Mi scuso con chi legge, ma dal video non sono riuscita ad eliminare lo spot pubblicitario di pochi secondi che lo precede.
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Cliccando sul link si può vedere una zona che conosco bene perché è quella dove ho scelto di vivere da più di 32 anni, in fuga da una città, Roma, che non appariva più umana e vivibile come lo è stata per i miei primi 25 anni.
Rocca Priora è una delle tante zone di Italia che si sono trovate in difficoltà a causa di questa nevicata eccezionale. Come dice la giornalista del Corriere nel video, questa zona conosce la neve tutti gli anni e posso testimoniare che è vero. Ma certo non un metro di neve come è accaduto questo anno.
Anche Roma si è trovata in serie difficoltà e penso che Alemanno ha sbagliato alcune cose, ma non trovo giusto il dileggio pubblico a cui è stato sottoposto, anche ieri sera nella trasmissione, sempre interessante, "Ballarò".
Non lo trovo giusto perché anche qui ai Castelli Romani i Sindaci non hanno brillato insieme alle varie istituzioni. E questo è ancora più grave se si tiene conto che a Rocca Priora la neve cade tutti gli inverni e più volte nello stesso inverno. Dunque, diversamente da Roma, dovrebbe prevedere con varie provvidenze allo scopo.
Invece i cittadini si sono trovati da soli, a parte lo sgombero delle vie comunali e della statale Tuscolana. Nel video, nell'ultima parte, la macchina dei benemeriti Carabinieri, lasciata la statale Tuscolana, percorre la Via Comunale Mediana, proprio quella dove abito io e, nella parte finale si addentra in altre strade vicinali della località denominata Piani di Caiano. La viabilità, come si vede, era assicurata, ma tale località è piena di strade private che, per essere liberate, sono state lasciate all'iniziativa dei singoli cittadini i quali hanno provveduto di tasca propria, come nel caso del condominio dove abita la sottoscritta. Anch'io ho spalato la neve con mio marito nonostante l'età non più verde. Altri sono rimasti con le mani in mano aspettando non si sa cosa e lamentandosi di tutto. Questo va detto, perché non è accettabile in una situazione eccezionale la totale inanità.
Queste tipologie umane purtroppo esistono ovunque: individualiste, non collaborative, capaci solo di lamentarsi.
Detto questo rimane il fatto che l'ENEL da venerdì 3 febbraio h. 14:00, quando è sparita l'energia elettrica nella nostra zona, fino a sabato h. 15:00 quando, dopo l'intervento di tre uomini rumeni, spalatori manuali da noi chiamati per liberare la strada del condominio a spese dello stesso, ce ne siamo andati in un'altra casa che (fortunatamente) possediamo al mare, rispondeva con un disco senza dire quando l'energia elettrica sarebbe stata ripristinata. Chi è rimasto, perché non aveva dove andare, ci ha detto che l'energia elettrica è tornata la sera di sabato: almeno nella nostra zona. Altrove la cosa è perdurata.
La Comunità Montana, invece, è stata la prima istituzione da noi chiamata, già giovedì 2 febbraio. Non chiedevamo che il sale: ci è stato risposto CHE NON L'AVEVANO.
A cosa servono le Comunità Montane? Da tanto tempo se ne discute. Dobbiamo risparmiare, siamo in crisi, si chiedono sacrifici... Dunque eliminiamole.
Può una Comunità Montana rispondere che "NON HA IL SALE" quando le previsioni metereologiche di tutti i telegiornali, con ampio anticipo, hanno comunicato l'arrivo della perturbazione con precisione? Inutile chiedere spalaneve o altro. Non avevano neppure il sale giovedì 2 febbraio mattina.
Dopo questa telefonata abbiamo chiamato la Protezione Civile di Rocca Priora e ha risposto Matteo, un giovanottone efficiente che ci ha portato un sacco di sale e, per arrivare fino al nostro cancello, ha pulito con un piccolo spalaneve la strada.
