Coerentemente con la scelta di firmare per l'abolizione dell'ergastolo ostativo, Bianca Berlinguer, che ha il merito di aver avuto un grande padre, direttrice del TG RAI3, ha mandato in onda un servizio in cui si fa un vero spot all'ergastolano Carmelo Musumeci meritevole di aver avuto il tempo, in carcere, per dedicarsi agli studi fino alla laurea e di aver scritto dei libri!
Ho già scritto il mio pensiero su questo argomento nel post del 12 novembre scorso intitolato "Dei delitti e delle pene, delle vittime e dei carnefici", rispettando comunque le opinioni diverse dalla mia.
Sono andata, poi, a documentarmi meglio su questo ergastolano che ha una corrispondenza epistolare con il Prof. Veronesi, fautore della sua uscita dal carcere.
Fonti varie dai Media sul WEB:
Ho già scritto il mio pensiero su questo argomento nel post del 12 novembre scorso intitolato "Dei delitti e delle pene, delle vittime e dei carnefici", rispettando comunque le opinioni diverse dalla mia.
Sono andata, poi, a documentarmi meglio su questo ergastolano che ha una corrispondenza epistolare con il Prof. Veronesi, fautore della sua uscita dal carcere.
Fonti varie dai Media sul WEB:
Chi è il siciliano Carmelo Musumeci? Una prima risposta la dà, via mail, Nadia Bizzotto - volontaria esperta di celle e chiavistelli - che va a trovarlo in carcere: "E' nato ad Aci Sant'Antonio nel 1955 ma è emigrato dalla Sicilia da quando aveva 6 anni. Ha vissuto sempre e si è fatto una famiglia in Versilia, vicino a Viareggio dove vive tuttora la sua famiglia. Gestiva bische clandestine e traffico di stupefacenti entrando in conflitto con altre bande rivali, per questo motivo e per la natura della sua associazione è stato condannato in base al 416 bis, senza però avere mai contatti con la mafia siciliana. Condannato all’ergastolo si trova nel carcere di Spoleto. La sua famiglia vive in Toscana. Oltre alla compagna, ha due figli, Barbara e Mirko e due nipotini, Lorenzo e Michael.
Qualche altro dettaglio si ritrova negli archivi dei giornali. Scrive "Repubblica" in un pezzo intitolato "Attacco alla piovra nel cuore della Toscana": "Sono spuntati all' alba, all' improvviso. Hanno circondato ville, perquisito appartamenti, arrestato almeno ventisei persone, messo quasi kappao uno dei clan mafiosi che da mesi insanguina la Versilia. Coordinati dal reparto operativo speciale di Livorno, i Carabinieri sono entrati in scena a Pisa, Livorno, Pistoia, Lucca, Massa, La Spezia, Montecatini. In mano avevano decine di avvisi di garanzia da presentare a uomini di punta, luogotenenti e gregari della banda che, secondo gli investigatori, si muove in Toscana agli ordini di Carmelo Musumeci. Fra gli arrestati c' è anche lui: il presunto boss.. Carmelo Musumeci, catanese, pregiudicato, fino a qualche tempo fa ospitato da parenti in Francia, da sempre in contatto con la Toscana, sarebbe il capo del clan al quale appartenevano molti degli uomini arrestati ieri dai carabinieri. Sarebbe lui l' uomo che con i suoi amici fidati ha combattuto negli ultimi mesi una guerra spietata con una banda rivale". Nel pezzo si parla di vendette e omicidi compiuti dalle due fazioni.
Il Musumeci scrive di sé stesso:
La mia storia giudiziaria è semplice, lo dice la motivazione di condanna che mi ha condannato per un omicidio alla pena dell’ergastolo, che, nonostante la grande differenza fra verità vera e quella processuale, ha stabilito: "In un regolamento di conti il Musumeci Carmelo è stato colpito da sei pallottole a bruciapelo, salvatosi per miracolo, in seguito si è vendicato e per questo è stato condannato alla pena dell’ergastolo".
"Molti di noi sono stati criminali perché spinti fin da bambini e ragazzi alla violenza da uno Stato ingiusto e assente."
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ecco, ci risiamo. La colpa delle proprie azioni è "della società"!
