giovedì 28 febbraio 2013
Caso Ragusa: il legale del cognato di Roberta smentisce
Da: Pisa Today
Roberta Ragusa: ispezionata la casa del fratello di Antonio Logli
I Carabinieri dell'Unità anticrimini violenti sono rimasti nella proprietà dei Logli per quattro ore: non hanno utilizzato attrezzature sofisticate nè cani specializzati nel rilevamento di tracce ematiche e resti umani
di Redazione - 22 febbraio 2013
Quattro ore di perquisizione oggi da parte dei Carabinieri
dell'Unità anticrimini violenti nel complesso residenziale di proprietà
della famiglia Logli per cercare qualche traccia di Roberta Ragusa, la donna
svanita nel nulla nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. I militari sono
arrivati questa mattina intorno alle 10 e se ne sono andati senza
rilasciare dichiarazioni.
Stando a quanto si è appreso, i Carabinieri impegnati nella perquisizioni, militari dell'Unità anticrimini violenti, si sarebbero concentrati soprattutto nella casa del fratello eseguendo una perquisizione tradizionale senza utilizzare attrezzature sofisticate né i cani specializzati nell'individuazione di tracce ematiche e resti umani impiegati invece ieri a lungo nelle pertinenze di Antonio Logli. Gli inquirenti tacciono ma l'impressione è che i Carabinieri che hanno agito oggi avessero soprattutto il compito di tracciare un profilo psicologico non solo del presunto assassino (i Carabinieri sospettano da tempo che sia stato il marito a uccidere premeditatamente la moglie per poi farne sparire il cadavere), ma di tutta la famiglia. Forse per fornire ai magistrati il quadro più completo possibile in vista dell'interrogatorio di Logli, che sembra imminente ma non ancora dietro l'angolo.
Stando a quanto si è appreso, i Carabinieri impegnati nella perquisizioni, militari dell'Unità anticrimini violenti, si sarebbero concentrati soprattutto nella casa del fratello eseguendo una perquisizione tradizionale senza utilizzare attrezzature sofisticate né i cani specializzati nell'individuazione di tracce ematiche e resti umani impiegati invece ieri a lungo nelle pertinenze di Antonio Logli. Gli inquirenti tacciono ma l'impressione è che i Carabinieri che hanno agito oggi avessero soprattutto il compito di tracciare un profilo psicologico non solo del presunto assassino (i Carabinieri sospettano da tempo che sia stato il marito a uccidere premeditatamente la moglie per poi farne sparire il cadavere), ma di tutta la famiglia. Forse per fornire ai magistrati il quadro più completo possibile in vista dell'interrogatorio di Logli, che sembra imminente ma non ancora dietro l'angolo.
Certo è che dopo un anno di indagini sopportate con apparente freddezza e quasi distacco da parte dell'indagato, oggi forse per la prima volta Logli ha tradito, come mai prima, un certo nervosismo: prima rischiando di investire con la sua auto i cineoperatori assiepati davanti alla sua abitazione dopo aver letteralmente schermato con teli e ombrelli il parabrezza e i finestrini dell'abitacolo per non farsi riprendere. E poi, qualche ora dopo, inveendo contro di loro dalle finestre di casa. (fonte Ansa)
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La insostituibile trasmissione di servizio "Chi l'ha visto?", strumento non solo di corretta informazione, ma di aiuto alle forze dell'ordine e, soprattutto, ai disperati parenti e amici delle persone che scompaiono, ieri sera ha mandato in onda l'intervento in audio con immagine dell'avvocato del fratello di Antonio Logli il quale, per conto di Giovanni Logli, di sua moglie e della figlia minore degli stessi, ha smentito che ci siano state perquisizioni all'interno della loro abitazione, che si trova al piano inferiore della villetta dove abitava Roberta Ragusa.
L'avvocato ha ribadito che la famiglia del fratello di Antonio Logli non si trovava nella propria abitazione quel venerdì, avendo programmato il week-end altrove.
Antonio Logli dichiarò, in un filmato trasmesso da "Chi l'ha visto?", di non aver saputo che la famiglia di suo fratello quel fine settimana non ci sarebbe stata, ma di averlo appreso da sua madre solo dopo la scomparsa di Roberta.
L'avvocato del fratello ha sottolineato che Giovanni Logli e la sua famiglia in questa storia non c'entrano nulla e che, oltre all'ovvio coinvolgimento emotivo per la scomparsa della cognata, stanno ricevendo un danno enorme sul piano mediatico con l'apparizione di notizie come questa, pubblicata anche da Pisa Today, che avrebbero subito una perquisizione.
Questa tragedia, perché di tragedia si tratta, mi ha fatto riflettere sull'abitudine che certe famiglie hanno di dare l'abitazione ai propri figli in case adiacenti a quella dei genitori, avendo la possibilità economica di costruirle o di acquistarle nello stesso posto dove i figli sono cresciuti. L'intento, a mio avviso egoistico, è quello di averli fisicamente vicini con la scusa che, così, è più facile dare loro una mano nelle necessità della vita giornaliera.
Personalmente ritengo che, invece, i figli debbono volare fuori dal nido ed avere la loro autonomia in tutti i sensi che, l'eccessiva vicinanza ai genitori, non consente.
I risvolti psicologici, in condizioni normali, sono un mancato raffronto con difficoltà che consentono la crescita: tipo cercarsi una casa, valutare le difficoltà dell'affitto o dell'acquisto, gestire rapporti con terze persone, sperimentando tutte le insidie e i tranelli che anche questa semplice necessità comporta.
Inoltre i rapporti fra parenti non sempre sono idilliaci, anche quando ci si vuol bene e ci si rispetta.
Esistono piccole invidie e rivalità in molti esseri umani che creano attriti.
Infine, penso, che una famiglia che si forma deve avere la propria intimità che l'eccessiva vicinanza delle abitazioni fra fratelli e/o genitori non consente.
Un litigio fisiologico è diverso se vissuto fra la coppia o se, inevitabilmente, udito dal fratello che abita al piano di sotto o dal genitore che abita accanto. C'è sempre un inquinamento psicologico della coppia. "Cosa avrà pensato mia cognata? Cosa avrà sentito?" E i rapporti si modificano anche fra i coniugi, tenendo conto sempre che "ci sono anche gli altri che vedono e sentono". Una sciocchezza può diventare una montagna, la spontaneità sparisce condizionata dalla presenza degli altri che non si può ignorare.
Dunque, anche in condizioni ottimali, non mi sembra una buona scelta, anche se dettata da convenienze economiche e pratiche.
Se poi si precipita in una tragedia come questa della scomparsa improvvisa ed inspiegabile di una giovane donna, cognata, nuora, i parenti non possono uscirne indenni proprio per l'eccessiva vicinanza.
Debbo dire che sono anche stupita che le forze dell'ordine NON abbiano perquisito l'abitazione sottostante a quella di Roberta: prima di tutto perché in una situazione del genere non bisogna lasciare nulla di intentato e nulla al caso. Anche se loro non c'erano nessuno può escludere che, in modo sconosciuto agli inquirenti, qualcuno non abbia avuto accesso a quei locali a loro insaputa.