Nei gioni successivi la Protezione Civile dava sempre occupato e anche i Carabinieri di Rocca Priora al numero diretto che, però, erano raggiungibili attaverso il 112.
I Carabinieri sono stati gli unici a darci notizie.
Causa alberi lasciati liberi di crescere anche in prossimità dei pali della linea telefonica aerea e della linea elettrica, ci sono state interruzioni per caduta di pali, tirati giù dai rami...
Un consiglio ed un suggerimento all'ENEL e alla TELECOM: fate girare ogni tanto gli operai e date loro mandato di fare rapporto quando ci sono alberi i cui rami dondolano pericolosamente ad ogni alito di vento, toccando i cavi telefonici o elettrici, e imponetene il taglio ai legittimi proprietari, oppure tagliateli voi ed addebitatene le spese al proprietario, oppure elevate multe, sanzioni o quello che vi pare per interruzione di pubblico servizio. Sono certa che gli strumenti legislativi per operare questa semplice prevenzione ci sono: ADOPERATELI. Costa molto di più al Bilancio dello Stato il danno che questa incuria crea.
Infine una "chicca" anche sulla RAI che ci ricorda continuamente di "essere un servizio pubblico". Non avendo il numero di TGR Regione Lazio, (senza corrente elettrica non potevo certo collegarmi ad Internet), ho tentato di chiamare il centralino della RAI, che invece era sull'elenco telefonico, per farmelo dare, nel tentativo di comunicare quanto stava accadendo qui ai Castelli Romani. Era sabato mattina e l'orario che era dato partiva dalle h. 8:00. Alle h. 8:15 c'era ancora il disco. Stavo per desistere pensando che, come spesso accade in Italia, era un servizio fasullo, un numero che squillava nel NULLA... Quando ecco che...miracolo...risponde una voce umana e dà anche un nome: Beatrice!! La fiducia nelle istituzioni è durata lo spazio di poche frasi: Beatrice: "Non posso passarle né darle il numero che mi chiede."
Rita: "Perché, scusi, è un centralino..."
Beatrice: "Posso darle solo una e-mail."
Rita: "???... Ma le ho già detto che non ho corrente elettrica..."
Beatrice: "Non posso che darle la e-mail."
Rita: "Ripeto: ho solo il telefono, non ho elettricità... "
Beatrice: "Non posso stare con lei più di un minuto, mi dispiace."
E mette una musichetta, invece di chiudere, facendo così supporre che poi forse succederà qualcosa... Dopo diversi minuti che non accade nulla ma la Telecom guadagnerà di più, chiudo e rifaccio il numero. Risponde sempre Beatrice, e capisco che è stata messa lì da sola, al posto di un disco, con i potenti mezzi economici della RAI, "servizio pubblico", e siccome io penso di essere "pubblico" dato che pago il canone (chissà perché si ostinano a chiamarlo così quando "si tratta in realtà di un’imposta sul possesso del televisore risalente al 1938 - Regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938, articolo 1" ) insisto:
Rita: "Ma scusi, Beatrice, perché mi ha lasciato con una musichetta, poteva chiudere se non può fare altro. Perché farmi spendere più soldi di telefono?"
Beatrice: "Io non posso fare altro per lei, mi dispiace, non posso stare più di un minuto a telefonata e ne ho tante."
La saluto desolata, pensando "Ma che ce l'hanno messa a fare povera Beatrice: risponde al centralino RAI 06-38781 ma non è di fatto un centralino perché può dare solo e-mail ma non numeri telefonici, (come sarebbe ovvio essendo un centralino telefonico, così definito sull'elenco Telecom), e le hanno dato la tabella di marcia di una telefonata al minuto. Cosa potrà dire a chi telefona oltre al diniego di qualsiasi richiesta che non sia una e-mail? Ma chi possiede l'elettricità e una linea Internet perché dovrebbe telefonare al centralino RAI ? Bastandogli collegarsi sui siti delle varie trasmissioni RAI dove fra i contatti si trovano anche gli indirizzi e-mail..."
