Le intercettazioni / Spuntano elargizioni a favore dei figli del segretario e di Rosy Mauro
Case, Porsche, lauree. La lista dei soldi ai Bossi
Le telefonate tra una segretaria del Senatur e Belsito: «Dillo a Umberto: se io parlo, finite in manette»
Francesco Belsito e Renzo Bossi insieme a Camogli per il «Raduno nautico padano» del 2011 (Cavicchi)
Dillo a Bossi: se io parlo, voi finite in manette
Il contesto delle conversazioni è la vigilia della convocazione che Belsito riceve da Bossi a Roma e che, anche sulla base del gelido commento di Rosy Mauro («la vedo brutta»), interpreta come anticipo della propria defenestrazione da tesoriere leghista, a causa delle spinte che dentro il partito (a suo dire specie da Castelli e Stiffoni) lo vorrebbero estromettere in seguito alle prime notizie giornalistiche sui milioni di euro di rimborsi elettorali investiti da Belsito in Tanzania.
Ma altro che Tanzania, prospetta la responsabile leghista dei gadget nel suggerire a Belsito: «Gli dici (a Bossi, ndr): capo, guarda che è meglio sia ben chiaro: se queste persone mettono mano ai conti del Federale, vedono quelle che sono le spese di tua moglie, dei tuoi figli, e a questo punto salta la Lega (...). Papale papale glielo devi dire: ragazzi, forse non avete capito che, se io parlo, voi finite in manette o con i forconi appesi alla Lega».
L'elenco che i due riassumono al telefono poco prima di mezzogiorno del 26 febbraio (e che viene riassunto dai carabinieri) comprende «i costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega», «i soldi per il diploma (Renzo Bossi)»; «i 670.000 euro per il 2011 e Nadia dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni»; «le autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche»; «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi»; «le fatture pagate per l'avvocato di Riccardo Bossi»; «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi»; «una casa in affitto pagata a Brescia»; «i 300.000 euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone (moglie di Bossi, ndr), che Belsito non sa come giustificare, presi nel 2011 per far fare loro un mutuo e che lui ha da parte in una cassetta di sicurezza».
I «costi liquidi» dei ragazzi di Renzo
In altre telefonate la lista si allunga con «l'ultima macchina del Principe, 50.000 euro... e certo che c'ho la fattura!». Oppure con «i costi liquidi dei ragazzi di Renzo» (forse gli uomini di scorta), che Belsito ricorda in «151.000» euro ma Dagrada corregge in «no, un momento, 251mila euro sono i ragazzi, ma sono fuori gli alberghi, che non ti riesco a scindere quando girano con lui, mi entrano nel cumulo e riprendere tutte le fatture è impossibile». Poi c'è la casa di Gemonio, e più precisamente «i soldi ancora da dare per le ristrutturazioni del terrazzo»: «Che io sappia, pare che siano 5-6.000 euro», ridimensiona Belsito alla Dagrada, che teme invece la somma sia molto più alta anche a causa di minacce di azioni legali dai fornitori, e che sprona Belsito: «Gli devi dire poi: capo (Bossi, ndr), c'è da aggiungere l'auto di tuo figlio».
I franchi e gli euro per Rosy Mauro
Spesso Belsito ironizza su chi nel partito lo avversa ma non sarebbe in condizione di farlo perché parimenti da lui beneficato: «Sai quanto gli ho dato l'altro giorno alla nera? (Rosy Mauro, ndr)? Quasi 29mila, 29.142 in franchi eh... vuoi che ti dica tutti gli altri di prima?»: ovvero quelle che poi gli inquirenti traducono come «altre somme che le dà mensilmente», e come i «200.000-300.000 euro dati al sindacato padano Sinpa» che avrebbe «bilanci truccati».