Insomma, se tuo fratello ha scelto di vivere per anni tenendo la sua amante a due passi da te, mentendo, fingendo cinicamente insieme a lei, ingannando sua moglie, tu puoi anche ignorarlo, ma qualche eco o riverbero ti debbono essere arrivati.
Si può vivere così a stretto contatto, due cognate, due donne, ed ignorarsi completamente?
Meglio abitare ciascuno lontano dall'altro, così che i casi di ciascuno sono personali e coinvolgono gli altri meno possibile!
Non c'è comodità, né sicurezza economica, che possa ripagare della serenità della propria vita privata e questo caso lo dimostra in tutta la sua tragica scena: un grande terreno, con costruzioni, giardini, una piscina... e nessuna serenità!
Da: Il Tirreno
Suoceri e cognati hanno precisato di non aver mai saputo della storia, che era
già di dominio pubblico: Sara però, nonostante tutto questo, è rimasta al suo
posto finché ad allontanarla è stata solo la pressione mediatica, e non già un
problema di opportunità, di prudenza e la scoperta di una relazione che avrebbe
dovuto sorprendere chi diceva di ignorarla. Una relazione che secondo i
bene informati va avanti da dieci anni, da quando Sara, diciottenne, era andata a
prendere la patente alla Futura e Antonio l’aveva proposta alla moglie come baby
sitter.
mercoledì 27 febbraio 2013
Cimice in Sala Operatoria a BERGAMO!
Da: Corriere dell'Università JOB
“Mi scusi dottore, Lei ha una cimice sul collo”: a dare l’allarme durante l’operazione è stato il paziente sottoposto ad un intervento di chirurgia.
Non è Kafka , non è una pièce teatrale e nemmeno uno sketch comico di Aldo Giovanni e Giacomo.
Il fatto è realmente accaduto all’interno dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, che ha aperto solo due mesi fa. Solo poco tempo fa, infatti, erano stati trovati dei funghi in terapia intensiva.
La presenza della cimice in sala operatoria è stata notata proprio dal paziente che era sottoposto ad un intervento ortopedico con anestesia locale in day hospital.
Secondo la direzione, l’insetto non può essere arrivato né dai controsoffitti, ben isolati, né dall’esterno.
Si sospetta che la cimice possa essere uscita fuori dagli imballaggi introdotti nell’ospedale oppure dagli indumenti che gli operatori indossano sotto gli abiti sterili.
Secondo quanto riferito dall’Agi, l’ospedale non avrebbe ritenuto necessario un intervento di sterilizzazione degli ambienti.
Siamo a BERGAMO, mica a Napoli o a Palermo!
Siamo in Lombardia, la Lombardia che la maggioranza dei lombardi ha consegnato al leghista Maroni che ora vuole fare la Macroregione!
Povero medico! Debbono operare con perizia e, con un insetto addosso, se si ha la fobia di essi, si può anche avere una reazione inconsulta: è umanamente possibile!
Poi se sbagliano chirurghi o ginecologi o ortopedici vengono denunciati! Poveretti! Debbono operare in condizioni proibitive in strutture in cui crescono addirittura funghi!
Non credo che i medici siano addetti alle pulizie ed alla sterilizzazione delle Terapie Intensive... Né al controllo degli imballaggi introdotti all'interno delle sale operatorie sia pure del day-hospital!
Il critico con Roma ed il Sud di Italia, Presidente Maroni, ora metterà tutto a posto vedrete! Ci saranno subito provvedimenti disciplinari nei confronti di chi era addetto all'igiene! E se il Direttore Sanitario non licenzierà i colpevoli sarà a sua volta rimosso! Anche con l'articolo 18 c'è la giusta causa, dunque si può fare! Non hanno adempiuto ai loro doveri e la prova sono funghi e cimice!
Ambrosoli: un'occasione mancata per la Lombardia
Da: La Stampa.it
Elezioni Politiche 2013 27/02/2013 - reportage
milano - michele brambilla
Il fiasco perfetto della sinistra che non seduce la Lombardia
La scenografica sede della Regione
Lombardia è stata teatro negli ultimi mesi di numerosi scandali legati alla
corruzione spese ingiustificate e legami con la criminalità
Nonostante scandali,
tangenti e indagini il voto del “Nord produttivo” resta
a destra
La sconfitta perfetta si materializza verso le quattro
del pomeriggio quando le proiezioni fanno capire che non c’è speranza per
Umberto Ambrosoli. Dopo la delusione per la mancata vittoria alle politiche, per
il centrosinistra arriva la resa in Lombardia. È la sconfitta perfetta perché
non era facile perdere anche qui. D’accordo: la Lombardia è da almeno vent’anni
un feudo del centrodestra; e Roberto Maroni è certamente un candidato forte. Ma
non era ugualmente facile perdere.
Non era facile perdere contro una coalizione che ha
quasi dimezzato i voti nel giro di pochi anni (dal 2008 se si guardano le
politiche, dal 2010 se si guarda alle regionali). E non era facile perdere dopo
che la giunta uscente era stata spazzata via, con ignominia, dalla magistratura,
alla fine di una serie di scandali senza precedenti. Scandali che non hanno
lasciato praticamente superstiti nella vecchia maggioranza di centrodestra: del
numero di inquisiti, ormai da un pezzo, s’è addirittura perso il conto.
Quante volte abbiamo visto riconfermata una maggioranza
inquisita per tangenti, ’ndrangheta, voto di scambio, allegre note spese? Di
solito, la parte politica che raccoglie l’eredità di una giunta così sciagurata,
si rassegna a passare il testimone. Così è successo, ad esempio, nel Lazio. Ma
in Lombardia no. In Lombardia il centrosinistra non è riuscito a vincere
nonostante l’ancora fresca memoria dei tuffi dallo yacht di Daccò. Nonostante il
crollo della Lega. Nonostante la forte flessione del Pdl. Per questo è la
sconfitta perfetta.
+++++++++++++++++++
Come nella vita di tutti i giorni le persone che hanno una morale e dei valori scoprono che queste virtù non necessariamente attirino simpatia e considerazione e ogni giorno si debbono stupire di vedere come, invece, persone la cui condotta di vita è scorretta non suscitino ripulsa, anzi, una certa comprensione ed indulgenza, così è nelle scelte dei nostri rappresentanti in politica.
Ambrosoli è un giovane uomo cresciuto con Valori di cui suo padre ha dato coraggiosa e dignitosissima testimonianza facendo il suo dovere fino in fondo pur sapendo che per farlo era a rischio della vita, tanto da lasciare alla sua giovane sposa una raccomandazione sull'educazione dei loro figli, temendo realisticamente che, per fare il suo lavoro onestamente, probabilmente non li avrebbe visti crescere. Quante coscienze al posto suo si sarebbero piegate alle minacce e tirate indietro avendo a disposizione mille possibili scuse di fronte a sé stesse? Tante sicuramente.