Questa la breve cronistoria di un'esperienza diretta. Lungi dalla facile critica, mi sembra che chi organizza certi servizi non lo sappia proprio fare, dunque percepisce uno stipendio e spende denaro pubblico solo per darci dimostrazione della propria incapacità di gestione. Ci sono tante persone capaci senza lavoro, l'offerta sul mercato è alta, dunque perché tenere in certi posti chi non sa lavorare mettendo a dura prova la pazienza dei cittadini? La Fornero parla di "abituarsi" alla precarietà del lavoro: perché allora certa gente che non sa fare il proprio lavoro viene mantenuta nel proprio ruolo? Incapaci stipendiati e capaci a spasso?
Queste tipologie umane purtroppo esistono ovunque: individualiste, non collaborative, capaci solo di lamentarsi.
Detto questo rimane il fatto che l'ENEL da venerdì 3 febbraio h. 14:00, quando è sparita l'energia elettrica nella nostra zona, fino a sabato h. 15:00 quando, dopo l'intervento di tre uomini rumeni, spalatori manuali da noi chiamati per liberare la strada del condominio a spese dello stesso, ce ne siamo andati in un'altra casa che (fortunatamente) possediamo al mare, rispondeva con un disco senza dire quando l'energia elettrica sarebbe stata ripristinata. Chi è rimasto, perché non aveva dove andare, ci ha detto che l'energia elettrica è tornata la sera di sabato: almeno nella nostra zona. Altrove la cosa è perdurata.
La Comunità Montana, invece, è stata la prima istituzione da noi chiamata, già giovedì 2 febbraio. Non chiedevamo che il sale: ci è stato risposto CHE NON L'AVEVANO.
A cosa servono le Comunità Montane? Da tanto tempo se ne discute. Dobbiamo risparmiare, siamo in crisi, si chiedono sacrifici... Dunque eliminiamole.
Può una Comunità Montana rispondere che "NON HA IL SALE" quando le previsioni metereologiche di tutti i telegiornali, con ampio anticipo, hanno comunicato l'arrivo della perturbazione con precisione? Inutile chiedere spalaneve o altro. Non avevano neppure il sale giovedì 2 febbraio mattina.
Dopo questa telefonata abbiamo chiamato la Protezione Civile di Rocca Priora e ha risposto Matteo, un giovanottone efficiente che ci ha portato un sacco di sale e, per arrivare fino al nostro cancello, ha pulito con un piccolo spalaneve la strada.
Nei gioni successivi la Protezione Civile dava sempre occupato e anche i Carabinieri di Rocca Priora al numero diretto che, però, erano raggiungibili attaverso il 112.
I Carabinieri sono stati gli unici a darci notizie.
Causa alberi lasciati liberi di crescere anche in prossimità dei pali della linea telefonica aerea e della linea elettrica, ci sono state interruzioni per caduta di pali, tirati giù dai rami...
Un consiglio ed un suggerimento all'ENEL e alla TELECOM: fate girare ogni tanto gli operai e date loro mandato di fare rapporto quando ci sono alberi i cui rami dondolano pericolosamente ad ogni alito di vento, toccando i cavi telefonici o elettrici, e imponetene il taglio ai legittimi proprietari, oppure tagliateli voi ed addebitatene le spese al proprietario, oppure elevate multe, sanzioni o quello che vi pare per interruzione di pubblico servizio. Sono certa che gli strumenti legislativi per operare questa semplice prevenzione ci sono: ADOPERATELI. Costa molto di più al Bilancio dello Stato il danno che questa incuria crea.
Infine una "chicca" anche sulla RAI che ci ricorda continuamente di "essere un servizio pubblico". Non avendo il numero di TGR Regione Lazio, (senza corrente elettrica non potevo certo collegarmi ad Internet), ho tentato di chiamare il centralino della RAI, che invece era sull'elenco telefonico, per farmelo dare, nel tentativo di comunicare quanto stava accadendo qui ai Castelli Romani. Era sabato mattina e l'orario che era dato partiva dalle h. 8:00. Alle h. 8:15 c'era ancora il disco. Stavo per desistere pensando che, come spesso accade in Italia, era un servizio fasullo, un numero che squillava nel NULLA... Quando ecco che...miracolo...risponde una voce umana e dà anche un nome: Beatrice!! La fiducia nelle istituzioni è durata lo spazio di poche frasi: Beatrice: "Non posso passarle né darle il numero che mi chiede."
