Ricevo e molto volentieri pubblico il seguente comunicato:
Associazione
italiana medici per l’ambiente – Isde : “Abbandonare subito la
politica dei tagli sanitari indiscriminati per alleviare il disagio dei malati e
delle loro famiglie, anche alla luce della drammatica situazione descritta nel
Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 e dalla ricerca
Rbm
Salute-Censis (Centro Studi
Investimenti Sociali) sulla salute degli
italiani”
L’Associazione
italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors
for the Environment) di Viterbo, a fronte del sempre più crescente e
drammatico disagio dei malati e delle loro famiglie, generato dalle continue e
più recenti riduzioni di fondi e personale sanitario, chiede che cessi subito la
politica dei tagli sanitari indiscriminati.
L’Isde
fa appello a tutte le Istituzioni perché più risorse siano invece
destinate per la prevenzione e la diagnosi precoce, per migliorare le cure e la
qualità dei servizi di assistenza territoriale ed ospedaliera ( in particolare
la capacità di assistenza delle strutture di pronto soccorso e la diagnostica) ;
servizi che sono in grande affanno e ormai prossimi al
collasso.
Il diritto alla
salute è garantito dall’articolo 32 della Costituzione italiana che afferma: ”
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività,”.
L’Isde chiede il
completo rispetto del dettato costituzionale per tutti i cittadini e in
particolare per quelle persone residenti nelle regioni sottoposte ormai da anni
a dissennate, quanto inefficaci, politiche di presento “risparmio”
che ledono a volte anche mortalmente il diritto alla salute e mentre
continuano malagestione, sprechi, ruberie e assenza di ogni serio
controllo.
Come si legge
nella sintesi della ricerca Rbm- Censis :”più di 9 milioni di
italiani dichiarano di non aver potuto accedere ad alcune prestazioni sanitarie
di cui avevano bisogno per ragioni economiche. 2,4 milioni sono anziani, 5
milioni vivono in coppia con figli, 4 milioni risiedono nel Mezzogiorno. Piani
di rientro e spending review hanno determinato un crollo verticale del ritmo di
crescita della spesa pubblica per la sanità…”.
Per quanto
riguarda specificatamente la nostra regione, la situazione
sanitaria è estremamente critica e non più sopportabile, anche
alla luce di quanto descritto nel Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012
(PRP) .
In questo documento (http://www.regione.lazio.it/binary/rl_sanita/tbl_news/PRP_2010_2012_lazio.pdf) alla pagina 18 è scritto:” Si stima che ogni anno nel Lazio si
verifichino circa 20.000 primi episodi di sindromi coronariche acute, 9 ogni
1.000 maschi e 4 ogni 1.000 femmine di età superiore ai 35 anni. Circa un quinto
di questi eventi porta al decesso prima che sia possibile raggiungere l’ospedale
e la fatalità a 30 giorni è mediamente del 15-20%, in calo laddove si riesce ad
assicurare un tempestivo ricorso alle procedure di rivascolarizzazione. Il
genere femminile è un fattore di rischio per la letalità. Lo scompenso cardiaco
è la più importante causa di ospedalizzazione nella fascia di età oltre i 65
anni: nel Lazio si stimano in circa 63.000 i soggetti con più di 65 anni affetti
da scompenso cardiaco. Ogni anno nella popolazione del Lazio sopra i 35 anni si
verificano circa 10.000 eventi cerebrovascolari acuti, l’80% dei quali in
persone sopra i 65 anni, si osservano più di 9.000 ricoveri ordinari per acuti,
mentre i casi prevalenti oscillano tra 30.000 e 45.000. Ogni anno gli eventi
cerebrovascolari acuti sono identificati come causa principale di 3.100 decessi,
la grande maggioranza dei quali riguarda persone con più di 75
anni”.
Relativamente
alle patologie tumorali lo stesso documento afferma:” Secondo stime recenti ogni
anno nel Lazio vengono diagnosticati circa 25.000 nuovi casi di tumore maligno
in persone fra 0 e 84 anni, 5 ogni 1.000 maschi (soprattutto cute, prostata,
polmone, vescica e colon) e 4 ogni 1.000 femmine (soprattutto mammella, cute,
colon, polmone e stomaco).
Le persone
viventi con una diagnosi di tumore maligno sono circa
170.000.
In merito alle
patologie cronico-degenerative :” Fra le patologie a più alta prevalenza si
colloca la broncopneumopatia cronica ostruttiva con 223.000 casi stimati nel
Lazio (8% tra i maschi e 6% tra le femmine sopra i 35 anni), oltre 13.000
ricoveri ospedalieri ordinari per acuti/anno in cui la BPCO e indicata come
diagnosi principale e altri 26.000 in cui essa figura come diagnosi
secondaria.
La prevalenza
del diabete nel Lazio è stimata intorno al 5%, per un numero totale di diabetici
pari a circa 280.000, di cui circa il 37% soffre di almeno una complicanza,
mentre il 14% e in dialisi per nefropatia diabetica. Le patologie
neurodegenerative dell’anziano generano un limitato numero di ricoveri
ospedalieri (nel 2009 lo 0,3%) ma sono responsabili di un forte impatto sui
servizi e sulle famiglie. Trasponendo al Lazio i dati dello studio ILSA
(Italian Longitudinal Study on Aging) che ha prodotto stime di prevalenza
variabili da 2,5% a 6,8%, si ottengono valori di numerosità assoluta che
oscillano fra le 27.000 e le 75.000 persone.
E per quanto
riguarda il quadro socio-demografico viene riportato:” Il quadro
demografico della popolazione laziale (5.626.710 abitanti, dati ISTAT 1/1/2009)
è caratterizzato da una tendenza all’invecchiamento, con un incremento della
classe di età 65 anni e più di circa il 20% in un decennio che ha portato la
consistenza numerica di questa classe di età superiore al milione di persone
(tabella 1). Mediamente la percentuale di soggetti della classe di età anziana è
del 19,7% mentre quella di ultra75enni è del 9,3%.
Questi dati si
evincono anche dalle modificazioni della piramide per sesso ed età della
popolazione (figura 2) e, congiuntamente alle dinamiche epidemiologiche, rendono
conto delle modificazioni complessive in atto nelle necessità assistenziali e
sanitarie della popolazione”.
Alla luce della
ricerca Rbm
Salute-Censis
e di quanto
riportato nel documento ufficiale di programmazione sanitaria regionale
-documento che dovrebbe guidare ed orientare l’agire degli amministratori
del Lazio -, l’ Associazione italiana medici per l'ambiente
- Isde di Viterbo, torna a chiedere alla presidente della
Regione, agli assessori, ai consiglieri regionali di
riconsiderare le scelte che stanno portando al collasso la
sanità della nostra Regione e chiede di porre subito in essere
rigorose e serie politiche sanitarie che mettano fine ad ogni sperpero delle
risorse economiche e possano così assicurare elevati livelli di prestazioni
sanitarie, in forma di prevenzione, diagnosi, assistenza e cura , adeguati e
rispondenti alla drammatica situazione dello stato
di salute sofferto dai malati del Lazio e dalle loro famiglie e ai dati
presentati dal Piano regionale della Prevenzione 2010-2012
.
*
Associazione
italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors
for the Environment) di Viterbo
Viterbo, 13
giugno 2012
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mercoledì 13 giugno 2012
Risparmi senza criterio, sprechi senza controllo
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