La dipendente leghista Dagrada raccoglie lo spunto sull'atteggiamento di Rosy Mauro e rilancia, invitando Belsito a dire alla vicepresidente del Senato: «Se apro bocca io, il capo salta e se salta il capo tu sei morta...Perché se lei non c'ha il capo a difenderla, lei domani è in mezzo a una strada, e non è detto con le gambe intere». A Bossi, la donna auspica che il tesoriere dica chiaramente: «Gli devi dire: noi manteniamo tuo figlio Riccardo, tuo figlio Renzo, tu gli devi dire guarda che tu non versi i soldi, tuo figlio nemmeno, ed è da quando sei stato male. Gli devi dire: capo, io so queste cose e finché io sono qui io non tradirò mai, ma ricordati cosa c'è in ballo, perché se viene fuori lo capisci che cosa può succedere, altro che barbari sognanti».
«Ho una registrazione e documenti come prova»
Si prepara un ricatto al Senatur? No, questo no, almeno a sentire i due che parlano al telefono la notte dell'8 febbraio. Nadia Dagrada suggerisce: «Non è che tu glielo metti come ricatto», piuttosto si tratterebbe di informare Bossi che «i militanti si spaventano di più se esce fuori Rosy che non la Tanzania».
Belsito si prepara a giocare le proprie carte se il partito lo metterà al muro. E dice di poterlo provare : «Dico cosa mi volevano far fare, glielo dico della Fondazione e... che dovevo portargli dei soldi». Dagrada gli domanda: «Giusto! Ma tu quello poi ce l'hai registrato?». Belsito: «Sì». Dagrada: «Dopodiché si affrontano le due signore (Rosy Mauro e Manuela Marrone, ndr) ....altro che la Tanzania se vanno in mano ai militanti! Non vengono a prendere me, le dici eh, vengono a prendere voi!».
5 aprile 2012 | 9:08
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Stamane nella trasmissione di Rai 3 "Agorà" si parlava dell'"affare" Lega Nord. Un rappresentante di tale partito, di cui non ricordo il nome ma non è importante, un uomo giovane, ha detto che il partito farà chiarezza su dove sono finiti i soldi che ha pagato il POPOLO PADANO!!!
In studio c'è stato un coro di proteste e io da casa ho detto:".... a str..zo! E che i soldi del rimborso elettorale te l'hanno pagati solo quelli che ti votano?!!!"
In studio c'erano Fassina, Livia Turco ed altri che hanno detto più o meno la stessa cosa a parte str..zo, che però secondo me l'hanno pensato!
Volente o nolente anch'io romana di Roma Ladrona debbo pagare questi scellerati anche se non vado a votare!
Solo perché sono cittadina italiana ed ho diritto al voto e nonostante un Referendum che ha detto NO!
Ma di cosa stiamo a parlare? Di cosa parlano? Vogliamo che si applichi il referendum e venga abolita una legge antireferendaria, quindi incostituzionale! Ma quali altre carte dobbiamo portare per dimostrare che gli italiani si sono pronunciati e che loro, la Casta, hanno emanato una legge sopra la testa degli italiani!
Trovo patetico Antonio Di Pietro che parte con un altro Referendum in cui gli italiani, secondo lui e chi scioccamente andrà a mettere la sua firma, dovrebbero pronunciarsi di nuovo per abolire una legge che, applicando la Costituzione, è di per sé nulla!
Tutto questo sa di teatrino tragicomico e spero che gli italiani NON vadano a votare in massa, in modo che i Partiti capiscano che senza il voto di chi è stanco di farsi prendere in giro sono solo dei palloni sgonfi!
Lo stesso Di Pietro, che ricorda che i partiti sono previsti nella Costituzione, dovrebbe ricordarsi che mettersi sotto i piedi un risultato inequivocabile di un Referendum calpesta la Costituzione. Non possiamo tirare fuori la Carta Costituzionale solo quando ci fa comodo perché non è carta igienica! Anche se la Casta la usa come tale.
