Protesta sotto casa di Erich Priebke
"Noi non dimentichiamo il boia nazista"
Manifestanti della comunità ebraica si sono presentati sotto casa dell'ex ufficiale nazista agli arresti domiciliari per un sit-in in ricordo delle vittime delle stragi e delle torture e per protestare contro la libertà di passeggiare per Roma concessa all'ergastolano. Pd: "Verificare pericoli di fuga"
Un presidio per chiedere giustizia, non dimenticare, ma anche per protestare contro le passeggiate romane di Erich Priebke, ex ufficiale nazista agli arresti domiciliari. Ad organizzare la protesta pacifica e silenziosa di fronte all'abitazione romana del gerarca sono stati ragazzi e adulti della comunità ebraica della capitale che, poco prima delle 8, si sono presentati nella piccola strada dietro via di Boccea presidiata giorno e notte dai militari. Duplice lo scopo del sit in: da un lato, ricordare che gli ebrei "non dimenticano e non perdonano" il boia nazista; dall'altro, manifestare il loro sdegno per le libere uscite di Priebke, a passeggio per Roma "come un turista". Una protesta che raccoglie anche il malumore di molti commercianti della zona, che vivono quelle passeggiate come un'offesa, alla memoria della città di Roma. E che ha raccolto anche la solidarietà di Emanuele Fiano, repsonsabile sicurezza del Pd che ha aggiunto: "Il criminale Priebke ha ricevuto una condanna all'ergastolo con l'obbligo degli arresti domiciliari in ragione della sua età avanzata, con deroga per le funzioni religiose in chiesa e per altri bisogni primari. Nei giorni scorsi, però, il suddetto Priebke risulterebbe aver incontrato esponenti di una organizzazione di suoi sostenitori, probabilmente non italiani e quindi simpatizzanti con le gesta assassine di un "boia" per queste condannato nel nostro Paese. Chiederò sia al ministro dell'Interno e della Difesa di verificare se il comportamento del Priebke sia compatibile
Quello che non si tollera, è il fatto che l'ex ufficiale delle SS esca sempre
più spesso dalla sua abitazione: "Non vogliamo e non possiamo accettare che un
assassino, un nazista condannato all'ergastolo, possa girare indisturbato per le
vie di Roma. Non possiamo tollerare che lo Stato italiano, il nostro Stato
italiano, permetta ad un pluriomicida, assassino, di fare la vita di un
vacanziere in pensione, scorrazzando indisturbato nella città, come un normale
cittadino". E non manca un riferimento alla fuga di un criminale nazista: "Siamo
qui perché non dimentichiamo che il 15 agosto 1977, un altro criminale nazista,
Herbert Kappler, fu fatto fuggire indisturbato. Loro malgrado, il popolo ebraico
non è svanito nei forni crematori di Auschwitz o nelle fosse Ardeatine. Noi
siamo qui, vivi a chiedere giustizia".
(13 agosto 2012)
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Che scoramento leggere certe notizie!
Da quando, dopo il processo arrivato già troppo tardi, ma comunque arrivato, l'avevano rinchiuso in un comodo e pulito convento a Frascati, davanti al quale quando ci passavo vicino mi chiedevo con astio "Che giustizia è questa?", pensando alle vittime di questo mostro orgoglioso che non si è mai pentito, anzi si dichiarava sereno per "aver fatto il suo dovere di soldato", mi domandavo che fine avesse fatto, visto che non era più lì...
Ora lo so. E non la Comunità ebraica deve protestare ma qualsiasi cittadino italiano abbia un minimo senso di Giustizia.
Che avvilimento! Ancora una volta ci si rende conto che chi si comporta male ha sempre la meglio... purtroppo. Le sue vittime sono morte nel terrore: egli sparò in testa personalmente ad alcune delle vittime delle Fosse Ardeatine...
Dio non c'è... mi perdonino i credenti che leggono questo blog, di qualsiasi religione essi siano... Non c'è... E questa è la più semplice spiegazione a tutto...
Questo feroce assassino ha compiuto 99 anni il 29 luglio 2012... E' in ottima salute e non soffre di sensi di colpa che possano togliergli la serenità!
La serenità la toglie a noi una giustizia degli uomini che non rende mai giustizia alle vittime: troppo grave fu il danno! La vita... Non abbiamo che questo, e chi la toglie si erge a "Dio", senza rimorsi... La crudeltà con cui la toglie non merita poi alcuna richiesta di perdono o di pietà.
Invece si osa chiedere anche questo a chi sente il dolore dell'ingiustizia: perdono e pietà.
Per Kappler ci fu anche la beffa: chiesto il perdono dei parenti delle vittime e non ottenutolo, lo si fece fuggire mettendo su una pagliacciata di sceneggiata a copertura del tutto.
Su Reder, finto pentito che, appena ottenuta la libertà, dichiarò di non esserlo affatto, ho già scritto su questo blog. Basta cliccare sull'etichetta che appare in fondo al post, in questo caso "Assassini e vittime", se si vuole leggere il mio commento: è del 9 gennaio 2012 e si intitola "Chi se ne frega delle vittime".