Crisi nel partito. Intanto è sempre più crisi all'interno dell'Italia dei valori. Non è mai stato un rapporto semplice e lineare, ma le ultime vicende che hanno scosso l'Italia dei valori sembrano segnare ora un salto di qualità nella distanza tra il leader del partito Antonio Di Pietro e gli amministratori eletti sul territorio. Sono in particolare Luigi De Magistris e Leoluca Orlando, i due sindaci più rappresentativi della stagione dei successi dell'Idv, a prendere le distanze da Di Pietro.
"L'Idv non è finito. E' morto. Come tutti i partiti", sentenzia il primo cittadino di Palermo in un'intervista alla Stampa. "La soluzione - afferma ancora Orlando - certo non è fare un congressino che porti a un partituccio di funzionarietti". Il sindaco boccia anche la tentazione di una convergenza con il movimento di Beppe Grillo. "Il leader dei 5 Stelle - dice - non è la terapia, è il termometro. Il vero punto è riconquistare gli astensionisti , in Sicilia il 53%".
De Magistris. Una riflessione simile a quella fatta in una intervista a Repubblica dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. "Quello che è accaduto nell'Idv - afferma - non credo si risolva con la mediazione al ribasso politico. Si deve aprire una stagione nuova: basta con la concezione padronale del partito". Di Pietro, aggiunge De Magistris, "doveva essere più coraggioso" invece di dedicarsi "alla gestione verticistica. Si è fatto affiancare da persone di scarso livello politico, culturale, anche morale. Non vedo margini per un rinnovamento interno".
Come è possibile che io sia stata capace di tanta lungimiranza, come posso testimoniare con quello che ho scritto prima che De Magistris e Leoluca Orlando dicessero quanto sopra riportato?
Non sono una Maga, sono una che guarda la realtà senza infingimenti. Perché Antonio Di Pietro non ha fatto altrettanto?
Si risponda.
A me non interessa la storia delle case e di An.to.cri, né dell'Associazione che aveva lo stesso nome del partito costituita da lui, sua moglie e la Mura, SONO STORIE CHE CONOSCO DA ANNI, lui mi rispose personalmente e per iscritto su queste questioni (ho buttato quasi tutto ma quella missiva l'ho conservata) e credo che, certo, non se le è comprate con i soldi del partito le sue case... Ma ha fatto tanti errori di stile e mi meraviglio che una donnetta come me vedesse meglio di lui la realtà e che si dovesse arrivare fino a questo punto. Peccato.
Riporto qui sotto quello che ho scritto con anticipo:
sabato 2 luglio 2011
Commento al post sul sito di Italia dei Valori sul decreto per i rifiuti di Napoli
Non si può sempre tuonare contro l'ipocrisia berlusconiana senza mai fare parola dell'ipocrisia in casa propria. La mondezza napoletana è sul palcoscenico nazionale e fa notizia, ma ci sono ridotti palcoscenici nei territori di questa nazione, sempre in bilico in fatto di democrazia, che vedono fatti grotteschi come quello che conosco da molto vicino e che ho più volte denunciato: centinaia di cittadini sono costretti a pagare la depurazione delle fognature con in più la tassa dell'IVA al 10% senza averle mai avute. La vostra ipocrisia sta nel fatto che nel C.d.A. della società municipalizzata ACEA ATO2, che compie questo abuso, c'è, in un ruolo importante, un uomo che avete messo voi: uno dell'Italia dei Valori. Ho documentazione scritta delle e-mail inviategli, ho parlato con lui a Vasto, poi al Congresso Regionale Lazio quando è stato eletto coordinatore Vincenzo Maruccio, ma sembra che il Vicepresidente del C.d.A. di ACEA ATO2, Italia dei Valori, non possa fare nulla per far togliere una indebita fatturazione e si trinceri fra "non rispondere" o "rispondere fumose giustificazioni". In conclusione: perché non fate un post sull'argomento indebite fatturazioni? E' legale far pagare quello che non c'è?
HO MESSO QUESTO COMMENTO, L'ENNESIMO, SOTTO IL POST SUL SITO DI ITALIA DEI VALORI NAZIONALE DI CUI MI ARRIVA LA NEWSLETTER: NON SO SE RIUSCIRO' A FARLO PUBBLICARE, INTANTO LO PUBBLICO QUI. HO TUTTA LA DOCUMENTAZIONE SULL'ARGOMENTO E ITALIA DEI VALORI RISPONDE CON IL SILENZIO, MENTRE TUONA SOLO E SOLTANTO CONTRO IL SOLITO BERLUSCONI.
