Vedere il post del 22/01/2012: articolo di "Il Mamilio" sull'argomento Da: Il Mamilio 21/3/2012 - GROTTAFERRATA |
Il 30 gennaio Mevi fu costretto a lasciare la seduta di Consiglio dalla forza pubblica |
Affaire Mevi, il Consiglio di Stato accoglie la sospensiva della sentenza del Tar |
Congelata la decisione con cui il Tribunale amministrativo aveva riammesso in Giunta l'assessore rimosso dal sindaco Mori |
di Marco Caroni |
FRASCATI (21/03/12 - ore 20.00) - Il Consiglio di Stato concede la sospensiva della sentenza con cui il Tar del Lazio aveva riammesso in Giunta l'assessore Filippo Mevi. Un'ordinanza cautelare che dunque annulla l'effetto della decisione del primo grado di giudizio amministrativo. Entro poche settimane il Consiglio di Stato dovrebbe comunque entrare nel merito. In questi due mesi però, di fatto, il sindaco non ha mai permesso l'entrata in Giunta di Mevi arrivando fino alla poco edificante vicenda in Consiglio quando comunque Mevi si presentò in Aula e fu costretto ad uscire dalla forza pubblica. Era il 30 gennaio (LEGGI)e da quel momento per tutti i protagonisti di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Una buona notizia per il sindaco Gabriele Mori che dunque incassa sul fronte Mevi finalmente un punto a proprio favore. La partita potrebbe però non essere chiusa anche se, nel frattempo, il primo cittadino potrà essere in grado di nominate un nuovo assessore che - stando ad indiscrezioni che ormai sono quasi comunicazioni - dovrebbe essere Luciano Andreotti. "La battaglia continua", commenta laconicamente Mevi.
!!!!!!!!!!!!
Per come lo conosco io Filippo Mevi non poteva che commentare "laconicamente": è infatti uomo di poche ed asciutte parole. Strano per un politico e ancor più strano per un avvocato. Forse, però, è una virtù.
E' molto tempo che non sento Filippo Mevi, non so dunque perché esista questa situazione. Trovo solo che è desolante. Sono stata nella lista di Italia dei Valori con lui alle Amministrative di Grottaferrata, senza alcuna ambizione se non quella di dare un apporto al partito e al Sindaco Gabriele Mori, sostenuto anche da quella lista.
Come si possa giungere a questo desolante scontro, addirittura umiliando l'Avv. Mevi costringendolo ad uscire con la forza pubblica dal Consiglio, è qualcosa che fa sentire la politica, anche locale, ormai arrivata alla frutta.
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sabato 31 marzo 2012
Politica locale: spettacolo desolante
venerdì 30 marzo 2012
Mi hanno segnalato questa cosa...
Da: Libero.it - di Francesco Borgonovo
Sobrietà lady Monti si mette a nudo: intervista a "Chi"
La first lady rilascia un'intervista al settimanale "Chi": racconta l'amore e la vita negli States a Bruxelles e a Roma con il premier
Mario Monti il giorno del suo matrimonio
Dopo Michelle Obama, Elsa Monti. Alfonso Signorini, per imprimere l’annunciata sterzata verso la sobrietà al suo Chi, ha deciso di abbeverarsi direttamente alla fonte: la consorte del premier. Sbatti la Monti in prima pagina, dunque, con ampio articolo di dodici pagine, adeguatamente illustrato dalle foto di Mario Sestino.
Non riporto l'articolo di Libero.it che commenta l'avvenimento perché è volutamente ironico e, a mio avviso, irrispettoso. Ovvi poi i commenti dei lettori: tutti al veleno...
Credo che la Signora Monti abbia sbagliato a concedere l'intervista ad un settimanale da tutti conosciuto di "gossip". Forse l'ha tratta in inganno il precedente della Signora Obama... Ma Michelle Obama non può avere il polso della situazione italiana e la sensibilità di chi in Italia vive. Dunque può essere assolta se ha dato retta ad uno come Signorini...
Le rare volte che mi concedo il parrucchiere per tagliare i capelli, vedo queste riviste che Ezio Greggio ha immortalato come "Spetteguless" con la sua vis comica e, anche provando a sfogliarle mentre mi asciugano la testa, debbo dire che sento immediatamente un calo neuronico e mi sembra di scendere nella più nauseante deficienza! Per questo debbo smettere subito, li ripongo e mi interrogo un poco depressa sullo stato delle menti che li leggono.
Penso che la Signora Monti abbia commesso un'ingenuità, essendo una signora borghese, benestante, beneducata, ma lontana dal popolo e dalle malizie della politica e di certo giornalismo...
Era meglio che il popolo non sapesse che Mario Monti porta le cravatte che gli ha regalato Berlusconi.
Scienza in faticosa salita
Da: ANSA.it
Neutrini, si è dimesso il fisico Ereditato
Dal suo esperimento i neutrini sembravano piu' veloci della luce
ROMA - Si e' dimesso il fisico Antonio Ereditato, coordinatore della collaborazione Opera i cui dati nel settembre scorso indicavano i neutrini come piu' veloci della luce. Lo si apprende dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Le dimissioni sono state presentate da Ereditato in seguito alla presentazione, da parte di alcuni membri di Opera, di una mozione che chiedeva le dimissioni del ricercatore dalla guida della collaborazione. La mozione non è passata, a quanto si apprende, ma ha di fatto creato una spaccatura fra i ricercatori. Su questa base Ereditato ha ritenuto opportuno dimettersi in quanto la collaborazione non sarebbe più stata gestibile. Da parte del fisico al momento c'é solo un "no comment".
Da: Nexteme - di: Francesca Mancuso
Le dimissioni sono state presentate da Ereditato in seguito alla presentazione, da parte di alcuni membri di Opera, di una mozione che chiedeva le dimissioni del ricercatore dalla guida della collaborazione. La mozione non è passata, a quanto si apprende, ma ha di fatto creato una spaccatura fra i ricercatori. Su questa base Ereditato ha ritenuto opportuno dimettersi in quanto la collaborazione non sarebbe più stata gestibile. Da parte del fisico al momento c'é solo un "no comment".
Caso più unico che raro anche nel campo della Scienza, non solo della Politica Italiana, dove nessuno si dimette mai... anzi ... con incredibile faccia tosta c'è gente che addirittura trucca i dati pur di pubblicare o far parlare di sé ed essere invitato in televisione. Bisogna essere stata molto vicino a certi ambienti per essersi tolta ogni illusione anche in un campo che è visto quasi "sacro".
Ci sono uomini di ogni tipo anche lì. I Grandi si distinguono per la semplicità, perché la Grandezza non ha bisogno di autoreferenziarsi, di millantare, di esibizioni narcisistiche: brilla di luce propria e ne è quasi inconsapevole nel suo distacco...
Altra cosa è l'errore non voluto e riconosciuto, che fa parte del percorso della ricerca scientifica. Esplorando il limite della conoscenza per poter dare anche un minimo apporto nuovo è possibile sbagliare, lo sanno bene i ricercatori sperimentali che, quando sono seri (gli altri non li prendiamo in considerazione), hanno il terrore proprio dell'errore strumentale nella misura... Ma, per quanto si possa essere accorti, questo può accadere. Ci sono tanti casi nella storia della sperimentazione scientifica. Ricordate la controversa ed agognata Fusione Fredda?
Il MIT prova la fusione fredda? Dopo la batosta degli scettici australiani, secondo i quali i risultati positivi dell'E-Cat potrebbero essere il frutto di un errore in fase di test, pare che il Massachusetts Institute of Tecnhology sia intenzionato ad approfondire la questione E-Cat, o meglio le LENR.
Secondo quanto si legge su Ecatnews.com, il dottor Mitchell Swartz ha eseguito una dimostrazione per gli studenti del corso del Professor Peter Hagelstein per la fusione fredda. La demo che ha avuto luogo il 30 ed il 31 gennaio (anche se i lavori sono durati sette giorni) segue la prima dimostrazione aperta sulla fusione fredda presso il MIT, che risale al lontano 2003.
Il JET Energy NANOR(TM) avrebbe dunque dimostrato che attraverso la fusione fredda è stato possibile avere un aumento significativo di energia, dieci volte maggiore rispetto a quella in entrata. Un risultato ben più propizio rispetto all'ultimo test del 2003.
Secondo quanto si legge su Cold Fusion Time, inoltre, questa dimostrazione è importante anche perché ha confermato il ruolo delle nanotecnologie nel consentire la produzione di energia attraverso tale processo nucleare.
