mercoledì 17 ottobre 2012

Amore di un padre e mostruosità di un altro


Da: La Repubblica.it

Padre salva 3 figli che rischiano di annegare e poi muore

Livorno, 16 ott. - Un uomo di 42 anni, Samuel Rubin, originario della Svizzera e padre di cinque figli, e' morto annegato questo pomeriggio nel tratto di mare di fronte a Rimigliano - fra San Vincenzo e Piombino - dopo aver salvato tre figli che stavano facendo il bagno in acqua. Secondo una prima ricostruzione al vaglio dei carabinieri, l'uomo si e' accorto che i tre figli che erano in acqua non riuscivano a rientrare a riva. Si e' cosi' gettato in acqua e, dopo averli riportati a terra, e' stato colto da un malore ed e' morto. Il drammatico episodio in cui ha perduto la vita il turista svizzero e' accaduto questo pomeriggio poco prima delle 15. L'uomo si trovava in spiaggia insieme alla moglie e ai cinque figli sul tratto di litorale alle spalle della spiaggia che costeggia la pineta e la strada provinciale della Principessa a Rimigliano, pochi chilometri a sud di San Vincenzo. In quel momento sulla spiaggia non si trovavano altre persone. Tre dei cinque figli di Samuel Rubin hanno deciso di fare il bagno malgrado il mare fosse agitato. Quando il quarantaduenne padre si e' accorto che non riuscivano a tornare a riva e rischiavano di venire inghiottiti dalle onde e dalla corrente, ha deciso di gettarsi in mare ed e' riuscito a portarli a riva. Lo sforzo per trascinarli a terra, pero', si e' rivelato fatale. L'uomo, colto da malore, si e' accasciato a riva e quando sul posto sono arrivati i soccorsi ogni manovra per cercare di rianimarlo - compreso l'utilizzo di un defibrillatore - si e' rivelata vana. E a quel punto al medico del 118 non e' rimasto altro da fare che costatarne la morte. Sul posto si sono recati anche i carabinieri che dovranno ricostruire nel dettaglio la dinamica dell'episodio.

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Da: "Pianeta mamma"

Rinviato a giudizio il papà del bambino gettato nel Tevere

Patrizio Franceschelli sarà processato il 4 dicembre con il rito abbreviato per l'omicidio del figlio di 16 mesi: l'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela

di Barbara Leone 9 ottobre 2012


Testo alternativo
Lo scorso 4 febbraio aveva gettato il figlio di 16 mesi nel Tevere, Patrizio Franceschelli  è stato rinviato a giudizio e sarà processato il prossimo 4 dicembre con il rito abbreviato. L'uomo è stato accusato dal PM Attilio Pisani di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. Il gup Adele Rando ha deciso di non riconoscere l'aggravante dei futili motivi e dell'efferatezza.

L'uomo, la mattina del 4 febbraio, aveva sottratto il piccolo alla zia e alla nonna ed era scappato con lui. Arrivato all'altezza di Ponte Mazzini, a Roma, aveva poi gettato il figlio nel Tevere. Il corpo del bambino, che si chiamava Claudio, è stato ritrovato solo alla fine del mese di marzo, quando è riaffiorato dal fiume all'altezza di Fiumicino .
Quando il padre è arrivato oggi al Palazzo di Giustizia ci sono stati attimi di tensione. E lo stesso c'è stato al momento in cui l'indagato ha lasciato il tribunale, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.

patrizio_franceschelli
L'assassino del piccolo Claudio. Era suo padre!
Un gruppo di parenti e amici della famiglia si sono presentati davanti al Palazzo di Giustizia indossando magliette con la foto del piccolo Claudio. Ed hanno iniziato a gridare insulti e a lanciare sputi contro l'uomo.
Franceschelli nel mese di giugno è stato dichiarato dal perito del gip capace di intendere e di volere, anche se sono stati riscontrati in lui alcuni comportamenti sociopatici. Per questo è stato dichiarato idoneo a sostenere un regolare processo. Tra le parti civili che compariranno al processo, oltre alla famiglia del piccolo Claudio, ci saranno anche il Comune di Roma ed una associazione tutela le donne. All'udienza preliminare ha partecipato il vice sindaco Sveva Belviso, che ha ribadito la vicinanza del Comune alla famiglia del bambino.