NOI CITTADINI POSSIAMO VEDERE LA VERITA' SOLO DA MOLTO VICINO E QUESTA IPOCRISIA DI ACEA ATO2 ABBIAMO POTUTO VERIFICARLA: COSA C'E' DI PIU' ASSURDO DI CHIEDERE LA DEPURAZIONE + TASSE DI QUALCOSA CHE NON ESISTE?
MA IL VICEPRESIDENTE DI QUESTA SOCIETA' MUNICIPALIZZATA NON E' BERLUSCONIANO, BENSI' DI ITALIA DEI VALORI.
QUANDO E SE ITALIA DEI VALORI ARRIVASSE AL GOVERNO COSA ACCADREBBE IN GRANDE, LA' DOVE I CITTADINI NON POSSONO VEDERE LE COSE DA VICINO?
martedì 19 luglio 2011
Mancanza di coerenza
Lei ha parlato di ‘nuova Tangentopoli’.
“Di più. Questa Tangentopoli è più grave e più pericolosa della prima”.
Alla Camera, parlando con alcuni deputati (tra loro Enzo Carra, che fece arrestare per reticenza), ha detto: “Quelli della Prima Repubblica erano lord rispetto a questi”. Meglio i vecchi dc dei nuovi?
“Intendiamoci. Allora c'erano alcuni grandi personaggi come Aldo Moro e Pio La Torre. E ce n’erano altri, tanti, che rubavano e si sono arricchiti rubando. Quindi nessuna giustificazione per la Prima Repubblica”.
Però?
“Però quella era una Tangentopoli quasi banale. Da mazzetta nascosta nel cesso del Pio Albergo Trivulzio o nel puf di casa Poggiolini. Ora sta tutto nelle pieghe della consulenza, dell'incarico. E' una tangente fatturata. Io da pm ho fatto il radiologo e ho scoperto un tumore sociale. Loro hanno creato un antidoto al medico, non al tumore”.
Una Tangentopoli quasi legalizzata?
“Allora un cittadino imprenditore pagava un politico per avere un vantaggio. Ora sono tutti i cittadini a pagare, senza volerlo. Una corruzione più diffusa e meno visibile. Un esempio: le 7 mila società partecipate dagli enti locali hanno assunto 25 mila consiglieri di amministrazione. Bastava un amministratore unico”.
Questi 2 post evidenziano un esempio di contraddizione
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domenica 4 settembre 2011
Pesaro
Ho ascoltato su RAI GR Parlamento un dibattito fra Ignazio Marino e Luigi De Magistris svoltosi durante la manifestazione di Pesaro del PD.
Belle parole e bellissime intenzioni. Luigi De Magistris l'ho visto da molto vicino a Vasto, quando ancora militavo in IdV. E' stata un'ottima scelta di Di Pietro. Ora è sindaco di Napoli, bella città ricoperta di rifiuti, e l'ex-magistrato ha detto che ha trovato che nel comune di Napoli lavorano 21.000 dipendenti, ciò nonostante si è sentita l'esigenza di dare decine e decine di contratti di consulenza: lo fanno dappertutto nella Pubblica Amministrazione, e solo in rarissimi casi sono necessarie queste costose consulenze, avendo nelle strutture personale che potrebbe esercitare quelle mansioni pagate extra. Luigi De Magistris ha detto, con orgoglio, che quei contratti di consulenza che pagava il comune di Napoli li ha stracciati.
Marino era d'accordo in tutto con De Magistris e ha detto parole coraggiose, tipo: non deve esistere il politico di mestiere ed è ora che certa gente se ne stia a casa. Dopo tre legislature, se non ricordo male, debbono non essere più rieletti. Il moderatore gli ha chiesto: "Anche D'Alema e Veltroni?" E Ignazio Marino ha risposto senza timori: "Sì".
