Da: IBS, tutti i libri di Carlo Verdone 2012 | |||||
La
casa sopra i portici Verdone Carlo, 2012, Bompiani a cura di Maiello F. € 15,30 (Prezzo di copertina € 18,00 Sconto 15%) | |||||
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Io,
loro e Lara Verdone Carlo, 2009, Arkadia € 19,00 | |||||
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Signori
e signore: Pietro Germi Verdone Carlo; Scorsese Martin; Sesti Mario, 2004, Gli Ori € 40,00 | |||||
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Fatti
coatti (o quasi) Verdone Carlo; Giusti Marco, 2000, Mondadori € 3,10 (Prezzo di copertina € 6,20 Remainder -50%) | |||||
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Tutto
Verdone Verdone Carlo, 1999, Gremese Editore a cura di Panero A. € 8,34 (Prezzo di copertina € 9,81 Sconto 15%) |
Non sapevo che Carlo Verdone avesse scritto tutti questi libri, il mio apprezzamento per lui era per la sua arte di attore, autore e regista nel cinema, ma anche in televisione.
Non c'è un solo film suo che non abbia visto, non solo perché l'arte di far stare bene le persone è un'arte rara, perché non tutti i comici fanno ridere, ma perché lui riesce a vedere dentro le psicologie delle persone del nostro tempo, riesce a coglierne le anomalie, le debolezze, i tic, le follie, le contraddizioni e tutti quegli aspetti dell'agire grotteschi e spontaneamente ridicoli che esistono.
Un grande artista come lui piace a tutti, anche a chi romano non è, ma io sono romana come lui e in lui, in quel suo certo modo di essere romano, ritrovo tante cose di me stessa. Forse perché, lo scopro leggendo il suo ultimo libro, ha vissuto una Roma che ho vissuto anch'io: nel tempo e in certi luoghi.
Di solito non compero libri autobiografici di personaggi famosi. Ero andata in libreria perché la sera non avevo più un libro sul comodino che mi prendesse . Quando ho un libro "che mi prende" provo un piacere mentale che credo sia il massimo dell'appagamento. So che c'è un amico che mi aspetta sul comodino e che stimola il mio interesse. La cosa peggiore del mondo è annoiarsi. Mi annoia la stupidità, la volgarità, la pochezza e questo mi accade spesso guardando la televisione.
In libreria cercavo un libro preciso, ne sono uscita con quattro libri di cui uno è l'ultimo di Verdone. Ero indecisa per la ragione che ho detto sopra, ma il suo viso mi guardava dalla copertina ed allora l'ho preso dallo stand in cui era messo in evidenza e l'ho sfogliato un po'... Ho capito che potevo fare un'eccezione e mi sono comperata il libro dell' "Amarcord" di Carlo Verdone.
Ho detto che non è solo la "romanità" di Verdone che mi piace, ma quella "certa" romanità. Ad esempio c'è un comico romano, che va molto in televisione e nei teatri, di cui non a caso non ricordo neppure il nome, che proprio non mi piace affatto: non mi fa ridere e non corrisponde in me alla mia "romanità".
Quindi in Verdone, oltre a quanto già detto, ho scoperto leggendo il suo libro quello che di lui mi richiama qualcosa che c'è in me.
Intanto la sua formazione cattolica, che già trapela dai suoi film in cui si sente un'etica di fondo con la quale egli interpreta la realtà. Puoi, vivendo, arrivare a non sperare più che ci sia Dio, ma la tua formazione rimane se è avvenuta da bambino e poi da adolescente.
Ad undici anni io già ritiravo, con grande emozione, dalle mani di uno ieratico vescovo, la tessera di "Beniamina" dell'Azione Cattolica nella mia Parrocchia di allora: "S.Maria del Rosario" in Via degli Scipioni. E qui già abbiamo detto dove abitavo: nel Quartiere Prati, che non era quello che è diventato oggi. Quando andammo ad abitare nella casa che mio padre aveva acquistato in Via Ottaviano era il 1952. Prati era un quartiere borghese e crescere in un ambiente borghese, sia pure della classe piccolo-medio, significava anche quello qualcosa, un "imprinting" che resta.
Carlo Verdone apparteneva alla borghesia medio-alta, non la mia, ma fra Prati dove vivevo ed il Quartiere Mazzini dove studiavo, la commistione e la frequentazione fra questi due strati sociali all'epoca era normale. Tanto normale che mi capitò di frequentare anche la casa di Pellegrino De Strobel, in Via della Conciliazione, tanto per fare un esempio.
