Da: Il Sole 24ore
L'Arco di Costantino diventa blu per la Giornata mondiale dell'Autismo
L’autismo non è più la malattia misteriosa del passato. Lo sanno tante famiglie che sono riuscite, negli ultimi anni, a uscire dall’isolamento insieme ai loro bambini. Eppure la conoscenza sull’origine dei disordini dello spettro autistico - non un’unica patologia, ma un gruppo eterogeneo di disturbi neurologici - resta ancora in larga parte misteriosa, come suggeriscono gli eventi legati alla Giornata Mondiale dell’Autismo, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si celebra oggi.
Geni sotto osservazione -”Al momento non esiste una cura specifica per l’autismo”, spiega Enrico Cherubini, che alla Sissa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste coordina un progetto, finanziato dalla Telethon, incentrato sullo studio dei meccanismi molecolari e cellulari responsabili di una particolare forma monogenica di autismo “determinata dalla mutazione di un gene che codifica per una proteina importante per la trasmissione sinaptica”. L’obiettivo dei ricercatori è cercare il “tallone d’Achille” genetico che apre la strada al disordine. Al momento la strada maestra è quella della diagnosi precoce. Non a caso il numero dei casi è cresciuto in maniera significativa. In Italia si stima che 1 bambino ogni 200 nasca con un disturbo dello spettro autistico. Venti anni fa il rapporto era 1 su 1.500/2.000.
Diagnosi già a 6 mesi - La ricerca di un marcatore utile a diagnosticare in anticipo l'autismo, addirittura quando il bambino ha solo 6 mesi di vita, potrebbe essere anche la prospettiva in grado di dare un volto a questa sindrome sfuggente. Ci stanno lavorando presso la University of North Carolina mettendo in campo le più moderne tecnologie di imaging cerebrale. Lo studio è pubblicato sul Journal of Psychiatry e ha riguardato 92 bambini, tutti con fratelli affetti da autismo e quindi considerati ad alto rischio, esaminati grazie alla Risonanza magnetica che ha preso in esame 15 fibre cerebrali, fasci nervosi che connettono aree del cervello e potrebbero essere colpiti da connessioni difettose o da uno sviluppo anomalo di neuroni.
Il ruolo delle associazioni - Anche le Linee guida varate sul finire dello scorso anno dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) segnano un passo verso la maturità nell’approccio all’autismo. “La recente pubblicazione delle Linee Guida sull’Autismo da parte dell’Iss rappresenta un ulteriore importante passaggio verso il miglioramento dell’assistenza e la strutturazione di percorsi di cura basati sulle conoscenze esistenti - afferma Bernardo della Bernardina, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile -. Permette inoltre di evidenziare in quali aree le evidenze scientifiche non sono ancora sufficienti e di indirizzare conseguentemente la ricerca nei prossimi anni”.
Non tutti sono, tuttavia, d’accordo con le scelte operate degli esperti dell’Iss, non ritenendo superate le polemiche sollevate per il riconoscimento dato in maniera esclusiva alla cosiddetta ABA (Applied Behaviour Intervention), un approccio basato su programmi comportamentali intensivi tenendo fuori le altre. Un dibattito ancora vivo che segnala come nel caso dell’autismo i punti di vista siano molteplici e spesso distanti.
Luci blu sull'Arco di Costantino - Uno dei problemi rilevanti alla comprensione e alla cura di questa malattia è proprio la compromissione della cognizione sociale, quel complesso di abilità che permette la comunicazione e la relazione con il mondo esterno. Le associazioni dei genitori sono da sempre in prima linea per testimoniare le difficoltà quotidiane e l’impegno a venire fuori. Per loro l’Arco di Costantino a Roma si illuminerà di blu grazie ad un’iniziativa dell’ associazione di genitori "Divento Grande Onlus", con la collaborazione del comune di Roma, per sensibilizzare l’opinione pubblica. "I disturbi di spettro autistico - spiega Bruno Morabito, presidente Divento Grande Onlus - hanno bisogno di attenzione e di assistenza che non è purtroppo adeguata nel nostro paese, soprattutto quando si esce dall'infanzia e si va verso l' adolescenza e l'età adulta".
Geni sotto osservazione -”Al momento non esiste una cura specifica per l’autismo”, spiega Enrico Cherubini, che alla Sissa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste coordina un progetto, finanziato dalla Telethon, incentrato sullo studio dei meccanismi molecolari e cellulari responsabili di una particolare forma monogenica di autismo “determinata dalla mutazione di un gene che codifica per una proteina importante per la trasmissione sinaptica”. L’obiettivo dei ricercatori è cercare il “tallone d’Achille” genetico che apre la strada al disordine. Al momento la strada maestra è quella della diagnosi precoce. Non a caso il numero dei casi è cresciuto in maniera significativa. In Italia si stima che 1 bambino ogni 200 nasca con un disturbo dello spettro autistico. Venti anni fa il rapporto era 1 su 1.500/2.000.
Diagnosi già a 6 mesi - La ricerca di un marcatore utile a diagnosticare in anticipo l'autismo, addirittura quando il bambino ha solo 6 mesi di vita, potrebbe essere anche la prospettiva in grado di dare un volto a questa sindrome sfuggente. Ci stanno lavorando presso la University of North Carolina mettendo in campo le più moderne tecnologie di imaging cerebrale. Lo studio è pubblicato sul Journal of Psychiatry e ha riguardato 92 bambini, tutti con fratelli affetti da autismo e quindi considerati ad alto rischio, esaminati grazie alla Risonanza magnetica che ha preso in esame 15 fibre cerebrali, fasci nervosi che connettono aree del cervello e potrebbero essere colpiti da connessioni difettose o da uno sviluppo anomalo di neuroni.
