Foto da: La Stampa.it
L'altarino religioso creato da Michele Misseri in memoria della nipote
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Anche volendo non pensarci i media ci ricordano la banalità e l'assurdità del Male. Verrebbe da dire la "Follia", ma sarebbe troppo comodo e potrebbe creare la convinzione che i protagonisti di questa orrida storia siano pazzi, quindi non punibili.
Il Male, il Crimine, esulando dalla Norma, sono sempre mostruosi, quindi anormali, distorcenti il pensare Sano; ma non per questo frutto necessariamente di menti inferme, quanto di menti devianti.
Questo contadino dalla faccia apparentemente buona, che si autoaccusa di aver ucciso e violato il cadavere della nipotina acquisita, le dedica un altarino religioso, con immagini di Madonne e Santi che, ci si chiede, cosa possano significare per la sua coscienza.
Non uccidere: è un Comandamento sacro non solo per i cattolici. Lui è cattolico, si provvede di "santini" tipici della religiosità più semplice del cattolicesimo, però dice di aver ucciso con motivi abietti una ragazzina che si fidava di lui.
Viene da pensare che più che una religione egli abbia nella sua mente una superstizione, fatta di simboli ma non di morale ed etica cattolica. Ma anche così, in questa religiosità fatta di superstizione, dovrebbe temere il castigo divino che dovrebbe come minimo incenerirlo...
Dice di aver accusato la figlia Sabrina al solo fine di avere con lei una pena più mite: consigliato e plagiato dal suo precedente avvocato e dalla sua avvenente consulente.
Dice di aver accusato la figlia Sabrina al solo fine di avere con lei una pena più mite: consigliato e plagiato dal suo precedente avvocato e dalla sua avvenente consulente.
Altro orrore: avrebbe trascinato sua figlia in una correità solo per ottenere per sé, vero colpevole, una pena più mite facendo apparire il delitto come una "disgrazia".
Una "disgrazia" si palesa e si affronta in qualche modo, non si inscenano teatrini, non si spoglia nuda una povera fanciulla, calandola in un pozzo dove un cuore normale non seppellirebbe neppure un gatto morto.
Queste persone, i Misseri tutti, abitavano una casa graziosa, fatta sicuramente con duro lavoro, ma senz'altro più bella e preziosa di quella semplice e disadorna della madre di Sara che, pure, era stata la sorella "fortunata", quella adottata dallo zio benestante, che avrebbe ereditato una piccola fortuna.
Oggi non hanno più nulla e quella casa non basterà a pagare tutti i processi, gli avvocati, i consulenti di parte e nominati dal Tribunale.... Si spera solo che i Giornali e le Televisioni non li arricchiscano pagando loro le tragiche interviste, le penose esternazioni, e la smettano di bombardarci con ogni inezia che riguarda le loro fosche vicende.
Casa Misseri
Casa della famiglia Scazzi