WINDJET/ Alitalia e il fallimento di un sistema-Paese
domenica 12 agosto 2012
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WINDJET/ Fallimento più vicino dopo la lite con Alitalia.
Ultimatum Enac per il 13 agosto
WINDJET/ Rischio fallimento. L’Enac convoca i vertici. Attesa per
Alitalia
L’Enac ha attivato un’unità di crisi con Alitalia
e altre compagnie aeree per affrontare la situazione che si è creata con il
tracollo di WindJet. Il cambio in corsa della società
presieduta da Roberto Colaninno, che all’ultimo ha rinunciato all’acquisizione
della low cost, rischia di lasciare a terra 300mila passeggeri che proprio la
settimana di Ferragosto si stanno dirigendo a trascorrere le vacanze in Sicilia.
Il sussidiario.net ha intervistato Ugo Arrigo, professore di Finanza pubblica
all’Università Bicocca ed esperto di trasporti aerei.
Professor Arrigo, la situazione sembra
ormai giunta a un punto di non ritorno …
L’Enac, l’ente che deve regolare il settore,
rischia di ritrovarsi con migliaia di passeggeri che hanno acquistato il
biglietto ma sono privi di un volo. In questa vicenda il sistema Paese fa una
figura davvero pessima, perché siamo nel punto di massima stagionalità di una
stagione turistica che non sta andando per nulla bene, e arriviamo a Ferragosto
con la seconda compagnia aerea italiana che chiude. L’effetto sul turismo
internazionale è veramente da Paese disorganizzato, cioè che non è in grado di
fare funzionare i suoi asset. E’ una tipica storia italiana in cui nessuno degli
attori fa la sua parte e risulta all’altezza del copione, e il risultato è sotto
gli occhi di tutti.
Qual è il vero motivo di questo tracollo?
Dopo lunghe trattative, Alitalia ha comunicato
che non intende più portare avanti l’acquisizione di WindJet.
Ufficialmente ha imputato la sua decisione a inadempienze e a informazioni
parziali, scaricando la responsabilità sulla stessa low cost. In pochi hanno
notato che in realtà Alitalia ha cambiato idea dopo che l’antitrust ha messo una
serie di paletti. L’obiettivo dell’ex compagnia di bandiera era comprarsi il
monopolio sulle rotte da Catania e dalla Sicilia, e quando è stata messa di
fronte al fatto che ciò non era possibile perché avrebbe dovuto cedere slot ha
ripensato la sua scelta e si è resa conto che l’acquisizione non le conveniva
più di tanto. Il dato di fatto è che inizialmente Alitalia sembrava molto
motivata a prendere WindJet, e ultimamente ha invece cambiato
opinione.
I vertici di Alitalia si aspettavano che
l’antitrust prendesse una decisione differente?
La posizione dell’antitrust, che ha imposto il
rilascio di slot sulle rotte principali servite da WindJet, era
ampiamente prevedibile. Non sarebbe stato possibile ricorrere a norme approvate
appositamente, come quando c’è stata l’acquisizione di Alitalia da parte di
AirOne. In quest’ultimo caso l’antitrust non intervenne, a differenza di quando
Alitalia acquisì Volare. Anche quest’ultima una low cost che era andata in
crisi, e che era stata acquistata da Alitalia soprattutto con l’obiettivo di
comprare degli spazi. In quel caso l’antitrust impose il rilascio di slot, e
quindi era prevedibile che con Wind Jet avrebbe fatto altrettanto.
Da che cosa nasce il dissesto finanziario
di WindJet?
Da un lato dal rincaro del prezzo del petrolio
con immediati effetti su quello del carburante, che ovviamente per le compagnie
aeree rappresenta una grossa fetta dei costi operativi. Dall’altra dipende dal
fatto che ultimamente ci troviamo in una fase di recessione economica, e negli
ultimi mesi c’è stato un calo nella domanda di passeggeri sulle rotte italiane.
Wind Jet si è ritrovata quindi nell’ultimo anno con aerei più vuoti e con costi
di produzione più elevati. Questo ha provocato lo squilibrio economico che ora
sta scontando.
Eppure Wind Jet serve il mercato
siciliano che è di per sé promettente …
Per un’azienda di dimensioni relativamente
piccole come WindJet, il quadro economico è molto facilmente
deteriorabile, e quindi basta poco per provocare un tracollo. Si aggiunga il
fatto che è aumentata la concorrenza delle low cost internazionali, come Easy
Jet e Ryanair, e il quadro del dissesto è completo.
A questo punto che cosa si può fare?
L’accordo con Alitalia era praticamente già
chiuso, e il tempo perso in cui si è data per scontata l’acquisizione di Wind
Jet ha reso più difficile avviare trattative con altre compagnie. I tempi per
trovare una via d’uscita ormai si sono molto ristretti. Il rischio è che
WindJet debba interrompere i voli perché non ha più i soldi per
fare decollare gli aerei, e questo rende l’acquisizione da parte di altri
soggetti ancora più improbabile.