La tecnologia di JET Energy potrebbe dunque cominciare ad intaccare alcuni preconcetti, spesso citati dagli scettici riguardo alla possibilità di realizzare strumenti in grado di produrre una maggiore quantità di energia in uscita, rispetto a quella in entrata, attraverso le LENR.
A questo punto, dando ipoteticamente per buono l'esperimento condotto al MIT, anche l'idea di Rossi, scettici australiani a parte, potrebbe essere vincente.
Ma, come hanno precisato in un'intervista gli esperti dell'Enea, che non si sono sbilanciati nel giudicare l'operato di Rossi e dell'E-Cat, c'è "un principio basilare ed irrinunciabile della ricerca scientifica: qualsiasi esperimento per essere riconosciuto ed accettato deve essere riproducibile".
"Provando e riprovando" Questo il messaggio del Grande Galileo Galilei.
Umiliazione e Ricatto
Da: Il Giornale.it - di Fausto Biloslavo
La Lexie lascerà l’India ...se paga ancora
Il ministro della Difesa Di Paola incontra per la prima volta in carcere i due militari prigionieri
Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, incontra i due marò dietro le sbarre in India. Ed i fucilieri di marina, in contemporanea, fanno pubblicare un messaggio su Facebook rivolto a chi li sostiene: «Con la vostra spontaneità e il vostro cuore ci avete reso ancora più forti, ancora più italiani.
Il messaggio è stato pubblicato sulla sua bacheca da Franca Latorre, che lo ha ricevuto dal fratello Massimiliano a nome anche dell' altro marò agli arresti, Salvatore Girone. «Ciao a tutti, voglio ringraziarvi per l'affetto, l'interesse ed il calore con cui sino ad oggi ci avete impreziosito- si può leggere su Facebook- . Un grazie anche a coloro che sono contro di noi, perchè vuol dire che hanno impegnato anche un solo secondo per rivolgerci il loro pensiero ». E ancora Latorre e Girone si chiedono: «Se non ci fosse la sofferenza come potremmo riconoscere la gioia?».
In India si teme che i nostri militari dovranno restarci ancora a lungo, ma si sta aprendo uno spiraglio sulla petroliera «Enrica Lexie», che i fucilieri di Marina difendevano dai pirati, costretta agli ormeggi a Kochi da un mese e mezzo. La nave italiana potrà forse ripartire martedì o mercoledì, ma prima l'armatore napoletano, Fratelli D'Amato, dovrà sborsare altri 586mila dollari di deposito, che si aggiungono ai 650mila di cauzione. Non solo: le autorità indiane vogliono interrogare di nuovo i quattro marò del nucleo di protezione anti pirateria rimasti a bordo.
Di Paola ha fatto visita ieri, nel carcere di Trivandrum, nello Stato del Kerala, a Girone e Latorre. Il ministro ha detto di averli trovati «in buona forma, motivati e fieri del loro comportamento come sanno essere i fucilieri di Marina». L'esponente del governo italiano ha portato «messaggi e regali delle famiglie» e ribadito che «l'Italia non li lascerà mai soli in nessuna circostanza».
Grazie alla visita del ministro della Difesa, il Tg1 è riuscito a riprendere, per la prima volta, i marò in carcere. Davanti alle telecamere hanno detto le solite frasi di circostanza. «Siamo qui, continuiamo ad affrontare questa situazione, finché non arriva la notizia che tutto si è risolto», ha sostenuto Girone.
Di Paola ha fatto visita al primo ministro del Kerala, il furbo Oommen Chandy, perorando la causa della giurisdizione, ovvero il diritto dei marò di venir processati in Italia. Oggi l'Alta corte locale dovrebbe decidere proprio su questo delicato punto, ma le speranze di farli tornare a casa sono scarse. Per questo motivo Di Paola ha puntato sul trasferimento dei fucilieri di Marina dal carcere agli arresti domiciliari.
A New Delhi l'esponente del governo italiano si vedrà con il ministro della Difesa indiano, che ha fatto carriera politica nel Kerala.
Le sue dichiarazioni non sono mai state tenere con i marò.
La novità è che l'Alta corte del Kerala ha autorizzato la partenza della petroliera «Enrica Lexie», ma dopo l'adempimento di ulteriori condizioni capestro. Prima fra tutte il deposito di altre 30 milioni di rupie ( 586mila dollari), come deposito che garantisca il ritorno della nave o dell'equipaggio nel caso la giustizia indiana lo richieda. Peccato che l'armatore, oltre a perdere un sacco di soldi ogni giorno che passa, abbia già versato 650mila dollari come cauzione per le famiglie dei due pescatori, che secondo l'accusa sarebbero stati uccisi dai marò in servizio anti pirateria, e per il proprietario della loro imbarcazione. In totale si tratta di quasi un milione di euro.
Da Napoli fanno sapere che un altro adempimento richiesto è l'ennesimo interrogatorio dei quattro marò superstiti del nucleo anti pirateria, che si trovano a bordo della petroliera. Se non saltano fuori altri ostacoli «la nave potrebbe partire nei prossimi giorni » rivela J. Matthew, l'avvocato indiano dell'armatore. Al largo troverà ad attenderla il «Grecale», la fregata della marina militare italiana.
La Presse
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Mi chiedo a cosa serva spendere tanti miliardi di denaro pubblico per mantenere i nostri contingenti militari in Paesi stranieri, dove i nostri giovani vengono sistematicamente ammazzati, se il ritorno sullo scacchiere internazionale deve essere questo!
I fautori del nostro costoso impegno dicono che "serve per contare" nel panorama internazionale.
Quello che ci sta facendo l'India dimostra il contrario. La cautela diplomatica è necessaria ma sono evidenti il RICATTO e l'umiliazione.
Al posto dei pirati l'armatore viene derubato dallo stato indiano. Con in più l'abuso e l'offesa verso lo Stato Italiano. D'altra parte noi siamo piccoli e non abbiamo neppure la bomba, che loro hanno. Lo scrivo con ironia, ma è così. Questi sono i rapporti di forza. Bisogna essere pragmatici. Questi se ne infischiano anche della palese violazione delle regole internazionali sulle acque dove i poveri pescatori sono morti. Non danno i risultati di una perizia balistica che, credo ai nostri militari, scagionerebbe la loro responsabilità. Hanno dichiarato che l'episodio che li riguarda è avvenuto a cinque ore di distanza dal tragico fatto: dunque i morti non sarebbero addebitabili a loro. Se lo stato indiano stesse comportandosi con giustizia cercherebbe di giungere alla verità nel più breve tempo possibile. Invece sta allungando il brodo in modo da trarne il maggior profitto possibile: sia sul piano economico che su quello di immagine UMILIANDO l'Italia.
giovedì 29 marzo 2012
Non scrivete papà!
Roma, 29 mar. - (Adnkronos) - Il corpo di un bambino è stato trovato nel Tevere nella zona di Fiumicino (Roma) poco dopo le 15. Sul posto è intervenuta la polizia e gli agenti della squadra fluviale dopo una segnalazione dal Circolo Nautico Tre Nodi. Non è escluso che si possa trattare del bimbo gettato nel fiume dal papà la mattina del 4 febbraio scorso, ma il cadavere non è ancora stato identificato.
No, non è "papà" un mostro che fa una cosa del genere. Questo bimbo non aveva che la sua mamma e la sua povera nonna a cui è stato strappato brutalmente con il suo pigiamino, piangente, spaventato, nel freddo della inusitata neve romana e gettato come un pacco senza sentimenti e pensieri nel fiume che, pietoso, l'ha restituito alla sua foce alla distrutta madre...
Il Messaggero.it: «Rivoglio mio figlio». A ripeterlo nel pianto è la mamma del piccolo Claudio, il bimbo di 16 mesi gettato nel Tevere lo scorso 4 febbraio dal padre. È quanto riferiscono i familiari che le stanno accanto. La notizia del probabile ritrovamento del bimbo oggi pomeriggio a Fiumicino le é stata data dalla psicologa che la segue costantemente. Davanti al comprensorio di Trastevere dove abita la famiglia del piccolo c'è un cartello con la sua foto e l'invito a partecipare sabato pomeriggio alle 17 nella chiesa di San Giuseppe a una messa per «l'angioletto di ponte Mazzini salito in cielo il 4 febbraio». Accanto alla foto del bimbo la frase «...e il Tevere, dolce, ti culla da vero Padre».
