martedì 3 aprile 2012

Roma Ladrona!!

Da: TGCom24

Bufera sulla Lega,"Soldi trafugati per i Bossi"
Indagato il tesoriere Belsito che poi si dimette

Nel mirino dei pm anche Paolo Scala e Stefano Bonet sospettati di appropriazione indebita. Accertamenti su un rimborso per spese elettorali di 18 milioni. L'inchiesta dopo la denuncia di un esponente del Carroccio

foto Ansa - il tesoriere Belsito

21:04 - Perquisita la sede della Lega Nord di Milano, in coordinamento fra le procure di Napoli, Milano e Reggio Calabria. Un'inchiesta riguarda gli investimenti in Tanzania effettuati dal tesoriere Francesco Belsito indagato per appropriazione indebita e truffa allo Stato. Il leghista, tra l'altro, avrebbe commesso illeciti anche da sottosegretario nel governo Berlusconi. Belsito è nel mirino dei pm di Napoli anche per riciclaggio, coinvolti Lavitola e Tarantini.
"Coi soldi mantenuta tutta la famiglia Bossi"Il tesoriere della Lega Francesco Belsito avrebbe distratto soldi pubblici "per sostenere i costi della famiglia Bossi". E' quanto si legge nel decreto di perquisizione eseguito dai finanzieri del nucleo tributario di Milano nell'ambito dell'inchiesta in cui è indagato il tesoriere del Carroccio. Nel documento si parla di "esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Si tratta di contanti o assegni circolari o attraverso contratti simulati".

Viaggi, alberghi e cene per figli Bossi e Rosy Mauro
In particolare da una nota dei carabinieri del Noe agli atti delle indagini si evince che il tesoriere Francesco Belsito, con i soldi dei rimborsi elettorali avrebbe foraggiato con viaggi, alberghi, cene, i figli di Umberto Bossi e Rosy Mauro, leader del Sinpa, il sindacato padano, molto vicina a Bossi.

Pagata anche la campagna elettorale del Trota
Parte dei fondi sottratti al partito sarebbero serviti per finanziare la campagna elettorale per le regionali del 2010 in Lombardia di Renzo Bossi. E' questo un particolare che, secondo indiscrezioni, emerge dagli atti dell'inchiesta dei pm milanesi. Altri soldi sarebbero stati usati per pagare i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio del leader del Carroccio Umberto Bossi.

Poverini i Bossi! Non bastavano i circa 10.000 euro al mese (forse anche di più) che gli italiani debbono pagare per lo stipendio del "Trota"! Quelli gli serviranno per le piccole spese! Lui e gli altri Bossi debbono vivere come principi! In fondo piano piano l'Italia sta retrocedendo verso le epoche in cui c'era la monarchia assoluta, in cui la plebe doveva pagare e basta! I principi passavano il potere ai figli anche se erano pazzi o deficienti e vivevano tutti nel lusso alla faccia dei plebei che si ammazzavano per pochi soldi!  Tutto come adesso!
Lusi, nella marea di milioni di euro che il partito riceveva grazie ad una legge contro-referendum (come dicevamo: chi se ne frega del parere della plebe!), aveva preso 20 milioni di euro e Rutelli e compagni non se ne erano manco accorti! 
Pensate quanti giovani ricercatori si potrebbero finanziare solo con 20 milioni di euro!
Invece si danno ai partiti che non si accorgono neppure se spariscono, tanti ce ne tolgono a noi plebei che abbiamo pure pagato i seggi per il referendum!  E si abolisce il finanziamento per i ricercatori meritevoli! Se la notizia vi è sfuggita l'ha commentata il chirurgo, oggi politico, Ignazio Marino con desolazione al telegiornale.

ACEA e i suoi abusi sui cittadini

Di Andrea Palladino

La provincia di Roma e Acea preparano la guerra dell’acqua
Il nuovo regolamento degli orrori pronto per essere votato dai sindaci

