Nel 2013 quando ci
sarà da giudicare l’operato dei politici nazionali l’astensione potrebbe
diventare valanga. I partiti sembrano non rendersi conto che stanno ballando
sull’orlo di un vulcano in eruzione. Ho sentito esponenti del Pd, dell’Idv, del
Sel dichiarare trionfalmente di aver vinto. Sì, hanno vinto, ma su un elettorato
dimezzato, l’altra metà li butterebbe nel cratere insieme al Pdl e alla Lega. La
crisi ha aperto gli occhi ai cittadini che si sono finalmente accorti di essere
presi in giro da almeno trent’anni, governasse le destra o la sinistra o tutte e
due insieme. Negli anni Ottanta ci sono state le elargizioni clientelari ai fini
del voto di scambio, le casse integrazioni protratte all’infinito, l’inflazione
a due cifre, che hanno dissanguato le casse dello Stato, cioè le tasche dei
cittadini che non partecipavano alla baldoria, mentre non c’era appalto senza
tangente politica, il che ci è costato secondo stime molto prudenziali, 630
miliardi. Nel 1993-94 la nascita della Lega e le conseguenti inchieste
giudiziarie avrebbero dovuto suonare come un avvertimento ai partiti perché
rientrassero nelle loro, limitate, funzioni. E invece sono state cambiate,
ancora una volta, le carte in tavola; i magistrati sono diventati i veri
colpevoli, i ladri, le vittime, e, per sopramercato, giudici dei loro giudici.
Poi è venuta la lunga stagione berlusconiana che alle antiche malefatte ha
aggiunto quelle di un regime personale che ha tolto al popolo italiano quel poco
di senso della legalità e della responsabilità che ancora gli restava. Ma con la
crisi ci si è resi conto che se tutti rubano non resta più nessuno a cui rubare
e si va a picco. Ecco perché le elezioni del 2013, Grillo o non Grillo,
potrebbero segnare, con un’astensione colossale, la fine della democrazia
rappresentativa all’italiana.
Massimo
Fini
Debbo dire che fa piacere che una penna importante scriva (meglio) quello che scrivo io su questo piccolo blog.
Anch'io ho trovato risibile e falso il trionfalismo di certi partiti. Soprattutto, debbo dire, Antonio Di Pietro ha confermato che è come tutti gli altri. Parlo spesso di lui perché è un punto sensibile per me: mai avevo preso una tessera di un partito, mi ero caricata di volantini, ero andata in giro con la bandiera (ora riposta nel vano lavanderia della mia casa), e, tanti anni fa, all'inizio di questo Movimento IdV, avevo dato un contributo oltre la spesa della tessera pur avendo pochi soldi. E' brutto rendersi conto che non era come diceva. Parla, parla ma sempre sull'onda del momento, quello che di più la gente vuole sentirsi dire...
Ora dice, come fanno tutti i politici che si creano una realtà da sbattere in faccia ai cittadini, che lui (IdV) ha vinto e cita i due sindaci di Napoli e Palermo.
Ora io so che quando De Magistris e Sonia Alfano si sono permessi di criticare certo andazzo di un partito che di Valori aveva solo il nome, fecero una riunione della Dirigenza a porte chiuse in cui si sono sbranati. De Magistris diceva cose giuste, dunque come mai al Presidente non andava bene, quando in giro si riempiva la bocca della parola "TRASPARENZA"?
Leoluca Orlando, politico di professione di lungo corso, è già stato sindaco di Palermo. Dunque dove sta la novità? Prima aveva la casacca del partito da lui creato, La Rete, ormai estinto, ora ha la casacca di IdV. Trasformismo politico. Ho conosciuto un dirigente di Libera che li ha conosciuti bene entrambi e di uno ha detto "che ha rovinato La Rete" e dell'altro che "è un Giano Bifronte".
Questo spiega perché si fa bello con De Magistris (che l'avrebbero votato con qualsiasi partito si fosse presentato) e con il riciclato Orlando, che i palermitani hanno ripescato perché, evidentemente, disperati.
Antonio Di Pietro dimentica i Razzi e gli Scilipoti, che lui si è tirato dentro, per non parlare del lombrosiano De Gregorio di cui oggi Lavitola conferma che fu acquistato. Uomini in vendita dentro un partito che si chiama Italia dei Valori... Il valore dei soldi.
Nel piccolo, nel regionale, ho scritto e ripetuto a tutti la storia che migliaia di cittadini del mio territorio pagano ad ACEA ATO2, che lo fattura, un Servizio di Depurazione fognature + IVA al 10% per fognature mai costruite.
