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Enzo
Assenza - Biografia
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Enzo Assenza Pozzallo, 8 ottobre 1915Roma 5 novembre 1981
Enzo apparteneva a una famiglia dove l’arte era di
casa: il padre era infatti fotografo, decoratore, pittore, scultore e
cartapestista, il canonico Orazio Spadaro, suo zio, materno, era un affermato
pittore, i fratelli maggiori Beppe e Valente pittori e lo zio Antonino, fratello
del padre, fotografo e decoratore.
Come tanti ragazzini di Pozzallo, durante le
vacanze estive Enzo si divertiva ad impastare la creta di Pietre Nere, mostrando
fin da allora l’inclinazione per la scultura. Nel 1927, il trasferimento per
lavoro del padre a Siracusa offrì ad Enzo ed ai fratelli Beppe e Valente
un’occasione straordinaria di arricchimento culturale studiando le opere
dell’antichità classica esposte nel locale Museo Archeologico, uno dei più
importanti d’Europa.
Nel 1933 decise, assieme al fratello Valente, di
lasciare la Sicilia per recarsi a Roma, città certamente più idonea a realizzare
le speranze di artisti del tutto sconosciuti.
Fra le tante prevedibili
difficoltà anche economiche, adibirono un grande pollaio dismesso, messo a
disposizione da amici, ad abitazione-studio, nella quale vivere ed operare, ed
iniziarono a frequentare il mondo degli artisti di via Margutta, nella speranza
che, a contatto di tante persone autorevoli, sarebbero stati un giorno baciati
dalla fortuna. Nel 1933 avevano cominciato a dare maggiore visibilità alle loro
creazioni, invitando nel loro studio artisti e critici e, finalmente, la dea
bendata si materializzò un giorno in Miss Kempy, un’americana ricca ed
estroversa che, nel visitare il loro grande studio, rimase favorevolmente
colpita da un grande “Crocifisso” a carboncino, disegnato a quattro mani sulla
parete di fondo.
La gentildonna intuì il loro talento e, desiderosa
di aiutarli, ne parlò a Lady Ergeton, una nobile inglese sua amica e Dama di
compagnia della Regina Elena. La lady inglese, dopo avere constatato
personalmente quanto le era stato riferito, fece allestire una mostra esclusiva
addirittura nel suo palazzo, inaugurata personalmente dalla Regina che arrivò
in compagnia di personalità vicine agli ambienti di corte, fra cui Pietro
Canonica, uno dei maggiori scultori dell’epoca.
Per artisti così giovani fu un evento
straordinario, anche perché tutte le opere esposte furono vendute e molte delle
quali furono perfino acquistate da Vittorio Emanuele III, che volle aggiungerle
alla sua collezione privata: i Sovrani assegnarono fra l’altro ai due fratelli
un borsa di studio triennale e, nella via Flaminia, un grande studio di scultura
e pittura attrezzato di tutto punto.
Enzo frequentò con successo l’Accademia di Belle
Arti e l’Accademia di Francia e si dedicò alla preparazione del materiale
espositivo per le mostre alle quali avrebbe presto partecipato: come il concorso
“Omaggio agli Eroi”, organizzato nel 1935 dal Quirinale, nel quale vinse il
premio per la Scultura, o la personale a Palazzo Torlonia. A soli 20 anni,
sempre nel 1935, fu il più giovane espositore della Biennale Internazionale
d’Arte di Venezia, presentando la “Signorina Marta”, un’opera in legno che venne
acquistata ancora una volta dal Re. Partecipò nel 1938 alla III Quadriennale
d’Arte di Roma e si aggiudicò, nel 1939, anche il Concorso per opere monumentali
di scultura da collocarsi alla Stazione Termini di Roma.
I premi si susseguivano senza
sosta, unitamente alle tante rassegne alle quali veniva ormai invitato:
importantissima fu quella organizzata nel 1940 dal Ministero delle Corporazioni,
che gli valse il primo premio per “La Meditazione”, un’opera in pietra dal
fascino particolare.
Nel 1946 vinse il Concorso internazionale per una
monumentale statua in marmo di San Bartolomeo, eseguita per il Duomo di Messina,
alla quale seguì, nel 1948, quella di Santa Lucia in legno dorato, per la Chiesa
omonima che si trova nel quartiere Italiano di Buenos Aires in
Argentina.