Sta circolando in queste ore la bozza del nuovo regolamento di utenza di Acea Ato 2 spa, che verrà presentato alla prossima conferenza dei Sindaci. Una serie di norme che rafforza il potere di Acea di tagliare l’acqua unilateralmente, lasciando centinaia di famiglie a basso reddito senza un servizio essenziale, creando una situazione di possibile emergenza sanitaria senza precedenti.
Il nuovo regolamento è un vero scempio del principio di diritto all’acqua, dove la mercificazione - quella vera, quella che viene pesata a suon di euro - prevale rispetto al voto chiaro di milioni di cittadini della provincia di Roma. Un documento elaborato dalla Segreteria tecnica operativa diretta dall’ingegner Sandro Piotti, pagata con i soldi delle bollette dei cittadini, che - prima di ogni altra cosa - dovrebbe prendere atto del risultato referendario. Invece si va in direzione opposta.
All’articolo E.1.6 la bozza del regolamento continua a mantenere la pratica del distacco per morosità, su decisione unilaterale del gestore. Anzi, rispetto al regolamento attuale, il taglio dell’acqua per chi non è in grado di pagare le tariffe illegittime di Acea - tali sono, visto che continuano a mantenere il profitto eliminato dai referendum e si basano su un calcolo che non tiene conto del parametro di qualità - ne esce rafforzato.
Non solo Acea continuerà a mantenere il diritto unilaterale di tagliare l’acqua a chi vuole: nel nuovo regolamento si prevede poi “la piombatura” e “la rimozione del contatore” a discrezione del gestore. Un’azione che fisicamente tende ad eliminare il diritto di accesso all’acqua potabile.
Le conseguenze sono evidenti. Migliaia di famiglie oggi nella provincia di Roma non riescono a pagare le tariffe dell’acqua, che hanno subito aumenti vertiginosi negli ultimi tre anni. Secondo una recente ricerca di Sant’Egidio, nel territorio della provincia di Roma risiedono circa 100 mila cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà, che mai potranno pagare le bollette Acea. Molto spesso abitano in case senza avere titoli legittimi, ospitati, o con situazioni famigliari complesse, fattori che possono rendere burocraticamente difficile l‘accesso alle tariffe sociali. Ci sono poi i casi - di certo non rari - della famiglie che si trovano ad affrontare un periodo temporaneo di difficoltà economica, non riuscendo - visto l’attuale regolamento - a richiedere in tempo l’applicazione della tariffa sociale. Si tratta di casi non rarissimi, che oggi rischiano concretamente di non poter più bere, di non poter cucinare, di non potersi lavare. C’è poi il caso dei cittadini che - legittimamente - hanno contestato le bollette per tariffe applicate in maniera erronea dal gestore (circa 600 famiglie solo nel comune di Velletri) che sono ora in attesa del giudizio di merito dei magistrati.
Ricordiamo a tutti che il Tribunale di Latina, anche per i motivi esposti, ha dichiarato nei mesi scorsi vessatoria - e quindi illegale - la clausola del regolamento idrico dell’Ato 4 che prevede il distacco per morosità. Correttamente i magistrati hanno sottolineato che prima di esercitare un’azione di forza di questa portata, il gestore deve obbligatoriamente richiedere la valutazione di una parte terza, come, ad esempio, il giudice di pace. Se questo principio giuridico vale per la provincia di Latina, non capiamo perché non possa essere applicato in tutta la regione Lazio. Un punto, questo, sul quale chiediamo un pronunciamento urgente e pubblico del presidente Zingaretti.
Acea con il nuovo regolamento di utenza riceverebbe poi poteri di accesso alle abitazioni private dei cittadini che non sono concessi neanche alle forze dell’ordine. Il gestore potrà entrare nelle proprietà private senza preavviso per controllare contatori che - per legge - non sono di sua proprietà. La titolarità degli acquedotti fino al misuratore è infatti dei Comuni, mentre Acea ha esclusivamente una concessione che le permette di utilizzare la rete, contatori compresi. L’enorme potere che la bozza di regolamento dunque concede al gestore è sproporzionata e non rispetta il principio costituzionale della proprietà pubblica del sistema idrico.
La bozza dei nuovo regolamento d’utenza contiene poi principi inaccettabili, che comporteranno elevati costi per molte famiglie. Al punto B1.5 si prevede la facoltà per Acea di installare riduttori di pressione nelle zone dove arriva poca acqua (gran parte dei Castelli romani, ad esempio). La spesa per la vasca di accumulo - necessaria per poter usare l’acqua dopo l’installazione dei riduttori - sarà a carico dei “clienti”, che dovranno esborsare migliaia di euro per i lavori di adeguamento degli impianti idrici. In sostanza Acea dove non è riuscita a risolvere la mancanza dell’acqua - dove sono finiti i grandi investimenti promessi? - spenderà pochi centesimi per ridurre il flusso, caricando i costi delle vasche e delle pompe alle famiglie.
Il nuovo regolamento degli orrori è ricco di sorprese. Se la punizione per chi ritarda il pagamento è alta - rescissione del contratto - quasi nulla accade quando Acea non rispetta i parametri minimi di servizio. L’articolo B1.7, ad esempio, prevede qualche euro di rimborso - “senza altro indennizzo di sorta” - in caso di interruzione del servizio per un periodo superiore ai 15 giorni. 
Chiediamo a questo punto una presa di posizione ferma e chiara da parte dei Sindaci, che nei prossimi giorni saranno chiamati a discutere questa bozza di Regolamento di utenza. Votare queste norme significherà firmare una cambiale in bianco ad Acea, aprendo le porte ad una vera e propria guerra dell’acqua, con pattuglie di tecnici inviati nelle case dei cittadini più bisognosi armati di sigilli e tagliatubi. Chiediamo poi una parola di chiarezza al presidente della provincia Nicola Zingaretti che subito dopo il risultato del referendum commentò: “I cittadini hanno avuto una grande capacità di giudizio e hanno compreso l’importanza che questo voto avrebbe avuto per il futuro imminente del nostro Paese”. Ora è arrivato il momento della verità: da che parte si schiererà la politica? Con le grandi multinazionali o a fianco dei cittadini?

