La nostra televisione raramente produce sceneggiati decenti, sia sul piano della storia come intreccio, che possa essere di un qualche interesse, sia sul piano dell'approfondimento psicologico dei personaggi. In genere si assiste ad improbabili dialoghi quasi surreali, tanto sono discosti da qualsivoglia verosimiglianza con il reale, a situazioni ridicole tanto la scrittura è superficiale e rozza, non tenendo conto delle varie realtà. Sceneggiature scritte a tirar via toccano particolari della vita che gli spettatori conoscono e ne rilevano l'incongruità, l'assurdità, dimostrando che chi ha scritto la sceneggiatura non si è curato di approfondire gli aspetti delle varie realtà che non conosce.
Nel caso dello sceneggiato (oggi si chiamano "fiction", il perché non si sa avendo il vocabolo italiano) "Una grande famiglia", la nostra RAI 1 ha fatto uno sforzo ed ha messo insieme un cast discreto, con una regia buona e una costruzione dei personaggi e delle situazioni abbastanza credibili.
La brava e dolce Stefania Sandrelli rende una madre e suocera credibile. L'espressione del suo viso, quando l'ignara cameriera chiama la nuora con il nomignolo che la suocera le ha affibbiato, non avendola vista perché coperta dall'anta dell'armadio, era perfetta, come era più che reale la situazione: a me ha ricordato mia suocera che, insieme a sua figlia, mi chiamava con sarcasmo "la Signora". La tartassata nuora, resa da un'attrice che non mi è particolarmente simpatica, Stefania Rocca, in questo ruolo mi sembra riesca abbastanza bene. Bravissima e, invecchiando, più bella, migliora come il vino buono, Valentina Cervi, degna nipote del suo bravissimo e scomparso nonno Gino. Via via sono tutti bravi: eccezionale il bambino, Filippo De Paulis, sempre bravo Alessandro Gassman, oltre che anche più bello del compianto Vittorio, bel ragazzo Giorgio Marchesi ecc. ecc..
Credibili, dicevo, le psicologie, soprattutto quella del povero patriarca interpretato dall'ottimo Gianni Cavina, quella della madre, grazie anche a Stefania Sandrelli, e tutte le altre.
Ad esempio la cecità ottusa della madre del povero nipote Nicolò, interpretata da Sonia Bergamasco, è ben costruita: conosco persone come lei, sempre preoccupate di sé stesse e cieche alle istanze interiori, sia pure inespresse, dei figli. Compito di una madre è scavare con delicatezza per capire se c'è un disagio, avere, per amore, una sensibile attenzione sui figli, soprattutto nell'adolescenza... Invece ci sono madri, come questo personaggio, che soffrono di un tale egocentrismo che non avvertono neppure lontanamente i problemi dei figli.
Ma un baco, nella costruzione dei personaggi e nella psicologia delle situazioni, mi è stato evidente e altre persone, che conoscono bene il mondo della scuola, hanno concordato con me che la scena di Nicolò e sua madre dalla Preside era assolutamente inverosimile, soprattutto di questi tempi!
Forse 40 anni fa, se uno dava un colpo in testa ad un compagno dentro la scuola, finiva in Presidenza davanti ad una Preside ingessata come quella proposta nello sceneggiato, scandalizzata, gelida ed inflessibile... Ma neppure 40 anni fa non si sarebbe curata di fare un'indagine per approfondire le ragioni di un fatto così grave! Invece ci fanno vedere che 4 teppisti chiedono di andare in bagno contemporaneamente e (ma neanche in sogno!!) viene loro concesso. Nicolò si ribella finalmente alla loro indegna persecuzione, brandisce un bastone e lo dà in testa ad uno di loro. Nessuna inchiesta, nessuna polizia, che nella realtà deve essere chiamata dal Dirigente Scolastico, che lo voglia o no è la legge che glielo impone, e all'indagine di legge segue parallelamente un'indagine interna alla scuola, il genitore viene sì convocato ma non certo nella più totale incomunicabilità come lo sceneggiato fa vedere: la Preside da sola che rimbrotta il genitore convocato ed il figlio punto e basta, senza nemmeno la presenza dell'insegnante che ha concesso a 5 elementi di uscire ed andare in bagno contemporaneamente non in ora di ricreazione. Ecco qui la sceneggiatura è stata scritta a tirar via! Ne risulta una totale irrealtà che rende ridicola la scena per qualunque, non dico professore, ma anche studente e genitore.
Tutto questo per non far emergere i reali problemi di Nicolò che, per gli sceneggiatori, debbono restare sottaciuti e non capiti dall'ottusa genitrice! Si poteva far avvenire la reazione di Nicolò fuori dal contesto scolastico allora... Ma nel bagno della scuola si è voluta creare una situazione che nella realtà avrebbe necessariamente evidenziato, se non altro, la persecuzione di cui il ragazzo era fatto oggetto e... forse anche su quale argomento.
Questi sono gli errori che ti fanno alzare dalla sedia o dalla poltrona dicendo: "Ma và! Ma è assurdo! Improponibile!" E lo spettacolo finisce lì e si va a fare un'altra cosa.
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