Nel medesimo articolo di Massimo Cacciari su "L'Espresso", da cui ho tratto il frammento che ho commentato nel mio post precedente a questo, c'è la considerazione che ho usato testualmente per il titolo del presente post.
Mi ha colpito perché sintetizza un pensiero che mi si è affacciato diverse volte nella mente in questi ultimi due anni...
Un parallelo fra queste due figure antagoniste che, però, mostrano strani punti di contatto.
Sul fatto che, mentre si svolgevano i processi di Tangentopoli, sotto sotto tutto continuava come prima, ho già scritto, riportando anche la fonte di confidenze ricevute: una donna, nubile, che aveva una relazione adulterina con un avvocato urbanista con le mani in pasta in questa Italia che ritiene un diritto fingere correttezza e operare con spregiudicatezza.
Dunque Cacciari non dice nulla di nuovo ammettendo che Tangentopoli NON HA PRODOTTO PULIZIA MORALE: ha prodotto, invece, due partiti costruiti da due uomini apparentemente opposti: Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro.
Entrambi hanno avuto un interesse a farlo.
Berlusconi perché non aveva più il suo sponsor politico: Bettino Craxi.
Di Pietro perché ha pensato bene di sfruttare la fama morale che il suo lavoro, ben protetto da Borrelli, gli aveva dato.
Entrambi si dichiarano, con faccia tosta, cattolici, pur avendo due mogli, una ex ed una in carica, viventi. Nessun cattolico vero si conduce in codesto modo, ritenendo l'unione matrimoniale un Sacramento.
Entrambi danno lavoro a molta gente.
Berlusconi con i soldi di imprenditore, ma non solo, anche con i nostri, visto che prende i soldi che il popolo non gli voleva dare per il partito e con quelli stipendia molta gente: una vera corte.
Di Pietro idem, tranne che lui usa solo i soldi del finanziamento al partito per pagare parecchi raccomandati che hanno trovato, ad esempio nelle sedi regionali di IdV, un modo per lavorare nelle segreterie.
Entrambi ci fanno pagare i loro avvocati.
Ghedini ha avuto in regalo una poltrona pagata da noi in Parlamento anche se ci informano che non ci va mai. Una bella rendita.
Maruccio veniva dallo studio di Scicchitano che segue tutti i processi per querele date o prese ed altro di Di Pietro. Un avvocato di IdV mi disse che la poltrona a Maruccio Di Pietro la doveva dare perché "doveva pagare pegno a Scicchitano".
Peccato che il lauto compenso di Consigliere Regionale a Maruccio lo paghiamo sempre noi contribuenti e, non bastandogli, ha anche rubato ed ora è in carcere.
Distanti, ma vicini.