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Aggiungo a quello che scrive Palladino che ACEA ATO2 contro ogni legge e contro la democrazia fa pagare a molti cittadini dei Castelli Romani la "Depurazione Fognature + Iva al 10%" in bolletta dal 2007. La sottoscritta ha indotto il Sindaco di Rocca Priora ad inviare Ufficialmente ad ACEA, con un protocollo di uscita, l'elenco delle strade del Comune in cui non sono state MAI costruite le fognature. Nonostante ciò, nonostante raccomandate inviate ad ACEA ATO2 da cittadini privi di rete fognaria, nonostante la sottoscritta abbia interessato la sede regionale del partito di cui faceva parte, Italia dei Valori, nulla è accaduto. L'impunità di ACEA ATO2 ha l'assenso dei politici, altrimenti non si può spiegare come si possa permettere di porsi al di sopra della Legge. Se fosse un privato si potrebbe denunciare per falsa fatturazione, perché fattura un servizio MAI reso e contravviene alla legge. Invece continua nell'abuso, forte delle protezioni silenti ma presenti della classe politica. 

Gli innocenti si uccidono, i colpevoli vanno a testa alta

Da: La Repubblica.it

Le tagliano la pensione si uccide a 78 anni

Orrore a Gela: Nunzia G. si è gettata dalla finestra di casa al  quarto piano. Prendeva 800 euro al mese, ridotti a 600

di LORENA SCIME'

GELA - Sarebbe stato un gesto dettato dalla disperazione quello compiuto da una donna di 78 anni di Gela,  Nunzia  C., vedova, che ieri ha deciso di farla finita dopo aver scoperto che dalla pensione le era stata decurtata la somma di 200 euro. La diminuzione della pensione sarebbe diventata un ossessione per la donna, tanto da spingerla a gettarsi dalla terrazza della sua abitazione di quattro piani, in via Amilcare, nei pressi del cimitero monumentale. Questo è emerso dal racconto fatto dai figli della settantottenne dopo il suicidio. Nello stesso stabile in cui risiedeva la donna vivevano anche i suoi familiari.

Sono stati i figli ad avvertire il tonfo, e una volta affacciati al balcone hanno fatto la terribile scoperta. Dinanzi ai loro occhi è apparso il corpo senza vita della madre, riverso sull’asfalto, in una pozza di sangue. Ed è stato il terrore. Poi, l’intervento sul posto delle forze dell’ordine, dei vigili urbani e dei soccorritori. Ma per la donna non c'è stato nulla da fare.

Sembra che la donna avesse già da qualche tempo manifestato la propria preoccupazione per la riduzione della sua pensione, prima con la morte del marito, avvenuta l’anno scorso ed ora con una ulteriore stangata. Le sue possibilità economiche erano passate da 800 euro a 600 euro al mese. I quattro figli avevano cercato di rassicurarla ma tutto è stato inutile. La preoccupazione ha fatto scattare nella donna un momento di sconforto tale da spingerla a compiere il gesto estremo.

Lo scorso primo gennaio una tragedia simile era successa a Bari, un settantaquattrenne che percepiva una pensione sociale di 450 e un'altra di 250 euro, si è visto richiedere dall'Inps la restituzione di 5 mila euro. E anche lui si è gettato dal balcone.
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Chi ha vissuto accanto ad una persona anziana sa quanto, invecchiando, diventano fragili psicologicamente: si attaccano allo scandire della riscossione della loro pensione, unica sicurezza, unico riconoscimento da parte di una Società che altrimenti li considera ai margini, ormai inutili.

Come molti anch'io ho avuto la mia esperienza personale: per mia madre la pensione era importantissima. Quando le spostarono il giorno di riscossione dai primi giorni del mese a metà di esso mi ossessionava con il ritornello che, così facendo, lo Stato a poco a poco le rubava il mese. Io le spiegavo e rispiegavo che qualsiasi fosse il giorno di riscossione era sempre quel mese che le veniva pagato, che il pagarlo 12 giorni dopo la solita data non le toglieva la pensione che le spettava per quel mese... Ma non si convinceva più di tanto, credo che si chetasse solo per farmi piacere, ma era convinta che lo Stato, portando avanti la data a poco a poco avrebbe saltato il mese... Se un vecchio ha dei figli che lo seguono può avere un sostegno nel dialogo con loro... Ma se è solo o se, come in questo caso, la pensione era stata decurtata di molto, un quarto dell'intera cifra, nemmeno i figli riescono a sostenere l'animo del fragile vecchio che nella pensione ripone la sua sicurezza esistenziale, la sua dignità, quasi...
Non posso nemmeno pensare a mia madre se le avessero tolta una cifra simile dall'ammontare: sarebbe stata una tragedia che nemmeno le mie parole avrebbero potuto sanare.
Ovviamente queste notizie ci riempiono tutti di tristezza: è deprimente sentire che i vecchi si suicidano, che gli imprenditori e gli operai si suicidano... Mentre i soldi degli italiani rendono ricchi dei vergognosi crapuloni che non si vergognano però di niente... Anzi! Vanno in giro a testa alta come quel Lusi ripreso dalle telecamere dei telegiornali... Mi fermo qui perché l'elenco è lungo e lo conosciamo tutti.