(AGI) - Bari, 11 apr. - Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha ricevuto un avviso di conclusione indagini di un'inchiesta sul concorso per primario di chirurgia toracica all'ospedale S. Paolo di Bari e gli si addebita di aver favorito la nomina del professore Sardelli con la contestazione di concorso in abuso d'ufficio. A renderlo noto e' stato, nel corso di una conferenza stampa, lo stesso Nichi Vendola. "Sono anni di attivita' investigative, di ascolto di intercettazioni, credo di potermi dichiarare assolutamente sereno come in passato, sempre, perche' credo se c'e' un tratto che ha contraddistinto in tutti questi anni la mia azione e' stato sempre quello di garantire la tutela dell'interesse pubblico, la tutela del diritto alla salute, la tutela della trasparenza, la tutela del buon andamento della Pubblica Amministrazione".
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola spiegando, dopo aver reso noto dell'avviso di conclusione delle indagini, di aver ritenuto "importante, essendo stato depositario di questo atto, darne conto alla stampa".
"Vorrei ringraziare il professore Sardelli,che conoscevo per chiara fama, per essere una vera promessa nell'ambito della scienza medica, non solo per essere una delle piu' autorevoli eccellenze sanitarie nella nostra Regione - ha aggiunto - ma per aver portato nell'ospedale San Paolo, territorio di frontiera, il suo talento, per aver sperimentato tecnologie di avanguardia, per essere diventato un punto di riferimento internazionale".
"Questa mattina - ha detto il governatore - ho ricevuto dalle mani di alcuni finanzieri l'avviso di conclusione delle indagini su un filone d'inchiesta che riguarda il concorso per primario di chirurgia toracica nell'ospedale S. Paolo di Bari che e' stato vinto dal professore Paolo Sardelli e mi si addebita di aver favorito la sua nomina. Questa accusa - ha precisato ancora Vendola - nasce soltanto dalle dichiarazioni di Lea Cosentino (ex-direttore generale della Asl di Bari e coinvolta in altre inchieste sulla sanita' in Puglia, ndr) che asserisce che all'origine di questa mia interferenza ci sarebbe la mia amicizia con Sardelli elemento gia' da questi smentito mesi fa". "A questo concorso, come a tutti i concorsi - ha spiegato Vendola - mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore". "Chiunque, qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi rari, relativamente ai concorsi, sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore - ha aggiunto - nell'ambito di questa indagine si appura ovviamente che il professore Sardelli era comunque il migliore, cioe' non viene messa in dubbio la qualita'". "Mi accusa la dottoressa Cosentino, mi accusa sulla base di sue dichiarazioni rese tre mesi fa, non suffragate da nessun altra prova, nessun altra documentazione, mi accusa una persona che e' animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanita' - ha precisato ancora - la dottoressa Cosentino e' comprensibilmente animata da rancore nei miei confronti, tanto animata da rancore che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro". "Nell'atto di chiusura delle indagini ci sono dei virgolettati- ha raccontato nel corso della conferenza stampa Vendola - virgolettati che piu' o meno sono questi: "non preoccuparti ti copro io" e "questa cosa la devi fare a tutti i costi...deve vincere per forza Sardelli". Questi virgolettati non sono attribuibili a me ma sono attribuibili alla dottoressa Consentino che liberamente descrive i fatti secondo la sua memoria". "Non sono intercettazioni - ha precisato - sono frasi che la Cosentino dice nell'interrogatorio che ha reso a gennaio scorso, due-tre mesi fa". Nelle indagini, ha aggiunto, "siamo soltanto io e la Cosentino, la Cosentino come autrice di abuso d'ufficio e io come istigatore dell'abuso d'ufficio. Senza le frasi specifiche che dice la Cosentino nell'interrogatorio non si sarebbe potuto prefigurare un capo d'imputazione nei miei confronti". "Ricordo una frase molto significativa confermata dal principale imputato nelle indagini sulla malasanita', cioe' Gianpaolo Tarantini. La frase diceva cosi': "la dottoressa Cosentino era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti". Questo e' il quadro reale". Ha sottolineato ancora Vendola. "Permettete che io legga quello che scriveva un gip in una richiesta di archiviazione: "quanto alla posizione del presidente Vendola, gli stessi commenti che formulano i soggetti interessati, Tedesco e Lea Cosentino, dimostrano l'assenza non solo di condotte ma ancor prima di finalita' e obiettivi dell'azione politica che possano in qualche modo dimostrare l'esercizio di pressioni e condizionamenti dell'attivita' istituzionale'".
E' evidente che l'accusata chiama a correo Nicola Vendola un po' per vendetta e un po' perché chi è nel fango cerca di tirarci dentro anche gli altri. Ci vogliono prove che qui non ci sono.