Di Andrea Palladino
La provincia di Roma e Acea preparano la guerra dell’acqua
Il nuovo regolamento degli orrori pronto per essere votato dai sindaci
Sta circolando in queste ore la bozza del nuovo regolamento di utenza di Acea Ato 2 spa, che verrà presentato alla prossima conferenza dei Sindaci. Una serie di norme che rafforza il potere di Acea di tagliare l’acqua unilateralmente, lasciando centinaia di famiglie a basso reddito senza un servizio essenziale, creando una situazione di possibile emergenza sanitaria senza precedenti.
Il nuovo regolamento è un vero scempio del principio di diritto all’acqua, dove la mercificazione - quella vera, quella che viene pesata a suon di euro - prevale rispetto al voto chiaro di milioni di cittadini della provincia di Roma. Un documento elaborato dalla Segreteria tecnica operativa diretta dall’ingegner Sandro Piotti, pagata con i soldi delle bollette dei cittadini, che - prima di ogni altra cosa - dovrebbe prendere atto del risultato referendario. Invece si va in direzione opposta.
All’articolo E.1.6 la bozza del regolamento continua a mantenere la pratica del distacco per morosità, su decisione unilaterale del gestore. Anzi, rispetto al regolamento attuale, il taglio dell’acqua per chi non è in grado di pagare le tariffe illegittime di Acea - tali sono, visto che continuano a mantenere il profitto eliminato dai referendum e si basano su un calcolo che non tiene conto del parametro di qualità - ne esce rafforzato.
Non solo Acea continuerà a mantenere il diritto unilaterale di tagliare l’acqua a chi vuole: nel nuovo regolamento si prevede poi “la piombatura” e “la rimozione del contatore” a discrezione del gestore. Un’azione che fisicamente tende ad eliminare il diritto di accesso all’acqua potabile.
Le conseguenze sono evidenti. Migliaia di famiglie oggi nella provincia di Roma non riescono a pagare le tariffe dell’acqua, che hanno subito aumenti vertiginosi negli ultimi tre anni. Secondo una recente ricerca di Sant’Egidio, nel territorio della provincia di Roma risiedono circa 100 mila cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà, che mai potranno pagare le bollette Acea. Molto spesso abitano in case senza avere titoli legittimi, ospitati, o con situazioni famigliari complesse, fattori che possono rendere burocraticamente difficile l‘accesso alle tariffe sociali. Ci sono poi i casi - di certo non rari - della famiglie che si trovano ad affrontare un periodo temporaneo di difficoltà economica, non riuscendo - visto l’attuale regolamento - a richiedere in tempo l’applicazione della tariffa sociale. Si tratta di casi non rarissimi, che oggi rischiano concretamente di non poter più bere, di non poter cucinare, di non potersi lavare. C’è poi il caso dei cittadini che - legittimamente - hanno contestato le bollette per tariffe applicate in maniera erronea dal gestore (circa 600 famiglie solo nel comune di Velletri) che sono ora in attesa del giudizio di merito dei magistrati.
Ricordiamo a tutti che il Tribunale di Latina, anche per i motivi esposti, ha dichiarato nei mesi scorsi vessatoria - e quindi illegale - la clausola del regolamento idrico dell’Ato 4 che prevede il distacco per morosità. Correttamente i magistrati hanno sottolineato che prima di esercitare un’azione di forza di questa portata, il gestore deve obbligatoriamente richiedere la valutazione di una parte terza, come, ad esempio, il giudice di pace. Se questo principio giuridico vale per la provincia di Latina, non capiamo perché non possa essere applicato in tutta la regione Lazio. Un punto, questo, sul quale chiediamo un pronunciamento urgente e pubblico del presidente Zingaretti.
Acea con il nuovo regolamento di utenza riceverebbe poi poteri di accesso alle abitazioni private dei cittadini che non sono concessi neanche alle forze dell’ordine. Il gestore potrà entrare nelle proprietà private senza preavviso per controllare contatori che - per legge - non sono di sua proprietà. La titolarità degli acquedotti fino al misuratore è infatti dei Comuni, mentre Acea ha esclusivamente una concessione che le permette di utilizzare la rete, contatori compresi. L’enorme potere che la bozza di regolamento dunque concede al gestore è sproporzionata e non rispetta il principio costituzionale della proprietà pubblica del sistema idrico.
La bozza dei nuovo regolamento d’utenza contiene poi principi inaccettabili, che comporteranno elevati costi per molte famiglie. Al punto B1.5 si prevede la facoltà per Acea di installare riduttori di pressione nelle zone dove arriva poca acqua (gran parte dei Castelli romani, ad esempio). La spesa per la vasca di accumulo - necessaria per poter usare l’acqua dopo l’installazione dei riduttori - sarà a carico dei “clienti”, che dovranno esborsare migliaia di euro per i lavori di adeguamento degli impianti idrici. In sostanza Acea dove non è riuscita a risolvere la mancanza dell’acqua - dove sono finiti i grandi investimenti promessi? - spenderà pochi centesimi per ridurre il flusso, caricando i costi delle vasche e delle pompe alle famiglie.
Il nuovo regolamento degli orrori è ricco di sorprese. Se la punizione per chi ritarda il pagamento è alta - rescissione del contratto - quasi nulla accade quando Acea non rispetta i parametri minimi di servizio. L’articolo B1.7, ad esempio, prevede qualche euro di rimborso - “senza altro indennizzo di sorta” - in caso di interruzione del servizio per un periodo superiore ai 15 giorni.
Chiediamo a questo punto una presa di posizione ferma e chiara da parte dei Sindaci, che nei prossimi giorni saranno chiamati a discutere questa bozza di Regolamento di utenza. Votare queste norme significherà firmare una cambiale in bianco ad Acea, aprendo le porte ad una vera e propria guerra dell’acqua, con pattuglie di tecnici inviati nelle case dei cittadini più bisognosi armati di sigilli e tagliatubi. Chiediamo poi una parola di chiarezza al presidente della provincia Nicola Zingaretti che subito dopo il risultato del referendum commentò: “I cittadini hanno avuto una grande capacità di giudizio e hanno compreso l’importanza che questo voto avrebbe avuto per il futuro imminente del nostro Paese”. Ora è arrivato il momento della verità: da che parte si schiererà la politica? Con le grandi multinazionali o a fianco dei cittadini?
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Aggiungo a quello che scrive Palladino che ACEA ATO2 contro ogni legge e contro la democrazia fa pagare a molti cittadini dei Castelli Romani la "Depurazione Fognature + Iva al 10%" in bolletta dal 2007. La sottoscritta ha indotto il Sindaco di Rocca Priora ad inviare Ufficialmente ad ACEA, con un protocollo di uscita, l'elenco delle strade del Comune in cui non sono state MAI costruite le fognature. Nonostante ciò, nonostante raccomandate inviate ad ACEA ATO2 da cittadini privi di rete fognaria, nonostante la sottoscritta abbia interessato la sede regionale del partito di cui faceva parte, Italia dei Valori, nulla è accaduto. L'impunità di ACEA ATO2 ha l'assenso dei politici, altrimenti non si può spiegare come si possa permettere di porsi al di sopra della Legge. Se fosse un privato si potrebbe denunciare per falsa fatturazione, perché fattura un servizio MAI reso e contravviene alla legge. Invece continua nell'abuso, forte delle protezioni silenti ma presenti della classe politica.