Non ho molto da commentare: un padre vero che muore per salvare i suoi figli ed un mostro che non avrebbe mai dovuto riprodursi.
Nonostante lui, le immagini struggenti di Claudio ci mostrano un bambino bellissimo, veramente eccezionale anche nelle dolcissime espressioni.
Il mostro l'ha gettato nel fiume come se fosse un sacchetto della spazzatura: per levarlo dalle mani della nonna le ha spezzato un dito.
Ancora una volta dico che i magistrati, certi magistrati, mi fanno paura.
Come interpreta la legge un magistrato che NON riconosce l'efferatezza di un simile gesto come aggravante ed i futili motivi idem?!!
Cosa avrà nella sua mente questo magistrato come immagine di efferatezza? E quali sono i gravi motivi (per non riconoscere i futili!) che possono giustificare il rapimento di un bimbo per gettarlo nel Tevere dopo averlo tenuto al freddo nella neve?
Ho paura di questo giudice perché non ne afferro la logica, ammesso che ci sia!
Anche l'imputazione non condivido: c'era la premeditazione, perché l'aveva minacciato in precedenza dunque non è stato un atto impulsivo, ma ferocemente previsto nelle minacce.
Nemmeno le innumerevoli testimonianze, anche dei presenti al mostruoso gesto che l'hanno pregato di dissuadere da una simile orrenda intenzione, sono servite a far ragionare il magistrato che ha formulato il capo di imputazione: doveva essere "omicidio volontario premeditato aggravato dal vincolo di parentela".
Due poteri dello Stato: Politico e Magistratura, non danno alcun affidamento.
Viene voglia di scappare da questa Italia!

Il re è nudo


ANSA.it -
MILANO - "Questa legislatura regionale è giunta al termine". Roberto Formigoni prende la parola in Aula nel Consiglio regionale della Lombardia e sottolinea che i consiglieri del Pdl hanno messo a disposizione le proprie dimissioni.

Ci ha provato in tutti i modi a resistere ed alla fine ha dovuto cedere: con rabbia e con spirito vendicativo.
"No" a Maroni che vorrebbe candidarsi alla poltrona che lui è costretto a lasciare. 

Mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini,  ha ricordato questa mattina il ruolo di governo occupato negli anni passati da Roberto Maroni, "il miglior ministro anti-mafia di sempre".

Ma Matteo Salvini dimentica l'episodio del mancato scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi che l'allora Ministro dell'Interno del Governo Berlusconi, "il miglior ministro anti-mafia di sempre", non sciolse, lasciando che arrivasse a fine mandato, in modo che i figuri che lo componevano potessero ripresentarsi alle elezioni, nonostante una relazione di 500 pagine dell'ottimo Prefetto Frattasi della provincia di Latina li indicasse come inquinati dalla Camorra!

Povera Lombardia! 

Il problema non è soltanto la rottamazione di chi è al potere da anni, come dice Renzi, perché anche chi ha creato un partito che illude la gente parlando di onestà e di trasparenza, come l'ex-magistrato Antonio Di Pietro,  immette fresche e giovani leve rapaci che in poco tempo spendono un poco di "spiccioli": euro 700.000!!! Alla faccia delle difficoltà degli italiani ad andare avanti, sempre più vessati da tasse giuste e balzelli invece ingiusti.
Immagine presa da temi.Repubblica.it

Il re è nudo e spende troppo per vestiti trasparenti!
Ed è inutile che una pletora di parolai di tutti i colori si affanni in televisione a dire: "Che bel vestito!", perché un furbacchione si è  fatto dare tanti tanti soldi facendo credere al re folle che può sfilare così, NUDO, tanto nessuno oserà dire niente... Il popolo bambino punta il dito e finalmente non teme di vedere la realtà: E' NUDO! Non c'è nessun bel vestito, ma solo soldi rubati al popolo che non ha avuto nulla in cambio: SOLO L'ARIA e fra poco nemmeno  più quella!!