Frequentò conterranei del mondo della cultura,
come Vitaliano Brancati, Salvatore Quasimodo e Giorgio La Pira e protagonisti
della Scultura del Novecento, come Renato Guttuso, Francesco Messina ed Emilio
Greco.
Intanto a Roma, nel 1950, alla Mostra della
Ricostruzione, due sculture di Enzo Assenza furono acquistate dalla Galleria
d’Arte Moderna di Firenze e dal Museo d’Arte Moderna di Stoccolma; nel 1951 con
“Il Coro” si aggiudicò il primo premio alla Mostra internazione d’Arte Sacra
mentre, nel 1954, la scultura “Il Bue”, esposta a Palazzo Marignoli, fu
acquistata dal Museo d’Arte di Roma, guadagnandosi ancora un altro primo
premio.
Questi solo alcuni dei tanti riconoscimenti
ottenuti sia in Italia che all’Estero, che qui diventa difficile elencare per
motivi di spazio.
Al Concorso bandito nel 1961 dall’Istituto
Internazionale d’Arte Liturgica, Enzo presentò un bozzetto raffigurante
l’Apocalisse, da realizzare in ceramica metallizzata per l’abside della
Cattedrale di Saint Joseph di Hartford, capitale del Connecticut, negli USA:
un’opera monumentale che richiese tre anni di lavoro e che, per i suoi 320 mq di
ampiezza, viene definito ancor oggi il più grande bassorilievo in ceramica
esistente al mondo.
In quel periodo continuò
intanto a mietere primi premi: nel Concorso Nazionale per il “Monumento della
Giustizia” nella Piazza dei Tribunali di Bari, nel 1964 al Concorso di Scultura
per la Mostra del Soldato, con una grande statua lignea raffigurante “L’Umanità
del Soldato”, di proprietà delle Forze Armate ed esposta a Palazzo
Barberini.
Le soddisfazioni continuarono nel 1969, con la
vincita del Concorso Internazionale per il “Monumento per l’indipendenza del
Congo”, nel 1970 con la statua di Santa Caterina da Siena in terracotta
metallizzata (impasto poroso di terracotta che dopo la cottura diventa rossastro
per i composti di ferro in essa mescolati), posta nella Chiesa di Santa Maria
sopra Minerva a Roma, col “San Carlo Borromeo” e “San Luigi Gonzaga” posti nella
Chiesa di San Giovanni Bosco sempre a Roma.
Senza tralasciare un’altra Santa Caterina da
Siena, in ceramica metallizzata, donata alla Biblioteca comunale di Pozzallo ed
il Monumento a San Giovanni Battista, in bronzo, che domina il Lungomare
Raganzino della sua città natale.
La produzione di Enzo Assenza è quasi un fiume in
piena, con opere spesso monumentali, come la “Beata Maura Degollado de Maciel” a
Messico Cotija, la “terracotta policroma” per la Chiesa di San Paolo della Croce
di Atlanta, in Georgia (USA), l’altare delle “Sante Siciliane” – Lucia, Agata e
Rosalia – nella Chiesa del Getsemani a Paestum, ed infine la “Via Crucis”, “San
Francesco” e “Santa Rita”, tutte in ceramica, per la Chiesa di Santa Rita a
Siracusa.
Impossibile, in così poco spazio, elencare tutte
le opere di Enzo Assenza, sparse in Italia e in tutto il mondo: la sua è stata
certamente la creatività prodigiosa di un artista straordinario, al quale venne
assegnato perfino il “Sileno d’oro”, premio conferito annualmente ai siciliani
che, ovunque nel mondo, si siano distinti nelle Arti, nella Letteratura, nelle
Scienze ed altro: un riconoscimento di prestigio che onora Pozzallo,
considerando che lo avevano meritato personaggi illustri, Premi Nobel per la
Letteratura, come Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo.
La morte lo raggiunse il 5
novembre 1981, a Roma, ad appena 66 anni, colpito da infarto nel suo
studio.
Fonte: Luigi
Rogasi, Pozzallesi del XX secolo, cento nomi da non dimenticare.
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