Dunque, tornando al libro di Carlo Verdone, vi scopro delle ovvie, per lui, conoscenze e frequentazioni dovute alla professione di suo padre di personaggi famosi che, per diverse strade, è capitato anche a me di conoscere, sia pure fugacemente. Mi colpisce, però, la sua tenerezza e l'apprezzamento per le persone cosiddette "semplici", come già avevo visto nei suoi film in cui certi personaggi rustici, se non addirittura rozzi, venivano trattati con affettuosa descrizione. Uno dei più poetici per me è l'emigrato che torna in Italia per compiere il suo dovere di cittadino: votare, e viene derubato di tutto e gliene fanno di tutti i colori e alla fine lui, buonissimo e molto ingenuo, esplode e, in un linguaggio quasi incomprensibile per la carenza di una cultura scolastica , si sfoga facendo capire lo stesso bene tutto con la mimica ed infine manda tutti e giustamente affanc....! L'ho rivisto tante volte quel pezzo di film e lo rivedrei all'infinito: per me Verdone è un genio!
Ecco, in questo suo apprezzamento per l'intelligenza e la saggezza delle persone meno acculturate, ma ricche di qualità umane, mi rivedo. Tant'è che, nel mio piccolo, ho dedicato una novella a: "La colf, questa sconosciuta".
Nel libro Verdone parla a lungo delle domestiche che hanno servito e vissuto in casa sua, anche per brevi periodi.
Quello che mi ha spinto a comperare il libro è stato anche il fatto che lui legasse i suoi ricordi alla Casa. Lo scrivo con la C maiuscola perché anche per me la Casa è il guscio, è qualcosa a cui sono rimasta indelebilmente legata. Sfogliandolo, lì in libreria, mi ha colpito che da quelle mura, da quei luoghi, egli ha voluto partire per parlare di sé e delle persone della sua vita. Nel mio molto piccolo ho un'opera incompiuta, che ogni tanto riprendo, che parla delle Case in cui ho vissuto: a 65 anni, ormai compiuti da un po', ancora ricordo nitidamente la casa dove i miei genitori abitavano quando sono nata, l'unica in cui siamo stati in affitto insieme a quella in via dell'Orso in cui siamo stati solo sei mesi, in attesa che si liberasse con lo sfratto la casa che papà aveva comperato in Prati. Apprendo dal libro che la famiglia Verdone, anche se abbiente, nella "Casa sopra i Portici" era in affitto. Un affitto privilegiato, visto che la casa apparteneva al Vicariato.
In questa autobiografia si scopre che Carlo Verdone era un bambino buono ma pestifero in certe sue manifestazioni e che è stato un giovane anche più pestifero per i suoi genitori: come quando li spaventò a morte con la messa in scena di una sanguinosa rapina tanto per scherzare! Ecco, si divertiva a fare scherzi che riuscivano così bene che i poveri genitori ci cascavano: da menare, insomma! Ma i suoi genitori erano veramente buoni a sopportare cose simili!
Nel libro c'è molto altro e, naturalmente, si ride, perché Verdone è sempre Verdone.
Una nota per chi ha scritto la terza di copertina: nell'elenco dei film di Verdone manca "Stasera in casa di Alice" con Ornella Muti e Sergio Castellitto.
Di solito non compero libri autobiografici di personaggi famosi. Ero andata in libreria perché la sera non avevo più un libro sul comodino che mi prendesse . Quando ho un libro "che mi prende" provo un piacere mentale che credo sia il massimo dell'appagamento. So che c'è un amico che mi aspetta sul comodino e che stimola il mio interesse. La cosa peggiore del mondo è annoiarsi. Mi annoia la stupidità, la volgarità, la pochezza e questo mi accade spesso guardando la televisione.
In libreria cercavo un libro preciso, ne sono uscita con quattro libri di cui uno è l'ultimo di Verdone. Ero indecisa per la ragione che ho detto sopra, ma il suo viso mi guardava dalla copertina ed allora l'ho preso dallo stand in cui era messo in evidenza e l'ho sfogliato un po'... Ho capito che potevo fare un'eccezione e mi sono comperata il libro dell' "Amarcord" di Carlo Verdone.
Ho detto che non è solo la "romanità" di Verdone che mi piace, ma quella "certa" romanità. Ad esempio c'è un comico romano, che va molto in televisione e nei teatri, di cui non a caso non ricordo neppure il nome, che proprio non mi piace affatto: non mi fa ridere e non corrisponde in me alla mia "romanità".
Quindi in Verdone, oltre a quanto già detto, ho scoperto leggendo il suo libro quello che di lui mi richiama qualcosa che c'è in me.
