Sotto il post di Antonio Di Pietro intitolato: "Come posso votare Monti se con sobrietà mi fa morire di fame?" pubblicato sul suo blog, ho scoperto un pensatore-filosofo interessante che, in data 9 giugno 2012, scrive i seguenti commenti:
gennaro esposito
DIO SEMBRAVA MORTO… ERA SOLO DIVENTATO OFFSHORE
MA TU STATO, come vuoi vincere la mafia, se hai in casa, “qualcuno” che, avvalendosi dell’extraterritorialità delle banche, non paga le tasse come gli altri, che prende soltanto, che gioca pure sulla superficialità e sul conformismo del popolo beota, alimentandolo di riti imbrogliati, di pseudo-ragionamenti, senza capo nè coda, cioè di superstizione religiosa, mentre oscuramente complotta, con chiunque abbia capitali da occultare e/o riciclare?
La politica sta diventando tempo perso. Il caos preme, assieme all’interesse egoistico, che sacrifica la pace sociale, e la civile convivenza. I cosiddetti mercati, ne sono una prova indipendente. Fra crimine organizzato, coperto dalle istituzioni più varie, e il gioco d’azzardo della finanza, su scala globale, presto avremo la guerra totale, come risultato. Cos’è? Autoregolazione demografica naturale? Incipiente estinzione della specie, nel momento di massima maturazione? Che è un attimo dopo declino?
Sommate fede ridicolizzata dalle banche “religiose-mafiose”, istituzioni screditate da leggi elettorali autocratiche (porcellum dei nominati), gabelliere equitalia assatanato, politici voraci ladroni, ingiustizia sociale, crisi di rappresentanza accartocciata, disoccupazione di massa, specie giovanile, fame e depauperamento crescente in modo esponenziale… e che avrete?
Volete un aiutino?
gennaro esposito
L’Italia cambierà quando gli italiani crederanno più a quel che vedono che a quel che gli si dice dalla televisione.
gennaro esposito
Lo Stato senza diritti di cittadinanza alimenta il crimine organizzato, oltre che il suicidio sociale! Che altro voi credete sia la mafia?
Gennaro Esposito poi suggerisce di leggere il seguente articolo:
Da: Il Corriere.it
IOR, SANTA SEDE: DIETRO LA NOTA, UN INVITO AL BANCHIERE A NON SVELARE SEGRETI
Il memoriale di Gotti Tedeschi:
«Chiesi dei conti dei politici, iniziò la guerra»
Il banchiere cita depositi riconducibili a faccendieri e prestanome di boss mafiosi. Tra i nemici Cipriani e Simeon
Gotti Tedeschi (Reuters)
ROMA - Ha una precisa data di inizio la guerra interna allo Ior che si è conclusa con il licenziamento del presidente Ettore Gotti Tedeschi. Ed è lo stesso banchiere a fissarla nel memoriale che aveva affidato alla sua segretaria chiedendole di consegnarlo a tre persone «se dovesse succedermi qualcosa» e che voleva far avere anche al Papa. «Tutto è cominciato - scrive - quando ho chiesto di avere notizie sui conti che non erano intestati ai prelati». Depositi riconducibili a politici, faccendieri, costruttori, alti funzionari dello Stato. Ma anche a personaggi ritenuti prestanome dei boss della criminalità, come emerge da un'inchiesta avviata dalla procura di Trapani secondo cui all'Istituto per le Opere religiose potrebbero essere arrivati addirittura parte dei soldi del latitante Matteo Messina Denaro.
Nel dossier il banchiere sottolinea le forti resistenze incontrate e poi indica due persone che sarebbero in cima alla lista dei suoi nemici: il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il giovane manager Marco Simeon, direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini, ritenuto uomo di fiducia del cardinale Tarcisio Bertone. E sono in molti a leggere nella nota ufficiale della Santa Sede che evidenzia «le prerogative sovrane riconosciute alla Santa Sede dall'ordinamento internazionale siano adeguatamente vagliate e rispettate» un avvertimento allo stesso Gotti. Una sorta di invito a non svelare, nella sua collaborazione con gli inquirenti, nulla che riguardi quanto accaduto all'interno delle mura leonine. Ma anche un altolà ai magistrati perché non sia utilizzato alcun documento ufficiale del Vaticano.
I nemici interni - Il sequestro del dossier composto da lettere, mail, appunti e resoconti di incontri che il banchiere ha raccolto nei due anni e mezzo trascorsi al vertice dello Ior certamente spaventa le alte gerarchie ecclesiastiche anche per le ripercussioni che può avere con la pubblicazione di nuovi atti. Nelle carte portate via dall'ufficio del banchiere i nomi dei suoi «nemici» ricorrono spesso. Non è un mistero che i rapporti con Cipriani non siano mai stati idilliaci e queste frizioni emersero già all'inizio dell'indagine avviata dalla procura di Roma che aveva disposto il sequestro di 23 milioni di euro transitati su un conto Ior ipotizzando nei confronti di entrambi l'accusa di riciclaggio. Dopo una atteggiamento iniziale di chiusura, Gotti si sarebbe mostrato disponibile alla collaborazione, mentre il direttore generale avrebbe ribadito la sua contrarietà a fornire elementi utili a individuare i titolari dei depositi e si sarebbe sempre espresso in maniera negativa sulla possibilità di fornire indicazioni anche su conti correnti che non risultano più attivi ma per i quali si potrebbero ricostruire le movimentazioni pregresse.