Ed ecco che la maggior parte del popolo lombardo gli preferisce un uomo che, certamente, non poteva ignorare i comportamenti disinvolti dei Belsito, dei Bossi, della "badante" di Bossi sul denaro degli Italiani, messo a disposizione del loro partito in seguito ad una legge truffa nei riguardi degli Italiani medesimi, che si erano espressi con un referendum in modo chiarissimo!
I Lombardi preferiscono un uomo che, quando era Ministro degli Interni, NON ha sciolto un Consiglio Comunale infiltrato dalla criminalità organizzata con prove riportate in una lunga e corposa relazione redatta dal Prefetto Frattasi.
I Lombardi, in maggioranza, sono come quelle persone che vediamo ogni giorno nei fatti della nostra piccola vita quotidiana, i quali non lesinano la loro simpatia per gente palesemente disonesta e antipatia per chi si comporta troppo bene!
Questi sono gli uomini e questi sono i risultati.
Nel Lazio, come dichiarato, ho votato lo sconosciuto Davide Barillari. Ritengo Zingaretti un ipocrita come tanti altri politici. Uno che si muove e fa le cose giuste solo se stimolato, oppure proprio non le fa. La convenienza è l'unico motore, non l'applicazione delle regole.
Storace ha preso molti voti, anche se, per fortuna non è tornato a far crescere ancora il debito della nostra saccheggiata Sanità.
Però tanta gente, nonostante quello che ha fatto quando è stato Governatore del Lazio, lo ha votato di nuovo!
Ecco che si ripete in grande quello che constatiamo in piccolo ogni giorno!
Coscienze adattabili, che si aggiustano la realtà trovando giustificazioni di ogni tipo...
Nessun rigore. Perché il rigore è scomodo. Esige che anche tu devi comportarti sempre bene! Che fatica! Meglio essere elastici, su via!
Ed ecco che persino Berlusconi viene premiato a livello nazionale da tanti Italiani!
Questo è il Paese.
Infine il solito aneddoto personale: ieri sera un nostro amico statunitense ci ha scritto chiedendoci: "I was surprised by how well Berlusconi's party did in the Senato. Why does
anyone vote for that man or his part?"
martedì 26 febbraio 2013
Roberta Ragusa volatilizzata
Da: "Il Tirreno"
Caso Ragusa, ritrovato il caricabatterie del cellulare di Roberta
L’apparecchio dietro a un mobile nel bagno. La difesa del
marito presenterà lista con 10 testimoni
Una lista di una decina di testi, esclusi i familiari, e la serenità di
«essere sempre stati pronti a fornire qualunque chiarimento» ai magistrati «in
uno spirito di grande collaborazione». Sono le armi che la difesa di Antonio
Logli, marito di Roberta Ragusa (la donna scomparsa dalla sua abitazione oltre
un anno fa) e unico indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere,
sta preparando nel corso delle indagini difensive in attesa della convocazione
per l'interrogatorio che ancora non è stato fissato.
L'avvocato Roberto Cavani ha ribadito la volontà del suo assistito di
rispondere alle domande del Pm e ha raccontato che nei giorni scorsi in casa «è
stato ritrovato il caricabatterie del telefono cellulare di Roberta», che invece
era sembrato sparire nel nulla subito dopo la sua scomparsa. L'oggetto, che è
stato consegnato agli investigatori durante le ultime perquisizioni della scorsa
settimana, ha riferito il legale, «è è stato trovato dai familiari dietro al
mobiletto del bagno dove di solito la donna lasciava in carica
l'apparecchio».
Nessuna rivelazione invece su ciò che i testimoni possano avere riferito per scagionare Logli, anche se l'avvocato ha ribadito che la procura «ha lavorato in un'unica direzione, escludendo l'ipotesi dell'allontanamento volontario». Infine, Cavani non ha saputo dire quando sarà fissato l'interrogatorio del suo assistito: «Spero che ce lo facciano sapere con qualche giorno di anticipo, visto che Antonio deve anche far fronte agli impegni di lavoro. Ma per ora dalla procura non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione».
Nessuna rivelazione invece su ciò che i testimoni possano avere riferito per scagionare Logli, anche se l'avvocato ha ribadito che la procura «ha lavorato in un'unica direzione, escludendo l'ipotesi dell'allontanamento volontario». Infine, Cavani non ha saputo dire quando sarà fissato l'interrogatorio del suo assistito: «Spero che ce lo facciano sapere con qualche giorno di anticipo, visto che Antonio deve anche far fronte agli impegni di lavoro. Ma per ora dalla procura non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione».
Italia divisa, democrazia in risveglio
Da: Polis blog.it
Antonio Ingroia non ha convinto nessuno, così come non ha convinto nessuno la sua operazione che consisteva nel fare un bel mappazzone fra Verdi, Comunisti italiani, Rifondazione, Italia dei Valori e forse qualche area movimentista che al momento mi sfugge.
Fatto sta che il progetto, che aveva fatto storcere il naso a molti fin dal principio, si è rivelato per quel che era: semplicemente velleitario. E anche se Ingroia si è lamentato del fatto che le tv lo abbiano oscurato (sarà. Ma è l’anno in cui Grillo in tv non ci è mai andato, e guarda un po’ che è successo), le ragioni del fallimento, in realtà, sembrano ritrovarsi proprio in questa eterogeneità un po’ personalista che evidentemente all’italiano di sinistra (ma l’Idv è di sinistra?) è sembrata invotabile, tranne che per 600 o 700mila italiani (o poco più).
In ogni caso, il richiamo alla desistenza non sarebbe servito a molto (giusto in qualche regione fortemente in bilico come il Piemonte).
Risultato della Rivoluzione: comunisti ancora fuori dal Parlamento, Idv e reduci dipietristi dissolti. Ingroia può serenamente tornare a fare il magistrato (ammesso che nel suo ruolo d’origine possa tornare ad avere credibilità).
Alberto Puliafito
@albertopi
@albertopi
Ho preso questo articolo perché scrive quello che avevo in mente di scrivere io. Ho evidenziato le parti che condivido in pieno.
Aggiungo che ho già scritto in precedenza su questo blog che Ingroia doveva continuare a fare il suo lavoro che, sembra, stesse facendo bene. Invece ha preferito usare la notorietà ottenuta con l'affare trattativa Stato-Mafia per salire in politica. Avrà pensato: "Di Pietro ha fatto così e gli è andata bene, ora tocca a me!"
l’Italia dei Valori passa da 25 a zero parlamentari!
Segno che la gente ha capito finalmente chi è Antonio Di Pietro.
Purtroppo le parole di questo ex magistrato erano piaciute a quell'Italia che ora spera nel Movimento 5 Stelle: Pulizia, Pulizia, Pulizia, Pulizia!
Gli Italiani vogliono gente credibile, coerente, pulita.
Antonio Di Pietro fin dall'inizio era ambiguo e l'ho scritto già su questo blog, per questo me ne andai quasi subito.
Il bisogno che alle parole, chissà, corrispondessero i fatti, mi ha fatto riprovare nel 2008: in capo a due anni avevo accumulato sufficienti fatti da indurmi ad andarmene di nuovo.
Poi sono stata a guardare: non in silenzio però!
E a poco a poco il marcio è venuto fuori.