Intanto la sua formazione cattolica, che già trapela dai suoi film in cui si sente un'etica di fondo con la quale egli interpreta la realtà. Puoi, vivendo, arrivare a non sperare più che ci sia Dio, ma la tua formazione rimane se è avvenuta da bambino e poi da adolescente.
Ad undici anni io già ritiravo, con grande emozione, dalle mani di uno ieratico vescovo, la tessera di "Beniamina" dell'Azione Cattolica nella mia Parrocchia di allora: "S.Maria del Rosario" in Via degli Scipioni. E qui già abbiamo detto dove abitavo: nel Quartiere Prati, che non era quello che è diventato oggi. Quando andammo ad abitare nella casa che mio padre aveva acquistato in Via Ottaviano era il 1952. Prati era un quartiere borghese e crescere in un ambiente borghese, sia pure della classe piccolo-medio, significava anche quello qualcosa, un "imprinting" che resta.
Carlo Verdone apparteneva alla borghesia medio-alta, non la mia, ma fra Prati dove vivevo ed il Quartiere Mazzini dove studiavo, la commistione e la frequentazione fra questi due strati sociali all'epoca era normale. Tanto normale che mi capitò di frequentare anche la casa di Pellegrino De Strobel, in Via della Conciliazione, tanto per fare un esempio.
Dunque, tornando al libro di Carlo Verdone, vi scopro delle ovvie, per lui, conoscenze e frequentazioni dovute alla professione di suo padre di personaggi famosi che, per diverse strade, è capitato anche a me di conoscere, sia pure fugacemente. Mi colpisce, però, la sua tenerezza e l'apprezzamento per le persone cosiddette "semplici", come già avevo visto nei suoi film in cui certi personaggi rustici, se non addirittura rozzi, venivano trattati con affettuosa descrizione. Uno dei più poetici per me è l'emigrato che torna in Italia per compiere il suo dovere di cittadino: votare, e viene derubato di tutto e gliene fanno di tutti i colori e alla fine lui, buonissimo e molto ingenuo, esplode e, in un linguaggio quasi incomprensibile per la carenza di una cultura scolastica , si sfoga facendo capire lo stesso bene tutto con la mimica ed infine manda tutti e giustamente affanc....! L'ho rivisto tante volte quel pezzo di film e lo rivedrei all'infinito: per me Verdone è un genio!
Ecco, in questo suo apprezzamento per l'intelligenza e la saggezza delle persone meno acculturate, ma ricche di qualità umane, mi rivedo. Tant'è che, nel mio piccolo, ho dedicato una novella a: "La colf, questa sconosciuta".
Nel libro Verdone parla a lungo delle domestiche che hanno servito e vissuto in casa sua, anche per brevi periodi.
Quello che mi ha spinto a comperare il libro è stato anche il fatto che lui legasse i suoi ricordi alla Casa. Lo scrivo con la C maiuscola perché anche per me la Casa è il guscio, è qualcosa a cui sono rimasta indelebilmente legata. Sfogliandolo, lì in libreria, mi ha colpito che da quelle mura, da quei luoghi, egli ha voluto partire per parlare di sé e delle persone della sua vita. Nel mio molto piccolo ho un'opera incompiuta, che ogni tanto riprendo, che parla delle Case in cui ho vissuto: a 65 anni, ormai compiuti da un po', ancora ricordo nitidamente la casa dove i miei genitori abitavano quando sono nata, l'unica in cui siamo stati in affitto insieme a quella in via dell'Orso in cui siamo stati solo sei mesi, in attesa che si liberasse con lo sfratto la casa che papà aveva comperato in Prati. Apprendo dal libro che la famiglia Verdone, anche se abbiente, nella "Casa sopra i Portici" era in affitto. Un affitto privilegiato, visto che la casa apparteneva al Vicariato.
In questa autobiografia si scopre che Carlo Verdone era un bambino buono ma pestifero in certe sue manifestazioni e che è stato un giovane anche più pestifero per i suoi genitori: come quando li spaventò a morte con la messa in scena di una sanguinosa rapina tanto per scherzare! Ecco, si divertiva a fare scherzi che riuscivano così bene che i poveri genitori ci cascavano: da menare, insomma! Ma i suoi genitori erano veramente buoni a sopportare cose simili!
Nel libro c'è molto altro e, naturalmente, si ride, perché Verdone è sempre Verdone.
Una nota per chi ha scritto la terza di copertina: nell'elenco dei film di Verdone manca "Stasera in casa di Alice" con Ornella Muti e Sergio Castellitto.
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