Vorrei aggiungere a queste belle intenzioni che non deve essere una Casta e, per non esserlo, fate fare ai vostri figli qualcosa d'altro: Craxi è morto in latitanza ma abbiamo i suoi due figli pagati come sottosegretari. Ma perché? Per diritto dinastico? Stiamo tornando ai titoli nobiliari trasmissibili? Bossi ha il "Trota", molto tardo negli studi ma non fa niente perché guadagna migliaia di euro di denaro pubblico al mese. Il padre potrebbe istituire"L'Ordine della Canottiera" (esistendo quello della Giarrettiera), per rendere ancora più nobiliare la successione. In Siria ed in Libia queste successioni sono state istituite, ma la gente a quanto pare ne aveva piene le balle. Ebbene: pure noi.
Mediti Antonio Di Pietro, mediti, mediti, mediti..... Si accorge di essere sempre meno credibile?
Tornando al bravo chirurgo e al bravo magistrato, oggi politici, spero davvero che le loro parole si concretizzino nel reale. Mentre li sentivo parlare uno strisciante ricordo mi tornava alla mente: Marino e De Magistris erano in una piazza che li acclamava, galvanizzata dalle belle parole, come Bassolino, re della piazza quando Santoro faceva i suoi collegamenti con il buon Ruotolo, con la piazza dove c'era questo comunista che prometteva così bene.... Poi si è visto come è andata finire: Sindaco, Commissario per i Rifiuti, Presidente di Regione.... e Napoli sempre sotto la "monnezza"!
Speriamo bene!
Questo post evidenzia 2 errori: quello di passare il testimone politico ai figli e quello di non aver ascoltato De Magistris e Ignazio Marino
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martedì 20 settembre 2011
Italia dei Valori, Marrazzo e Storace......
Dal quotidiano "La Repubblica.it"
"Sanità nel Lazio, 10 miliardi di debiti"
Marrazzo pronto ad andare in procura
di CARLO PICOZZA
27 ottobre 2006
"Sanità nel Lazio, 10 miliardi di debiti"
Marrazzo pronto ad andare in procura
di CARLO PICOZZA
27 ottobre 2006
ROMA - "Il debito della sanità ereditato dalla giunta di centrodestra guidata da Francesco Storace è di dieci miliardi 196 milioni di euro". Il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, convoca gli stati generali della sanità regionale e tutti gli assessori per annunciare la scoperta del buco a 18 mesi dal suo insediamento, minacciare il rinvio delle carte alla magistratura ("di fronte a prove di illeciti") e chiedere aiuto al governo.
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Questo alla fine del 2006. Marrazzo ha rimediato agli sprechi di Storace chiedendo i soldi a noi: paghiamo analisi, ricette, farmaci tutto di più......
Oggi Italia dei Valori Lazio organizza, con i corposi soldi dei rimborsi elettorali che gli italiani NON volevano dare (si ricordi il referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti), una manifestazione in cui invita a confronto Marrazzo e Storace.
Leggete i commenti della gente sotto il video dell'incontro pubblicato su You Tube. Non tutto è perduto, perché, a quanto pare, nonostante il tentativo di alterare il giudizio morale sulle vicende dei due ex governatori della Regione Lazio facendoli giustificare ed assolvere sé stessi fra salamelecchi vari, la gente, per fortuna, pensa ancora con la propria testa e vede che "il Re è nudo".
Marrazzo ha ragione, non deve certo cancellarsi dalla vita, ma vivesse la sua vita come gli pare NON da uomo pubblico e andasse agli appuntamenti con i maschi vestiti da donna ( e basta con gli eufemismi ipocriti tipo transessuale, escort, gay ecc.!!) con la sua auto e non con quella pagata da noi poveracci e compresa di autista!! Non pretendesse di decidere se un reparto ospedaliero deve essere chiuso, calpestando chi ha passato la vita a studiare duramente e a crearsi una professionalità eccellente, dopo aver assunto cocaina. Se dal palco messo su da Italia dei Valori (valori??) con i soldi dei contribuenti questi signori pensano di manipolare la moralità, l'etica come se fossero degli elastici, si sbagliano.
E che dire di Storace!! Fra lupi non si mordono, si sa, e il fascistone assolve l'amico di sinistra: "Hai già pagato troppo!" Incredibile! Abbiamo visto e sentito tutti le dichiarazioni immediate sui telegiornali del faccia di bronzo Marrazzo: "E' un complotto contro di me!" Più o meno queste le parole. Si è visto poi davanti alle prove che non di complotto si trattava ma di vizio contro natura.
