Da: La Nazione - Pisa
La scomparsa di Roberta Ragusa, cosa rischiano i figli
Il parere della professoressa Dell’Osso
Daniele e Alessia senza mamma da 5 mesi: "Necessario un supporto
psicologico. Può ridurre il rischio di conseguenze".
Pisa, 5 giugno 2012 - SIAMO ormai a poco meno di cinque dalla misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa. La sparizione della contitolare dell’autoscuola «Futura» ha lasciato a casa soli con il padre (e i nonni paterni, abitano a pochi metri) i due figli: Daniele di quasi 16 anni ed Alessia di poco meno di 11 anni. La prolungata e inquietante assenza di un genitore cosa comporta in figli che con sanno, dopo così tanto tempo, che fine ha fatto la loro mamma e quali cause? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Liliana Dell’Osso, direttrice e della Clinica Psichiatrica del’Azienda ospedaliera universitaria pisana.
«LA PERDITA di un genitore è da sempre riconosciuta — afferma la psichiatra — come un evento traumatico maggiore per l’individuo. La perdita, specie se traumatica, inattesa, improvvisa, ha una risonanza emotiva enorme e si associa invariabilmente all’attivazione cronica dei sistemi fisiologici di risposta allo stress che può favorire la comparsa di manifestazioni psicopatologiche di varia natura fino alla slatentizzazione in soggetti predisposti di veri e propri disturbi mentali. Gli eventi precoci di perdita, infatti, sono di frequente riscontro nella storia clinica dei nostri pazienti affetti da disturbi d’ansia e dell’umore.
Le caratteristiche traumatiche della perdita, che il soggetto vive con sentimenti di orrore o impotenza, aumentano il rischio per un particolare tipo di disturbo d’ansia oggi noto come Disturbo Post-traumatico da Stress. E’ importante sottolineare che non tutte le persone esposte a gravi eventi traumatici necessariamente sviluppano un disturbo mentale: è infatti necessaria una predisposizione genetico-costituzionale, una vulnerabilità individuale. Spesso tale predisposizione è del tutto silente dal punto di vista clinico o magari si esprime con alcune caratteristiche del temperamento e della personalità del soggetto quali la sensibilità allo stress e alla separazione dalle figure di riferimento, l’ansia, l’insicurezza, l’eccessiva reattività e instabilità dell’umore».
«È IMPORTANTE — conclude la professoressa Dell’Osso — l’importanza di un’adeguata e tempestiva assistenza ai soggetti esposti a eventi di perdita, specie se adolescenti. Il semplice supporto psicologico immediatamente dopo l’evento traumatico riduce il rischio di conseguenze a lungo termine. La tecnica psicoterapica di ricostruire le fasi e i ricordi del trauma al fine di consentirne una più rapida elaborazione ha dato risultati contrastanti. Molto utile si è rivelata invece la strategia volta a supportare psicologicamente i soggetti traumatizzati nell’affrontare le emozioni negative e nel recupero graduale delle abitudini e dello stile di vita sconvolti dal trauma. Allo stesso modo fondamentale sembra essere un approccio all’individuo di tipo psicoeducazionale attraverso cui si prepara il soggetto a saper riconoscere quelle che potranno essere le eventuali reazioni emotive al trauma».
di FEDERICO CORTESI
federico.cortesi@lanazione.net
Pisa, 5 giugno 2012 - SIAMO ormai a poco meno di cinque dalla misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa. La sparizione della contitolare dell’autoscuola «Futura» ha lasciato a casa soli con il padre (e i nonni paterni, abitano a pochi metri) i due figli: Daniele di quasi 16 anni ed Alessia di poco meno di 11 anni. La prolungata e inquietante assenza di un genitore cosa comporta in figli che con sanno, dopo così tanto tempo, che fine ha fatto la loro mamma e quali cause? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Liliana Dell’Osso, direttrice e della Clinica Psichiatrica del’Azienda ospedaliera universitaria pisana.
«LA PERDITA di un genitore è da sempre riconosciuta — afferma la psichiatra — come un evento traumatico maggiore per l’individuo. La perdita, specie se traumatica, inattesa, improvvisa, ha una risonanza emotiva enorme e si associa invariabilmente all’attivazione cronica dei sistemi fisiologici di risposta allo stress che può favorire la comparsa di manifestazioni psicopatologiche di varia natura fino alla slatentizzazione in soggetti predisposti di veri e propri disturbi mentali. Gli eventi precoci di perdita, infatti, sono di frequente riscontro nella storia clinica dei nostri pazienti affetti da disturbi d’ansia e dell’umore.
Le caratteristiche traumatiche della perdita, che il soggetto vive con sentimenti di orrore o impotenza, aumentano il rischio per un particolare tipo di disturbo d’ansia oggi noto come Disturbo Post-traumatico da Stress. E’ importante sottolineare che non tutte le persone esposte a gravi eventi traumatici necessariamente sviluppano un disturbo mentale: è infatti necessaria una predisposizione genetico-costituzionale, una vulnerabilità individuale. Spesso tale predisposizione è del tutto silente dal punto di vista clinico o magari si esprime con alcune caratteristiche del temperamento e della personalità del soggetto quali la sensibilità allo stress e alla separazione dalle figure di riferimento, l’ansia, l’insicurezza, l’eccessiva reattività e instabilità dell’umore».
«È IMPORTANTE — conclude la professoressa Dell’Osso — l’importanza di un’adeguata e tempestiva assistenza ai soggetti esposti a eventi di perdita, specie se adolescenti. Il semplice supporto psicologico immediatamente dopo l’evento traumatico riduce il rischio di conseguenze a lungo termine. La tecnica psicoterapica di ricostruire le fasi e i ricordi del trauma al fine di consentirne una più rapida elaborazione ha dato risultati contrastanti. Molto utile si è rivelata invece la strategia volta a supportare psicologicamente i soggetti traumatizzati nell’affrontare le emozioni negative e nel recupero graduale delle abitudini e dello stile di vita sconvolti dal trauma. Allo stesso modo fondamentale sembra essere un approccio all’individuo di tipo psicoeducazionale attraverso cui si prepara il soggetto a saper riconoscere quelle che potranno essere le eventuali reazioni emotive al trauma».
di FEDERICO CORTESI
federico.cortesi@lanazione.net
Da madre che ha messo i propri figli sopra ogni cosa: il lavoro, le scelte molto personali, i desideri ed i sogni, e da nonna che segue da vicino dei nipoti, due di età molto vicina a quella di Daniele ed Alessia, penso con sgomento al dolore destabilizzante di queste due creature e al vuoto incolmabile in cui i loro angosciosi pensieri fluttuano, necessariamente. Non è solo la perdita della mamma, il dolore per la sua mancanza, è che non sanno nulla di cosa le è successo.
L'assassino o il colpevole di questa sparizione ha ucciso un po' anche loro due, privandoli di un bene insostituibile: l'amore che Roberta aveva per loro e che loro "sentivano". Nessuno ha potuto parlare male di questa donna, neppure il marito che la tradiva, eppure qualcuno l'ha tolta ai suoi figli, ancora così piccoli e vulnerabili: per questo il danno sulle loro vite sarà maggiore.