Ho scritto a Di Pietro, a due Consiglieri Regionali di IdV, all'On. Rota... Nessuno sa spiegare perché, pur avendo come Vicepresidente del C.d.A. di ACEA ATO2 un uomo di Italia dei Valori, viene imposto questo vergognoso balzello ai cittadini. Il primo a non rispondere, se non cose fumose e a non fare nulla, è stato proprio l'ex-Segretario Politico Regione Lazio IdV poi messo su quella poltrona. Di cose e cosette ne avevo viste tante e con altre militanti ci eravamo chieste se Di Pietro sapesse o non sapesse... Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché ho scoperto che IdV si comportava come tutti gli altri partiti e forse, in molte cose, anche peggio. Di Pietro non ha mai risposto, a differenza di altre circostanze del passato. L'On. Rota ha risposto attraverso la sua Assistente Parlamentare che, ignara di tutti i precedenti, mi ha detto ingenuamente di rivolgermi al nuovo Coordinatore regionale Lazio IdV. Sapendo già il risultato, gli ho semplicemente girato la e-mail compresa del suggerimento dell'ingenua Assistente.
Ha risposto un assordante silenzio.
Ora, se fossero in buona fede, potrebbero rispondere con argomenti che bisogna comunque pagare per questa e quest'altra ragione... Ma il silenzio è un'altra cosa.
D'altra parte ho largamente illustrato su questo blog la situazione legale della faccenda: BRIANZACQUE, analogo di ACEA ATO2 per altri territori della Nazione, in analoga situazione, applica le leggi e toglie tale balzello, rifondendo chi è stato costretto a pagare nel timore di, emesse le indebite fatture per un servizio inesistente, finire, non pagandole, sotto la persecuzione di Equitalia!
Per chi vuole capirci di più rimando all'etichetta ACEA ATO2 che, cliccando sotto un post qualsiasi che la riporta, richiama in sequenza tutto quello che riguarda questa Municipalizzata che ha come Vicepresidente un uomo IdV.
Loro sono vicini al cittadino? Lo dice Antonio Di Pietro: a parole. Nei fatti lui dichiarava in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera del 16/07/2011 le seguenti cose sottoriportate:
Ho scritto a Di Pietro, a due Consiglieri Regionali di IdV, all'On. Rota... Nessuno sa spiegare perché, pur avendo come Vicepresidente del C.d.A. di ACEA ATO2 un uomo di Italia dei Valori, viene imposto questo vergognoso balzello ai cittadini. Il primo a non rispondere, se non cose fumose e a non fare nulla, è stato proprio l'ex-Segretario Politico Regione Lazio IdV poi messo su quella poltrona. Di cose e cosette ne avevo viste tante e con altre militanti ci eravamo chieste se Di Pietro sapesse o non sapesse... Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché ho scoperto che IdV si comportava come tutti gli altri partiti e forse, in molte cose, anche peggio. Di Pietro non ha mai risposto, a differenza di altre circostanze del passato. L'On. Rota ha risposto attraverso la sua Assistente Parlamentare che, ignara di tutti i precedenti, mi ha detto ingenuamente di rivolgermi al nuovo Coordinatore regionale Lazio IdV. Sapendo già il risultato, gli ho semplicemente girato la e-mail compresa del suggerimento dell'ingenua Assistente.
Ha risposto un assordante silenzio.
Ora, se fossero in buona fede, potrebbero rispondere con argomenti che bisogna comunque pagare per questa e quest'altra ragione... Ma il silenzio è un'altra cosa.
D'altra parte ho largamente illustrato su questo blog la situazione legale della faccenda: BRIANZACQUE, analogo di ACEA ATO2 per altri territori della Nazione, in analoga situazione, applica le leggi e toglie tale balzello, rifondendo chi è stato costretto a pagare nel timore di, emesse le indebite fatture per un servizio inesistente, finire, non pagandole, sotto la persecuzione di Equitalia!
Per chi vuole capirci di più rimando all'etichetta ACEA ATO2 che, cliccando sotto un post qualsiasi che la riporta, richiama in sequenza tutto quello che riguarda questa Municipalizzata che ha come Vicepresidente un uomo IdV.
Loro sono vicini al cittadino? Lo dice Antonio Di Pietro: a parole. Nei fatti lui dichiarava in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera del 16/07/2011 le seguenti cose sottoriportate:
Però?
“Però quella era una Tangentopoli quasi banale. Da mazzetta nascosta nel cesso del Pio Albergo Trivulzio o nel puf di casa Poggiolini. Ora sta tutto nelle pieghe della consulenza, dell'incarico. E' una tangente fatturata. Io da pm ho fatto il radiologo e ho scoperto un tumore sociale. Loro hanno creato un antidoto al medico, non al tumore”.
Una Tangentopoli quasi legalizzata?
“Allora un cittadino imprenditore pagava un politico per avere un vantaggio. Ora sono tutti i cittadini a pagare, senza volerlo. Una corruzione più diffusa e meno visibile. Un esempio: le 7 mila società partecipate dagli enti locali hanno assunto 25 mila consiglieri di amministrazione. Bastava un amministratore unico”.
E uno di questi sta, con l'etichetta Italia dei Valori, nel C.d.A. di ACEA ATO2. Una cosa dice e un'altra cosa fa. Forse è per questo che quel dirigente di Libera disse a me ed a mio marito: "E' un Giano Bifronte"?
Sono d'accordo con Massimo Fini: l'altra metà dell'elettorato li butterebbe nel cratere del vulcano insieme agli altri partiti.