Da: Corriere della Sera.it
Delitto dell'Olgiata, condanna confermata:
16 anni per il domestico
Winston
Processo d'appello per l'uomo reo confesso dell'omicidio della contessa Filo della Torre.
In primo grado condannato a 16 anni.Condanna confermata:16 anni per il
domestico Winston.
Processo d'appello per l'uomo reo confesso dell'omicidio della
contessa Filo della Torre. Lui: chiedo perdono
Alberica Filo
della Torre uccisa nella sua casa il 10 luglio 1991 (Ansa)
ROMA - La prima Corte d'assise d'Appello di Roma ha confermato martedì
la condanna a 16 anni per Winston Manuel Reyes, accusato dell'omicidio della
contessa Alberica Filo della Torre, uccisa nelal sua villa all'Olgiata, alle
porte di Roma, il 10 luglio 1991. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte
d'Assise d'Appello presieduta da Mario Lucio D'Andria dopo una riunione in
camera di consiglio di poco più di un'ora. «Avremmo auspicato un trattamento
sanzionatorio più grave». Così l'avvocato Giuseppe Marazzita, legale della
famiglia di Pietro Mattei, vedovo della contessa Alberica Filo della Torre, dopo
la lettura della sentenza.
«PERDONO» - «Mi rivolgo a tutti, avvocati, giudici e soprattutto alla famiglia Mattei; voglio solo chiedere perdono per quello che ho fatto». Winston Manuel Reyes, già condannato in primo grado a 16 anni nel processo per l'omicidio di Alberica Filo della Torre assassinata il 10 luglio 1991, ha rilasciato questa dichiarazione spontanea nel processo d'appello davanti alla I Corte d'assise d'appello di Roma che martedì lo giudica nel secondo grado di giudizio. Nessuna reazione a queste parole da parte di Pietro Mattei, marito della contessa, in tribunale insieme con il suo legale, l’avvocato Giuseppe Marazzita, che, dopo la lettura della sentenza ha aggiunto: «Si conferma l'impianto accusatorio basato proprio su quelle prove che eravamo stati noi della parte civile ad assicurare alla procura». «Ma non cerchiamo vendetta - ha detto il legale - solo giustizia, ciò che conta è la sentenza di condanna».
Una foto di
Winston Manuel Reyes (Proto)
ACCUSA: ERGASTOLO - Ma
l'accusa chiedeva ancora l'ergastolo per il domestico. Il pg Donatella Maria
Luisa Greco ha chiesto il massimo della pena nel corso del processo di secondo
grado nei confronti dell’ex domestico il filippino negandogli tutte le
attenuanti generiche che gli erano state riconosciute in primo grado dal gup
Massimo Di Lauro che lo aveva condannato a 16 anni di reclusione il 14 novembre
dello scorso anno per omicidio volontario.
«CONFESSIONE TARDIVA» - «Una confessione tardiva - ha sottolineato il pg Greco - fatta quando ormai c'erano tutte le prove contro di lui. Una confessione arrivata solo dopo vent'anni e comunque non proprio credibile visto che nasconde il furto dei gioielli e ammette solo quello che non può negare. Non si desume un sincero pentimento e per questo ci vuole la condanna all'ergastolo».
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Nemmeno se ti chiami Filo della Torre e appartieni ad una importante famiglia ti salvi dall'ingiustizia.
Se gli inquirenti riescono ad individuare, anche se tardivamente, l'assassino, ci pensa una giustizia sempre più con la g minuscola a togliere la vera Giustizia.
Una donna con due figli piccoli, un marito innamorato, una vita bella, viene uccisa in casa sua da un ex domestico il giorno in cui deve festeggiare il suo decimo anniversario di matrimonio.
Viene tormentato un ragazzo vicino di casa solo perché ha qualche problema di natura psichica.
E l'assassino tace, mentre quello soffre per qualcosa che non ha fatto.
Passano gli anni, la sofferenza del marito, anche sospettato, i bambini senza la loro mamma... saranno ripagati da soli 16 anni di carcere ad un assassino che dice di essere pentito, ma che non ha mai aperto bocca finché la prova del DNA non l'ha stanato.
Mio marito dice che una pena così esigua è dovuta al processo breve per il quale ha optato consigliato dai suoi avvocati: spero che così non sia, altrimenti tutti gli assassini sceglieranno tale strada.
Viene tormentato un ragazzo vicino di casa solo perché ha qualche problema di natura psichica.
E l'assassino tace, mentre quello soffre per qualcosa che non ha fatto.
Passano gli anni, la sofferenza del marito, anche sospettato, i bambini senza la loro mamma... saranno ripagati da soli 16 anni di carcere ad un assassino che dice di essere pentito, ma che non ha mai aperto bocca finché la prova del DNA non l'ha stanato.
Mio marito dice che una pena così esigua è dovuta al processo breve per il quale ha optato consigliato dai suoi avvocati: spero che così non sia, altrimenti tutti gli assassini sceglieranno tale strada.
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