. 14:30 quella piadina è rimasta lì, nel suo stomaco, non digerita in un'ora circa. Questa analisi sarà molto importante ai fini di un eventuale rinvio a giudizio del marito. La siringa, infitta in un punto inusuale per chi si droga, l'avranno analizzata per stabilire se era usata o intonsa. Se usata, avranno analizzato i microscopici residui del contenuto che molto potrebbero dire..... Se non usata, dunque presa da un involto, i DNA XY e XX, trovati su di essa, sono di due persone che hanno partecipato all'omicidio; se usata, invece, l'assassino potrebbe averla presa da qualche parte per infiggerla sul seno della povera ragazza in un maldestro depistaggio. In questo caso potrebbe averla trovata in loco, abbandonata da tossici, ma se l'ha presa altrove... allora è omicidio premeditato e non d'impeto. Ecco, nelle indagini sono i minimi particolari che fanno la differenza.