Da: La Stampa.it 12/02/2013 - Il documento esclusivo
Grillo“stregò” l’ambasciatore Usa “Interlocutore politico credibile”
Beppe Grillo durante una
tappa del suo Tsunami Tour
new york
Il 4 aprile 2008 un lungo
telegramma per Condi Rice partiva dall’ambasciata a Roma: raccontava un pranzo
con l’attuale leader del Movimento 5 Stelle. Gli americani avevano capito il
potenziale elettorale del comico e previsto in anticipo il suo successo. La
Stampa ha ottenuto, ieri, dagli archivi di Washington il documento
Alle 11,12 del 4 aprile 2008 dall’ambasciata americana a
Roma parte il telegramma intitolato «Pranzo con l’attivista italiano Beppe
Grillo: “Nessuna speranza per l’Italia”. L’ossessione della corruzione». A
firmarlo è Ronald Spogli, ambasciatore a Roma, e il destinatario è il segretario
di Stato, Condoleezza Rice, a cui spiega in cinque pagine che Grillo è un
«interlocutore credibile» nella comprensione del sistema politico italiano,
grazie al fatto di essere «unico» per denuncia della corruzione nelle vita
pubblica, ricorso al web e appello agli oppressi.
Il documento è stato ottenuto da «La Stampa» nel
rispetto delle norme del «Freedom of Information Act» e inizia con un preambolo
in cui si presenta il «politico italiano Beppe Grillo» come «un comico divenuto
attivista che durante un pranzo nella residenza del consigliere economico
dell’ambasciata ha affermato: “Non c’è speranza per l’Italia”». Segue la
descrizione di Grillo: «È un eccentrico, si appella agli oppressi d’Italia e
così riesce a portare nelle piazze centinaia di migliaia di persone per
protestare contro l’ordine costituito». Soprattutto «i suoi commenti risaltano
per il contrasto con quelli dei nostri interlocutori tradizionali su economia,
politica e in particolare sulla corruzione».
La seconda parte del documento classificato «sensitive»
include un approfondimento sul personaggio. «Giuseppe “Beppe” Grillo è un ex
comico politicamente schietto che ha ottenuto una celebrità mondiale scorticando
ogni giorno i politici italiani sul suo blog e organizzando con successo una
manifestazione contro la corruzione nel governo alla quale lo scorso autunno
hanno partecipato oltre 150 mila persone». L’accento viene messo sullo stile
personale: «Grillo è brusco, perfino profano, ma le sue accuse dirette e spesso
taglienti risaltano al contrasto con le analisi timide e indirette sulla
corruzione che vengono dal mondo politico italiano». È a tali caratteristiche
che il testo attribuisce la capacità di «galvanizzare una parte dell’opinione
pubblica in genere silenziosa, convogliando la rabbia degli italiani verso la
corruzione governativa più radicata e l’incapacità dell’élites di migliorare le
condizioni del Paese» con la conseguenza di «aver creato un foro alternativo di
discussione su questioni che non vengono affrontate dai maggiori media».
Da qui la scelta di dedicare al tema della «Corruzione»
la parte centrale del documento. «Grillo, 59 anni, ha una capigliatura selvaggia
e un aspetto quasi da portuale ma è riuscito ad affermarsi negli ultimi dieci
anni come un commentatore controcorrente sulla corruzione italiana, in
particolare identificando i problemi contabili di Parmalat assai prima che i
dettagli delle irregolarità finanziarie venissero scoperte». Tale precedente lo
accredita agli occhi dell’ambasciata americana a Roma, che aggiunge: «Grillo
ritiene che l’endemica corruzione nella classe politica italiana ha distrutto
ogni speranza di migliorare le prospettive economiche nazionali» fino al punto
che «l’unica soluzione è la rimozione di praticamente tutti i politici di destra
e sinistra rimpiazzandoli con giovani che hanno meno legami con l’establishment
e meno interesse nel mantenimento dello status quo». Ciò che colpisce il
consigliere economico americano, che ha incontrato Grillo assieme ad altri
funzionari dell’ambasciata, è che «descrive la corruzione come una procedura
standard nell’attuale cultura politica italiana, ai suoi occhi i politici di
destra e sinistra vogliono solo mantenere il potere, sono troppo vecchi, carenti
di visione e capacità per migliorare le condizioni del Paese». La lotta alla
corruzione è la chiave di lettura che consente di comprendere l’opposizione di
Grillo a «energia nucleare, rigassificatori e inceneritori perché sarebbero
tutti progetti destinati a enormi perdite di fondi pubblici a vantaggio di
corruzione, mafia o entrambe». È tale battaglia che spinge l’estensore del
documento a titolare il paragrafo sull’opposizione agli inceneritori in
Campania: «Luddista, progressista o entrambi?». Facendo capire che il giudizio
su tale posizione resta in sospeso.