No, non è "papà" un mostro che fa una cosa del genere. Questo bimbo non aveva che la sua mamma e la sua povera nonna a cui è stato strappato brutalmente con il suo pigiamino, piangente, spaventato, nel freddo della inusitata neve romana e gettato come un pacco senza sentimenti e pensieri nel fiume che, pietoso, l'ha restituito alla sua foce alla distrutta madre...
Il Messaggero.it: «Rivoglio mio figlio». A ripeterlo nel pianto è la mamma del piccolo Claudio, il bimbo di 16 mesi gettato nel Tevere lo scorso 4 febbraio dal padre. È quanto riferiscono i familiari che le stanno accanto. La notizia del probabile ritrovamento del bimbo oggi pomeriggio a Fiumicino le é stata data dalla psicologa che la segue costantemente. Davanti al comprensorio di Trastevere dove abita la famiglia del piccolo c'è un cartello con la sua foto e l'invito a partecipare sabato pomeriggio alle 17 nella chiesa di San Giuseppe a una messa per «l'angioletto di ponte Mazzini salito in cielo il 4 febbraio». Accanto alla foto del bimbo la frase «...e il Tevere, dolce, ti culla da vero Padre».
Don Cesare Boschin
Un fiore per Cesare Boschin
OGGETTO: UN FIORE PER DON CESARE BOSCHIN
Latina. I coordinamenti provinciali di Libera e Legambiente,in collaborazione con l'associazione I Cittadini, organizzano per il prossimo 29 marzo,alle ore 21,00 a Borgo Montello, un ricordo pubblico della figura di don Cesare Boschin assassinato 17 anni fa per aver denunciato le mafie dei rifiuti e del traffico delle droghe sulla direttrice Roma Latina. All'iniziativa sono invitati i cittadini,le istituzioni e le associazioni. L’incontro si terrà nel piazzale della chiesa di Borgo Montello davanti la stele intitolata a Don Cesare
OGGETTO: CONFERENZA STAMPA A BORGO MONTELLO
Venerdì mattina 30 marzo dalle 9.30 alle 11.00 si terrà una conferenza stampa promossa dalle associazioni Libera, Legambiente e I Cittadini, per la presentazione del dossier di Legambiente sulla situazione ambientale a Borgo Montello. L’incontro si terrà in via Monfalcone presso la tenda di protesta allestita dalla famiglia Piovesan, sede del presidio di Libera intitolato a don Cesare Boschin. Tra i temi che verranno affrontati ci saranno la questione del fusti tossici, dei lavori per il dissotterramento e la riapertura del caso della morte di don Cesare Boschin.
Don Cesare Boschin - Dal mio post del 30 gennaio 2012 "Non lasciatelo solo"
OGGETTO: UN FIORE PER DON CESARE BOSCHIN
Latina. I coordinamenti provinciali di Libera e Legambiente,in collaborazione con l'associazione I Cittadini, organizzano per il prossimo 29 marzo,alle ore 21,00 a Borgo Montello, un ricordo pubblico della figura di don Cesare Boschin assassinato 17 anni fa per aver denunciato le mafie dei rifiuti e del traffico delle droghe sulla direttrice Roma Latina. All'iniziativa sono invitati i cittadini,le istituzioni e le associazioni. L’incontro si terrà nel piazzale della chiesa di Borgo Montello davanti la stele intitolata a Don Cesare
OGGETTO: CONFERENZA STAMPA A BORGO MONTELLO
Venerdì mattina 30 marzo dalle 9.30 alle 11.00 si terrà una conferenza stampa promossa dalle associazioni Libera, Legambiente e I Cittadini, per la presentazione del dossier di Legambiente sulla situazione ambientale a Borgo Montello. L’incontro si terrà in via Monfalcone presso la tenda di protesta allestita dalla famiglia Piovesan, sede del presidio di Libera intitolato a don Cesare Boschin. Tra i temi che verranno affrontati ci saranno la questione del fusti tossici, dei lavori per il dissotterramento e la riapertura del caso della morte di don Cesare Boschin.
Don Cesare Boschin - Dal mio post del 30 gennaio 2012 "Non lasciatelo solo"
martedì 27 marzo 2012
Abbagli
Da: TMNews
Dal sito: Calabrianotizie - 23 gennaio 2009
Omicidio Lanzino: tre rinvii a giudizio – A distanza di 21 anni dal drammatico fatto di sangue è arrivata la decisione del gup di Paola
COSENZA – Sarà processato il presunto responsabile dell’omicidio di Roberta Lanzino, la studentessa di Rende violentata e uccisa il 26 luglio del 1988 sulle montagne di Falconara Albanese che separano Cosenza dalla costa tirrenica dove la ragazza era diretta in motorino per le vacanze. I genitori la seguivano a bordo di un’auto, ma Roberta aveva voluto partire in anticipo per arrivare prima al mare. Una scelta che le è costata la vita.
Nella tarda mattinata di ieri il giudice delle udienze preliminari di Paola ha rinviato a giudizio tre persone, accusate d’essere variamente coinvolte nel delitto che sconvolse l’Italia. E che ventuno anni dopo è ancora senza colpevoli.
Secondo la Procura, il responsabile del delitto è Franco Sansone, 47 anni, già detenuto poiché condannato a trent’anni di reclusione per gli omicidi dell’ex fidanzata Rosaria Genovese e del complice Luigi Carbone. Due fatti di sangue strettamente legati al giallo Lanzino.
Il padre e un fratello di Franco Sansone, Alfredo e Remo Sansone, 73 e 46 anni, invece, oggi sono stati rinviati a giudizio dal gup polano per l’uccisione di Luigi Carbone. A parere della Procura Franco Sansone avrebbe ucciso Carbone, insieme al padre e al fratello, per evitare che rivelasse il suo coinvolgimento nell’assassinio della studentessa.
Stessa sorte, e per gli stessi motivi, sarebbe toccata a Rosaria Genovese, fidanzata di Franco Sansone nel periodo del delitto. Sarebbe stata strangolata nel ’90, secondo l’accusa sempre da Franco Sansone, perché sapeva i nomi degli assassini di Roberta.
L’inchiesta sul giallo Lanzino negli anni passati è stata riaperta, dopo decenni di oblio, dal pm della Procura della Repubblica di Paola, Domenico Fiordalisi, successivamente promosso Procuratore della Repubblica di Lanusei (Nuoro).
Il trasferimento del togato ha fatto scivolare il caso nelle mani del sostituto procuratore di Paola Eugenio Facciolla che ha sostenuto l’accusa dinanzi al gup. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 11 marzo davanti la Corte d’assise di Cosenza.
Nel nuovo filone investigativo sono stati fondamentali i racconti di due testimoni: Gennaro Genovese e Carmine Carbone. Il primo è il fratello di Rosaria Genovese, mentre Carmine Carbone è il padre di Luigi Carbone.
Sul giallo Lanzino ha più volte dichiarato pure l’ex boss della ‘ndrangheta cosentina Franco Pino, da anni oggi collaboratore di giustizia.
Pino ha riferito di avere appreso i particolari del delitto nel carcere di Palmi da Romeo e Marcello Calvano, esponenti della criminalità di San Lucido ai quali Luigi Carbone sarebbe stato legato.
Il Giornale di Calabria
Caso Ragusa/ Smentita la 'supertestimone', è scambio di persona
Si tratta di una donna che assomiglia molto a Roberta
Pisa, 27 mar. (TMNews) - I carabinieri del nucleo provinciale di Pisa hanno smentito l'attendibilità della testimone che ha dichiarato di aver visto il 19 marzo scorso Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello, nel pisano, da 70 giorni. Si tratta di un caso di somiglianza, spiegano gli inquirenti, la signora Federica, intervistata anche da Tgcom24 ha visto una donna che è soltanto molto simile a Roberta Ragusa. La testimone, che in un primo momento era stata giudicata molto attendibile, abita a Vecchiano e ha raccontato di aver visto Roberta a Ghezzano, una frazione alle porte di Pisa. Ma la donna che dalla testimone è stata vista entrare in un cancello, corrispondente alla descrizione fornita, ha solamente i capelli e i lineamenti che ricordano quelli della donna scomparsa. Il cancello è di uno studio legale.
