Pensionato tedesco cerca l’uomo che mise incinta sua moglie
Riccione, estate del '55
"Mia moglie mi tradì con un marinaio di Riccione. È lui il padre di mio
figlio, vorrei incontrarlo"
di Mario Gradara
di Mario Gradara
Rimini, 19 gennaio 2013 - «ICH habe entdeckt, ho scoperto che Karl
non è mio figlio, ma figlio di un marinaio di Riccione. Adesso vorrei
almeno saperne il nome e guardarlo in faccia!» Telefonata davvero insolita
quella arrivata alla redazione del Carlino di Rimini.
Dall’altra parte del filo un gentilissimo signore di Wiesbaden, Hans R., ex
professionista dell’informazione, che racconta (in tedesco) la sua storia. «Oggi
ho 83 anni, sono pensionato, e con la mia fidanzata Gertrude nel 1955
siamo stati in vacanza a Riccione. In un hotel non lontano dal porto.
Siamo arrivati in Italia con la mia Opel, eravamo strafelici».
«Gertrude — prosegue — hat ein pappagallo kennegelernt (ha conosciuto un ‘pappagallo’), un marinaio alto e aitante, coi capelli scuri, che con la barca a vela e a motore portava i turisti in gita sul mare, facendo tappa davanti al nostro albergo. Quella che poi è diventata mia moglie, morta diversi anni fa, quell’estate ebbe una storia con quell’uomo. Avevo avuto subito dei dubbi sulla tresca, ma lei non l’ha mai voluto ammettere. Fatto sta che quando siamo tornati in Germania lei era incinta, e dopo nove mesi è nato un bambino». «Appena l’ha visto ricordo che mia madre mi disse: ‘Ist nicht dein Sohn!’, non è tuo figlio». «Ma non c’erano prove né strumenti medici, all’epoca, per dirimere la questione».
COMUNQUE Hans accolse il piccolo e lo crebbe con amore e cura. Ma in fondo all’animo ha sempre coltivato quel dubbio. Che invece di dissolversi, è cresciuto col tempo. «L’anno scorso non ce l’ho fatta più — continua —, ho raccontato la storia a mio figlio, chiedendogli di sottoporsi al test del Dna. Gli ho detto: ‘Quando ti guardo negli occhi penso sempre a quel marinaio di Riccione’». E lui come l’ha presa? «Può immaginare — continua il pensionato tedesco — ma quando ha visto come soffrivo, è stato lui a dirmi: ‘Papà, allora facciamo il test’. L’ha fatto nel mese di giugno, e il risultato ha confermato i sospetti miei e le certezze di mia madre».
A QUEL PUNTO cosa è successo? «E’ successo che ci siamo abbracciati, io gli ho detto: ‘Per me tu resti sempre mio figlio’. E lui mi ha risposto: ‘Tu sarai sempre mio padre’». Una scena toccante. Ma Hans, in accordo con il figlio, oggi affermato professionista, ha deciso di cercare quell’uomo che gli sedusse Gertrude nel 1955. Anno in cui la nazionale tedesca si fregiava del suo primo titolo di Weltmeister conquistato nel ‘54, anno della tragica morte di James Dean, anno in cui film primatista d’incassi fu - ironia della sorte - ‘L’amore è una cosa meravigliosa’.
Cosa vorrebbe da quel marinaio? «Io — conclude — vorrei solo sapere chi è e dove abita. Mio figlio mi ha detto: ‘Vorrei guardare negli occhi l’uomo che mi ha concepito’».
«Gertrude — prosegue — hat ein pappagallo kennegelernt (ha conosciuto un ‘pappagallo’), un marinaio alto e aitante, coi capelli scuri, che con la barca a vela e a motore portava i turisti in gita sul mare, facendo tappa davanti al nostro albergo. Quella che poi è diventata mia moglie, morta diversi anni fa, quell’estate ebbe una storia con quell’uomo. Avevo avuto subito dei dubbi sulla tresca, ma lei non l’ha mai voluto ammettere. Fatto sta che quando siamo tornati in Germania lei era incinta, e dopo nove mesi è nato un bambino». «Appena l’ha visto ricordo che mia madre mi disse: ‘Ist nicht dein Sohn!’, non è tuo figlio». «Ma non c’erano prove né strumenti medici, all’epoca, per dirimere la questione».
COMUNQUE Hans accolse il piccolo e lo crebbe con amore e cura. Ma in fondo all’animo ha sempre coltivato quel dubbio. Che invece di dissolversi, è cresciuto col tempo. «L’anno scorso non ce l’ho fatta più — continua —, ho raccontato la storia a mio figlio, chiedendogli di sottoporsi al test del Dna. Gli ho detto: ‘Quando ti guardo negli occhi penso sempre a quel marinaio di Riccione’». E lui come l’ha presa? «Può immaginare — continua il pensionato tedesco — ma quando ha visto come soffrivo, è stato lui a dirmi: ‘Papà, allora facciamo il test’. L’ha fatto nel mese di giugno, e il risultato ha confermato i sospetti miei e le certezze di mia madre».
A QUEL PUNTO cosa è successo? «E’ successo che ci siamo abbracciati, io gli ho detto: ‘Per me tu resti sempre mio figlio’. E lui mi ha risposto: ‘Tu sarai sempre mio padre’». Una scena toccante. Ma Hans, in accordo con il figlio, oggi affermato professionista, ha deciso di cercare quell’uomo che gli sedusse Gertrude nel 1955. Anno in cui la nazionale tedesca si fregiava del suo primo titolo di Weltmeister conquistato nel ‘54, anno della tragica morte di James Dean, anno in cui film primatista d’incassi fu - ironia della sorte - ‘L’amore è una cosa meravigliosa’.
Cosa vorrebbe da quel marinaio? «Io — conclude — vorrei solo sapere chi è e dove abita. Mio figlio mi ha detto: ‘Vorrei guardare negli occhi l’uomo che mi ha concepito’».
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Perché quest'uomo abbia aspettato tanto per togliersi un tale dubbio attiene a come egli è costruito dentro di sé.
L'esame del DNA esiste da un po'... Forse ha atteso che la moglie morisse... Temeva di offenderla nel palesarle la volontà di sapere se lo aveva tradito ancor prima di sposarlo..
Un matrimonio fondato su una menzogna. Che tristezza certe vicende umane!
Mi ha evocato la storia che ho letto nel libro di Susanna Tamaro: "Va dove ti porta il cuore". Frase che la nonna dice a sua nipote come consiglio di vita... Andrebbe anche bene e potrebbe apparire molto romantica, se non fosse che questa nonna "era andata dove il cuore l'aveva portata" generando sua figlia, la madre della nipote a cui dava questo elegiaco consiglio, ma non con suo marito, bensì con un medico con cui aveva commesso adulterio.
Il marito, ai tempi l'esame del DNA era lontano futuro, si era comunque accorto "dalle mani" che quella figlia non poteva essere sua... Anche lui con lo stiletto del dubbio nel cuore.
Per queste "andate ...dove il cuore ti porta" c'è sempre il dolore e lo smarrimento di qualcun altro...
Non trovo che ci sia molto di romantico e di elegiaco, quanto di egoista e di falso.
In questo caso la signora è morta e chi resta soffre e paga: figlio e padre putativo.
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