Non se ne può piùùùùùùùù!!!!!
Quanti Luigi XVI e quante Marie Antoniette debbono portare sulle spalle gli Italiani?
Non temono il giusto taglio della testa costoro?
Grazie alla benemerita Rete Web l'informazione arriva, anche se non si è letto il giornale "Il Fatto Quotidiano" o non si è vista in TV la conferenza stampa dell'esterrefatto Presidente del Consiglio quando ha dovuto rispondere alla domanda del giornalista del "Fatto" sulle UOVA di STRUZZO!!
Dalle uova di struzzo a ‘We want sex’
Le spese pazze dell’Agenzia del territorio
Il Fatto Quotidiano ha recuperato la contabilità del direttore Gabriella Alemanno, sorella del sindaco di Roma, e le fatture autorizzate dall’area comunicazione. Per rappresentanza e comunicazione istituzionale (voce quest’ultima assente in passato dai bilanci) si è passati da 80 mila euro a un milione nel 2010, ma colpiscono i soldi spesi in gioiellerie e cene. Ad esempio al "Villa Oretta" di Cortina insieme a ben undici persone.
Il Fatto Quotidiano ha recuperato la contabilità delle note spese del direttore Alemanno e le fatture autorizzate dall’area comunicazione. Si scopre che le spese per rappresentanza e comunicazione istituzionale (voce quest’ultima assente in passato dai bilanci) sono schizzate da 80 mila euro a un milione nel 2010 per sfiorare il milione e mezzo secondo le previsioni per il 2011. Il ministro dell’Economia e presidente del Consiglio Mario Monti, dovrebbe dare un’occhiata ai conti dell’Agenzia per vedere come viene applicato il suo invito alla sobrietà. Quello che un tempo era il noioso Catasto è stato trasformato, dalla dottoressa Alemanno, in una frizzante agenzia specializzata in eventi, pranzi e vernissage. A parte i 22 mila e 800 euro pagati all’Adnkronos per “supporto informativo multimediale” e i 20 mila euro per i servizi della Mp group, colpiscono le fatture importanti della società “Comunicare Organizzando” per esempio per la mostre dei 150 dell’Unità d’Italia (48 mila euro che però dovrebbero essere stati coperti dagli sponsor) e soprattutto le fatture delle gioiellerie.
Sfugge perché l’Agenzia compri 30 uova di struzzo decorate per 3 mila e 240 euro dalla gioielleria “Peroso”. “Sono state donate a rappresentanti di Stati esteri per esigenze di rappresentanza”, spiega Mario Occhi, responsabile comunicazione dell’Agenzia, anche se al Fatto risulta che un uovo sia finito a un comandante regionale della Finanza. L’Agenzia ha comprato anche 12 bicchieri in vetro soffiato dalla signora Maria Bonaldo di Mestre, che si dice conosca Gabrella Alemanno. Prezzo 1296 euro e destinazione ignota. “Saranno stati donati anche questi ad autorità estere”, dice sempre Mario Occhi. Si usano i soldi pubblici per promuovere persino una commedia sociale di Nigel Cole, “We want sex”, sulla battaglia delle operaie della Ford contro la discriminazione maschile. 800 euro per “affitto sala cinema Odeon per proiezione riservata del film il 17 gennaio 2011” più “vendita pop corn e bibita per 179 consumazioni, 5 euro cadauna, per un importo totale di 895 euro”. We want pop corn.