Municipalizzate nell'illegalità

Da Il Corrirere della Sera.it  Cronaca Roma 15 ott 2012

DEGRADO

«Fanghi tossici nel Tevere
dal depuratore Roma Nord»

Verso la richiesta di rinvio a giudizio per inquinamento ambientale. Chiusa l'inchiesta contro i tre responsabili dell'Acea

(Foto Ansa)(Foto Ansa)
ROMA - Perizie scientifiche e attività investigativa hanno confermato che il depuratore Acea Ato 2 di Roma Nord restituiva al Tevere acque reflue non trattate. O lavorate solo parzialmente. Uno sversamento di fanghi misti a gomma altamente tossico e «fraudolento» rispetto alla procedura prevista dal contratto di servizio fra Acea e Comune.
A conclusione delle indagini partite da una relazione della Forestale che attestava «ripetuti malfunzionamenti» dell'impianto, il pm Rosalia Affinito sta notificando agli indagati - i tre responsabili dell'impianto Acea, ora sotto sequestro - gli atti con l'accusa di inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture.
Sulla vicenda era intervenuta a suo tempo l'azienda a specificare che l'impianto di Roma Nord aveva «sempre garantito standard di efficienza depurativa elevatissimi, ben oltre i limiti imposti dalla Provincia». La conclusione delle indagini promette di chiarire anche un altro aspetto della vicenda, rimasto finora più defilato. Quello più strettamente commerciale. Perché i fanghi trattati dal depuratore vengono solitamente reimpiegati in agricoltura e, dunque, acquistati e rivenduti da imprese agricole. In questo caso sarebbe stata una società legata al gruppo Acea SpA, in possesso di una specifica autorizzazione della Provincia, a rilevare il materiale trattato dal depuratore.
Nell'anno in cui l'Unione Europea minaccia un esposto nei confronti dell'Italia per la mancata depurazione di «140 città medio-grandi» (siamo in ritardo nel recepire una direttiva del 1991), Roma e provincia fanno i conti con un servizio in sempre maggiore affanno. E se il depuratore che mescolava scorie alle acque fluviali è sotto sequestro da un anno (gestito da un commissario nominato dalla Procura, che ne certifica il corretto funzionamento) il caso dell'impianto di Roma Nord non sembra episodico. Dallo scorso giugno anche quello sulla Tiburtina è oggetto di verifiche da parte dei magistrati coordinati dall'aggiunto Roberto Cucchiari. Un approfondimento deciso in seguito alla denuncia presentata dagli abitanti di Colli Aniene in cui si descrive un quartiere ostaggio di odori nauseanti collegati all'impianto, con qualche episodio anche di infiammazioni agli occhi e irritazioni cutanee. Sulla base dell'esposto, corredato da seicento firme, il pm Maria Bice Barborini ha recentemente ipotizzato un reato ambientale (gettito di cose) e avviato le indagini.
Anno pessimo per gli Ato (acronimo per Ambito Territoriale Ottimale) Acea. Sempre a giugno di quest'anno il Corpo Forestale ha posto sotto sequestro il depuratore di Santa Maria in Fornarola a Santa Palomba (Albano). In quel caso l'impianto insisteva su un bacino d'utenza superiore alle sue capacità e l'azienda ha dovuto impegnarsi a sostituire le linee e a potenziarle. 
Ilaria Sacchettoni
isacchettoni@rcs.it
L'illegalità continua ed ACEA ATO2 ne è maestra.