Siamo stufi di queste facce di bronzo che, scoperti nelle loro bassezze, parlano di ipocrisia e di debolezze. Ipocrisia loro! Che vorrebbero apparire migliori di ciò che in realtà sono, che mentono ed ammettono solo quando sono scoperti platealmente. Ci sono milioni di persone pulite che vivono con poche migliaia di euro al mese, quando va bene, e che non hanno nulla da nascondere visto che la loro vita è pulita e semplice. Non è certo per ipocrisia che si scandalizzano per le vite sudice di chi pretende di occupare poltrone da dove decide delle loro vite, di quelle dei loro figli e dei loro nipoti.
Giù dai palchi pagati con i nostri soldi!!!
Questo post evidenzia un errore marchiano!
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sabato 5 novembre 2011
Liguria: IDV a pezzi. Tonino, guarda giù, che ad andarsene qui sono i migliori - Quotidiano online della provincia di Savona
Questo post evidenzia l'errore di non ascolto della parte migliore del partito
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mercoledì 8 febbraio 2012
Antonio Di Pietro sbaglia di nuovo
Sulla vicenda del Governo battuto alla Camera sull'emendamento della Lega Nord Di Pietro afferma: "E' una vendetta contro i magistrati".
E avverte: "Ho paura che questa volta, dopo vent'anni, non ci sarà solo una Mani Pulite giudiziaria, ma una nuova Mani Pulite del popolo che alzerà i forconi". Per il leader dell'Idv a Montecitorio si è consumato "un atto di vendetta, un'ammonizione ai giudici perché si limitino a fare i notai e i passacarte".
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Da: Il Post
Il governo ieri è stato battuto alla Camera su un emendamento sulla giustizia. Discutendo la legge comunitaria, infatti, il deputato della Lega Nord Gianluca Pini aveva proposto un emendamento volto a introdurre la responsabilità civile dei giudici, questione storica del dibattito politico italiano, con una formulazione particolarmente dura e intransigente. Il governo, nella persona del ministro Moavero, aveva dato parere negativo. La Lega aveva chiesto e ottenuto di votare l’emendamento con voto segreto. E il voto segreto ha dato ragione alla Lega e torto al governo, come era già apparso evidente dagli interventi in aula: PdL, Lega e Responsabili, la vecchia maggioranza, hanno votato di nuovo insieme, con i Radicali e qualche franco tiratore da PD e Terzo Polo. Alla fine i voti a favore dell’emendamento Pini sono stati 264, quelli contrari 211.
L’emendamento Pini di fatto supera quanto stabilito dalla legge Vassalli, la 117 del 1988. Quella legge, varata un anno dopo il referendum che a larghissima maggioranza vide vincere i favorevoli alla responsabilità civile dei giudici, la introdusse soltanto per i casi di “dolo” e “colpa grave”, e non per i casi di mancata o scorretta applicazione della legge, fermo restando la possibilità di fare causa allo Stato e non direttamente al magistrato. I Radicali denunciarono da subito, e continuano da allora, il tradimento del mandato referendario. L’Unione Europea ha più volte deferito l’Italia per la mancata corrispondenza della legge Vassalli con quanto previsto dal diritto comunitario. Il PdL ha più volte, negli ultimi anni, utilizzato questa proposta in modo minaccioso e vendicativo nei confronti dei magistrati.
L’emendamento Pini stabilisce che “chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento” di un magistrato “in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzionio per diniego di giustizia”, possa rivalersi facendo causa sia allo Stato che al magistrato per ottenere un risarcimento. Le novità rispetto alla legge Vassalli sono due: la responsabilità è genericamente estesa alla “manifesta violazione del diritto” e il cittadino può citare in giudizio direttamente il magistrato e non solo lo Stato.
Una norma simile non trova paragoni nella maggior parte dei paesi europei, dove il cittadino può far causa allo Stato e poi è semmai lo Stato, in caso di condanna, a rivalersi sul magistrato. È vero però che in Italia questa procedura è particolarmente articolata, per usare un eufemismo: perché lo Stato venga condannato in via definitiva a causa del comportamento di un magistrato servono infatti nove gradi di giudizio – tre per l’ammissibilità del procedimento, tre per individuare la responsabilità, tre per l’eventuale rivalsa da parte del ministero della Giustizia – affidati tra l’altro ad altri magistrati. Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera di oggi ricorda che “dal 1988 a oggi sono state appena 406 le cause effettivamente avviate da cittadini nei confronti di un giudice”. Le citazioni dichiarate ammissibili sono state 34, le condanne sono state appena 4.