Lui ha creato IdV e lui l'ha uccisa.
Quelli che erano dentro senza ideali sono fuggiti come schegge impazzite riaggregandosi in altre formazioni, tutte diverse, dimostrando un adattamento di comodo che ha dato prova di quello che io ed altri idealisti avevamo visto.
Ad Antonio Di Pietro gli Scilipoti, i Razzi, i Maruccio andavano benissimo! Era agli idealisti che avevano creduto davvero alle sue parole che non ha mai dato ascolto né risposta.
Dunque non è riuscito a riavere la poltrona in Parlamento con l'ex collega Ingroia.
Andrà a curare le sue terre e le proprietà che non gli mancano.
E' al Movimento 5 Stelle che ora gli Italiani onesti si rivolgono.
Dato che ho votato per loro su tutte e tre le schede raccomando a Grillo e compagni il SENSO DI RESPONSABILITA' VERSO L'ITALIA che ha bisogno di SOLUZIONI IMMEDIATE!
Non rinvii il Movimento le decisioni che vano prese subito.
Non perda questa opportunità relegandosi in una opposizione ottusa e irresponsabile!
Agisca per il cambiamento!
C'è una parte dell'Italia che, purtroppo, ancora vota chi l'ha danneggiata e questa parte tornerebbe volentieri ad elezioni, perché spera, ottusamente, chiusa nella "bolla del Potere" di riprenderselo e continuare come prima e peggio di prima!
lunedì 25 febbraio 2013
Millantatori e mitomani
Oscar Giannino ha detto di aver partecipato a suo tempo allo Zecchino D'Oro. Cino Tortorella, storico Mago Zurlì, ha detto che non è vero: negli Annuari della manifestazione canora per bambini canterini non esiste un tale nominativo e i bambini, da Regolamento, partecipavano tutti con i loro nomi e cognomi anagrafici!
Questa la scriviamo con colori adatti all'argomento: Oscar Giannino è malato, ora non v'è dubbio. La sua bizzarria nel vestire non era solo qualcosa di esibito per divertirsi. Eh, no! Questo poveruomo è affetto da vera e propria mitomania, che non è uno scherzo, è una malattia! Sintomo grave di psiconevrosi scrivono gli psichiatri!
Qualcuno tentava di spiegare il curriculum studiorum inventato con la volontà di dare a quello che diceva sull'economia un valore supportato da studi accademici, ma, a parte che nessuna persona sana di mente ed onesta millanta titoli accademici che non ha con l'aggravante di essere un personaggio pubblico, ora viene fuori pure che si è inventato di aver partecipato allo Zecchino D'Oro!
A cosa gli serviva dire questa cosa mai esistita?
Non gli poteva certo servire in politica!
Giannino ha una insopprimibile pulsione a mentire, ad inventare bugie, anche senza scopo, è più forte di lui, perché è malato.
Fate una piccola ricerca su siti di Medicina Psichiatrica e mi darete ragione!
Nella vita di ognuno di noi capita di incontrare gente che millanta di essere qualcosina in più di quello che è nella realtà: ma non investe tutta l'espressione della sua personalità, dunque si tratta di semplici millantatori, persone insicure, con qualche instabilità, che non sono necessariamente catalogabili come malate. Ma se un adulto mente su cose importanti che riguardano sé stesso, quello che è, poi inventa fatti mai avvenuti, dice bugie eclatanti e facilmente scopribili, senza un fine particolare che non sia solo la voglia di far credere agli altri qualsiasi sciocchezza gli passi per la disagiata mente, allora si parla di malattia.
Per fortuna non capita spesso di conoscere simili soggetti e se capita debbo dire che è un'esperienza sconvolgente, penosa. Il sentimento che suscitano è un misto di pietà e ripulsa, perché possono essere anche pericolosi.
Lascio, dunque, l'argomento agli specialisti e mi avventuro a parlare solo dei piccoli semplici millantatori.
Racconterò solo alcuni aneddoti occorsimi che sono emblematici di una millanteria che, solo apparentemente innocua, è diffusa nella Società. Trattasi di soggetti sicuramente frustrati che cercano di dare un'immagine di sé un poco più dorata di come è nella realtà, ma non inventando interamente come fa il mitomane, bensì indorando un poco qualcosa di reale e, per farlo, ricorrendo a mezzucci di vario tipo.
Pochi anni fa partecipai ad una riunione di un'Organizzazione Ambientalista di cui non farò il nome. Tale Convegno era stato organizzato con la presenza del Presidente di una Provincia e presso una Sala della sede di tale Istituzione. Il solerte e vanesio organizzatore aveva preparato un programma e fatta stampare una Locandina in cui, fra i vari Relatori, compariva una Ricercatrice dell'Università dove io, ahimé per lei, lavoravo. Costei fece il suo intervento con diapositive illustrando la situazione ambientale di alcuni Paesi esteri. Nulla di più e di diverso di semplice materiale documentaristico.
Era una donna di apparente età fra i 40-50 anni.
Dato che sono curiosa, guardai nell'Annuario, che la mia Università stampava tutti gli anni, cercando il suo nome. Non trovandolo nel Dipartimento citato in Locandina pensai che avesse cambiato Dipartimento. Guardai allora nell'elenco alfabetico, dove ci sono tutti i dipendenti dell'Istituzione: dall'usciere al Rettore. Il suo nome non c'era. Pensai: "Forse ha vinto il concorso quest'anno, quando l'Annuario era già andato in stampa!" Inserii allora il suo nome sul sito dell'Università là dove si possono cercare i dipendenti. Se aveva fatto la presa di servizio presso l'Ufficio del Personale Ricercatori sicuramente l'avevano inserita! Ma non c'era neppure lì. A questo punto inviai una e-mail al solerte organizzatore che, se persona seria, doveva aver controllato CHI inseriva nel programma ed i suoi reali titoli, pena la squalifica di simile Convegno! Egli mi rispose celermente dicendo che la "ricercatrice" li aveva aiutati molto come Organizzazione per portare argomenti sull'Ambiente, e mi fornì il suo indirizzo e-mail e numero di telefono, dicendosi sconcertato da quanto gli comunicavo e che "sì, certo, era imbarazzante e ne andava della serietà dell'Organizzazione".
Scrissi alla ricercatrice dicendole chi ero e dove lavoravo e chiedendo come mai non comparisse fra i dipendenti della mia Istituzione. L'imbarazzo fu evidente e dovette ammettere che "non era dipendente come scritto nel programma del Convegno, non collaborava neppure con un contratto presso quel Dipartimento, ma solo con un Professore che, a sua volta, aveva dei contatti e delle collaborazioni con Professori di quel Dipartimento della mia Università". Ben altra cosa!
Un'abitudine che mi colpisce è quella dei titoli in inglese. Però siamo in Italia!
Lunghe frasi in cui compaiono parole incomprensibili fra cui quasi sempre "Manager", "Special Project", "Digital Media Content Manager presso University of ..." Un po' come quando si scrive "gay", per parlare di omosessuale, o "escort" per parlare di prostituta: come se l'inglese mascherasse un po' qualcosa che non si vuole chiarissimo e che si vuole rimanga un poco fumoso in modo da nobilitarlo.