Grande assembramento di giornalisti e operatori tv questo pomeriggio davanti al comando dei carabinieri di Pisa, che hanno tenuto a ridimensionare la "fuga di notizie" che si era verificata questa mattina. I carabinieri hanno precisato che ogni testimonianza prima di avere un riscontro può essere giudicata attendibile, ma questo non vuol dire che debba per forza dare una svolta alle indagini. È stato infine sottolineato che rimane valida sia la pista dell'allontanamento volontario, sia quella dell'omicidio volontario per cui è indagato il marito di Roberta, Antonio Logli, mentre è stato smentito che vi sia nei suoi confronti l'accusa di occultamento di cadavere.
Grande assembramento di giornalisti e operatori tv questo pomeriggio davanti al comando dei carabinieri di Pisa, che hanno tenuto a ridimensionare la "fuga di notizie" che si era verificata questa mattina. I carabinieri hanno precisato che ogni testimonianza prima di avere un riscontro può essere giudicata attendibile, ma questo non vuol dire che debba per forza dare una svolta alle indagini. È stato infine sottolineato che rimane valida sia la pista dell'allontanamento volontario, sia quella dell'omicidio volontario per cui è indagato il marito di Roberta, Antonio Logli, mentre è stato smentito che vi sia nei suoi confronti l'accusa di occultamento di cadavere.
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Come volevasi dimostrare! Già i vari salotti-portineria televisivi dibattevano e disquisivano sulla "supertestimone". In mezzo ad un mucchio di sciocchezze qualche voce di buonsenso si è levata, per fortuna.
Come poteva essere possibile che una donna, sparita nel nulla da più di due mesi, girasse a pochi chilometri di distanza dalla casa dove abitava con i suoi figli senza essere vista da nessuno, soltanto dalla "supertestimone"!! Invisibile a tutti meno che a lei!!
Come al solito le inchieste per omicidio in questi casi partono in ritardo, favorendo gli assassini. C'è tutta una casistica in proposito di cui nei post precedenti ho dato un saggio.
Per una ipocrisia di principio si fa finta che, quello che appare agli occhi del comune buonsenso e della normale ragione, non sia.
Ci si lamenta di tutti gli omicidi insoluti che ormai sono in gran numero in Italia, soprattutto di donne. Penso che sia molto importante il cervello che coordina le indagini. Le intuizioni che, chi pensa alle varie possibili ipotesi, può avere nel disporre perquisizioni, controlli, analisi...
In questo tristissimo caso spero che non sia vero che i RIS abbiano trascurato di analizzare il furgone di servizio del marito della povera Roberta. Lo spero perché sarebbe di una imperdonabile idiozia. Già si sono mossi tardi, ma se non hanno analizzato tutto vuol dire che non ci ha pensato chi coordinava il blitz e il blitz si prepara prima, con il cervello, a tavolino...
Spero davvero che quello che trapela alla stampa sia molto poco... e che si stia facendo invece molto. Spero che le voci di possibilità di accesso del marito all'inceneritore siano state tutte attentamente vagliate. Sicuramente avranno verificato se aveva questa possibilità la notte fra il 13 ed il 14 gennaio di quest'anno e se di notte è in funzione una qualche camera di combustione accessibile... Spero e credo che gli inquirenti non siano sciocchi e che, anche nel dare retta ad una donna che diceva di averla vista, mentre per tutti ella da quella fatale sera si è resa invisibile, abbiano voluto dimostrare che l'indagine sul marito non è un partito preso...
Se qualcuno l'ha uccisa vorrei che pagasse perché è orribile che in una società che sembra civile, ma forse non lo è, una giovane donna, madre di una bambina di 11 anni e di un adolescente di 15, venga eliminata e ne sia gettato via il corpo. Se c'è rimasto qualche valore morale in giro, questo NON DEVE ACCADERE.
Quello che ci mostrano i casi recenti, in cui sono riusciti a mettere insieme un buon numero di prove o sufficienti e concordanti indizi da formare la prova di un delitto, è che in dibattimento ci vuole la flagranza per dare un ergastolo! Voglio dire che, secondo quel che si sente dai media e quel che si vede dalle risultanze di certi processi, bisognerebbe beccare l'assassino mentre strangola o accoltella la vittima per sbatterlo in galera per sempre! Le prove scientifiche poi a volte sono usate in modo improprio, come nel caso Cesaroni, in cui si espletano dopo 20 anni su reperti non più freschi e chiari...
Indagini sbagliate, sciatte, non giustificabili sempre da mancanza di uomini e mezzi, anzi, spesso con dispendio di pubblico denaro, ma solo sbagliate!
Mi torna in mente l'assassinio dopo violenza carnale di una fanciulla che passava in motorino su una strada poco frequentata, precedendo i genitori che l'avrebbero raggiunta in auto nella casa delle vacanze estive dopo poco. Furono quasi subito individuati i possibili assassini: contadini pastori, fratelli, che abitavano proprio vicino al punto in cui la povera ragazza passava in motorino e dove, gettata sotto strada con il suo mezzo, fu ritrovata straziata. I genitori, passati non molto tempo dopo, non poterono vederla e iniziarono ad angosciarsi solo quando, arrivati nella casa estiva, non la trovarono come doveva essere. Ho letto su un giornale che quei contadini furono prosciolti perché lo sperma prelevato dalla povera vittima per l'esame del DNA, che li avrebbe inchiodati, era stato mal conservato e, dato il caldo estivo della Calabria, era arrivato in Inghilterra, dove la Polizia l'aveva inviato in un laboratorio all'epoca specializzato, inservibile!!
Ricordo ancora la faccia infida e meravigliata di uno dei prosciolti che veniva intervistato da uno stupido cronista televisivo con accenti che volevano darlo per vittima di un errore giudiziario, solo perché era un povero contadino! Aveva l'espressione del colpevole che è il primo a meravigliarsi di quello che dice l'imbecille che gli sta davanti. Lo pensai e me ne ricordo ancora. Persone molto elementari che compiono delitti così efferati solo perché bestie in foia, non sono così smaliziate da controllare con cinismo le loro espressioni facciali e sono facilmente leggibili da chi ha un minimo di sensibilità e di empatia. Quel cronista non ne aveva neppure un pò.
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Dal sito: Calabrianotizie - 23 gennaio 2009
Omicidio Lanzino: tre rinvii a giudizio – A distanza di 21 anni dal drammatico fatto di sangue è arrivata la decisione del gup di Paola
COSENZA – Sarà processato il presunto responsabile dell’omicidio di Roberta Lanzino, la studentessa di Rende violentata e uccisa il 26 luglio del 1988 sulle montagne di Falconara Albanese che separano Cosenza dalla costa tirrenica dove la ragazza era diretta in motorino per le vacanze. I genitori la seguivano a bordo di un’auto, ma Roberta aveva voluto partire in anticipo per arrivare prima al mare. Una scelta che le è costata la vita.
Nella tarda mattinata di ieri il giudice delle udienze preliminari di Paola ha rinviato a giudizio tre persone, accusate d’essere variamente coinvolte nel delitto che sconvolse l’Italia. E che ventuno anni dopo è ancora senza colpevoli.
Secondo la Procura, il responsabile del delitto è Franco Sansone, 47 anni, già detenuto poiché condannato a trent’anni di reclusione per gli omicidi dell’ex fidanzata Rosaria Genovese e del complice Luigi Carbone. Due fatti di sangue strettamente legati al giallo Lanzino.
Il padre e un fratello di Franco Sansone, Alfredo e Remo Sansone, 73 e 46 anni, invece, oggi sono stati rinviati a giudizio dal gup polano per l’uccisione di Luigi Carbone. A parere della Procura Franco Sansone avrebbe ucciso Carbone, insieme al padre e al fratello, per evitare che rivelasse il suo coinvolgimento nell’assassinio della studentessa.
Stessa sorte, e per gli stessi motivi, sarebbe toccata a Rosaria Genovese, fidanzata di Franco Sansone nel periodo del delitto. Sarebbe stata strangolata nel ’90, secondo l’accusa sempre da Franco Sansone, perché sapeva i nomi degli assassini di Roberta.
L’inchiesta sul giallo Lanzino negli anni passati è stata riaperta, dopo decenni di oblio, dal pm della Procura della Repubblica di Paola, Domenico Fiordalisi, successivamente promosso Procuratore della Repubblica di Lanusei (Nuoro).
Il trasferimento del togato ha fatto scivolare il caso nelle mani del sostituto procuratore di Paola Eugenio Facciolla che ha sostenuto l’accusa dinanzi al gup. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 11 marzo davanti la Corte d’assise di Cosenza.