Poi ci sono i pranzi di rappresentanza. La “Bottega di Montecitorio” di via della Guglia a Roma è usata dal direttore dell’Agenzia come una seconda mensa. Peccato per i prezzi. Il 17 marzo 2011 spende 107 euro pubblici e poi ancora il 31 marzo spende altri 90 euro, il 7 aprile (70 euro) e poi ancora il 29 settembre (60 euro) sempre con ignoto commensale. Il 14 aprile del 2011 per un pranzo parco (63 euro) dichiara finalmente il suo ospite: è un suo amico di vecchia data, Antonio Liguori, nominato direttore generale del Teatro dell’Opera nel 2009, grazie al fratello Gianni Alemanno. La famiglia è molto unita. Il Fatto Quotidiano aveva già raccontato nell’agosto del 2010 la storia delle vacanze con dibattito di Gabriella e Gianni (con Isabella Rauti al seguito) in quel di Cortinaincontra. Ora scopriamo quanto ha pagato l’Agenzia del Territorio per sponsorizzare la manifestazione: 42 mila euro comprensive di Iva.
Ma l’Agenzia il 22 agosto del 2011 ha pagato altri 780 euro per ospitare a cena al “Villa Oretta” di Cortina ben undici persone. Oltre ai dirigenti di Ance, Confedilizia e Scenari Immobiliari, c’era anche “il sindaco di Roma Gianni Alemanno più ospite direttore Agenzia”. Talvolta il direttore tradisce la Bottega di Montecitorio: il 24 marzo per un pranzo con 28 commensali costato ben 616 euro, preferisce il “RomAntica” per “incontro con giornalisti stampa locale e referenti comunicazione”. Il 25 febbraio all’Os club alle Terme di Traiano paga 48 euro, e poi ancora il 14 febbraio altri 185 euro a causa di un vino importante (un Tignanello) e ancora il 9 agosto al Panda in Galleria Sordi, ma poi torna alla solita “Bottega di Montecitorio” il 20 aprile (89 euro) e il primo giugno (70 euro) il 12 ottobre (110 euro) il primo aprile al “Caffè delle Arti” (105 euro) il 14 aprile alla sala da tè Babington (115 euro). Filippo La Mantia è uno dei preferiti. Il 12 maggio (100 euro); il 26 settembre (100 euro); il 13 aprile 2011 con due giornalisti di un’agenzia di stampa (129 euro). Il 29 gennaio alla ” Taverna San Teodoro” ci sono quattro persone a tavola con la Alemanno per 443 euro. Il 23 maggio lo scialo viene scoperto da due magistrati della Corte dei Conti. Seguono la Alemanno nel locale dello chef La Mantia e non la mollano fino al conto. Purtroppo però mangiano a sbafo e non battono ciglio quando lei striscia la carta dell’Agenzia: 230, 50 euro. Il 4 luglio il direttore si sposta a Bari e pranza alla “Pignata” con cinque persone, il conto da 365 euro per “rappresentanti autorità locali”.
Quando si muove il direttore Gabriella Alemanno sembra un capo di Stato. Per esempio il 14 agosto del 2011 è a Cagliari e pranza con il Prefetto, due avvocati dello Stato e dirigenti delle agenzie del territorio e del demanio. La spesa per 13 pasti a base di pesce dal “Corsaro Deidda” è di 890 euro. Il 10 maggio del 2011 la Alemanno vola in Veneto e mangia all’osteria “da Fiore” a Venezia. Il conto è di 810 euro. Oltre al presidente dell’Ordine dei notai e al direttore dell’Agenzia del Veneto, erano presenti tutti i controllori. C’era il responsabile audit dell’agenzia, il comandante regionale della Guardia di Finanza Walter Cretella Lombardo e il procuratore regionale della Corte dei Conti. Al momento del conto però nessuno ha messo mano al portafoglio. In fondo Pantalone era veneziano.
da Il Fatto Quotidiano del 27 dicembre 2011
Gianni Alemanno
Non c'è partito che si salvi: quando sono al potere sono tutti Marie Antoniette e Luigi XVI.
Se mi guardo indietro vedo solo ruberie, sprechi e malversazioni che hanno creato il dissesto che costringe lo Stato ad emettere Titoli per approvvigionarsi di altri soldi. Il debito pubblico è questo. Su questi titoli lo Stato dovrà elargire degli interessi e così via. Per pagarli chiederà altre tasse ai cittadini che già le pagano, con la promessa (vaga) che poi forse stanerà quelli che non le pagano.