Su Linkedin ci sono molte di queste oscure qualifiche e mi è capitato di esplorarne una su una giovane donna che una volta abitava vicino a me.
Dato che la sua lunga qualifica in lingua inglese la collocava in una precisa Università Italiana dell'Alta Italia, sono andata sul sito di quella Università e l'ho cercata fra i dipendenti: non c'era. Eppure quella Università, a differenza di quella dove io lavoravo fino ad un anno fa (ora sono in pensione), mette fra i dipendenti anche persone a contratto per collaborazioni momentanee, specificandolo però! Ma la donna non c'era proprio!
Ecco, questi sono casi di millanteria. Magari la giovane che io conoscevo farà pure le cose che scrive, ma non le fa in quella Università che lei, per qualificarsi di più, inserisce nel suo profilo Linkedin.
Pochi anni fa partecipai ad una riunione di un'Organizzazione Ambientalista di cui non farò il nome. Tale Convegno era stato organizzato con la presenza del Presidente di una Provincia e presso una Sala della sede di tale Istituzione. Il solerte e vanesio organizzatore aveva preparato un programma e fatta stampare una Locandina in cui, fra i vari Relatori, compariva una Ricercatrice dell'Università dove io, ahimé per lei, lavoravo. Costei fece il suo intervento con diapositive illustrando la situazione ambientale di alcuni Paesi esteri. Nulla di più e di diverso di semplice materiale documentaristico.
Era una donna di apparente età fra i 40-50 anni.
Dato che sono curiosa, guardai nell'Annuario, che la mia Università stampava tutti gli anni, cercando il suo nome. Non trovandolo nel Dipartimento citato in Locandina pensai che avesse cambiato Dipartimento. Guardai allora nell'elenco alfabetico, dove ci sono tutti i dipendenti dell'Istituzione: dall'usciere al Rettore. Il suo nome non c'era. Pensai: "Forse ha vinto il concorso quest'anno, quando l'Annuario era già andato in stampa!" Inserii allora il suo nome sul sito dell'Università là dove si possono cercare i dipendenti. Se aveva fatto la presa di servizio presso l'Ufficio del Personale Ricercatori sicuramente l'avevano inserita! Ma non c'era neppure lì. A questo punto inviai una e-mail al solerte organizzatore che, se persona seria, doveva aver controllato CHI inseriva nel programma ed i suoi reali titoli, pena la squalifica di simile Convegno! Egli mi rispose celermente dicendo che la "ricercatrice" li aveva aiutati molto come Organizzazione per portare argomenti sull'Ambiente, e mi fornì il suo indirizzo e-mail e numero di telefono, dicendosi sconcertato da quanto gli comunicavo e che "sì, certo, era imbarazzante e ne andava della serietà dell'Organizzazione".
Scrissi alla ricercatrice dicendole chi ero e dove lavoravo e chiedendo come mai non comparisse fra i dipendenti della mia Istituzione. L'imbarazzo fu evidente e dovette ammettere che "non era dipendente come scritto nel programma del Convegno, non collaborava neppure con un contratto presso quel Dipartimento, ma solo con un Professore che, a sua volta, aveva dei contatti e delle collaborazioni con Professori di quel Dipartimento della mia Università". Ben altra cosa!
Un'abitudine che mi colpisce è quella dei titoli in inglese. Però siamo in Italia!
Lunghe frasi in cui compaiono parole incomprensibili fra cui quasi sempre "Manager", "Special Project", "Digital Media Content Manager presso University of ..." Un po' come quando si scrive "gay", per parlare di omosessuale, o "escort" per parlare di prostituta: come se l'inglese mascherasse un po' qualcosa che non si vuole chiarissimo e che si vuole rimanga un poco fumoso in modo da nobilitarlo.
Su Linkedin ci sono molte di queste oscure qualifiche e mi è capitato di esplorarne una su una giovane donna che una volta abitava vicino a me.
Dato che la sua lunga qualifica in lingua inglese la collocava in una precisa Università Italiana dell'Alta Italia, sono andata sul sito di quella Università e l'ho cercata fra i dipendenti: non c'era. Eppure quella Università, a differenza di quella dove io lavoravo fino ad un anno fa (ora sono in pensione), mette fra i dipendenti anche persone a contratto per collaborazioni momentanee, specificandolo però! Ma la donna non c'era proprio!
Ecco, questi sono casi di millanteria. Magari la giovane che io conoscevo farà pure le cose che scrive, ma non le fa in quella Università che lei, per qualificarsi di più, inserisce nel suo profilo Linkedin.
sabato 23 febbraio 2013
Un rimando a quanto scrivevo più di un anno fa
Riporto qui quanto ho scritto nel post "La Dittatura dei Partiti" il 12 febbraio 2012.
Per chi volesse leggerlo per intero basta cercarlo in "Archivio" a quella data. Qui riporto parti copiate dalla nostra Costituzione e solo le mie considerazioni.
Prima delle elezioni può costituire uno spunto di riflessione per tutti.
La Costituzione italiana stabilisce che “ la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”(art.1). “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità...” (art.2). “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senza armi” (art.17) nonchè di “associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non siano vietati dalla legge penale” (art.18).”Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione“(art.21).
L’associazione partitica – come uno dei modi possibili di associazione popolare– è prevista dall’art. 49 “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamentein partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale “.
La nostra Costituzione è chiarissima: L’associazione partitica è uno dei modi possibili di associazione popolare NON L'UNICO.
La divisione lista civica/partito politico è una categorizzazione solo sociale dato che la Costituzione Italiana non fa distinzione alcuna.
Di fatto, invece, i partiti politici si sono a poco a poco impadroniti della nostra democrazia varando, tutti d'accordo, leggi a loro favore e CONTRO il vero interesse del popolo, alterando così il dettato Costituzionale.
Il potere distorcente che esercitano ha piegato la rigida norma costituzionale, di volta in volta, alle loro necessità ed interessi, con scuse circonvolute, illogiche e non credibili fino all'impudenza, tanto che il popolo paziente non crede più a niente di quel che fanno e dicono, eccezion fatta da quella parte di popolo che, all'interno o all'esterno di essi, spera di trarre vantaggio e protezione sociale dai partiti stessi. Infine c'è una percentuale minoritaria di idealisti illusi che sperano sempre che i partiti possano migliorare.
Nel presente siamo giunti al punto più basso della credibilità di queste aggregazioni di potere tanto che, per salvare il Paese, si è dovuti ricorrere ad un Governo messo insieme da una persona colta, preparata e moralmente a posto.
I partiti, coscienti del disastro provocato dalla loro egoistica gestione della Cosa Pubblica, hanno acconsentito, con l'eccezione di un partito impudente più degli altri, la Lega Nord, e di un altro che parla bene e razzola male, Italia dei Valori, a che la cosiddetta "volontà popolare" venisse esautorata e che governasse qualcuno NON eletto dal popolo.