Nel nuovo filone investigativo sono stati fondamentali i racconti di due testimoni: Gennaro Genovese e Carmine Carbone. Il primo è il fratello di Rosaria Genovese, mentre Carmine Carbone è il padre di Luigi Carbone.
Sul giallo Lanzino ha più volte dichiarato pure l’ex boss della ‘ndrangheta cosentina Franco Pino, da anni oggi collaboratore di giustizia.
Pino ha riferito di avere appreso i particolari del delitto nel carcere di Palmi da Romeo e Marcello Calvano, esponenti della criminalità di San Lucido ai quali Luigi Carbone sarebbe stato legato.
Il Giornale di Calabria
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Per non aver conservato lo sperma degli assassini come doveva essere fatto, l'hanno fatta franca e sono morte altre due persone. Luigi Carbone fu anche lui indagato perché passò con il suo furgone proprio nei momenti in cui, si ricostruì temporalmente, era transitata la fanciulla uccisa. Egli si conosceva con i contadini che abitavano lì e, come si vede, gli inquirenti avevano visto giusto nel pensare che avevano tutti a che fare con quell'omicidio.
Le inchieste, dunque, non vanno vanificate da errori compiuti da qualcuno che ha un qualche ruolo in esse.
Un'ultima riflessione sul ruolo che recenti indagini hanno assegnato ai "miracolosi" cani molecolari.
Per Yara Gambirasio si sono recati sul retro della palestra, mentre un papà di una sua compagna l'ha incrociata che usciva dal davanti...
Per Carmela Rea, si sono recati fino ad un monumento lontanissimo dal luogo dove è stata uccisa, ma lontano anche dal luogo in cui il bugiardo marito dice di averla vista recarsi per andare al bagno...
Per Roberto Straccia, si sono recati dentro il Parco di Pescara, addirittura in un gazebo dove un guardiano ha detto di aver visto un ragazzo in jeans che somigliava a Roberto molto tempo dopo che, probabilmente, Roberto era già in acqua vestito con i calzoni corti con cui era uscito di casa e con cui è stato ritrovato.
Forse è meglio usare qualche bastardone ma bravo cane da caccia!
E gli Italiani stanno a guardare...
Non vi è molto da aggiungere a questo bell'articolo firmato da Antonio Polito.
Sotto ho lasciato alcuni commenti dei lettori, in tutto 163.
Dal Corriere della sera.it
Sacerdoti della legalità
I tanti pesci in barile del caso Emiliano
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano
Bisogna capire che Michele Emiliano era il Sol dell'Avvenire. L'altra gamba della lista civica nazionale che il collega de Magistris già pronosticava al 20%, una sorta di Ppm, Partito dei Procuratori Meridionali fattisi sindaci. L'uomo che Marco Travaglio aveva suggerito come potenziale candidato per Palazzo Chigi, e che Vendola aveva già scelto come suo successore alla Regione. Società civile allo stato più puro, un eroe delle mani pulite prestato alla politica, uno che si definisce così nel suo profilo su Twitter: «Magistrato antimafia in aspettativa e casualmente sindaco di Bari da sette anni». Emiliano poteva guidare la rivolta contro la vecchia politica corrotta, e vincere.Solo così si spiega ora il silenzio, l'imbarazzo, il fischiettare distratto di quel milieu politico-mediatico che avrebbe crocefisso qualsiasi altro uomo pubblico nelle condizioni di Emiliano. In fin dei conti, una vasca da bagno ricolma di pesce fresco non deve costare molto meno di una vacanza all'Argentario dell'ex sottosegretario Malinconico. Stavolta, invece, neanche un'imitazione della Guzzanti, nemmeno un docu-drama con le intercettazioni da Santoro, nemmeno una citazione tra i fatti quotidiani di cui bisognerebbe vergognarsi. E però, meglio dirlo subito, è un bene che da quel mondo non si levi il solito grido «dimissioni, dimissioni». È un bene perché un sindaco eletto direttamente dal popolo non può lasciare il suo incarico per un rapporto della Guardia di Finanza, senza nemmeno essere indagato, per un'indagine su fatti di cui i pm sapevano dal 2006 e che, se la Procura avesse agito a tempo debito, certamente avrebbero indotto il sindaco a scansare i fratelli Degennaro et dona ferentes .
Non c'era infatti bisogno di questa inchiesta per sapere che cosa non va in Emiliano e nell'emilianismo. Basterebbe pensare che la figlia del capofamiglia Degennaro era stata fatta da lui assessore, e neanche la dinastia Matarrese, quando pure comandava a Bari, si era mai sognata di mettere un familiare in giunta. Basterebbe dire che in un'intervista Emiliano aveva definito quel gruppo «un'impresa vicina all'amministrazione», senza falsi pudori. Ma soprattutto, per negare a Emiliano la patente di sacerdote del «controllo di legalità» che sempre più spesso, e senza alcun appiglio nel codice, viene regalata ai pm d'assalto, basterebbe dire che lui la legalità la viola dal 2009. Da quando una sentenza della Corte Costituzionale ha chiarito senza ombra di dubbio che un magistrato non può essere un dirigente di partito nemmeno se è fuori ruolo. Ed Emiliano, che non si è mai dimesso dalla magistratura, è stato segretario del Pd pugliese, ha partecipato alle primarie, le ha perse, ed è stato ricompensato con l'attuale carica di presidente regionale del partito.
Ma davvero c'era bisogno dei molluschi di Degennaro per capire quanto pericoloso sia questo leaderismo alle cozze? Appena pochi giorni fa il nuovo Petruzzelli è stato commissariato per un buco di sette milioni di euro, ed Emiliano è il presidente della fondazione. È volata una mosca? No, perché la voga di questi anni stabilisce che il pm che va in politica assolve, purifica e beatifica tutti quelli che gli si accompagnano; e invece gli interessi, gli affari, i soldi, gli appalti continuano ovviamente ad esistere, ed è tutto da dimostrare che il leader solitario sappia dominarli meglio. Così si fonda un «potere senza critica», che sfugge al principio liberale della trasparenza, cioè non se ne risponde all'opinione pubblica. Così può accadere che il pm che a Bari faceva le inchieste sulla sanità pugliese, Lorenzo Nicastro, venga nominato da Vendola assessore regionale nel bel mezzo dell'indagine, dopo essersi candidato con l'Idv. Così succede che la Regione finanzi lautamente un convegno del Procuratore che sta indagando il Governatore. Che cosa è più la politica democratica in una città in cui, da quando c'è l'elezione diretta del sindaco, la carica è sempre andata o a un immobiliarista o a un procuratore? Una città in cui Emiliano si presentò candidato dicendo: «Il programma sono io»; proprio come Berlusconi nelle elezioni del 2001, solo che a Berlusconi lo rinfacciò persino il New York Times , e a Emiliano arrivarono gli applausi del nuovismo che finalmente si disfaceva dei partiti.
Ps : non si può deplorare Emiliano senza dir niente del presidente leghista del consiglio della Lombardia, Davide Boni, lui sì indagato per corruzione e non per una polenta omaggio ma per tangenti, il quale ieri ha avuto la sfrontatezza di presiedere il dibattito sulla mozione di sfiducia contro di lui pur di non mollare la poltrona. Milano vicina all'Europa, cantava Lucio Dalla. Oggi più vicina a Bari.
Antonio Polito21 marzo 2012
Commenti dei lettori163
21.03|19:24 Lettore_2197008
Mi sembra che non sia tanto diverso da quanto venne addebitato ad un suo illustre ex collega ....soldi restituiti in carta da giornali,macchine comprate a vantaggio........Se si dimette dalla Magistratura gli si aprirà sicuramente una carriera ancora più fulgida!
L'Italia è il Paese ipocrita per eccellenza
21.03|19:18 Chiara Mente
Tutti sanno che i politici oltre ad avere stipendi da favola, privilegi impensabili, vitalizi, posti di lavoro per i congiunti etc... etc... sono anche percettori di una miriade di regali che spontaneamente la gente petente (i famosi clientes) elargisce in occasione delle festività e quando bisogna chiedere il favore. Ne hanno la casa (pardon, le case) piene. Spesso veramente a loro insaputa. Voglio spezzare una lancia a favore del Sindaco di Bari che è del tutto eguale agli altri Sindaci e politici italiani.
emiliano vai avanti
21.03|19:18 alexandergio
mandare dei pesci aun politico, sperando che la moglie non li rifiuti ,per poi gridare allo scandalo è una boiata - un sindaco anche del più piccolo comune non si compromette e si corrompe certo per 5 pesci - e poi pure nella puritana america sono ammessi i piccoli regali sotto i 100 $ mi pare -una vicenda da ridere
le proporzioni contano e, sia pur, interessato regalo del pesce
21.03|19:13 xantas1
non è nulla di fronte alla gravità della nomina ad assessore della figlia dei De Gennaro, negli assessorati si distribuiscono milioni, cosa sono di fronte a 1000 euro di pesce, una bazzecola. E la stessa cosa riguarda l'astronomico deficit del Petruzzelli, per questi motivi Emiliano non è un buon amministratore, per la odiosa predisposizione alle clientele di tutti i politici ed i partiti italiani, una vergogna che sta portando il 50% dei Cittadini a non votare nessuno di questi partiti, e la politica ad avere la fiducia del 5% della popolazione, che a conti fatti sono proprio quelli che, secondo le statistiche di Rizzo-Stella, vivono di politica!