Il dibattito sulla responsabilità civile dei giudici è proseguito negli anni e tutt’ora il centrodestra e il centrosinistra non hanno posizioni militarmente contrapposte sul tema: oltre a chi è molto contrario, come i sindacati dei magistrati, circolano nel centrosinistra diverse posizioni favorevoli a una modifica della legge Vassalli ma prive dell’intento vendicativo più popolare nel centrodestra. Un paio di giorni fa Luciano Violante, ex magistrato, aveva parlato della vicenda di Ottaviano Del Turco, dimessosi da presidente dell’Abruzzo nel 2008 dopo il suo coinvolgimento in un’inchiesta che ha visto poi traballare qualsiasi riscontro fattuale alle accuse, dicendo che «se alla fine del processo Del Turco dovesse risultare innocente, è chiaro che il magistrato inquirente dovrebbe risponderne direttamente». Ieri Antonio Polito sul Corriere della Sera scriveva che “oltre a una carriera politica distrutta e a un uomo fatto a pezzi, se il pm ha sbagliato c’è stato anche un sovvertimento per via giudiziaria della sovranità popolare”, visto che poi dopo le dimissioni di Del Turco in Abruzzo stravinse il centrodestra.
Perché la responsabilità civile dei giudici come introdotta dall’emendamento Pini diventi legge, il testo dovrà essere approvato anche dal Senato: la cosa oggi appare improbabile, visto che sia Alfano che altri membri del PdL si sono detti disponibili a modificare la norma e lo stesso ministro della Giustizia, Paola Severino, ha detto che la norma “dovrà essere migliorata, perché interventi spot su questa materia possono rendere poco armonioso il quadro generale”. Rimane però il problema politico: ieri il governo per la prima volta nella sua breve vita è stato battuto alla Camera. Ieri sera Mario Monti ha convocato a cena i leader dei tre principali partiti che sostengono il governo, Alfano, Bersani e Casini.
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Fra molti articoli che parlano dell'argomento ho scelto questo del giornale on-line "Il Post" perché mi è sembrato il più esaustivo e chiaro sulla faccenda.
I telegiornali danno notizie non sempre pienamente comprensibili e questo articolo chiarisce bene i risvolti della questione.
Al di là degli interessi dei partiti politici, ritengo che se si fa un referendum e questo dà un risultato chiarissimo il popolo va ascoltato e si deve fare la legge che vuole.
Molto tempo fa ascoltai alla Radio della RAI un dibattito fra un magistrato ed un avvocato, entrambi rappresentanti di non ricordo quali Associazioni, i quali convennero che "la montagna aveva partorito un topolino". La montagna era il referendum ed il topolino era la legge che il Parlamento aveva successivamente emanato. Con qualche risolino di imbarazzo ammisero che, nel caso in cui il cittadino potesse ottenere giustizia nei riguardi di un magistrato che sbaglia, chi paga sono i contribuenti, cioè lo Stato, mentre il magistrato viene da tale legge abbastanza salvaguardato per quel che attiene il suo patrimonio personale.
Dunque perché mai oggi Antonio Di Pietro tuona che è una legge punitiva non si sa, perché il popolo si era espresso così e la sua volontà non si era concretizzata, ma era stata fatta una legge risarcitoria dell'eventuale errore giudiziario che gravava sulle spalle di chi quel referendum ha votato.Insomma paga sempre Pantalone.
La posizione di Antonio Di Pietro appare vieppiù contraddittoria se si pensa che lui negli ultimi anni non ha fatto altro che ricorrere all'istituto referendario per ogni cosa. Dunque dovrebbe, a rigor di logica, avere un grande rispetto per la volontà popolare.
Purtroppo quello che dicevano in tanti è vero sulla contraddittorietà del creatore di Italia dei Valori: tuona su una cosa e poi assume posizioni opposte. Il referendum è valido quando pare a lui? O è valido sempre?
I magistrati si sentiranno inibiti ad emettere sentenze? Io non credo se applicano la legge e se non ne danno interpretazioni troppo personali. Le leggi lasciano troppa discrezionalità ai giudici? Male. Non si può dipendere dall'umore discrezionale del magistrato: riscriviamo meglio le leggi e le norme, con indicazioni precise a cui attenersi.