Ma, in realtà, dove sta questa concretezza della volontà popolare? E, al di là della attuale da tutti esecretata legge elettorale, si è mai concretizzata realmente, in modo veramente pragmatico, la volontà popolare?
E' innegabile che in passato abbiamo avuto qualche personalità politica pulita. Era l'epoca in cui i partiti si reggevano sulle tessere. Certo non si poteva pretendere la perfezione, c'erano sempre anomalie, ma ora siamo al marciume e il popolo dovrebbe con liste civiche a livello nazionale riappropriarsi della Cosa Pubblica, oppure rassegnarsi a farsi governare ALMENO da chi CI CAPISCE.
Il sistema dei partiti, infatti, oltre a selezionare furbi opportunisti, fa sì che crescano perfetti ignoranti che poi pretendono di governarci, quindi prendere decisioni. D'accordo che si circondano di consiglieri e di consulenti, ma non basta se non sono in grado di discernere la materia di cui si stanno occupando.
In tutto questo, comunque, chi vota certe figure come il figlio di Bossi, detto "Il Trota", è colpevole quanto i politici stessi, perché senza il consenso di tanti voti certi soggetti non arriverebbero dove arrivano. Questo è un meccanismo difficilmente sanabile. Ad esempio, chi ha dato al figlio di Antonio Di Pietro tanti voti da consentirgli di arrivare sulla poltrona di Consigliere Regionale? E perché è stato votato, visto che la sede del partito di Termoli si era opposta alla candidatura nepotistica del figlio del Presidente e fondatore del partito? Tutte le persone che hanno approvato con il loro voto la scelta prepotente del leader del partito hanno avallato come un gregge un'imposizione venuta dall'alto.
Senza tanti voti queste persone non sarebbero nessuno ed andrebbero a guadagnarsi il pane quotidiano come tutti. Dunque i partiti impongono la loro "dittatura" ma il gregge lo consente.
venerdì 22 febbraio 2013
Grillo a Piazza San Giovanni a Roma
Da: IGN Portale di ADNKronos
Grillo si commuove in piazza: "Siamo in 800mila, è incredibile"
(Adnkronos)
ultimo aggiornamento: 22 febbraio, ore 21:54
Roma - (Adnkronos/Ign) - Bagno di folla per il leader del Movimento 5
Stelle che sul palco prima si commuove e poi attacca la
classe politica: "Arrendetevi, siete circondati" . E di Bersani dice:
"E' un parassita,
i miei soldi li ho guadagnati"
Bersani se l'è voluta: si è messo a dire che Beppe Grillo è un miliardario.
Certo che lo è! Facendo spettacoli da una vita come attore comico di successo è ovvio che lo sia.
Anche giornalisti come Santoro, uomo di sinistra (così sembra), sono miliardari...
Infatti Grillo potrebbe a 65 anni godersi i suoi miliardi in Isole felici, in Resort di lusso... Invece fa queste cose che, se non si dà una calmata, potrebbero provocargli un infarto.
Poi Bersani deve ancora spiegare perché, essendo un uomo del PD che prende milioni e milioni di "rimborsi elettorali" sottratti alle casse pubbliche, si è fatto finanziare con 98.000 euro la precedente campagna elettorale da Riva, proprietario dell'ILVA.
Avevano motivato il finanziamento pubblico con il fatto che garantiva i politici dall'influenza di finanziatori privati che ne avrebbero potuto condizionare le scelte...
Il popolo votò contro perché sapeva che avrebbero preso lo stesso i soldi anche dai vari potenti per fare i loro interessi.
Ben venga Grillo allora! La Piazza è piena anche se oggi a Roma piove!
Marò: triste telenovela
Da: Il MessaggeroIndia, i due marò tornano in Italia per votare: permesso di un mese |
ROMA - La Corte
suprema di New Delhi ha concesso oggi un permesso di quattro settimane ai marò
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre per recarsi in Italia e permettere loro,
tra l'altro, di votare alle elezioni. Secondo MArio Monti la concessione della
licenza è un segnale per una soluzione della vicenda.
Nel concedere il permesso, la sezione della Corte Suprema presieduta dal giudice capo Altamas Kabir ha chiesto ai due marò di firmare un affidavit relativamente ai loro obblighi nei confronti della giustizia indiana. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che risiedono nell'ambasciata italiana a New Delhi, si dovranno quindi ora recare presso gli uffici della Corte Suprema. È stata chiesta come garanzia anche una lettera all'ambasciatore d'Italia Daniele Mancini in cui si impegna ad assicurare il ritorno dei due imputati. Si tratta di una impegnativa simile a quella presentata all'Alta Corte del Kerala in occasione della precedente licenza natalizia. Durante la discussione, durata meno di mezzora, il vice procuratore dello Stato P.P. Malhotra ha espresso la sua contrarietà alla concessione del permesso. Ha in particolare presentato tre obiezioni: che la petizione doveva essere presentata direttamente dai marò, che sono ancora sotto processo in base all'articolo 302 (omicidio) del codice penale indiano e che esiste ancora una denuncia della polizia del Kerala nei loro confronti. Dopo aver sentito le considerazioni, il giudice Kabir ha ricordato che nella sentenza del 18 gennaio relativa al ricorso italiano sulla giurisdizione aveva ordinato al governo di New Delhi di avviare la costituzione di un tribunale speciale per giudicare gli italiani e che ciò non era stato ancora fatto. Ha quindi deciso di autorizzare un permesso della durata di quattro settimane come richiesto dalla parte italiana. «È uno sviluppo molto positivo e provo grande soddisfazione»: così il ministro degli Esteri Giulio Terzi dopo l'accoglimento, da parte della Corte Suprema indiana, della richiesta di 4 settimane di permesso in Italia per i due marò. Il permesso, afferma Terzi, «consentirà ai nostri due ragazzi di esercitare il loro diritto di voto e di trascorrere quattro settimane con i loro familiari in Italia, ma anche perchè la decisione di oggi conferma il clima di fiducia e collaborazione con le autorità indiane e lascia ben sperare per un positivo esito della vicenda».
Venerdì 22 Febbraio 2013 - 08:16
... il giudice Kabir ha ricordato che nella sentenza del 18 gennaio relativa al ricorso italiano sulla giurisdizione aveva ordinato al governo di New Delhi di avviare la costituzione di un tribunale speciale per giudicare gli italiani e che ciò non era stato ancora fatto.
Appunto. Perché dopo più di un anno non è stato fatto nulla? A parte trasferire da una parte all'altra dell'India due militari italiani detenuti senza che neppure si sia accertato se gli spari che hanno ucciso i due poveri pescatori siano partiti proprio dai loro fucili?
Non si può accertare senza processo e non si può fare il processo se non accertano dove era la nave al momento del fatto.
Basta una foto da satellite: e ce ne sono tanti che girano intorno al pianeta e che sono in grado di riprendere anche un camion da lassù, figuriamoci una petroliera.
Dal sito: www.seeninside.net/piracy
un moderno VTMIS (Vessel Traffic Management
Information System)
Per aver chiarezza su questa serie di evidenze basterebbe avere a
disposizione i nastri radar della Capitaneria di Porto
di Kochi (Cochin),e incrociarli con i nastri radar delle navi mercantili
recuperabili, con quelli delle navi militari e con le immagini satellitari.
