Dal sito della Protezione Civile
Rischio sismico
L’Italia è uno dei Paesi a
maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare posizione
geografica, nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella
eurasiatica. La sismicità più elevata si concentra nella parte
centro-meridionale della Penisola, lungo la dorsale appenninica (Val di Magra,
Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del Liri,
Beneventano, Irpinia), in Calabria e Sicilia e in alcune aree settentrionali,
come il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale. Solo la Sardegna non
risente particolarmente di eventi sismici.
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Il terremoto, ripetuto per giorni, stressa l'animale Uomo che, per quanto raziocinante e pur nelle diversità di personalità e di equilibrio da individuo ad individuo, perde quello che è un riferimento mentale sicuro per l'Uomo: la terra dove poggia i piedi e dove la Forza di Gravità lo tiene inchiodato.
Purtroppo i riferimenti mentali dell'Uomo sono come quelli della formica: apparenti, illusori e molto soggettivi.
Per noi che ci camminiamo sopra la Terra appare dura, stabile, perché siamo appunto formiche rispetto ad essa. Ma la Terra, in realtà è molto soffice e piena di spaccature e, soprattutto, fatta di zolle che si muovono come zatteroni gli uni rispetto agli altri.
L'unica cosa che possiamo fare è una mappatura statistica dei siti più ballerini nel tempo e regolarci su cosa ci costruiamo sopra.
E' estremamente pericolosa, poi, quella gente che, come dei Cagliostro attualizzati, dice che può prevedere i terremoti, per follia, per brama di fama, non si sa, qualunque sia lo scopo è una illusoria millanteria a cui vanno dietro persone non sufficientemente acculturate in studi scientifici.
Le previsioni possono solo essere statistiche e quindi necessariamente imprecise sui tempi e sui luoghi. E se è vero che quando la Terra si fessura esce del radon, anche se non sempre, quindi non può costituire un dato certo di terremoto, non è detto che il terremoto avvenga dove è uscito questo gas. La Terra ha infiniti passaggi sotterranei oscuri attraverso cui il gas può affiorare alla superficie provenendo da lontane fratture.
Studiosi di tutto il mondo, geofisici che studiano la Terra dalla mattina alla sera usando gli strumenti più all'avanguardia, non sanno prevedere i terremoti. Possono solo studiarne le cause a posteriori e disegnare mappe sismiche probabilistiche.
Da uno studio di Fisica Ambientale - Università della Calabria
Negli ultimi anni la ricerca sulla predizione dei
terremoti è basata principalmente sull’osservazione di fenomeni precursori. In
ogni caso la correlazione tra terremoti e fenomeni precursori è ancora di
difficile comprensione perché le cause e le condizioni che li governano sono
complesse. Un fenomeno precursore avviene prima che abbia luogo un terremoto.
Negli ultimi venti anni sono stati individuati diversi precursori, tra i quali
la variazione anomala di Radon nel suolo o in sorgenti situate presso le faglie
attive. Il problema più importante che si presenta nel momento in cui si decide
di eseguire una campagna di monitoraggio del Radon è quello di distinguere il
segnale anomalo dall’emissione caratteristica del luogo o addirittura dal
rumore. Esistono diversi esempi in letteratura dove si evidenzia che la
correlazione tra evento sismico e variazione di concentrazione di Radon non è
biunivoca, dal momento che molti terremoti, anche forti, avvengono senza che si
registrino anomalie presso siti di monitoraggio situati presso il futuro
epicentro, così come si osservano anomalie che non possono essere connesse a
nessun terremoto. Infatti le fluttuazioni di Radon sono dovute a diverse cause
tra le quali rivestono un’importanza principale la morfologia e/o l’idrologia
del territorio, l’insediamento umano che spesso altera il delicato equilibrio
del sottosuolo; ma il fattore più influente è quello dovuto alle variazioni
cicliche stagionali.
Nel nostro dipartimento è in corso una campagna di
monitoraggio di Radon presso sorgenti site presso faglie attive. Il nostro scopo
è quello di verificare che le sorgenti a concentrazione di Radon maggiore sono
proprio quelle a cavallo delle faglie attive. Tra tutte le sorgenti a
concentrazione più elevata si esegue un monitoraggio giornaliero nel tempo per
seguire le variazioni di concentrazione di Radon nell’acqua ed eventualmente
metterle in correlazione con eventi di natura microsismica. È da tempo in corso
una collaborazione con il CNR di Cosenza, che ha portato diversi risultati. È
stata eseguita una campagna di mappatura della concentrazione di Radon nei suoli, e
attualmente si sta portando a termine una campagna di monitoraggio nel tempo
presso sorgenti situate presso grosse anomalie di concentrazione di Radon nel
suolo. Queste sorgenti si trovano presso faglie attive, e il nostro scopo è
quello di seguire le variazioni di concentrazione di Radon. Si sta ampliando
inoltre il lavoro di mappatura delle sorgenti presso il territorio di
Cosenza.
Mappa del rischio sismico dell'Italia dell'Istituto Nazionale di Geofisica