In mezzo a tanti problemi fa piacere ogni tanto distrarsi un po', magari con un film comico.
"Viva l'Italia" prometteva bene: per l'idea, un politico che dopo un ictus dovuto ad un rialzo di pressione durante un incontro con la sua giovane amante, perde i freni inibitori e comincia a dire la verità, e per il cast tutto di un certo pregio.
Invece si ride ma non molto, sia perché purtroppo quel che scorre davanti agli occhi dello spettatore è l'affresco di un'umanità squallida ma, purtroppo, vera, sia perché, proprio per dipingerla meglio nella sua volgarità, gli sceneggiatori hanno infarcito i dialoghi di parolacce pesanti.
Confesso che provo fastidio per la volgarità. Le parolacce, qualcuna, si possono anche dire, ma c'è un modo anche spiritoso di dirle, invece qui è solo pesantemente volgare e, soprattutto, continuo.
Inoltre, d'accordo che è una parodia di una società corrotta, ma anche in una parodia un minimo di verosimiglianza con la realtà ci deve essere.
A meno che non si faccia della comicità surreale, ma allora bisognava mostrarlo un po' di più che era surreale...
Ad esempio si descrive un ospedale che di reale ha l'opposizione del giovane medico, Raoul Bova, al suo scorretto primario che se ne infischia della chiusura del reparto, mentre lui si batte perché ciò non accada. Ma è irreale che per scongiurare questo si debba preoccupare di far riparare i macchinari non funzionanti con l'aiuto di un idraulico "ripara tutto".
Gli attori sono variamente bravi, ma a mio avviso diretti da una regia a "tirar via" nel legare certe scene, mentre in altre si dilunga troppo. Insomma la regia è un poco rozza. Mi dispiace per Massimiliano Bruno, che ho letto essere anche autore dei testi. Quello che trovo pregevole sia dal punto di vista registico che della sceneggiatura è l'idea che ha avuto di intervallare gli eventi del film con citazioni della Costituzione Italiana con debita ironia, dati i fatti.
Raoul Bova, con tutta la simpatia, lo trovo poco espressivo, Gassman un po' troppo sopra le righe, Ambra Angiolini si vede che ce la mette tutta... Bravo, anche con questa regia non perfetta, è Michele Placido. Brava, nella parte molto sacrificata della moglie, Imma Piro, bravo Edoardo Leo nella parte della guardia del corpo della Angiolini, attore già apprezzato in televisione per la sua studiata naturalezza nella recitazione; sempre bravissimo Maurizio Mattioli; dispiace vedere come è invecchiato male Sergio Fiorentini, anche se se ne apprezza la volontà di continuare a recitare e se ne ammira sempre la bella voce da doppiatore.
Ambra Angiolini e Edoardo Leo
Infine bella l'inquadratura sul Promontorio del Monte Circeo visto dalla spiaggia di Sabaudia: ma qui, lo confesso, sono di parte.