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Ed ora un commento in salsa verde su quello che ha detto il "Trota" a proposito della ristrutturazione della villona di famiglia: papà stava in ospedale, poverino, quindi non c'entra nulla, ma era il 2004 e nel 2012 il genio di famiglia dice che "debbono ancora finire di pagare chi l'ha ristrutturata"!!!
8 anni per saldare un lavoro?!!! Ma a quest'ora qualunque ditta avrebbe intentato un'azione legale per recupero del credito!!
Ma tant'è: il furbetto "Trota" pensa che chi ascolta quel che dice sia come lui, sullo stesso piano intellettivo, e per quelli che lo hanno votato ha sicuramente ragione!!
Questa persona prende sui 10.000 euro al mese. Laureati superspecializzati debbono accontentarsi dei call-center. Cosa pensano di fare gli italiani ?
Questo signore con questa pettinatura "a cresta" è un altro figlio di Bossi. I cervelli italiani in fuga e questi rimangono tanto ci sono i soldi nostri dei rimborsi elettorali da scialacquare!
2 commenti:
Un fiume di soldi pubblici in mano ai partiti produce quello che stiamo leggendo sui giornali da un po’ di tempo. Gente priva di scrupoli, con una marea di soldi “rubati” ai cittadini si permette di spendere e spandere, di scialacquare in ogni dove consolidando un malcostume disgustante: diplomi e lauree fittizie, ossia non regolari, mazzette e tangenti a tutto spiano, privilegi vergognosi che alimentano interessi personali che nulla hanno a che fare con il bene comune.
Propongo la lettura dell’articolo pubblicato sull’Espresso:
E’ successo a mia insaputa'
di Riccardo Pennnini
Sembra essere diventato il nuovo tormentone, l'alibi perfetto per ogni situazione incresciosa. Da Scajola a Rutelli, da Diliberto alla casa risistemata di Bossi, un imbarazzante catalogo di autodifese
Negli ultimi tempi, sulla scia della celebre autodifesa di Claudio Scajola, sono sempre di più gli uomini politici pronti a giurare che gli affari che li riguardano accadono a loro insaputa. Gli esempi sono tanti: da chi si stupisce per il malaffare che lo circonda, a chi giura vendetta contro chi gli paga una casa o una vacanza, fino a chi non riesce proprio a credere di non essere un latin lover.
Denuncerò chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare casa mia. Io non so nulla di queste cose. Avendo pochi soldi non ho ancora finito di pagare le ristrutturazioni della mia casa". Umberto Bossi, 3 aprile 2012. Il segretario della Lega reagisce così all'inchiesta sull'uso dei fondi del partito, che vede coinvolto il tesoriere Francesco Belsito......
Il seguito su "L'Espresso"
La faccia tosta è la nuova morale impunita e quindi adottata da tutti. Funziona, non succede niente, solo tante scartoffie e lavoro dei Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e magistrati. Al massimo si ottengono i domiciliari che con tanti soldi, belle case, sono pure piacevoli. Poi si ammalano, sono incompatibili con un eventuale carcere e vanno in clinica. Vanno in Tribunale con il sondino al naso (vedi caso Parmalat) e fanno pure pena a uno come Fazio... E chi ci pensa più a tutti quelli defraudati dei loro averi mentre "caso Parmalat" nascondeva un tesoro di quadri di valore ed altro! Trullallero, trullallà! La vergogna non va più di moda. I vigili urbani di Roma facevano i taglieggiatori? Alemanno si dichiara "parte lesa", il Capo dei Vigili Urbani pure e sta a vedere che la colpa è di chi veniva taglieggiato! Al S.Filippo Neri di Roma non controllano l'apparecchiatura del freddo degli embrioni? Il Direttore generale si dichiara "parte lesa", il Responsabile del reparto si fa intervistare tutto tranquillo, abbronzato, disteso... Sono tutti parte lesa. L'irresponsabilità regna sovrana ma molto, molto, ben pagata!
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