Da: La Stampa.it
Comunione negata a bimbo disabile
Il parroco: "Incapace di intendere e volere". Scoppia la polemica
Ferrara
Il parroco di Porto Garibaldi, nei lidi ferraresi, don
Piergiorgio Zaghi ha deciso di non ammettere alla prima comunione un bambino con
un ritardo mentale, perché "incapace di intendere e volere". E' successo giovedì
scorso, duramente la messa del triduo pasquale.
Dopo le polemiche di alcuni genitori dei compagni di classe del ragazzo che frequenta la quarta elementare nel paese, il sacerdote ha spiegato le sue motivazioni durante l'omelia il giorno successivo: anche se la dottrina non prevede l'esclusione dall'eucarestia per le persone incapaci di intendere e volere, don Piergiorgio avrebbe desiderato che il piccolo capisse o intuisse la portata del sacramento.
Oggi "La Nuova Ferrara" riporta diverse lettere che i compagni di scuola del bimbo disabile hanno scritto al sacerdote. "Carissimo don Piergiorgio - è una delle lettere - sono un bambino di quarta elementare. Quest'anno ci siamo preparati per ricevere la prima comunione e ho saputo che un nostro compagno non può farla. Mi sono chiesto cosa ha fatto di male, perché non può farla? E' cattivo? Si comporta male? Per me non è cattivo, è bravo e tranquillo". Il bambino, o chi lo ha aiutato a scrivere la lettera, chiede che il compagno possa accostarsi alla comunione assieme agli altri amici: "pensiamo che Gesù l'avrebbe guarito come ha fatto con Lazzaro o con i lebbrosi".
Dopo le polemiche di alcuni genitori dei compagni di classe del ragazzo che frequenta la quarta elementare nel paese, il sacerdote ha spiegato le sue motivazioni durante l'omelia il giorno successivo: anche se la dottrina non prevede l'esclusione dall'eucarestia per le persone incapaci di intendere e volere, don Piergiorgio avrebbe desiderato che il piccolo capisse o intuisse la portata del sacramento.
Oggi "La Nuova Ferrara" riporta diverse lettere che i compagni di scuola del bimbo disabile hanno scritto al sacerdote. "Carissimo don Piergiorgio - è una delle lettere - sono un bambino di quarta elementare. Quest'anno ci siamo preparati per ricevere la prima comunione e ho saputo che un nostro compagno non può farla. Mi sono chiesto cosa ha fatto di male, perché non può farla? E' cattivo? Si comporta male? Per me non è cattivo, è bravo e tranquillo". Il bambino, o chi lo ha aiutato a scrivere la lettera, chiede che il compagno possa accostarsi alla comunione assieme agli altri amici: "pensiamo che Gesù l'avrebbe guarito come ha fatto con Lazzaro o con i lebbrosi".
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