@seram75
21.03|19:13 Izingari
Quel generale inviso a Visco, prontamente eletto nelle fila berlusconiane, cui fai riferimento ne tuo commento, non è stato indagato per le spigole ma per l'uso improprio dell'elicottero per trasportarle. Così come il miliardario ex presidente del consiglio trasportava, a spese dello Stato, olgettine e menestrelli/posteggiatori (Apicella). Triste compito per uomini di valore
ANSA.it
Concordia: sub recuperano 5/o corpo
Mancano all'appello ancora due dispersi
26 marzo, 19:11
ANSA) - ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO),26 MAR -E' stato recuperato il quinto corpo individuato giovedi' scorso tra il relitto della nave e il fondale roccioso. Gli uomini dei nuclei subacquei dei diversi corpi impegnati all'Isola del Giglio sono riusciti a recuperare tutti i 5 corpi individuati durante le immersioni del 22 marzo scorso.Restano ancora da trovare due dispersi. Sono quindi salite a 30 le vittime rintracciate e recuperate. Ai corpi portati sulla terra ferma dovra' essere dato un nome con l'esame del dna.
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Continua il triste ufficio degli stupendi uomini che si immergono con rischio in un mare non limpido per i residui della nave che vi stazionano... Continuano a dover fare i pietosi becchini... Non devono essere belli da guardare quei poveri corpi che sono in acqua salata dal 13 gennaio... Chissà cosa penserà a sentire la triste cronaca Schettino, comandante fallito tragicamente nel suo compito...
Il 23 gennaio ho scritto il post "La bara Costa Concordia". Termine più che appropriato. Scrissi che il mare pietoso restituisce i corpi... altrimenti erano intrappolati là dentro. E così è.
Il 23 gennaio ho scritto il post "La bara Costa Concordia". Termine più che appropriato. Scrissi che il mare pietoso restituisce i corpi... altrimenti erano intrappolati là dentro. E così è.
domenica 25 marzo 2012
Roberta Ragusa come tante, troppe
ECCO UNO DEI TANTI CASI SIMILI: SPARIZIONI NON PLAUSIBILI, ASSURDE, DEPISTAGGI, COME LA IMPROBABILE TELEFONATA CHE SICURAMENTE NON FECE QUESTA POVERA DONNA.
Elena Vergari
Sesso:FEtà:48 (al momento della scomparsa)Statura:160Occhi:castaniCapelli:castaniScomparso da:Ladispoli (Roma)Data della scomparsa:05/06/2005Data pubblicazione:30/01/2006
Elena Vergari ha 48 anni e risiede a Ladispoli (Roma). Il 5 giugno 2005 è scomparsa dopo l'ennesimo litigio con il marito. Secondo quanto avrebbe dichiarato quest'ultimo ai Carabinieri, e riferito dal fratello della donna, la coppia sarebbe partita sabato 4 giugno per recarsi a Bracciano. Tappa seguente l'Umbria, a Valtopina, dove sono sepolti i genitori di Elena Vergari. Alle 19 del 5 giugno, perché stanchi, i due coniugi avrebbero deciso di dormire in auto nei pressi del campo sportivo di Valtopina, senza chiedere ospitalità ai parenti della cittadina umbra. Rientrati a casa la mattina seguente, Elena Vergari e il marito avrebbero avuto un forte diverbio, continuato fuori di casa per non farsi sentire dal figlio. A un certo punto la donna si sarebbe allontanata salendo su un'auto di passaggio. Il marito avrebbe raggiunto questa auto che sarebbe ripartita dopo una breve colluttazione. Il fratello della Vergari sostiene che il marito avrebbe fornito altre due versioni dei fatti, sempre diverse.
Cinque giorni dopo la scomparsa, sul cellulare del figlio è arrivato un messaggio: "Sto bene, non mi cercate". L'sms risulterebbe spedito da una cabina telefonica che pare si trovi molto vicina alla casa della donna. Il fratello di Elena Vergari ha fatto appello a quanti possano fornire informazioni utili.
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Non è che gli inquirenti non indagano, anche per questa donna mai ritrovata lo fecero, anche qui il marito fu sospettato, ricordo l' intervista al figlio, un giovane ragazzo angosciato.
Il marito fu accertato che aveva un'altra donna... La solita storia. A volte la Polizia ed i Carabinieri, anche senza il ritrovamento del corpo, riescono ad avere indizi sufficienti per il rinvio a giudizio del marito fedifrago, a volte no.
Viviamo in una giungla in cui una donna può sparire anche se ha figli angosciati che precipitano in un vuoto buio che non si colmerà mai.
Per questo loro dolore innocente sarebbe il caso, con i mezzi delle forze di Polizia e dei Carabinieri, di non abbandonare mai questi casi di "morti bianche".
Raccolta differenziata
Ecco un Comune virtuoso: Sabaudia, provincia di Latina. Dal 1° marzo di quest'anno è partita la raccolta differenziata. Sono spariti gli orribili cassonetti sempre stracolmi con intorno, lasciati da persone incivili, anche rifiuti speciali che, con una semplice telefonata al Comune, che informa, si potevano e si possono portare presso le discariche autorizzate. In alcuni casi passava il servizio di ritiro rifiuti speciali presso il domicilio del contribuente, il quale, per ogni ritiro doveva pagare una piccola somma in più rispetto alla TARSU , ma questo non sempre.
L'alto tasso di inciviltà, però, induce la gente a caricare in auto o la vecchia lavatrice, o la vecchia porta con il vetro rotto, o la vecchia poltrona, o il vecchio materasso e scaricarlo nottetempo accanto al primo cassonetto. Possibilmente non visti. Ma anche se c'è chi vede nessuno denuncia prendendo la targa dell'incivile. Eppure ci sono varie leggi che vietano di abbandonare rifiuti speciali in strada, leggi che prevedono sanzioni che, però, raramente, per non dire MAI, i Comuni applicano.
Come al solito in Italia c'è una sinergia perversa fra le Istituzioni ed i cittadini per far andare le cose fuori dai binari delle norme. E questa mentalità è così radicata che chi pretende il rispetto delle stesse non è visto di buon occhio nemmeno dalle Istituzioni medesime. Eppure le norme servono a vivere tutti insieme meglio.
Dunque Sabaudia ha istituito un bellissimo servizio per la raccolta differenziata ma, in assenza dei cassonetti, ignoti incivili lasciano la loro mondezza dietro al cassone per la raccolta della Caritas: qui sotto le foto, che documentano tale inciviltà, fatte questa mattina dalla scrivente. Ieri il Camion che pulisce la strada ha ignorato tale schifo, che già era lì, e l'addetto che passava a piedi con una specie di aspiratore, con accanto il mezzo guidato dall'autista, ha ignorato anche lunghi rami di potature di palme che giacevano accanto a tale cassone di raccolta caritatevole!
Consiglio il Comune di applicare le multe che le leggi consentono e che immagino il pregevole Sindaco conosca bene. Che si usino i vigili urbani anche per questo e non solo per fermare, paletta in pugno, gli automobilisti. Questi si possono multare mettendo le apposite macchinette che rilevano gli eccessi di velocità, poi va bene anche il posto di fermo con paletta, ma la polizia municipale dovrebbe vigilare anche su altre cose...
venerdì 23 marzo 2012
Violenza sulle donne
L'accumolo di sparizioni di donne, spesso con esito letale, di sovente uccise dai mariti, dai padri dei loro figli, o dai fidanzati... mi sembra in aumento. Non so se si tratta di una mia impressione, perché mi colpiscono, o se effettivamente sono troppo frequenti.
