Andrea Pulcinelli ha inviato a tutti gli aderenti ai Comitati per l'Acqua Pubblica dei Castelli Romani le riprese video della Assemblea di venerdì 13 aprile 2012:
PARTE 1 http://youtu.be/KcZYqmmTcpI
PARTE 2
http://youtu.be/FdAPbNEM7bw
PARTE 3
http://youtu.be/x8TDOQf9zhY
PARTE 4 http://youtu.be/9lLBV9nw9zI
PARTE 5
http://youtu.be/5beeHKpzJ_4
Da: Albano5Stelle
lunedì 16 aprile 2012
Ricordate: sono lì grazie al vostro voto!
Da: L'ESPRESSO (16 aprile 2012)
I 'big', onorevoli fannulloni
di Silvia Cerami
Da quando non è più premier, Berlusconi diserta la Camera. D'Alema
non ha mai presentato nemmeno un atto da inizio legislatura (record mondiale).
Tremonti ha il due per cento di presenze, Alfano salta nove sedute su dieci, La
Russa va a votare sette volte su cento. Ma prendono tutti lo stipendio (pieno)
di parlamentare
Al lavoro, in tutta fretta. I tre big, Angelino Alfano, Pier
Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, causa fiducia dei cittadini nei
confronti della politica ai minimi storici, hanno deciso di mettersi d'impegno
dando vita alla proposta di legge sulla trasparenza e il controllo dei bilanci
dei partiti. Un sussulto di attività, considerando che in questa legislatura di
vita parlamentare ne hanno fatta poca.
Angelino Alfano dal 2008 è riuscito a saltare nove sedute su dieci e a collocarsi al 500° posto su 630 deputati quanto a indice di produttività, il parametro utilizzato da 'Openpolis' per stabilire l'entità e l'impegno dell'onorevole durante la legislatura, considerando fattori diversi come la sua presenza in aula, i disegni di legge firmati e presentati, le mozioni e gli emendamenti.
Nulla in confronto a Pier Luigi Bersani. Perché se Alfano, prima di essere acclamato segretario del Pdl, ha avuto un ruolo di governo e nel 70 per cento dei casi non era assente, ma impegnato in missioni istituzionali, il segretario del Pd, che in missione non è mai andato e che avrebbe dovuto fare l'opposizione, ha accumulato appena il 30 per cento di presenze, tanto da guadagnare il quarto posto nella classifica dei deputati più assenteisti.
'Meglio' di lui hanno potuto solo Denis Verdini e Nicolò Ghedini e ovviamente il primo classificato, l'onorevole dottore Antonio Gaglione, il noto recordman dell'assenteismo I primi due per oltre il 70 per cento dei casi sono stati assenti, spesso 'giustificati' dagli impegni che Silvio Berlusconi ha dato loro. Decisamente più produttivo Pier Ferdinando Casini. Con quasi il 60 per cento di presenze si colloca al 262° posto nella classifica di produttività e in testa tra i leader, anche se vale la pena ricordare che è il capogruppo dell'UDC.
Ma l'ABC di salvezza nazionale ha di che consolarsi. C'è chi è riuscito a non presentare nemmeno un atto come primo firmatario in un'intera legislatura. E' il record da nessun altro eguagliato che può vantare Massimo D'Alema. Non molto diversi gli score del senatore Alberto Tedesco con due atti e di Marcello Dell'Utri con tre. A questo primato D'Alema può aggiungere anche una scarsa presenza in aula, appena il 39,7 per cento.
Ma se parliamo di assenze, non si può dimenticare il Cavaliere, che da quando non è più premier ha partecipato solo a quattro votazioni su 504, lo 0,79 per cento del totale. Come deputato peraltro non è mai stato molto presente ai lavori d'aula: basti pensare che durante le 9.964 votazioni che ci sono state da inizio legislatura si è visto solo 43 volte, ma fino al 16 novembre 2011, per il suo ruolo di Presidente del Consiglio, nel 90 per cento dei casi si trovava impegnato in missioni sia in Italia sia all'estero. Da quanto è stato sostituito da Mario Monti invece non ha più avuto impedimenti istituzionali per svolgere la sua attività di deputato, eppure a Montecitorio l'hanno visto solo quattro volte.
Lo seguono in questa scelta anche i fidi Ghedini e Verdini. A gennaio sono apparsi una volta su 86 votazioni, da febbraio Ghedini poi non ha più varcato la porta di Montecitorio e Verdini ha concesso la sua presenza per tre votazioni su 317.
Le assenze si fanno sentire anche nell'opposizione del Carroccio. Del resto per Umberto Bossi e Roberto Maroni i problemi sono altrove. E così se da inizio legislatura non hanno superato il cinque per cento di presenze, spesso a causa di impegni e viaggi istituzionali, nel mese di marzo, quando è giunta l'ora di 'pulire il pollaio', il Senatur si è presentato in Aula solo una volta e il delfino con ramazza appena undici su 132.
Preferisce disertare la Camera e cercare la sua 'Uscita di sicurezza' anche Giulio Tremonti. In questi anni si è recato a votare solo due volte su cento. Anche lui, come ministro dell'Economia, prima era impegnato altrove, ma da quando non lo è più ha scelto di continuare a non farsi vedere. A gennaio e febbraio non ha partecipato ad alcuna votazione. E' però riapparso con la primavera: nell'ultimo mese è riuscito ad esserci 37 volte su 132 votazioni con un indice di presenza del 28 per cento.
