La decantata TRASPARENZA del Movimento, poi partito, Italia dei Valori, vista da vicino ho verificato che non c'è.
Dagli altri partiti non me l'aspetto: da IdV me l'aspettavo. Le mancate risposte alle contraddizioni, che non voglio qui ripetere perché ne ho abbondantemente parlato su questo blog, mi hanno profondamente deluso. Chi mi diceva da prima che ero un'illusa mi ha detto: "Te l'avevo detto."
Ora tocca ai "grillini". Sempre su questo blog, pur accogliendo alcune prese di posizione di Grillo, ho scritto che "non è Grillo la cura" di un sistema marcio. Ho accolto alcune tesi di Grillo come buone: la rinuncia al finanziamento pubblico ai partiti ad esempio, cosa che Di Pietro non ha fatto, svegliandosi solo ora con un'ennesima raccolta firme, dopo che già c'è stato un chiaro referendum che bastava semplicemente rispettare, ma che lui finora non ha rispettato, come tutti gli altri.
E che "non è Grillo la cura" lo dimostrano le polemiche di questi giorni, appena avuto un po' di potere.
Intanto debbo confessare che, pur avendo una buona cultura istituzionale, non sapevo cosa si intendesse per "Direttore Generale", essendo rimasta alla figura del Segretario Comunale, ma sembra che sia la stessa cosa detta con parole diverse per aumentare la confusione nella gente che non può sapere tutto.
Sapevo che gli affari di bilancio, i più importanti in un Comune, sono materia del Segretario, ora Direttore, e dell'Assessore al Bilancio.
Grillo ha avocato a sé il potere decisionale. Mossa sbagliata, sbagliatissima. Che differenza fa dai diktat di un qualsiasi Presidente o Segretario di Partito?
Il fatto poi che la figura scelta dal freschissimo Sindaco di Parma sia un ex-appartenente proprio al Movimento 5 Stelle che a Grillo non è andato più bene, mi fa pensare che cominciano proprio male...
Mi sembra di rivedere un copione già visto in Italia dei Valori ai suoi albori. Lì era la gente che cercava di far valere le sue ragioni con il creatore del Movimento e che se ne andava sconfitta, anche con clamorosi strascichi giudiziari.
Ma allora qual'è la cura se si comincia a litigare già all'interno dei Movimenti che si propongono come tali?
La cura è una sola: l'ONESTA'. E l'onestà non è grillina né IdV né altro: l'ONESTA' attiene alla persona, ed è questo che la gente vorrebbe, al di là delle etichette che, si è visto, se la persona non è coerente, le cambia come un vestito.
La gente vuole ONESTA' e COERENZA per questo ha votato il Movimento 5 Stelle oppure non è andata a votare... a parte qualche eccezione... Vuole risposte non litigi.
Pietro Mennea - ex-IdV
Ferrandelli espulso da IdV
Da: RAI NEWS 24
Roma, 25-05-2012
E' sindaco da tre giorni, dopo il trionfo al ballottaggio a Parma, in nome della politica fatta dai cittadini e non dai partiti. La sua prima grana, pero', e' di quelle che piu' politica non si potrebbe immaginare: Federico Pizzarotti ha trascorso un pomeriggio di fibrillazione per un diktat arrivato da Beppe Grillo sulla nomina del direttore generale. E in tanti si sono chiesti, su blog e bacheche Facebook che rendono inesorabilmente pubbliche tutte le frizioni dentro il movimento, se continui ad esser valido il principio dell'uno-vale-uno o se Grillo sia a tutti gli effetti un leader di partito. Gli eletti del Movimento 5 Stelle di Parma sono tutti giovani e senza esperienza politica. Per metter cosi' le mani in un ginepraio come quello di un Comune con molti debiti, uscito da un commissariamento di un anno, una macchina comunque complessa come quella di un Comune di 180mila abitanti, hanno deciso di affidarsi a un uomo d'esperienza. Valentino Tavolazzi, ferrarese di 62 anni, attivista grillino della prima ora, gia' direttore generale del Comune di Ferrara sembrava la persona giusta. Peccato pero' che sia stato 'scomunicato' dallo stesso Grillo, dopo che era stato eletto in consiglio comunale a Ferrara sotto le insegne del M5S. La sua colpa aver 'tramato' per chiedere un'organizzazione un po' meno liquida dell'universo grillino.
Beppe Grillo - o come denunciano alcuni 'grillini' il suo kingmaker Gianroberto Casaleggio, citato anche dal Pd che chiede al comico di chiarire i rapporti "politici, finanziari ed economici" con la Casaleggio associati - ha aperto la mattinata sul suo blog bollando la sua nomina come "una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente. Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il MoVimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere". E ha invitato a inviare direttamente a lui i curricula per le candidature, procedura che ha suscitato forti proteste da parte dell'opposizione di centrosinistra. I grillini parmigiani, cosi', tremano sulla loro prima grana da forza di governo. Pizzarotti sfugge ai cronisti scappando dalla porta del retro di un bar, poi pubblica un video sul blog di Grillo nel quale non tocca l'argomento, ma precisa che il rapporto col comico genovese "e' sempre stato buonissimo". Non prima, pero', di aver diffuso una nota con la quale il Movimento 5 Stelle rivendica la propria autonomia: "Il Comune di Parma ha bisogno di poter contare su persone che abbiano gia' dato prova di grande professionalita' in ambito amministrativo. Riconosciamo a Beppe Grillo il grande merito di non aver mai interferito nella selezione dei candidati e nelle scelte politiche. Siamo certi quindi che avremo il suo pieno sostegno nell'autonomia di una decisione di carattere strettamente tecnico". Sulla nomina di Tavolazzi, cosi', potrebbe aprirsi un contenzioso fra 'centro' e 'periferia' che, sul web, sta portando molti attivisti a interrogarsi sull'essenza stessa del Movimento 5 stelle.
Grillo con Valentino Tavolazzi
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