Se il popolo ha votato in modo "punitivo", secondo Di Pietro, chiedendo che i magistrati abbiano una responsabilità civile del loro operato, non è che forse c'è un motivo? Oppure all'epoca del referendum milioni di persone erano tutti delinquenti che non volevano essere giudicati ? Non si affaccia alla mente del Presidente di Italia dei Valori il dubbio che forse questa categoria giudica troppo spesso in modo insoddisfacente per detto popolo? Che detto popolo non "sente" di ricevere troppo spesso giustizia?
Personalmente ogni volta che mi sono rivolta alla Giustizia della Magistratura non l'ho avuta. Ho accettato il verdetto ma senza molta convinzione che fosse giusto. Ho speso solo molti soldi inutilmente, cosa che fa desistere dal cercare di averla questa Giustizia. Votai anch'io per la Responsabilità Civile dei Giudici. Di Pietro è stato inchiodato alla sua contraddizione da molti commentatori recentemente, quando ha sparato indignato contro la Consulta che aveva bocciato i referendum da lui promossi. Giustamente gli è stato ricordato che lui dice sempre che bisogna fidarsi del giudizio della Magistratura... però, nel caso che dà torto a lui come si indigna!!
Concludendo: Di Pietro si sbaglia, il popolo "non alzerà i forconi", proprio perché nel 1987 aveva votato a favore.
Al di là degli interessi dei partiti politici, ritengo che se si fa un referendum e questo dà un risultato chiarissimo il popolo va ascoltato e si deve fare la legge che vuole.
Molto tempo fa ascoltai alla Radio della RAI un dibattito fra un magistrato ed un avvocato, entrambi rappresentanti di non ricordo quali Associazioni, i quali convennero che "la montagna aveva partorito un topolino". La montagna era il referendum ed il topolino era la legge che il Parlamento aveva successivamente emanato. Con qualche risolino di imbarazzo ammisero che, nel caso in cui il cittadino potesse ottenere giustizia nei riguardi di un magistrato che sbaglia, chi paga sono i contribuenti, cioè lo Stato, mentre il magistrato viene da tale legge abbastanza salvaguardato per quel che attiene il suo patrimonio personale.
Dunque perché mai oggi Antonio Di Pietro tuona che è una legge punitiva non si sa, perché il popolo si era espresso così e la sua volontà non si era concretizzata, ma era stata fatta una legge risarcitoria dell'eventuale errore giudiziario che gravava sulle spalle di chi quel referendum ha votato.Insomma paga sempre Pantalone.
La posizione di Antonio Di Pietro appare vieppiù contraddittoria se si pensa che lui negli ultimi anni non ha fatto altro che ricorrere all'istituto referendario per ogni cosa. Dunque dovrebbe, a rigor di logica, avere un grande rispetto per la volontà popolare.
Purtroppo quello che dicevano in tanti è vero sulla contraddittorietà del creatore di Italia dei Valori: tuona su una cosa e poi assume posizioni opposte. Il referendum è valido quando pare a lui? O è valido sempre?
I magistrati si sentiranno inibiti ad emettere sentenze? Io non credo se applicano la legge e se non ne danno interpretazioni troppo personali. Le leggi lasciano troppa discrezionalità ai giudici? Male. Non si può dipendere dall'umore discrezionale del magistrato: riscriviamo meglio le leggi e le norme, con indicazioni precise a cui attenersi.
Se il popolo ha votato in modo "punitivo", secondo Di Pietro, chiedendo che i magistrati abbiano una responsabilità civile del loro operato, non è che forse c'è un motivo? Oppure all'epoca del referendum milioni di persone erano tutti delinquenti che non volevano essere giudicati ? Non si affaccia alla mente del Presidente di Italia dei Valori il dubbio che forse questa categoria giudica troppo spesso in modo insoddisfacente per detto popolo? Che detto popolo non "sente" di ricevere troppo spesso giustizia?
Personalmente ogni volta che mi sono rivolta alla Giustizia della Magistratura non l'ho avuta. Ho accettato il verdetto ma senza molta convinzione che fosse giusto. Ho speso solo molti soldi inutilmente, cosa che fa desistere dal cercare di averla questa Giustizia. Votai anch'io per la Responsabilità Civile dei Giudici. Di Pietro è stato inchiodato alla sua contraddizione da molti commentatori recentemente, quando ha sparato indignato contro la Consulta che aveva bocciato i referendum da lui promossi. Giustamente gli è stato ricordato che lui dice sempre che bisogna fidarsi del giudizio della Magistratura... però, nel caso che dà torto a lui come si indigna!!