Lucia Manca, una donna di 52 anni scompare il 7 luglio 2011. Il marito racconta delle storie che mostrano da subito delle contraddizioni. Secondo lui la moglie è uscita la mattina presto per andare al lavoro. Forse ha chiesto un passaggio a qualcuno che l'ha fatta sparire... Il suo cadavere viene ritrovato il 6 ottobre 2011 casualmente, sotto una superstrada che il marito della donna scomparsa conosceva bene, perché la percorreva per andare nella loro seconda casa. Dopo tre mesi non è possibile nemmeno capire come è stata uccisa, si possono solo escludere alcune ipotesi tipo avvelenamenti... Le indagini proseguono e nel portabagagli dell'uomo si trova della saliva della donna uccisa: probabilmente l'ha trasportata con la sua auto per gettarla poi sotto quel ponte, percorrendo una strada sterrata e nascondendola in mezzo a dei folti cespugli.
Dal sito di "Chi l’ha visto?"- Il 31 gennaio 2012 viene arrestato per omicidio Renzo Dekleva, marito di Lucia Manca. Dekleva è stato fermato dai carabinieri nel tardo pomeriggio a conclusione di una lunga serie di accertamenti. Nel corso delle indagini, era emerso che tra Lucia Manca e il marito c'erano forti momenti di crisi, legati anche alla presenza di un'altra donna che ha fatto a “Chi l’ha visto?” importanti rivelazioni.
Lucia Manca, morta a 52 anni
Non ci sono figli, in questo caso, ma colpisce lo stesso la fredda efferatezza di un crimine che si poteva evitare con un divorzio.
Perché mentire, ingannare e poi alla fine uccidere? Non c'è più l'impossibilità di uscire dal matrimonio come era ai tempi dell'omicidio di Ombretta Galeffi per mano di suo marito, il medico Nigrisoli.
Questi mariti che non si fermano neppure un attimo a pensare che tolgono ai propri figli la madre, al dolore immenso delle loro comuni creature, alle loro vite innocenti segnate per sempre...
In questi giorni il pensiero va alla bella Roberta Ragusa, tradita in modo ignobile, con l'amante per casa e nel posto di lavoro... Tutti pensano al peggio. Il cuore si stringe al pensiero di quell'adolescente di soli 15 anni che cerca la mamma e sta vivendo un incubo insieme alla sua sorellina. Possibile che l'egoistica lussuria del loro padre non si sia fermata neppure davanti al loro indicibile dolore?
Ipotesi orrende percorrono i media: pare che l'uomo, per lavoro, avesse accesso ad un inceneritore...
Tornano alla memoria due casi di mamme sparite nella notte che non potevano allontanarsi dai loro bambini ancora piccoli. Uno si è risolto con l'arresto del convivente, anche se il cadavere non si è mai trovato perché lui lo bruciò nel forno a legna della loro Pizzeria.
Dal sito di "Chi l’ha visto?" - Giuseppe Cervice, che fino ad oggi non aveva mai trascorso neppure un giorno in carcere, è stato arrestato nel pomeriggio, dopo che la Corte di assise di Santa Maria Capua Vetere, accogliendo la richiesta del pm Ilaria Sasso del Verme, ha emesso nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare. L'uomo è stato condannato dalla Corte di Assise a ventiquattro anni di reclusione per omicidio volontario con esclusione della premeditazione. Cervice, dunque, stando alla decisione dei giudici di Santa Maria, ha ucciso la convivente Katiuscya Gabrielli, di 25 anni, la notte tra il 7 e l'8 settembre 1999 perché voleva lasciarlo portando con sé i figli. Il pizzaiolo avrebbe fatto poi sparire il corpo bruciandolo nel forno a legna utilizzato per cuocere pizze. A Cervice i giudici hanno tolto anche la patria potestà sui figli, nominando il nonno materno curatore dei loro beni.
Katiuscya Gabrielli, morta a 25 anni
L'altro caso, invece, non si è risolto nell'arresto del marito nonostante i forti sospetti: gli inquirenti andarono anche ad esaminare il residuo dell'altoforno in cui il marito lavorava e dove, presumibilmente, aveva gettato il corpo della giovane madre dei suoi figli. Sembra che quella notte arrivò al lavoro alle tre del mattino invece che alle cinque. Questo fu riferito dai suoi colleghi che, con stupore, lo trovarono già sul posto con l'altoforno acceso. Purtroppo a quelle temperature non era rimasto nulla di esaminabile e l'atroce assassino l'ha sfangata.
Dal sito di "Chi l’ha visto?"Si sospettava che l'uomo avesse gettato la moglie nel forno della fonderia presso cui lavorava. Ebbene, una doppia perizia ha dimostrato che gli elementi addebitati al marito erano totalmente infondati. In particolare non ci sarebbe nessuna traccia organica nel forno e le macchie di sangue trovate nella macchina di Lillino non apparterrebbero alla donna scomparsa.
Dal "Corriere della Sera": A un mese dalla scomparsa della giovane donna (non molto alta, capelli castani corti), le indagini, forse sulla spinta della trasmissione tv di Giovanna Milella, hanno un sussulto. Si "lavora" anche negli ambienti frequentati dal marito, perquisendone l'auto e andando perfino a prelevare campioni di cenere nella fonderia dove, quella mattina, stando ad alcuni, girava odore di bruciato (lui ha un incarico di fiducia, e' il primo ad arrivare e a mettere in moto gli impianti). "Nessun sospetto concreto - precisano gli inquirenti - ma e' doveroso indagare a tutto campo, senza escludere alcuna ipotesi".
Francesca Caputo, Presumibilmente morta a 33 anni
Mi chiedo cosa mai si possa trovare dopo un mese nelle ceneri di una fonderia... Dunque non capisco come "una doppia perizia ha dimostrato che gli elementi addebitati al marito erano totalmente infondati".
Povera donna! Povera mamma, poveri figli ancora bambini privati della mamma!
giovedì 22 marzo 2012
Ancora un po' di Poesia
Continuo la pubblicazione della lunga e bella Poesia del Grande Poeta e Scrittore François Cheng con la relativa traduzione per chi non conosce la lingua francese.
La poesia è stata pubblicata sulla rivista letteraria "Po&Sie", n. 134 Editore Belin.
François Cheng
"Élégie de Lerici"
à Shelley
Là-bas, très bas, une baie secrète ouvre
Ses bras d'amante en un geste d'invite.
Tu entends la voix des vagues qui te parle
Au plus intime: "Âme en peine, accorde-toiUn répit, sois d'ici l'hôte, fais d'ici
Ton séjour. Car c'est bien pour ton rêve,
Si ton cœr en est digne, que tout ceci
A été fait." Obéissant, tu te lèves et descends
Vers la baie, vers ton suprême séjour
Qui se conjuguera à jamais au présent.
Ah, que vienne l'aurore, er la mer, éblouie,
En ettente; tu t'y plonges, porté
Par la clarté du matin du monde.
Que vienne le couchant, et la mer, conquise,
En offrande; tu t'y plonges, livré
Aux éclats de tous les outre-mondes.
Femme en amour devient la mer, quand l'attire
La pleine lune; bercées par le frêle esquif,
Tes paroles ravissent les âmes éprises.
Per chi non conosce il francese tento qui una traduzione per la comprensione del testo:
Elegia di Lerici
a Shelley
le sue braccia di amante in un gesto d'invito.
Tu senti la voce delle onde che ti parla
nell'intimo: "Anima in pena, concediti
una tregua, sii qui l'ospite, fai di qui
il tuo soggiorno. Poiché ciò è bene per il tuo sogno,
se il tuo cuore ne è degno, per il quale tutto questo
è stato fatto. "Obbediente, tu ti alzi e discendi
verso la baia, verso il tuo soggiorno supremo
che si congiungerà per sempre al presente.
Ah, che venga l'aurora, e il mare, abbagliato,
in attesa; tu vi sei affondato, portato
dalla luminosità del mattino del mondo.
Che venga il tramonto, ed il mare, conquistato,
in offerta; tu sei affondato, consegnato
ai fragori di tutti gli altrimondi.
Donna in amore diventa il mare, quando l'attira
la luna piena; cullate dal fragile battello
le tue parole incantano le anime innamorate.mercoledì 21 marzo 2012
Antonio Di Pietro il mio Presidente del Consiglio mancato!