Un atteggiamento condiviso - sempre secondo Gotti - da Bertone e nelle carte il banchiere evidenzia l'avversità nei suoi confronti di Simeon, che nonostante abbia solo 33 anni è già stato responsabile delle relazioni istituzionali di Capitalia e Mediobanca. E vanta ottimi rapporti con il faccendiere Luigi Bisignani e con alcuni alti funzionari finiti agli arresti per corruzione nell'indagine sugli appalti dei Grandi eventi come l'ex provveditore alle opere pubbliche, Angelo Balducci. Sono tutti titolari di conti presso lo Ior e le verifiche patrimoniali effettuate nel corso delle inchieste avevano mostrato flussi di denaro che certamente transitavano su questi depositi.
Un atteggiamento condiviso - sempre secondo Gotti - da Bertone e nelle carte il banchiere evidenzia l'avversità nei suoi confronti di Simeon, che nonostante abbia solo 33 anni è già stato responsabile delle relazioni istituzionali di Capitalia e Mediobanca. E vanta ottimi rapporti con il faccendiere Luigi Bisignani e con alcuni alti funzionari finiti agli arresti per corruzione nell'indagine sugli appalti dei Grandi eventi come l'ex provveditore alle opere pubbliche, Angelo Balducci. Sono tutti titolari di conti presso lo Ior e le verifiche patrimoniali effettuate nel corso delle inchieste avevano mostrato flussi di denaro che certamente transitavano su questi depositi.
I soldi della mafia - Una storia simile a quella scoperta dalla Procura di Trapani che agli inizi di maggio aveva inviato una rogatoria alla Santa Sede per chiedere elementi su due conti correnti da don Ninni Treppiedi, ex gestore delle casse della Curia ed ex fedelissimo del vescovo Francesco Miccichè, indagato per una serie di ammanchi. Il prete è stato sospeso a divinis , mentre l'alto prelato è stato sollevato dall'incarico «per non aver vigilato sull'operato del suo sottoposto». In realtà aveva iniziato a collaborare con i pubblici ministeri e c'è chi ritiene che sia questo il vero motivo della rimozione. Nell'istanza trasmessa alle autorità vaticane vengono specificati i motivi di necessità per l'accesso alla movimentazione dei due depositi ma non è esplicitato il sospetto che ha preso corpo nelle ultime settimane secondo il quale quei soldi sarebbero serviti a riciclare anche denaro proveniente da Matteo Messina Denaro.
Oltre agli ammanchi della Curia, l'indagine si concentra su una serie di investimenti immobiliari e vendite di beni ecclesiastici che potrebbero nascondere il passaggio di soldi a prestanome e la necessità di «ripulirli» attraverso il transito su società e istituti di credito non accessibili ai controlli diretti, come appunto è lo Ior. Adesso bisognerà scoprire se davvero, come lui stesso avrebbe sostenuto, Gotti aveva manifestato la volontà di assecondare almeno in parte le richieste delle autorità italiane. Oltre ai conti finiti nell'inchiesta di Trapani ci sono infatti una decina di operazioni sospette segnalate alla procura di Roma e sulle quali sta già svolgendo accertamenti la Guardia di finanza. Movimentazioni che portano proprio ai conti Ior intestati a preti e suore.
Oltre agli ammanchi della Curia, l'indagine si concentra su una serie di investimenti immobiliari e vendite di beni ecclesiastici che potrebbero nascondere il passaggio di soldi a prestanome e la necessità di «ripulirli» attraverso il transito su società e istituti di credito non accessibili ai controlli diretti, come appunto è lo Ior. Adesso bisognerà scoprire se davvero, come lui stesso avrebbe sostenuto, Gotti aveva manifestato la volontà di assecondare almeno in parte le richieste delle autorità italiane. Oltre ai conti finiti nell'inchiesta di Trapani ci sono infatti una decina di operazioni sospette segnalate alla procura di Roma e sulle quali sta già svolgendo accertamenti la Guardia di finanza. Movimentazioni che portano proprio ai conti Ior intestati a preti e suore.
9 giugno 2012 | 15:29
Da Calvi "suicidatosi" (secondo Scotland Yard, "bona pure sta' polizia inglese", te la raccomando!!) a Gotti Tedeschi l'orrore delinquenziale della "Banca" del Papa continua. Come possono coloro che hanno bisogno di un'idea di Dio continuare ad affidarla a costoro?
E' proprio il caso di dire che gli uomini se lo vogliono... Come in politica che non sanno più per chi votare data la dilagante corruzione, ipocrisia ecc.. Ipocrisia anche dello stesso Di Pietro, che fa il moralista, ma si tiene i milioni di euro del finanziamento al suo partito nel conto corrente IdV di cui hanno la firma solo lui e Silvana Mura... Per non parlare del "pasciuto" figlio che gli sta sempre vicino e sullo sfondo... per diritto ereditario.
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