Quante volte negli anni dal 1968 in poi ho sentito questo ritornello!
No! Non è così! E se Musumeci scrive questo non è cambiato affatto come dice, con argomenti "scientifici" opinabili, Veronesi!
Egli dà la colpa allo Stato ingiusto ed assente!
Non ha affatto preso coscienza che c'è sempre una possibilità di scelta e che nessuno "ti spinge"... Altro che libertà ad un simile personaggio!
Non ha il senso della SUA COLPA! E che colpa!
Posso portargli l'esempio di mio padre, uno come tanti italiani che di scelta ne ha fatta un'altra, quella di lavorare umilmente, senza fare del male a nessuno! Partendo da niente!
Nato in un paesino che non aveva l'acquedotto, ma solo 2 fontane pubbliche da cui usciva un'acqua dichiarata non potabile dall'ufficiale d'igiene pubblica, dove in inverno cadeva sempre la neve, essendo di mezza montagna nell'Appennino, portava ai piedi degli zoccoli di legno: proprio come nel film "L'albero degli zoccoli" di Olmi... A 16 anni è venuto a Roma con la classica e vera valigia di cartone dentro cui sua madre gli aveva messo solo le classiche maglie e calze di lana ruvida. E' andato a lavare i piatti nelle cucine delle trattorie e, pagato l'affitto di un lettino presso una cugina povera come lui e la pulizia della sua scarna biancheria, risparmiava liretta su liretta per inviare un po' di soldi a sua madre.
Non è andato a rubare, a truffare, a rapinare. Si è piegato umilmente cercando di studiare anche, poi di imparare come si serviva in Sala e a poco a poco è progredito... Rubava le ore al sonno e alla stanchezza per studiare. Quando sono nata io era un impiegato statale, dopo che una guerra fascista gli aveva portato via anni e salute...
Cosa avrebbe dovuto scrivere mio padre dello Stato? Se avesse rubato o ucciso poteva dire che era lo Stato che ce lo aveva spinto?
Il Musumeci scrive:
«Morto che parla»,
ironizza amaramente una voce da dentro una cella. Sono gli "ergastolani
ostativi". Murati vivi perché, a giudicare dal regime carcerario che gli è
imposto, essi sono il peggio, la feccia, i "mostri" a cui non deve neanche
essere concesso di poter sperare, un giorno, di scoprirsi finalmente cambiati e
meritevoli di un’altra possibilità. Perciò, espulsi per sempre dal consesso
umano.
INFORMAZIONI SU I 2 tipi di ergastolo esistenti in Italia:
Non tutti sanno che nel nostro Paese coesistono l’ergastolo ordinario e quello ostativo ai benefici. Il primo concede al condannato la possibilità di usufruire di permessi premio, semilibertà o liberazione condizionale, tanto che la grande maggioranza dei 1.546 ergastolani rimarranno in cella per non più di ventisei anni, quando scatta la possibilità della cosiddetta "liberazione anticipata". Il secondo, al contrario, nega fin dalla sentenza e in modo perpetuo ogni vantaggio penitenziario. Nessuna redenzione.
Vediamo perché:
Nato negli anni ’90, quale muscolare risposta dello Stato alla guerra dichiarata da Cosa nostra con le stragi di Capaci, Via d’Amelio, e poi le bombe di Milano, Roma e Firenze, l’ergastolo ostativo è la pena prevista per tutti gli imputati condannati per associazione mafiosa o per reati assimilabili, cioè favoriti dall’ambiente mafiogeno.
Una definizione che si rivelerà ambigua. Sono circa un centinaio i reclusi rassegnati all’idea di uscire di prigione solo a bordo di un carro funebre. Ma non tutti sono "mafiosi" così come li intendiamo di solito. «Un rapinatore preso in flagrante a Scampia viene giudicato secondo criteri di contiguità ambientale alla camorra – osserva Carlo Fiorio, docente di Procedura penale all’Università di Perugia –, mentre lo stesso reato commesso a Trento viene inquadrato in modo differente e meno rigido». Per effetto di alcune norme anche ammettere la propria colpa, ma tacere le responsabilità altrui, è causa di ergastolo perenne. «Il dettato costituzionale è chiaro, quindi se l’ordinamento non prevede la possibilità di uscire dal carcere a condizioni raggiungibili, la pena dell’ergastolo va contro l’articolo 27 della Costituzione», ha detto Valerio Onida, presidente della Corte Costituzionale dal 1996 al 2005, in una riflessione apparsa sull’ultimo numero della rivista del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Le due città.