Il ruolo delle associazioni - Anche le Linee guida varate sul finire dello scorso anno dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) segnano un passo verso la maturità nell’approccio all’autismo. “La recente pubblicazione delle Linee Guida sull’Autismo da parte dell’Iss rappresenta un ulteriore importante passaggio verso il miglioramento dell’assistenza e la strutturazione di percorsi di cura basati sulle conoscenze esistenti - afferma Bernardo della Bernardina, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile -. Permette inoltre di evidenziare in quali aree le evidenze scientifiche non sono ancora sufficienti e di indirizzare conseguentemente la ricerca nei prossimi anni”.
Non tutti sono, tuttavia, d’accordo con le scelte operate degli esperti dell’Iss, non ritenendo superate le polemiche sollevate per il riconoscimento dato in maniera esclusiva alla cosiddetta ABA (Applied Behaviour Intervention), un approccio basato su programmi comportamentali intensivi tenendo fuori le altre. Un dibattito ancora vivo che segnala come nel caso dell’autismo i punti di vista siano molteplici e spesso distanti.
Luci blu sull'Arco di Costantino - Uno dei problemi rilevanti alla comprensione e alla cura di questa malattia è proprio la compromissione della cognizione sociale, quel complesso di abilità che permette la comunicazione e la relazione con il mondo esterno. Le associazioni dei genitori sono da sempre in prima linea per testimoniare le difficoltà quotidiane e l’impegno a venire fuori. Per loro l’Arco di Costantino a Roma si illuminerà di blu grazie ad un’iniziativa dell’ associazione di genitori "Divento Grande Onlus", con la collaborazione del comune di Roma, per sensibilizzare l’opinione pubblica. "I disturbi di spettro autistico - spiega Bruno Morabito, presidente Divento Grande Onlus - hanno bisogno di attenzione e di assistenza che non è purtroppo adeguata nel nostro paese, soprattutto quando si esce dall'infanzia e si va verso l' adolescenza e l'età adulta".
di Cosimo Colasanto (02/04/2012)
I bambini con autismo "aiutati" dal pensiero
interiore
Incentivare il pensiero interiore, quella sorta di scambio comunicativo con se stessi, aiuta i bambini con sindrome autistica a rapportarsi con il mondo esterno. È la conclusione di uno studio pubblicato su Development and Psychopathology che ha messo in evidenza il ruolo di questa abilità in età infantile, preziosa anche da adulti.
Il discorso interiore può essere assente in relazione al grado di disabilità comunicativa nella prima infanzia. Nei bambini la ripetizione ad alta voce di istruzioni utili a raggiungere un obiettivo è il riflesso di questa condizione interiore che servirà da grandi nella comunicazione interpersonale. Quando manca del tutto, spiegano gli autori dello studio della Durham University, può essere tra le cause dei comportamenti ripetitivi tipici dei bambini con autismo.
Per questo i ricercatori suggeriscono di supportare i bambini con autismo con interventi mirati, come descrivere le proprie azioni ad alta voce oppure apprendere verbalmente il programma scolastico quotidiano.
"La maggior parte delle persone indotte a 'pensare a parole' quando cercano di risolvere i problemi risultano facilitate nella pianificazione di attività particolarmente complicate - dice David Williams, docente del Dipartimento di Psicologia alla Durham, autore dello studio -. I bambini con autismo spesso perdono nei primi anni di infanzia le giuste occasioni per validi e produttivi scambi comunicativi, sviluppando così quella tendenza a non usare il linguaggio interno da adulti".
di red. (24/01/2012)
L'Autismo, raro fino alla seconda metà degli anni '80 (1 caso su 2mila), in questi ultimi 20 anni ha presentato un incremento progressivo in tutti i Paesi industrializzati.
Le più recenti valutazioni condotte dal Center for Disease Control, USA, (gennaio 2007) stimano un caso ogni 150, per cui oggi si parla di epidemia autistica.
Dall'Introduzione del testo "Uscire dall'Autismo: un approccio Biologico e Medico" - Maggioli Editore - Autori Giulia e Franco Verzella - 2008.
L'autismo può essere trattato ed esistono molti modi efficaci e sicuri per trattare queste persone.
Per 50 anni, il Dr. Bernard Rimland, ricercatore e padre di un bambino autistico, ha lavorato instancabilmente per aiutare le famiglie con bambini autistici.
Nel suo libro pubblicato nel 1964 "Autismo infantile: la sindrome e le sue implicazioni per una teoria neurale del comportamento" sostenne l'infondatezza della teoria secondo cui le cattive cure parentali sarebbero all'origine dell'autismo e che l'autismo ha un fondamento fisiologico.
Successivamente e per oltre 40 anni, il Dr. Bernard Rimland ha intrapreso e sostenuto la ricerca, dimostrando che molti individui autistici, compreso suo figlio, possono migliorare drammaticamente modificando la biochimica dell'organismo, come ad esempio attraverso specifici regimi alimentari, con l'integrazione nutrizionale e la rimozione delle tossine (es. metalli pesanti, batteri patogeni).
Stephen M. Endelson, Ph.D.
Direttore di Autism Research Institut
www.Autism.com
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