La garbata Gabanelli ancora una volta ci mostra le storture italiane: vecchi pensionati più che benestanti che ottengono poltrone superpagate di Presidenze, Amministratori Delegati, e quant'altro migrando di poltrona in poltrona, accumulando cariche e soldi pubblici che non ci sono per la scuola, non ci sono per la sanità, non ci sono per le pensioni... ma ci sono SEMPRE per loro, per i gruppi consiliari dei partiti, per le prebende, benefit ecc. ecc. ecc. che ci siamo stufati pure di elencarli.
Andiamo ai fatti: questa non è una democrazia, non lo è più ammesso che lo sia mai stata!
C'è una classe egemone che è costituita dai dirigenti dei partiti, dai loro amici, protetti per benemerenze varie, che vengono imposti sulle poltrone superpagate. I soldi pubblici per loro ci sono SEMPRE, per loro non si bada a spese: pensioni d'oro, incarichi di platino, introiti annui di centinaia di migliaia di euro...
Però si risica sulle pensioni, la scuola, la sanità! Non c'è crescita, i giovani sono sfiduciati, i quarantenni pure, i cinquantenni depressi...
Ma non lo vedete che esiste una classe egemone che ingrassa con i soldi pubblici e del resto non gliene importa nulla?
Ma non vedete che ci danno parole, parole, parole in cambio del loro arricchimento?
Mai ho sentito tanta desolazione, rabbia e sfiducia nella gente di ogni età e mestiere, professione... perché non di classe sociale si può parlare, essendo ormai una classe indistinta: artigiani, professionisti, impiegati, avvocati, medici, muratori... Tutti dicono le stesse cose! Sono quelli che vengono spremuti da tasse su tutto e sono sempre gli stessi. Sono quelli che cercano di ricavare dal loro lavoro (se ce l'hanno!) un reddito decente per assicurare alla propria famiglia un minimo standard dignitoso per vivere.
Gli altri, quelli che non hanno problemi, sono quelli che gravitano intorno ai partiti che hanno invaso come un cancro tutta la vita pubblica, uccidendo il merito e sostituendo ad esso il loro potere che impone, suggerisce, chiede ed ottiene: stasera la Gabanelli ce ne ha dato un altro saggio, per non dimenticarcene.
Ormai esistono solo due classi sociali: quelli dei partiti che pensano solo ad arricchirsi con il denaro pubblico, che si votano leggi ad hoc, che se ne infischiano del resto della gente perché loro hanno le chiappe al caldo e quelli che cercano di fare bene il proprio lavoro, studiando, applicandosi e sperando in un futuro che è sempre più nero per loro.
Forse possiamo considerare in questa analisi una terza classe sociale: quella degli innumerevoli piccoli parassiti che, se stessero al posto di quelli dei partiti, farebbero uguale e peggio.
Quiz: chi regge questa povera Italia sotto l'attacco anche della speculazione?
Risposta: la classe delle professioni, mestieri, impiegatizia, che paga le tasse spremuta fino all'impoverimento.
Deve tornare il merito. Su tutto. Deve essere punito chi ha un lavoro ma non fa il proprio dovere, scaricando sulle spalle degli altri il carico dell'impegno.
Perché mi dicono che ancora in luoghi pubblici c'è chi timbra il cartellino e se ne va: e non parliamo solo di impiegati, ma anche di professioni nel campo sanitario...
Perché questo continua ad avvenire con la complicità di chi vede e tace? Con l'assenso dei capi?
Perché anche nel privato c'è chi lavora dodici ore al giorno e c'è chi si dà malato continuamente, con metodo, ma non viene licenziato e deve essere pagato ugualmente? Questo mette a rischio di chiusura le strutture e va sulla strada sia l'assenteista che chi lavorava anche per lui.
Ci sono sistemi per controllare e sanzionare tutto questo? Io dico di sì. Potrei suggerirne diversi.
Ma non si fa. Non si premia chi si spacca la schiena e non si punisce chi sfrutta la situazione lavorativa con cinismo. E ci sono tanti senza lavoro che sarebbero felici di averne uno, pronti ad impegnarsi per un proprio futuro dignitoso.
E' una società che si è ammalata perché il pessimo esempio veniva dall'alto, da chi gestiva il potere.
Ma la gente onesta, che si impegna e che lavora è stanca, prova rabbia, si sente schiacciata, deprivata dei propri diritti.
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