Si potrebbero verificare le posizioni e le rotte di tutti gli
attori della complessa vicenda senza possibilità di smentita.
Verificare gli attacchi sia alla Enrica Lexie che alla Olympic
Flair e vedere dopo gli attacchi come tutti si sono mossi e dove sono
andati.
Firmato: Luigi Di Stefano
Invece si preferisce dilatare il tempo all'infinito chiedendo soldi sia per rifondere le famiglie delle vittime (anche se non si sa ancora DI CHI!) sia per la nave che, almeno quella, è stata liberata.
Si preferisce tenere in ostaggio due militari italiani trattandoli come pacchi: avanti e indietro, avanti e indietro.
E' una cosa vergognosa mentre si scopre che vendiamo elicotteri all'India e, per venderli, dobbiamo pagare mazzette.
La vicenda Finmeccanica, legata alla vendita al governo di Nuova Delhi di 12 elicotteri Agusta Westland 101, gravata da una mazzetta di 51 milioni di euro, ha portato in Italia un team indiano composto da due investigatori del Central bureau of investigastions, un funzionario del ministero della Difesa e un esperto legale di quello degli Esteri. Il procuratore aggiunto di Busto Arsizio, Eugenio Fusco, non ha incontrato il team. Lo ha invece ricevuto, nel pomeriggio di ieri, il gip Luca Labianca, il magistrato che ha materialmente scritto l’ordinanza di custodia cautelare che ha mandato in carcere Giuseppe Orsi per corruzione internazionale e frode fiscale e agli arresti domiciliari l’ad di Agusta Westland Bruno Spagnolini. Un incontro informale, una presa di contatto con scambio di opinioni. Perché i rapporti si incanalino lungo binari ufficiali, sarà necessario aprire le procedure previste dalle rogatorie internazionali. Il team indiano si è incontrato anche con i vertici di Finmeccanica. Due studi legali milanesi hanno ricevuto dall’India l’incarico di assistere la delegazione: lo studio Chiomenti e lo studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli e Partners. Gli indiani sono particolarmente interessati alla posizione del maresciallo Sashi Tiagy, fino al 2010 capo di stato maggiore dell’aeronautica militare indiana, indicato come il terminale delle tangenti da Guido Haschke, il consulente svizzero incaricato di una intermediazione per la vendita degli elicotteri. L’interesse per quanto sta avvenendo a Busto Arsizio è acuito da una circostanza precisa: nel 2014 l’India voterà per il rinnovo del Parlamento e quello della corruzione è uno dei temi che già stanno infiammando il dibattito politico. |
Prof. Luigi Zingales e Prof. Michele Boldrin: reazioni opposte
Luigi Zingales |
Nel movimento Fare per Fermare il
declino, Luigi Zingales ha deciso di abbandonare la nave. Il motivo? Lo
ha scritto nero su bianco sulla sua pagina Facebook . Non si
dimette per motivi ideologici o perché in contrasto con le proposte del
movimento. Tutt'altro. Si dimette in nome della accountability, ovvero
del fatto che è necessario rendere conto agli altri del proprio operato. Cosa
che Giannino non avrebbe fatto rifiutandosi di chiarire in pubblico il mistero
legato al fatto di aver mentito sulle sue credenziali accademiche. In sintesi:
Giannino secondo Zingales avrebbe dichiarato di aver ricevuto un Master alla
University of Chicago (dove Zingales insegna), ma pare non essere vero. E si è
rifiutato di giustificarsi in pubblico.
In realtà, già ieri, quando stava per montare la polemica, Giannino aveva
smentito chiarendo di non aver mai preso un master all'Università di
Chicago, ma di esserci solo stato a studiare l'inglese da giovane.Ma leggiamo le parole di Zingales.
È con una disperazione profonda che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico, perché ho trascinato molte persone in questo movimento e mi sento in dovere di spiegare loro le ragioni della mia scelta. Io credo nella trasparenza, anche in queste scelte.
Non mi dimetto certo perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l’enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane. (....) Per cambiare l’Italia c’è bisogno anche di rigore nel metodo: onestà, trasparenza, ed accountability, che significa che tutti, a qualsiasi livello, devono rendere conto agli altri del proprio operato. Purtroppo negli ultimi giorni mi sono reso conto che questi tre principi non sempre si applicano al vertice di Fare. Dopo aver provato, per quattro giorni, a fare di tutto per cambiare le cose, non mi resta che una via di uscita: dimettermi.
I fatti sono i seguenti. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio.
Oscar Giannino tweet : «I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a Fare»
Non si può pretendere rigore da nessuno se non siamo rigorosi con noi stessi.
Oscar Giannino minimizza chiamando " inoffensive ma gravi balle private" le due lauree ed il master che millantava.
Sono gravi senz'altro, inoffensive, se si pretende di Amministrare la Cosa Pubblica ASSOLUTAMENTE NO!
Il Prof. Zingales ha avuto la reazione che avrei avuto io, una reazione da uomo integro, che credeva nel progetto comune e che non è disponibile a scendere a patti né con sé stesso né con l'organizzazione di cui faceva parte.
E' stato ingannato e con dolore ha abbandonato il progetto comune.
Oscar Giannino ha dato solo le dimissioni da Presidente del Movimento creato insieme, ma rimane comunque candidato!
Era lui, invece, a dover uscire dal Partito! Non lo ha fatto e questo dimostra un altro lato della medesima personalità tutt'altro che integra. Ha fatto anche la vittima e la vigliaccheria degli altri, unita all'interesse, hanno fatto il resto.
Come si può pretendere di Fermare il declino con queste premesse?
Ieri sera mi è capitato di vedere un frammento dell'intervista che Mentana ha fatto all'altro socio fondatore, Prof. Michele Boldrin, durante la sua trasmissione "Bersaglio Mobile" su La7.
Boldrin non mi è piaciuto. Passi che non si sia dimesso come l'adamantino Zingales, ma che abbia usato argomenti da "difesa d'ufficio" nei riguardi del mitomane Giannino non va bene affatto.
Ha dimostrato di avere una morale adattabile che scusa il soggetto perché facente parte dello stesso gruppo di interessi e fini.
Di morale adattata secondo le convenienze gli italiani ne hanno fin sopra i capelli: per questo riempiono le piazze dove Grillo urla il LORO dolore! Cosa credono Boldrin e gli altri che danno addosso a Grillo perché temono il suo risultato alle urne? Non pensano che se la gente si copre per il freddo, esce di casa per andare a prendere altro freddo dove lui grida, sia perché NON NE PUO' PIU' DI BALLE DI OGNI TIPO?
Se non l'hanno ancora capito che vadano a casa a fare i loro mestieri e non stiano qui a romperci le balle con le loro giustificazioni di comodo.
Trovo insopportabile poi, e con me molti altri credo, che si cominci come ha fatto Boldrin a fare i paragoni: "Giannino mica ha fatto questo e quello che ha fatto invece Pinco e Pallino..." Basta! Ma chi se ne frega! Ha mentito e manco c'era arrivato a gestire la Cosa Pubblica! Pensa se ci arrivava!