Rita: "Perché, scusi, è un centralino..."
Beatrice: "Posso darle solo una e-mail."
Rita: "???... Ma le ho già detto che non ho corrente elettrica..."
Beatrice: "Non posso che darle la e-mail."
Rita: "Ripeto: ho solo il telefono, non ho elettricità... "
Beatrice: "Non posso stare con lei più di un minuto, mi dispiace."
E mette una musichetta, invece di chiudere, facendo così supporre che poi forse succederà qualcosa... Dopo diversi minuti che non accade nulla ma la Telecom guadagnerà di più, chiudo e rifaccio il numero. Risponde sempre Beatrice, e capisco che è stata messa lì da sola, al posto di un disco, con i potenti mezzi economici della RAI, "servizio pubblico", e siccome io penso di essere "pubblico" dato che pago il canone (chissà perché si ostinano a chiamarlo così quando "si tratta in realtà di un’imposta sul possesso del televisore risalente al 1938 - Regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938, articolo 1" ) insisto:
Rita: "Ma scusi, Beatrice, perché mi ha lasciato con una musichetta, poteva chiudere se non può fare altro. Perché farmi spendere più soldi di telefono?"
Beatrice: "Io non posso fare altro per lei, mi dispiace, non posso stare più di un minuto a telefonata e ne ho tante."
La saluto desolata, pensando "Ma che ce l'hanno messa a fare povera Beatrice: risponde al centralino RAI 06-38781 ma non è di fatto un centralino perché può dare solo e-mail ma non numeri telefonici, (come sarebbe ovvio essendo un centralino telefonico, così definito sull'elenco Telecom), e le hanno dato la tabella di marcia di una telefonata al minuto. Cosa potrà dire a chi telefona oltre al diniego di qualsiasi richiesta che non sia una e-mail? Ma chi possiede l'elettricità e una linea Internet perché dovrebbe telefonare al centralino RAI ? Bastandogli collegarsi sui siti delle varie trasmissioni RAI dove fra i contatti si trovano anche gli indirizzi e-mail..."
Questa la breve cronistoria di un'esperienza diretta. Lungi dalla facile critica, mi sembra che chi organizza certi servizi non lo sappia proprio fare, dunque percepisce uno stipendio e spende denaro pubblico solo per darci dimostrazione della propria incapacità di gestione. Ci sono tante persone capaci senza lavoro, l'offerta sul mercato è alta, dunque perché tenere in certi posti chi non sa lavorare mettendo a dura prova la pazienza dei cittadini? La Fornero parla di "abituarsi" alla precarietà del lavoro: perché allora certa gente che non sa fare il proprio lavoro viene mantenuta nel proprio ruolo? Incapaci stipendiati e capaci a spasso?
3 commenti:
Bentornata sul blog!
Era proprio quello il filmato che avevo visto sul Corsera. Le immagini “dal vivo” mi avevano turbata ed ero in ansia per te.
L’esperienza che hai descritto, in qualità di testimone diretto, è una prova del mancato funzionamento di molte strutture italiche, gestite ed amministrate da personale incapace ed incompetente, e pertanto , in modo superficiale ed approssimativo.
E’ sempre piacevole leggerti e, personalmente, ti considero una preziosa fonte del mio arricchimento interiore.
Ciao
Silvia O.
Grazie per la tua stima che mi onora. Sono solo una che non si arrende e combatte con le armi che ha: prima in politica, che mi ha deluso, sempre nelle aggregazioni della società civile per le giuste battaglie di democrazia, civiltà e buonsenso e contro le ipocrisie di egoismi di gruppi che si consolidano a difendere rendite di posizione a loro favore ed a discapito dei cittadini.
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