Da: Meridiana Magazine.org
FALLIMENTO DELLA DIPLOMAZIA ITALIANA: L’INDIA HA DECISO DI PROCESSARE I MARO’ A KERALA
di Redazione – Una notizia che gela il sangue nelle vene e squarcia il cielo in questa domenica italiana di primavera. Il ‘chief minister’ dello Stato indiano del Kerala, Oommen Chandy, ha escluso oggi che i due maro’ italiani, in carcere con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani, possano essere trasferiti in Italia per essere processati. Lo scrive l’agenzia di stampa statale indiana Pti.
Chandy ha in particolare dichiarato che “la nostra posizione e’ molto chiara, molto aperta. I due militari italiani hanno commesso un reato che cade sotto gli effetti della legge indiana e devono quindi affrontare questo processo. Questa e’ la nostra posizione”. (Ansa) Le dichiarazioni del ‘chief minister’ avvengono due giorni dopo la visita del ministro della Difesa italiano Giampaolo di Paola e mentre il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura, sta giungendo a New Delhi per tentare ancora una volta di sbloccare la vicenda che coinvolge Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
“La giustizia indiana – ha sottolineato Chandy – e’ molto equa, molto aperta e molto indipendente” e gli imputati possono far valere le loro ragioni. Il capo del governo del Kerala ha infine detto che l’Italia è un paese amico e che le relazioni diplomatiche debbono continuare a svilupparsi in un clima positivo.
Clima però che alla luce di queste ultime notizie rischia di avvelenarsi, con quelle tensioni che l’Italia aveva cercato di evitare. Fin dall’inizio di questa lunga storia il Governo ha scelto la linea della pazienza, mantenendo un profilo che non esasperasse gli animi, cercando di limitare al massimo le dichiarazioni irritabili. Adesso le cose stanno per prendere una piega probabilmente inaspettata e la strategia dovrà per forza cambiare.
Alla luce di quello che oggi somiglia tanto ad un fallimento ed una figuraccia internazionale il Governo dovrebbe pensare ad una riflessione seria ed anche i cittadini. Se non ricordiamo male al momento dell’insediamento di Monti e della sua squadra venne affermato che si sarebbe recuperata quell’immagine a livello internazionale che Berlusconi aveva distrutto. Alla luce di questi fatti non sembra proprio.
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Fra tutti i numerosi articoli su questa fresca notizia ho scelto questo perché più rispondente al mio pensiero.
Adesso si sta esagerando. La prima cosa da fare era la perizia balistica che stabilisse se veramente i proiettili che hanno ucciso i due poveri pescatori fossero stati sparati dalle armi in uso ai militari italiani.
Non ho letto notizie che abbiano dato l'esito di questa perizia che, non essendo una perizia biologica, non dovrebbe avere tempi lunghi.
Non sono un'esperta di armi ma, da una cultura generale, desumo che i tempi per arrivare alla certezza se a colpire i poveri morti sono state armi italiane sono ampiamente trascorsi.
Dunque si decide di processarli senza neppure sapere se sono loro la causa di tali morti.
Presi in acque internazionali, sequestrati, umiliati loro e tutti noi, se ci sentiamo italiani.
Al di là, dunque, della giurisdizione che sarebbe italiana per le leggi internazionali, qui non si sa neppure se le armi erano le nostre!
Visto che questo Capo dello Stato del Kerala, stato che fa parte di una confederazione di stati che formano l'India, dice che “La giustizia indiana e’ molto equa, molto aperta e molto indipendente”, perché non tira fuori questa perizia balistica? Poi si può discutere sulla violazione del diritto internazionale per il reato avvenuto in acque internazionali.
Perché non si stabilisce questo? Perché già sanno che i proiettili non erano nostri e dovrebbero lasciarli andare?
Sembra l'esercizio di un potere sapendo benissimo come stanno le cose. Altrimenti questa perizia sarebbe venuta fuori in modo inequivocabile se fossero in buona fede.