Non è possibile che uno, che è pure professore senza sospetti perché nelle università americane non le danno per raccomandazione le Cattedre, si metta a fare paragoni con chi ha fatto già guasti a questa Italia. Giannino per ora NON LI HA POTUTI FARE, ma se si presenta con queste premesse!...
Storace vorrebbe tornare.. non gli basta quello che ha fatto alla Sanità del Lazio
Da: QuotidianoSanità.it
Sanità Lazio. Il "buco" infinito da Storace a Bondi. Storia di un default annunciato
Nel 2006 una prima ricognitiva del disavanzo strutturale formatosi nel primo quinquennio degli anni 2000 (di cui dobbiamo ringraziare in larga misura l’ex Governatore Storace) calcolava il deficit della regione al 31 dicembre 2005 in circa 9.900 milioni di €.
....se in Costituzione fosse stato già introdotto l’istituto del fallimento politico
per quei politici che sperperano il denaro pubblico e portano al fallimento le
istituzioni che dovrebbero invece ben governare, gran parte della classe
politica del paese e non solo della regione Lazio sarebbe automaticamente
esclusa dalla politica attiva per un lungo numero di anni con grande guadagno
per i cittadini, per le istituzioni e ancora di più per la credibilità del paese
in sede internazionale.
giovedì 21 febbraio 2013
Campagna Elettorale con molti comici: ma l'unico che lo fa di professione è solo Beppe Grillo
Mi sembra evidente: ridiamo di più ascoltando tanti comici un poco guitti non di professione che ascoltando le urla disperate di Grillo!
L'uomo del giorno è Oscar Giannino. A me era simpatico: così buffo nel suo porsi e vestirsi... Però diceva cose serie: MERITOCRAZIA!
Poi viene fuori che lui i meriti se li era dati da solo!
E che meriti! Due Lauree ed un Master!
Scoperto da una persona seria del suo partito ha annaspato usando il metodo Scajola: "Non sapevo che qualcuno aveva scritto sul WEB il mio curriculum attribuendomi lauree e Master! Si saranno confusi: io a Chicago ho fatto un Corso di Inglese!"
Dapprima, pietosamente, gli hanno fatto notare che quel curriculum era nel WEB da tempo. Come poteva non essersene accorto prima che lo stanasse il Prof. Zingales?
Ma lui ha ribadito che non lo sapeva proprio!
La televisione, impietosamente ma per dovere di cronaca, ha mandato interventi vari in video di Oscar Giannino, diluiti nel tempo, in cui egli con quell'arietta un po' spocchiosa diceva: "Io ho un Master in Economia preso a Chicago!"
I Master, per chi non lo sapesse, abbisognano di una Laurea preventiva, altrimenti non vi si può accedere... Ma Giannino non aveva neppure quella!
Gli è stato fatto notare, con imbarazzo, che lui non aveva mai smentito quando lo appellavano con il titolo accademico di "dottore"! Non ricordo cosa ha risposto ma a questo punto non ha più importanza.
Certo non possono essere tutti come la sottoscritta che, appellata spesso con questo titolo, rispondo sempre puntigliosamente: "Non sono laureata, non sono dottoressa, è un titolo accademico che non mi spetta." Forse perché mi sta bene quello che sono e mi infastidisce la NON VERITA' in qualsiasi forma.
Soggetto, apparentemente diverso, ma che con le sue scelte e contraddizioni denota quantomeno una propensione al "pinocchismo", è Antonio Di Pietro il quale, nonostante l'affiorare di fatti imbarazzanti del suo partito, continua imperterrito a parlare come se così non fosse con un moralismo, perché a questo punto non si può più parlare di morale ovviamente, che punta il dito sempre verso gli altri ma tace su sé stesso. Della serie: "Faccio finta di niente e può darsi che gli altri dimentichino o non ci facciano caso! E magari mi diano anche il voto! Hai visto mai?! Io continuo a provarci!"
Da miei post del 19/07/2011 e 03/11/2012
Da miei post del 19/07/2011 e 03/11/2012
Di seguito l'intervista che il presidente IdV, Antonio Di Pietro, ha rilasciato oggi, 16 luglio 2011, al Corriere della sera.
Lei ha parlato di ‘nuova Tangentopoli’.
“Di più. Questa Tangentopoli è più grave e più pericolosa della prima”.
Alla Camera, parlando con alcuni deputati (tra loro Enzo Carra, che fece arrestare per reticenza), ha detto: “Quelli della Prima Repubblica erano lord rispetto a questi”. Meglio i vecchi dc dei nuovi?
“Intendiamoci. Allora c'erano alcuni grandi personaggi come Aldo Moro e Pio La Torre. E ce n’erano altri, tanti, che rubavano e si sono arricchiti rubando. Quindi nessuna giustificazione per la Prima Repubblica”.
Però?
“Però quella era una Tangentopoli quasi banale. Da mazzetta nascosta nel cesso del Pio Albergo Trivulzio o nel puf di casa Poggiolini. Ora sta tutto nelle pieghe della consulenza, dell'incarico. E' una tangente fatturata. Io da pm ho fatto il radiologo e ho scoperto un tumore sociale. Loro hanno creato un antidoto al medico, non al tumore”.
Una Tangentopoli quasi legalizzata?
“Allora un cittadino imprenditore pagava un politico per avere un vantaggio. Ora sono tutti i cittadini a pagare, senza volerlo. Una corruzione più diffusa e meno visibile. Un esempio: le 7 mila società partecipate dagli enti locali hanno assunto 25 mila consiglieri di amministrazione. Bastava un amministratore unico”.
E allora perché avrà messo un suo uomo in un C.d.A. di una partecipata da un Ente locale? Boh? Boomerang? Autogol? E' comico però!
Dal sito di ACEA ATO2:
Anche Monti per tirare acqua al suo mulino si lascia andare:
E allora perché avrà messo un suo uomo in un C.d.A. di una partecipata da un Ente locale? Boh? Boomerang? Autogol? E' comico però!
Dal sito di ACEA ATO2:
ACEA ATO2
Consiglio d'Amministrazione
Componenti Carica
Beppe Grillo è un comico di professione, dunque non dobbiamo stupirci se ha detto:
Sandro Cecili | Presidente | |
Salvatore Doddi | Vice Presidente (appartenente al partito Italia dei Valori) |
"Il mio auspicio è che il prossimo Presidente della Repubblica sia
Antonio Di Pietro"
Passiamo oltre perché, come ho detto, di comici ce ne sono tanti!
Berlusconi! Quante volte ci ha deliziato con le sue uscite!
L'ultima è la lettera camuffata da restituzione dell'IMU 2012!
Da: Il Messaggero
Chiedono il rimborso Imu con la lettera di Berlusconi
Da Pordenone a Casarsa alcuni utenti sono andati nei municipi
per riavere i soldi. Proteste per le missive del Pdl inviate anche a destinatari
deceduti da anni
Anche Monti per tirare acqua al suo mulino si lascia andare:
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