Quest'anno la Festa Annuale di Legambiente di Sabaudia si è tenuta presso la Direzione del Parco Nazionale del Circeo. Causa malattia ho potuto parteciparvi solo nelle ore lasciatemi libere dall'orario delle visite del medico fiscale. Ho ascoltato con interesse l'intervento della bellissima, bella fuori e molto bella anche "dentro", Anna Scalfati. Ella ha parlato fra l'altro anche di suo padre, dicendo affettuosamente che forse "era un poco pazzo perché avrebbe voluto che le ville sulle dune di Sabaudia venissero abbattute". Ecco, una persona che vuole il giusto, la legalità, deve essere ritenuto da molti "pazzo". Ma allora che le abbiamo messe a fare le regole se "è sano infrangerle" ed è "da pazzi" pretenderne il rispetto? Perché non costruiamo una società dove ognuno, soprattutto se prepotente, può fare quello che gli pare? Perché darci tanto da fare con Codici ed Istituzioni per poi essere ipocriti e ritenere "pazzo" chi ne esige il rispetto? La mia è una voluta estremizzazione, naturalmente, per evidenziare meglio la contraddizione della nostra società dissociata e malata di ipocrisia.
Oggi si parla tanto di corruzione, ma quando costruirono quelle ville sulle dune di Sabaudia non se ne parlava tanto: erano gli anni '50 e '60. La duna era demaniale e compresa nel Parco Nazionale del Circeo: come avranno fatto ad avere una qualsivoglia concessione edilizia per costruirvi ville da sogno? Non era possibile: quelle ville erano e sono totalmente illegali. Aveva dunque ragione il padre di Anna Scalfati, proprietario del Lago di Paola. Una antica proprietà della famiglia Scalfati che è stata contestata, ma che vari giudizi hanno ratificato come giusta. Per la storia si rimanda ai vari siti che ne parlano.
Anna ha poi parlato di ambiente e ne ha scritto anche, su un giornalino locale prodotto da un'Associazione Culturale: "Centro Storico". Molte delle cose che dice e scrive sono il mio pensiero preciso. Anna lotta per la bellezza che viene insultata da comportamenti barbarici, sia della massa che delle istituzioni. In più, a differenza di suo fratello, vuole che la vocazione del Lago, di cui è comproprietaria, rimanga ambientalista, cioè che si conservi nella sua bellezza naturale e che venga usato anche a fini economici, ma che rispettino il delicato ecosistema, senza insulti di motori, ristoranti volgari ed altre attività commerciali incompatibili con la natura del posto, veramente di magnifica bellezza.
Cito alcuni passi del suo articolo che mi hanno colpito di più: "Il fatto sconcertante non è che la criminalità si sia impadronita del territorio attraverso i videopoker e l'usura, attraverso lo spaccio e l'abusivismo, ma è che la gente non si sia accorta di nulla. Cha abbia ritenuto e ritenga normale ogni cosa."
"La fine dell'impero romano era così: tra lotte di potere e colpi bassi periva un sogno di grandezza. Anche noi abbiamo avuto i nostri sogni. Le tante Associazioni che si sono battute per i diritti e per la democrazia. Il sogno della legalità e del rispetto."