I figli e i discendenti degli italiani NON evasori, NON ladri, NON troveranno lavoro perché il lavoro, da decenni, è così distribuito: concorsi pubblici vinti dai raccomandati con l'impossibilità di avere giustizia qualora si faccia ricorso, tanto vale rinunciarci; lavoro privato, una recente inchiesta ha ufficializzato quello che già la gente sapeva e viveva sulla propria pelle: le ditte assumono in maggioranza per conoscenza.
Questo è un Paese in cui la democrazia sta morendo. Non esiste più la possibilità di autodeterminarsi con il proprio valore: ogni tanto si creano degli strappi nella rete messa dalla corruzione e qualche pesce sano riesce a passare.
Concludo con un aneddoto personale. Oggi si sa di più su chi ci deruba rispetto a ieri e questa è l'unica conquista della nostra moribonda democrazia, ma ci derubavano pure prima, prima ancora di Berlusconi... Ma la stampa e le TV erano più controllate dal Potere e non c'era il Web.
Forse è stato una trentina di anni fa. Cercavo lavoro, sapevo fare molte cose, anche stenografare e un amico giornalista e direttore di un importante quotidiano politico mi procurò un colloquio con una persona che aveva bisogno di una segretaria. Arrivai in questo ufficio in una via del centro di Roma: grandissimo, con una hall gigantesca, vetrate sulla notissima via romana, segretarie truccatissime che non si sa bene cosa facessero, il telefono sul loro bancone era muto. Non so neppure di cosa si occupasse la persona a cui mi dovevo presentare, sapevo solo che non poteva che essere del partito di cui il quotidiano che dirigeva il nostro amico era organo.
Dopo una breve attesa fui introdotta alla presenza del misterioso personaggio che aveva in uso quel prestigioso ufficio di rappresentanza. Fu cordiale e gentile. Mi sembrava di averlo visto da qualche parte ma non ravvisavo dove: forse di sfuggita come figura secondaria in qualche servizio televisivo? Era abbastanza giovane. Cosa poteva mai aver fatto nella vita per avere così giovane un simile studio, di oscuro scopo ed utilità, in pieno centro di Roma? Mi parlò nebulosamente di pubbliche relazioni, forse. Mi chiese cosa sapevo fare. Sembrò interessato. Poi, inusitatamente, mi disse che sua moglie si interessava di Astrologia, di oroscopi. Cosa ne pensavo dell' Astrologia? Sono moglie di un Fisico, specializzato in Astrofisica, e non posso che avere un'idea estremamente scientifica degli astri... Risposi che per me era un gioco e nulla più, che io ero molto realista e con i piedi per terra. Credo che questo non gli piacque, sparì il sorriso e mi congedò gentilmente. Il nostro amico direttore mi fece sapere poi che non ero andata bene. Eppure sembrava che quello che interessava di più fosse il connubio fra cultura e stenografia! A furia di ripensarci mi tornò in mente dove avevo visto quel viso: in una ripresa televisiva in cui c'era la figlia di un potentissimo uomo politico con il marito, era quest'ultimo. La donna si presentava in una rubrichetta televisiva accompagnando una specie di furbo santone con barba, italianissimo, che dava gli oroscopi. Lei lo affiancava soltanto, non sapeva fare neppure la maga in prima persona, ma era esperta in astrologia.
Da dove venivano i soldi per foraggiare il NULLA di quell'ufficio di rappresentanza? Senza contare quelli che la RAI doveva pagare all'insulsa figlia del potente politico ed al suo "santone".
Ieri, come oggi, noi foraggiamo il nulla professionale degli addentellati dei politici, mentre i nostri figli laureati e superspecializzati non trovano lavoro o solo contratti a termine.