Scrive testualmente Antonio Di Pietro sul suo blog:
Nel 1993, con un legittimo referendum, i cittadini italiani stabilirono che non doveva più esserci finanziamento pubblico ai partiti. A quel punto si ponevano davanti ai partiti due strade: rinunciare totalmente ad avere un sostegno da parte dello Stato per le loro attività politiche e istituzionali, oppure accontentarsi di un rimborso elettorale proprio e solo in occasione delle varie campagne elettorali ed entro un limite decente prefissato.
I partiti, anche se ultimamente non godono più di alcuna credibilità, sono comunque strumenti essenziali per la democrazia, tanto è vero che sono previsti e garantiti dalla Costituzione. Pertanto la rinuncia totale, che all’apparenza era la soluzione più lineare, venne subito osteggiata per un principio apparentemente nobile: la possibilità di fare campagna elettorale, e quindi di poter più agevolmente essere eletto, sarebbe stata riservata solo a chi aveva la possibilità economica di farla, cioè i ricchi, oppure a chi fosse disposto a ‘vendersi l’anima’ per avere finanziamenti privati, da parte di soggetti che poi, ad elezione avvenuta, gli avrebbero chiesto la contropartita in termini di provvedimenti di favore e/o appalti pilotati e taroccati.
Con questa premessa di apparente buon senso, il legislatore, e quindi di fatto ed in concreto gli stessi partiti destinatari dei benefici pubblici, peraltro in pieno conflitto di interessi, fece ingoiare ai cittadini italiani la strada del rimborso elettorale, emanando un’apposita legge in tal senso (legge n. 157 del 3 giugno 1999).
Orbene, per logica e per definizione, la legge che ha istituito il ‘rimborso delle spese elettorali’ avrebbe dovuto limitare la sua operatività, appunto, solo ed esclusivamente al ‘rimborso’ di ciò che era già stato effettivamente speso, ovviamente con un limite ben preciso, e contenere una indicazione chiara di quali spese potevano essere considerate rimborsabili e l’obbligo di presentare, per ogni richiesta di rimborso, la relativa documentazione di riscontro. Inoltre, doveva essere previsto che i controlli fossero effettuati da un’Autorità terza (es. Corte dei Conti) e non dal Parlamento, dai revisori ufficiali dei conti, nominati d’intesa dai presidenti delle due Camere all’inizio di ogni legislatura e cioè dagli stessi partiti che dovevano essere controllati Autorità che potesse controllare preventivamente la bontà e congruità delle spese effettuate. Infine, bisognava prevedere adeguate sanzioni penali, civili, elettorali (decadenza dell’elezione) ed amministrative in caso di violazione dei predetti obblighi.
Insomma, ci voleva una legge che potesse consentire solo ed al massimo, alla fine di ogni campagna elettorale, il rimborso di quanto il partito aveva espressamente speso per quella specifica campagna elettorale, ed entro un limite decente ed accettabile.
Invece, la legge che è stata emanata e quelle successive di “aggiustamento” hanno previsto la creazione di un fondo per il rimborso delle spese elettorali per ogni elezione politica (europee, nazionali e regionali) a forfait (un euro all’anno per ogni cittadino avente diritto al voto iscritto nelle liste elettorali della Camera dei Deputati e per ogni tipo di elezione politica, sia che il cittadino avesse votato sia che non avesse votato).
Poi è stato deciso che il fondo così costituito venisse distribuito annualmente ai partiti che avevano partecipato alle elezioni, in proporzione ai voti presi: quindi, di fatto, ogni partito ha sempre ricevuto, annualmente, non un euro per ogni voto preso, ma anche la parte degli elettori che non avevano votato (diversa quindi per ogni elezione). 1 euro e 40 centesimi, tanto per dirne una, per le elezioni politiche della Camera dei Deputati del 2008. Infine, è stato previsto che ogni partito, una volta incassato il rimborso, potesse usarlo per ogni sua esigenza politica, e non solo per motivi elettorali, e che potesse incassare tutto il rimborso assegnato a forfait anche se, di fatto, ne aveva speso per la campagna elettorale solo una minima parte. Insomma, con una serie di escamotage legislativi è stato fatto rientrare dalla finestra proprio quel finanziamento pubblico ai partiti, che gli elettori avevano appena cancellato con un referendum.
Anzi, i partiti hanno fatto di peggio: hanno moltiplicato all’infinito l’entità del finanziamento pubblico, aggiungendoci pure gli interessi. E più aumenta l’astensione più i partiti guadagnano: alla faccia della Costituzione!
Noi dell’Italia dei Valori abbiamo deciso di dire basta. Visto che il Parlamento non si decide a intervenire, e anzi dal mazzetto delle riforme questa è stata proprio cancellata, chiederemo ai cittadini di farla.
La Costituzione ci mette a disposizione due strumenti preziosi di democrazia diretta, e noi intendiamo usarli entrambi. Raccoglieremo le firme: sia per un referendum abrogativo di tutte le norme che permettono di aggirare la volontà popolare, e hanno mantenuto il finanziamento pubblico cambiandogli nome, sia per una legge di iniziativa popolare che promuova una diversa regolamentazione.
Almeno in questo modo cercheremo di utilizzare quella parte di finanziamento pubblico che anche noi dell’IDV abbiamo ricevuto. Noi possiamo farlo perché i soldi in più che ci sono arrivati non li abbiamo fatti sparire, come è accaduto in altri partiti, ma li abbiamo sempre tenuti tutti in cassa e messi regolarmente a bilancio. Come, nel corso del tempo, ha potuto riscontrare ogni Autorità giudiziaria (civile, penale e contabile).
E propone:
L'Italia dei Valori presenterà un quesito referendario per abrogare l'attuale legge sui rimborsi elettorali ai partiti. Come per le ultime, importanti raccolte firme (referendum nucleare, acqua e legittimo impedimento, abrogazione province, abrogazione porcellum), ci servirà il vostro aiuto. C'è tanta voglia di partecipazione, tanta voglia di cambiare le cose. In tanti parlano, ma in pochi poi fanno veramente qualcosa. Italia dei Valori ha dimostrato, in questi anni, di saper portare a termine le battaglie che intraprende. Peraiutarci in questa nuova battaglia ed essere informati sulla raccolta firme (tempi, modalità, come dare una mano) lasciateci un contatto email. Anche questa volta, tutti insieme, ce la faremo.
Ma "ce la faremo" a fare cosa Antonio? Quanto ho creduto alle tue parole! Ma ti rendi conto, dai commenti che hanno fatto sotto il tuo post i lettori più intelligenti, che non è credibile la tua proposta? A parte i soliti che capiscono poco o niente, tutti gli altri te l'hanno detta! Uno per tutti, uno dei pochi che si firma con il suo nome:
Lo abbiamo già votato un referendum per l'abolizione del contributo pubblico ai partiti con te promotore. Te lo sei dimenticato? Solo che, al solito, fatta la legge, trovato l'inganno. Quante volte in questi anni, dopo ever gabbato gli elettori, ti sei espresso contro il contributo elettorale? Eppure doveva essere un dovere morale per chi soltanto qualche mese prima aveva promosso un referendum. Possibile che doveva venir fuori il caso Lusi per comprendere che i partiti godono di finanziamenti "illegittimamente" percepiti che superano di gran lunga le spese sostenute? Questa volta il referendum te lo firmi da solo. Riconosco esclusivamente l'autotassazione da parte dei tuoi onorevoli affinché gli stipendi percepiti vengano equiparati a quanto percepito dai loro omologhi in europa e la RESTITUZIONE del maltolto agli italiani sotto forma di rimborso elettorale. Esattamente come fatto dagli eletti nel Movimento 5 stelle, che dovrebbero costituire un esempio per tutti voi e invece non vengono mai citati.
Debbo dire che mi dispiace Antonio, perché quando si è creduto tanto in una iniziativa come quella creata da te è una parte di noi che se ne è andata e ci si sente un poco cretini, lo confesso.
State in Parlamento, al Senato, anche con il mio voto e quelli di chi ho convinto a votarvi, perché credevo veramente che Italia dei Valori fosse un partito diverso, ebbene è da lì che dovete cambiare le cose: non potete continuare a fare i Raccoglitori di Firme! Ma allora, visto che nel tuo post citi e ricordi la Costituzione: cosa ci sta a fare il Parlamento che tanto, troppo ci costa?
Dovevi moralizzare ed in tutto questo tempo in concreto cosa hai moralizzato? Nemmeno dentro il tuo partito, Antonio, sei riuscito a moralizzare! Capisci che la gente comincia sì a parlare di demagogia vuota e nulla più?
Quanto mi dispiace!
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