Gli "ostativi", dunque, sono colpevoli due volte: per aver commesso un reato e per non aver cooperato alle indagini.
INFORMAZIONI SU I 2 tipi di ergastolo esistenti in Italia:
Non tutti sanno che nel nostro Paese coesistono l’ergastolo ordinario e quello ostativo ai benefici. Il primo concede al condannato la possibilità di usufruire di permessi premio, semilibertà o liberazione condizionale, tanto che la grande maggioranza dei 1.546 ergastolani rimarranno in cella per non più di ventisei anni, quando scatta la possibilità della cosiddetta "liberazione anticipata". Il secondo, al contrario, nega fin dalla sentenza e in modo perpetuo ogni vantaggio penitenziario. Nessuna redenzione.
Vediamo perché:
Nato negli anni ’90, quale muscolare risposta dello Stato alla guerra dichiarata da Cosa nostra con le stragi di Capaci, Via d’Amelio, e poi le bombe di Milano, Roma e Firenze, l’ergastolo ostativo è la pena prevista per tutti gli imputati condannati per associazione mafiosa o per reati assimilabili, cioè favoriti dall’ambiente mafiogeno.
Una definizione che si rivelerà ambigua. Sono circa un centinaio i reclusi rassegnati all’idea di uscire di prigione solo a bordo di un carro funebre. Ma non tutti sono "mafiosi" così come li intendiamo di solito. «Un rapinatore preso in flagrante a Scampia viene giudicato secondo criteri di contiguità ambientale alla camorra – osserva Carlo Fiorio, docente di Procedura penale all’Università di Perugia –, mentre lo stesso reato commesso a Trento viene inquadrato in modo differente e meno rigido». Per effetto di alcune norme anche ammettere la propria colpa, ma tacere le responsabilità altrui, è causa di ergastolo perenne. «Il dettato costituzionale è chiaro, quindi se l’ordinamento non prevede la possibilità di uscire dal carcere a condizioni raggiungibili, la pena dell’ergastolo va contro l’articolo 27 della Costituzione», ha detto Valerio Onida, presidente della Corte Costituzionale dal 1996 al 2005, in una riflessione apparsa sull’ultimo numero della rivista del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Le due città.
Gli "ostativi", dunque, sono colpevoli due volte: per aver commesso un reato e per non aver cooperato alle indagini.
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Mi colpisce quel "muscolare risposta dello Stato alla guerra dichiarata da Cosa nostra": quel muscolare sottindente uno Stato che VUOLE fare il forte davanti a chi? A Cosa nostra!!
E meno male che VUOLE farlo! Lo facesse di più!!
A questi signori che vogliono abolire questa scelta dello Stato non viene in mente che fanno un favore alla Mafia?
Perché allora si riempiono la bocca di parole tipo: "lotta alla mafia"? Non si sentono questi signori un poco in contraddizione?
E cosa vuol dire che vengono puniti ANCHE per "non aver cooperato alle indagini"?
Come la scardini un'organizzazione criminale? Qui non si sta giocando a rimpiattino fra ragazzini che... "non è bello fare la spia!"
Ricordano questi signori, che vogliono abolire queste provvidenze che lo Stato ha messo in atto per difendere la Società da questo cancro, cosa hanno fatto a Firenze? Hanno ucciso una bimba di 8 anni e una di pochi mesi!!
Per i soldi questi non si fermano davanti a niente! Questi disprezzano la gente come mio padre che si sacrifica, che si piega, che soffre e, contro un avverso destino, cerca di andare avanti e di migliorare. Gente che sulle magre entrate paga le tasse che servono a costruire strade, scuole, ospedali e... carceri.
Certo con la droga si "guadagna" bene, ci si può permettere dei lussi... e sono soldi esentasse!
Omicidio di mafia |