Riga dopo riga ci si accorge come il documento
diplomatico Usa dà credito alle posizioni dell’ex comico: «Per Grillo il
desiderio dei politici di mantenere il potere è l’elemento che spiega tutto,
dalla manipolazione delle procedure amministrative alla collusione fra
imprenditori e politici, alla tendenza dei maggiori mezzi di informazione a non
dare risalto alle illegalità» fino ai politici che «non se ne vanno mai, neanche
se incriminati o condannati come 24 degli attuali membri del Parlamento».
Incalzato dalle domande e dalla curiosità dei diplomatici americani, Grillo fa
delle previsioni che vengono fedelmente riportate in un sottocapitolo intitolato
«La situazione peggiora». «Grillo ritiene che la corruzione dei politici di oggi
è divenuta più sofisticata rispetto alle indagini dell’inizio degli anni
Novanta, svolte da parte di Mani Pulite» fino al punto che «le tangenti
rappresentano oggi un’ampia fetta degli appalti pubblici». Il richiamo a
Tangentopoli lascia intendere che i diplomatici americani vedono un nesso
storico fra le battaglie di Grillo e le indagini con cui Antonio Di Pietro diede
vita al pool di Milano che portò al crollo della Prima Repubblica. Se allora
l’impegno di Di Pietro riscosse l’attenzione dell’ambasciata in via Veneto - al
punto che fu invitato a Washington e New York - ora c’è un parallelo interesse
nei confronti di Grillo, badando alla sostanza di ciò che afferma più che al suo
stile trasgressivo. «Grillo lamenta l’inefficacia delle agenzie governative, dei
gruppi di cittadini e delle ong anti-corruzione, attribuendola al fatto che sono
troppo piccole, limitate, locali per essere efficaci contro un fenomeno così
vasto». A tali osservazioni uno dei diplomatici americani ribatte, «facendo
notare a Grillo che il recente rapporto della Corte dei Conti sull’accresciuta
corruzione non ha suscitato grande attenzione». La replica dell’ex comico è:
«L’opinione pubblica è in stato comatoso».
Da qui il messaggio che Grillo consegna agli
interlocutori americani: «Tutti i partiti e politici italiani sono illegittimi»,
di «centro, destra o sinistra», perché «arresti, indagini e conflitti di
interessi li rendono incapaci o inadatti» senza contare che il sistema
elettorale «basato sulle liste impedisce ai cittadini di scegliere chi votare».
La sua proposta è il «boicottaggio del sistema politico» e per questo «sul suo
blog chiede di non partecipare le elezioni politiche del 13 e 14 aprile» ma gli
interlocutori americani vedono «il possibile germe di un nuovo partito nella
decisione di consentire a candidati indipendenti alle elezioni amministrative di
usare il suo nome», sostenendoli poi con il blog a patto che abbiano i tre
requisiti necessari: nessuna carica precedente, fedina penale pulita e
disponibilità a pubblicare online tutte le attività e transazioni svolte dopo
l’eventuale elezione.
Nel 2008 il Movimento Cinque Stelle deve ancora nascere
ma le dimensioni dell’impegno di Grillo sul web colpiscono l’ambasciata Usa.
«Grillo è un grande sostenitore di Internet, il suo blog gli ha garantito una
importante ribalta nazionale e internazionale - si legge nell’11° paragrafo - e
lui vi vede un grande strumento per promuovere la trasparenza del governo»
ritenendo che può «aiutare i cittadini a tenere d’occhio spese e attività dei
politici locali» oltre al fatto di essere «il suo unico mezzo per organizzare
eventi pubblici». Quando i diplomatici americani gli chiedono perché lo sviluppo
di Internet in Italia segni il passo, Grillo risponde: «I grandi mezzi di
comunicazione ne temono la concorrenza e i partiti politici non lo ritengono un
mezzo sul quale investire».
Sono gli ultimi tre paragrafi del documento, intitolato
«Commento» ad essere l’espressione dell’opinione di Spogli, dando la misura
delle valutazioni di Washington, dove George W. Bush sta concludendo il secondo
mandato. «Bene informato, competente sulla tecnologia, provocatorio e grande
intrattenitore, Grillo è unico, una voce solitaria nel panorama politico
italiano» scrive Spogli, sottolineando come «la sua opposizione allo status quo
politico lo ha portato ad essere un escluso dai media» visto che «nessuna tv
pubblica o privata lo menziona» ma ciò non toglie che «ha un grande potere di
attrazione» come dimostrato dal «Vaffa...Day». Sono «gli studenti, chi vive male
e chi si sente ignorato dal sistema» a costituire «il nucleo dei sostenitori di
Grillo» anche se «alcuni banchieri ammettono di esserne affascinati». «Alcune
delle sue idee sono utopiche e irrealistiche - conclude Spogli - ma nonostante
l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte
dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove». Da qui la
conclusione: «La sua unica miscela di humour aggressivo sostenuto da statistiche
e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema
politico italiano».
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