(Pietro Vernizzi)
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Da: La Repubblica.it
Codacons. Durissimo il Codacons contro il supplemento chiesto ai
passeggeri Wind Jet per la riprotezione sui voli di altre compagnie aeree. "Si
tratta di un balzello assolutamente ingiusto, che viene richiesto a viaggiatori
che si trovano in una situazione di necessità e che quindi hanno scarse o nulle
possibilità di scelta - afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - vista
la situazione di emergenza, il dirottamento su altri voli deve avvenire in modo
totalmente gratuito per i passeggeri, e le compagnie potranno poi rivalersi su
Wind Jet per i costi sostenuti". Il supplemento è stato quantificato
dall'associazione in 80-120 euro. Il Codacons sta inoltre studiando la
possibilità di una class action da parte dei viaggiatori che in questi giorni
hanno subito la cancellazione del volo o pesanti ritardi e infinite attese
presso gli aeroporti. "Tutti coloro che hanno subito disagi potranno agire
attraverso il Codacons per chiedere i danni non solo alla compagnia aerea, ma
anche all'Enac, che non ha saputo prevenire i gravi disservizi e tutelare
adeguatamente gli utenti - spiega Rienzi - e se la situazione non tornerà alla
normalità, i 300mila possessori di biglietti Wind Jet potranno aderire alla mega
class action del Codacons per ottenere il rimborso di quanto pagato e il
risarcimento dei danni subiti".
Siamo alle solite: si pensi ai disagi dei viaggiatori, molti con bambini, anche neonati... E debbono ripagare quello che hanno già acquistato...
Perché Wind Jet non ha rimborsato i biglietti o non ne ha garantito il rimborso visto che non poteva dare il servizio? Perché oltre al disagio conseguente al disservizio la gente deve ancora sborsare altri soldi? Anche chiedendo i danni l'incognita di avere giustizia è altissima in questo Paese. Intanto paga due volte... poi si vedrà!
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L'Italia non è nuova a truffe e disagi imposti ai turisti:
Si pensi ad esempio alle attività turistiche di Tanzi, uno dei talloni d'Achille
del gruppo. Nel corso degli anni '90 la girandola delle acquisizioni realizzate
nel segmento turistico sembra infinita: Club Vacanze, Cit (poi ceduta), poi -
dopo la nascita di Parmatour - Comitour, Gruppo Ausiliare, Going, Lastminutetour...
Tanzi, si proprio lui, quello della Parmalat, ha fatto piangere anche turisti che si erano affidati ad esempio alla Comitour che, pare, gestisse la figlia...
Una delle tante storie: anno 2000, una futura sposa, ignara di vivere in un mondo di truffe, si reca presso un'agenzia di viaggi e, sotto la guida attenta del gestore, prenota il suo viaggio di nozze in Grecia: varie tappe, vari luoghi, con alberghi e spostamenti prenotati e pagati preventivamente.
Il sogno dei due sposi dura solo fino ad Atene dove l'albergo è di alto livello, con piscina sulla terrazza... All'arrivo alla prima isola si trovano davanti ad una stamberga con doccia costituita da un tubo di gomma. Da quell'isola debbono poi andare a Creta, dove non arriveranno mai! Iniziano telefonate disperate all'agenzia di viaggi che dichiara che l'organizzatore è Comitour. Bloccati sull'isoletta nella stamberga non ottengono nulla dalla corrispondente agenzia di viaggi del luogo. Telefonano ai parenti in Italia i quali sporgono denuncia ai Carabinieri che si recano presso l'Agenzia di Viaggi la quale scarica tutto sul marchio Comitour che, raggiunto dai parenti degli sfortunati sposi telefonicamente, promette un rimborso tramite un Buono Vacanze da spendere presso di loro naturalmente! A nulla serve che la madre dello sposo interessi anche le sedi diplomatiche: parlerà personalmente con il Console delle Cicladi Meridionali il quale parlerà con la nostra Ambasciata ad Atene e, soprattutto, a lungo con la madre dello sposo che apprenderà che la Comitour non paga i corrispondenti Agenti di Viaggio in loco che, anche loro protetti pare dalle autorità locali, truffano i turisti dando un incredibile "servizio" ben diverso da quello prenotato e pagato in Italia.
Fine della triste storia: un viaggio di nozze rovinato, soldi buttati, un aereo per ritornare in Italia da Atene pagato salatissimo!
Gli sposi scelgono di non fare causa, anche se il Console delle Cicladi Meridionali si dice disposto a testimoniare...
Forse hanno fatto bene, forse avrebbero solo speso inutilmente altri soldi per avvocati e registrazioni delle cause presso i Tribunali... Basta leggere su Wikipedia cosa era la matassa Tanzi e con quanti e quali fili era aggomitolata... Se leggete forse decidete che non vale la pena di spendere tempo e carburante (caro!) per andare a votare: ci sono dentro tutti e nessuno è innocente.
Cosa volete che gliene importi di una piccola storia di sposi che volevano vivere il loro sogno... Leggete, leggete, che grandi manovre di soldi ci sono SEMPRE dietro ai disservizi che poi ricadono sulle spalle di quelli che PAGANO, SOLTANTO e SEMPRE.