Angelino Alfano dal 2008 è riuscito a saltare nove sedute su dieci e a collocarsi al 500° posto su 630 deputati quanto a indice di produttività, il parametro utilizzato da 'Openpolis' per stabilire l'entità e l'impegno dell'onorevole durante la legislatura, considerando fattori diversi come la sua presenza in aula, i disegni di legge firmati e presentati, le mozioni e gli emendamenti.
Nulla in confronto a Pier Luigi Bersani. Perché se Alfano, prima di essere acclamato segretario del Pdl, ha avuto un ruolo di governo e nel 70 per cento dei casi non era assente, ma impegnato in missioni istituzionali, il segretario del Pd, che in missione non è mai andato e che avrebbe dovuto fare l'opposizione, ha accumulato appena il 30 per cento di presenze, tanto da guadagnare il quarto posto nella classifica dei deputati più assenteisti.
'Meglio' di lui hanno potuto solo Denis Verdini e Nicolò Ghedini e ovviamente il primo classificato, l'onorevole dottore Antonio Gaglione, il noto recordman dell'assenteismo I primi due per oltre il 70 per cento dei casi sono stati assenti, spesso 'giustificati' dagli impegni che Silvio Berlusconi ha dato loro. Decisamente più produttivo Pier Ferdinando Casini. Con quasi il 60 per cento di presenze si colloca al 262° posto nella classifica di produttività e in testa tra i leader, anche se vale la pena ricordare che è il capogruppo dell'UDC.
Ma l'ABC di salvezza nazionale ha di che consolarsi. C'è chi è riuscito a non presentare nemmeno un atto come primo firmatario in un'intera legislatura. E' il record da nessun altro eguagliato che può vantare Massimo D'Alema. Non molto diversi gli score del senatore Alberto Tedesco con due atti e di Marcello Dell'Utri con tre. A questo primato D'Alema può aggiungere anche una scarsa presenza in aula, appena il 39,7 per cento.
Ma se parliamo di assenze, non si può dimenticare il Cavaliere, che da quando non è più premier ha partecipato solo a quattro votazioni su 504, lo 0,79 per cento del totale. Come deputato peraltro non è mai stato molto presente ai lavori d'aula: basti pensare che durante le 9.964 votazioni che ci sono state da inizio legislatura si è visto solo 43 volte, ma fino al 16 novembre 2011, per il suo ruolo di Presidente del Consiglio, nel 90 per cento dei casi si trovava impegnato in missioni sia in Italia sia all'estero. Da quanto è stato sostituito da Mario Monti invece non ha più avuto impedimenti istituzionali per svolgere la sua attività di deputato, eppure a Montecitorio l'hanno visto solo quattro volte.
Lo seguono in questa scelta anche i fidi Ghedini e Verdini. A gennaio sono apparsi una volta su 86 votazioni, da febbraio Ghedini poi non ha più varcato la porta di Montecitorio e Verdini ha concesso la sua presenza per tre votazioni su 317.
Le assenze si fanno sentire anche nell'opposizione del Carroccio. Del resto per Umberto Bossi e Roberto Maroni i problemi sono altrove. E così se da inizio legislatura non hanno superato il cinque per cento di presenze, spesso a causa di impegni e viaggi istituzionali, nel mese di marzo, quando è giunta l'ora di 'pulire il pollaio', il Senatur si è presentato in Aula solo una volta e il delfino con ramazza appena undici su 132.
Preferisce disertare la Camera e cercare la sua 'Uscita di sicurezza' anche Giulio Tremonti. In questi anni si è recato a votare solo due volte su cento. Anche lui, come ministro dell'Economia, prima era impegnato altrove, ma da quando non lo è più ha scelto di continuare a non farsi vedere. A gennaio e febbraio non ha partecipato ad alcuna votazione. E' però riapparso con la primavera: nell'ultimo mese è riuscito ad esserci 37 volte su 132 votazioni con un indice di presenza del 28 per cento.
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E' L'Espresso a scriverlo, giornale sicuramente di sinistra. Ma ormai, lo sappiamo tutti, non esiste sinistra, destra, centro... esiste solo una massa indistinta di profittatori del popolo che, in parte è bue, ma in parte no e pur non potendone più è arrivato ad un punto in cui sente la rabbia scoppiare e vorrebbe vederli tutti morti... Ma come si fa? Usciamo tutti di casa con coltelli da cucina, bastoni, armi varie per chi ce le ha e invadiamo Montecitorio? Oppure lasciamo che vada a votare quel 5% di subparassiti che con la politica ci vive, nel sottobosco di questi parassiti?
D'Alema se gli vai a dire quello che ha scritto Silvia Cerami si scandalizza e ti ricorda che lui è il Presidente del Copasir e lavora lì... tantissimo!
Berlusconi... beh! Ma che pretendete che venga pure alla Camera? Lui sta in politica solo per sé stesso, lo sapete tutti, almeno è più scoperto di D'Alema che pretende di fare il superiore-saccente.
Non li votate più e torneranno a fare il loro lavoro... Chi ce l'ha, naturalmente. Berlusconi fa l'imprenditore senza regole; D'Alema l'hanno iscritto all'Ordine dei giornalisti (basta qualche articolo sui giornali politici amici, la dimostrazione che te li hanno pure pagati e dopo un esamino stai a posto) ma credo che non sappia fare neppure il giornalista... E' il popolo, che si è fidato di costoro, che li ha fatti ricchi.
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