Concludendo: Di Pietro si sbaglia, il popolo "non alzerà i forconi", proprio perché nel 1987 aveva votato a favore.
Questo post evidenzia una visione stranamente non realistica e contraddittoria della realtà referendaria
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mercoledì 23 maggio 2012
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere
E' un antico proverbio, frutto della saggezza popolare che nasce dall'esperienza e si attaglia perfettamente al comportamento dei Partiti che, dopo il risultato di queste elezioni amministrative, continuano a praticare ciecamente una specie di autoinganno, ad eccezione di qualche voce isolata, sia di destra che di sinistra che di centro, che dice a sé stessa ed agli altri la verità che è sotto gli occhi di tutti.
Sono andati a votare in pochi: non tutti gli aventi diritto. Vuol dire che pensano che, per chiunque votino, sarà uguale: non rappresenterà gli interessi comuni, in cambio del giusto pagamento di uno stipendio di Sindaco, ma i propri e di una sua congrega.
Perché pensano questo coloro che hanno rinunciato al proprio diritto democratico?
Perché i fatti fin qui mostrati dai Partiti sono questi.
Semplice. Ma i Partiti si palleggiano le responsabilità fra opposte fazioni irresponsabilmente, come bambini immaturi, nei vari dibattiti televisi: "Tu hai rubato lì e là!" "Vogliamo parlare del vostro Tizio e del vostro Caio allora? Ha rubato di più!" "No, di meno!" "Voi avete avuto più scandali!"
Con parole diverse ma il succo è questo. E chi sta a sentire e vedere pensa che sono sordi e ciechi a causa della enorme distanza che li separa da noi cittadini che formiamo questo Stato.
...omissis...
Dunque IdV, come tutti gli altri Partiti ipocriti che alterano la realtà, dice che ha vinto. L'ho già scritto: De Magistris a Napoli l'hanno votato per lui, per la persona, non per l'etichetta IdV in "franchising". Leoluca Orlando non è certo "il nuovo che avanza", è solo uno che ha fatto il Sindaco tre volte precedentemente e che, di fronte allo sfascio ed al nulla che si presentava, i palermitani che sono andati a votare (una minoranza) si sono votati chi, almeno, aveva esperienza di gestione della città. Orlando è un politico di professione, più che un Professore Universitario: prima DC, poi La Rete, poi IdV. Questo già dice tutto. Ha nel suo curriculum una querela per aver diffamato nientemeno che un eroe della legalità: Giovanni Falcone. Non vedo di quale vittoria si possa fregiare il Partito IdV: fa come tutti, cavalca il momento, senza riflettere sull'insieme. Via col vincitore e abbasso chi non ci sta. Leggete sotto.
La Repubblica.it
Idv: Donadi, Sonia Alfano? Chi oggi non e' qui con Orlando e' fuori dal partito
Palermo, 21 mag.- (Adnkronos) - ''Idv oggi e' tutta in questa sala e con Leoluca Orlando, chi non e' qui e non e' con Orlando non e' dell'Idv. Sonia Alfano ha appoggiato Ferrandelli? Non e' di Idv, non cacciamo chi non ha neppure la tessera ma bisogna condividere il sistema dei nostri valori per stare nel partito''. Lo dice il capogruppo di Idv alla Camera, Massimo Donadi, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono come si comportera' il partito nei confronti dell'eurodeputato Sonia Alfano eletta a Strasburgo come indipendente ed attuale presidente della commissione antimafia del Parlamento europeo.
(21 maggio 2012 ore 19.32)
Questo post evidenzia una mia analisi diversa del risultato della vittoria di Leoluca Orlando in Sicilia, come di quella di De Magistris a Napoli, analisi che collima con quello che oggi questi due sindaci dichiarano su Italia dei Valori che non aveva vinto affatto e loro lo sapevano benissimo.
Una nota particolare va a Donadi che qui diceva cose diverse da quelle che dice oggi: non ci vedeva nemmeno lui, come Di Pietro, oppure era soltanto ipocrita?
Una nota particolare va a Donadi che qui diceva cose diverse da quelle che dice oggi: non ci vedeva nemmeno lui, come Di Pietro, oppure era soltanto ipocrita?
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