Credo di aver dato l'etichetta giusta a questo post, "Scrivere", giacché credo sia dovuto solo alla mia inclinazione, nata con me, allo scrivere l'invito che ho ricevuto e che pubblico qui sotto:
CONFINDUSTRIA
CULTURA ITALIA
è lieta di
invitarLa al Convegno
“L’Agenda Digitale
per lo sviluppo dei contenuti culturali”
Roma, 3 ottobre
2012, ore 10.30
Auditorium Parco
della Musica – Sala Risonanze
Viale Pietro de
Coubertin, 30
Aziende
leader, esponenti dei settori coinvolti, vertici delle associazioni
confindustriali, protagonisti pubblici del dibattito sull’agenda digitale faranno il punto della situazione e tracceranno i nuovi
capitoli di una agenda per lo sviluppo dell’offerta digitale del prodotto
culturale italiano.
In allegato il
Programma del Convegno
R.S.V.P. Segreteria
Organizzativa Confindustria Cultura Italia Tel 06.95222160 Fax 06.95222161 www.confindustriaculturaitalia.it
Credo che sia dovuto a questa inclinazione a scrivere, che mi ha spinto a trovare in questo mezzo di comunicazione che è il blog, il fatto che mi abbiano trovato e, con la mia e-mail messa a disposizione di chi vuole contattarmi, abbiano ritenuto che forse questo piccolo blog "ha qualche contenuto culturale".
Al Convegno c'era molta gente importante e, fra questi, Riccardo Tozzi, Presidente dell'ANICA, il quale rappresentava quel prodotto culturale che è il Cinema. Il Cinema che, dopo aver dominato quasi tutto il secolo appena passato, ha iniziato a vedersi "insidiato dai marziani": intendendo per invasori marziani, e ha citato scherzosamente Flaiano per "Un marziano a Roma", la TV e ora Internet.
Ovviamente Internet solo là dove c'è la pirateria del prodotto culturale che così viene insidiato: i siti illegali che consentono di scaricare film ancora nelle sale, provocando un danno economico all'industria del Cinema.
E rifacendosi a questo problema Enzo Mazza, Presidente FIMI, ha lamentato la mancanza di un regolamento e il fatto che i siti illegali vengano anche foraggiati da chi attraverso essi si fa pubblicità. Il settore che egli rappresenta, la produzione musicale, nonostante non goda di contributi di tipo assistenziale, riesce a vivere nel campo digitale.
Infine Stefano Parisi, Presidente Confindustria Digitale, ha parlato del fine dell'Agenda Digitale: diffondere i contenuti culturali, rafforzando le possibilità di Internet.
Il loro problema è l'assetto normativo. Posso capire là dove c'è il furto sopra citato, ma non vorrei che questo assetto normativo levasse la libertà di espressione, che è una ricchezza, relegandola dentro confini protezionistici del tipo: iscrizione all'Albo dei Giornalisti, tasse ecc. ecc.
Di fatto vogliono un'Autorità Amministrativa che intervenga subito per bloccare i siti illegali (e questo va bene) che utilizzano i prodotti culturali altrui.
Diverso è, a mio avviso, se si prende spunto da notizie pubblicate, dunque rese "di tutti", e le si approfondisce e le si commenta. Questo lo possono fare tutti in rete, purché rispettino il codice penale naturalmente. Né si può pretendere che un blogger diventi giornalista per esprimerle, anche perché molti di noi sanno come si diventa giornalista. Basta avere un amico compiacente che ti faccia scrivere su un giornale, (a volte un politico che lo finanzia con soldi pubblici), dimostrando che ti ha pagato per la prestazione, passare un esamino, (che ho visto superare anche da persone che non sanno affatto scrivere), e hai la patente di giornalista.