Addio alla Melato, signora della recitazione
L'attrice si è spenta a Roma a 71 anni. E' stata protagonista di alcuni dei momenti più alti del nostro cinema e del nostro teatro passando con disinvoltura dalla tragedia alla commedia
foto LaPresse
Cinque David di Donatello, altri Nastri d'argento e un
Globo d'oro. L'elenco dei premi raccolti dalla Melato durante la sua carriera,
oltre all'onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica italiana
conferitale nel 2003, sono solo un minima certificazione di quello che l'attrice
milanese ha rappresentato per il cinema e il teatro italiano.
Dopo aver mosso i primi passi nel 1960, si fece le ossa passando attraverso la guida di grandissimi del teatro, da Dario Fo a Luchino Visconti ("La monaca di Monza") e Luca Ronconi (L'orlando furioso"). Talento purissimo ed eclettismo che la portarono a passare da tragedie classiche come "Medea" o "Fedra" alla commedia cinematografica con esiti felicissimi.
Il debutto al cinema è del 1969 in "Per grazia ricevuta" con Nino Manfredi, ma, sotto la guida di Lina Wertmuller e accanto a Giancarlo Giannini, fu protagonista di alcuni degli esempi più brillanti del nostro cinema negli anni 70: "Mimì metallurgico ferito nell'onore", "Film d'amore e d'anarchia", fino ad arrivare a quel capolavoro di interpretazione del conflitto sociale che fu "Travolti dal destino nell'azzurro mare d'agosto". Senza dimenticare "La classe operaia va in paradiso", "Caro Michele", "Casotto" e tanti altri.
Negli ultimi anni l'impegno cinematografico si era rarefatto complice la crisi di un certo tipo di commedia all'italiana, ma lei aveva continuato a incantare in teatro ("Chi ha paura di Virginia Woolf?", "Il dolore"), con qualche apparizione in televisione. Come la più recente, la "Filomena Marturano" interpretata nel 2010 accanto a Massimo Ranieri.
Sorella dell'attrice e cantante Anna Melato, Mariangela era stata legata sentimentalmente per anni a Renzo Arbore.
Dopo aver mosso i primi passi nel 1960, si fece le ossa passando attraverso la guida di grandissimi del teatro, da Dario Fo a Luchino Visconti ("La monaca di Monza") e Luca Ronconi (L'orlando furioso"). Talento purissimo ed eclettismo che la portarono a passare da tragedie classiche come "Medea" o "Fedra" alla commedia cinematografica con esiti felicissimi.
Il debutto al cinema è del 1969 in "Per grazia ricevuta" con Nino Manfredi, ma, sotto la guida di Lina Wertmuller e accanto a Giancarlo Giannini, fu protagonista di alcuni degli esempi più brillanti del nostro cinema negli anni 70: "Mimì metallurgico ferito nell'onore", "Film d'amore e d'anarchia", fino ad arrivare a quel capolavoro di interpretazione del conflitto sociale che fu "Travolti dal destino nell'azzurro mare d'agosto". Senza dimenticare "La classe operaia va in paradiso", "Caro Michele", "Casotto" e tanti altri.
Negli ultimi anni l'impegno cinematografico si era rarefatto complice la crisi di un certo tipo di commedia all'italiana, ma lei aveva continuato a incantare in teatro ("Chi ha paura di Virginia Woolf?", "Il dolore"), con qualche apparizione in televisione. Come la più recente, la "Filomena Marturano" interpretata nel 2010 accanto a Massimo Ranieri.
Sorella dell'attrice e cantante Anna Melato, Mariangela era stata legata sentimentalmente per anni a Renzo Arbore.
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E' morta questa mattina, all'alba.
Mi dispiace. Tutti dobbiamo morire e non sappiamo il modo e l'ora.
Dicono che abbiamo sconfitto i tumori. In alcuni casi avviene. Ma in molti altri no. Si combatte, si soffre ed alla fine si cede.
Mariangela Melato era una donna intelligente. Per questo se ne sente di più la mancanza.
Di lei ricordo la bravura nel suo lavoro.
Ricordo uno stupido articolo che scrisse una giornalista su un quotidiano molti anni fa: la definiva "una vetrinista di Grandi Magazzini".
Era stato il suo lavoro, nell'attesa di poter vivere con quello che desiderava fare: recitare.
Ricordo quando, con la sincerità e la schiettezza della persona intelligente che era, raccontò che l'avevano messa "in prima differenziale".
Oggi, per fortuna, molti non sanno cosa era: erano classi in cui venivano messi bambini ritenuti, a torto o a ragione, "diversi": ritardati, troppo agitati, con difficoltà di apprendimento.
Non ricordo il pretesto con cui l'avevano messa lì, perché ritenuta diversa... Ricordo il sorriso come lo raccontava e la testimonianza che, in questo modo, dava dell'assurdità di quella disposizione della scuola di allora, cancellata dal progresso pedagogico.
La capii perché era capitato anche a me e ne ricordo ancora lucidamente, a 66 anni finiti, l'episodio che indusse una povera ed ignorante maestra a spostarmi dalla "prima classe della scuola primaria normale" alla "differenziale".
Dovevamo essere già un pezzo avanti nell'anno scolastico perché la poveretta, di cui non ricordo il nome, si era messa alla lavagna e ci chiedeva di trovare nomi di fiumi inizianti con la lettera "T". Essendo a Roma qualcuno disse "Tevere", e lei scrisse la parola sulla lavagna. Io dissi: "Tronto". E' il fiume che scorre nella valle sotto la collina dove sorge il paesino dove sono nati i miei genitori e dove tornavamo in vacanza d'estate, per questo la bimba di poco più di sei anni che ero lo conosceva. Ma, evidentemente, non lo conosceva la poveretta che avrebbe dovuto sapere almeno la geografia italiana!
Ella mi guardò come si guarda uno che sta dicendo una grande sciocchezza, provò ad ignorarmi dando attenzione ad altri bambini.. Ma io insistetti perché scrivesse anche il nome di quel fiume sotto "Tevere"... Lei non lo fece. Fermò la lezione e andò a parlare con altre colleghe. Non so cosa credeva che fosse la parola "Tronto", certo ne ignorava l'esistenza...
Ricordo che dalla mia piccola statura guardavo in su, verso la poveretta che illustrava a due colleghe quello che, secondo lei, io avevo detto e sentii la frase: "...bisogna metterla in prima differenziale..." Capii che quella non aveva capito il nome del fiume e che non lo conosceva e provai a ripetere: "Il Tronto è un fiume." Ma non mi ascoltavano perché chiuse nella realtà che si erano create per ignoranza: forse la mente della povera maestra aveva ingenerato un equivoco... Chissà.
So che ci rimasi poco: qualcuno con un pizzico di intelligenza in più si rese conto di qualcosa e tornai in "prima normale" o direttamente in seconda.
Ecco, si poteva finire bollati come "diversi" anche per questo.
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