Il sistema prostitutivo «a vantaggio di Berlusconi» prevedeva la retribuzione delle ragazze da parte dell'ex premier come corrispettivo degli atti sessuali compiuti. Denaro in contanti o con bonifici, le case in via Olgettina, ma anche «prospettive di inserimento professionale e anche politico delle giovani donne». È uno dei passaggi della requisitoria del pm Antonio Sangermano al processo Ruby, che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile.
Per il magistrato, le cene di Arcore erano «eventi organizzati al fine di compiacere la concupiscenza intesa come desiderio di incontri intimi». «È totalmente falso - dice - che le cene di Arcore fossero incontri conviviali allietati da qualche scena di burlesque».
Con il pm Sangermano è iniziata nel pomeriggio la fase requisitoria che verrà conclusa venerdì 8 marzo. In quella data il procuratore aggiunto, Ilda Boccasini, chiederà la pena per Silvio Berlusconi imputato per concussione e prostituzione minorile. Lunedì 11 marzo, invece, saranno i difensori di Berlusconi Niccolò Ghedini e Piero Longo a intervenire in aula per le loro arringhe difensive. I due legali dell'ex premier e leader del Pdl avevano chiesto ai giudici più tempo per mettere a punto la loro linea difensiva, considerato soprattutto che sabato 9 dovranno intervenire nell'aula del processo sui diritti tv di Mediaset sempre per l'arringa difensiva di Berlusconi. Ma il tribunale di Milano non ne ha voluto sapere. Lunedì 18 marzo i giudici potrebbero ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza su Berlusconi.
Il pm Sangermano: le serate erano espressione di sistema prostitutivo «Gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell'imputato». È cominciata con queste parole la requisitoria del pm Antonio Sangermano che ha aggiunto «Le serate organizzate ad Arcore erano espressione di un collaudato sistema prostitutivo organizzato per il soddisfacimento del piacere sessuale di Silvio Berlusconi». «La vera anomalia del processo è che l'imputato Berlusconi abbia cominciato a versare ad alcune donne testimoni a suo carico 2500 euro al mese...
Dalle carte dell'inchiesta emerge «un apparato per reperire, reclutare, organizzare, compattare e istigare ragazze alla prostituzione. In questo contesto l'ex consigliere regionale del Pdl in Lombardia, Nicole Minetti, rivestiva «un ruolo fondamentale». Non solo per «atti sessuali avuti con Silvio Berlusconi e retribuiti in denaro, ma soprattutto perché l'ex soubrette ha avuto un ruolo di «intermediazione e agevolazione dell'altrui prostituzione». Nelle serate erano anche coinvolti Lele Mora ed Emilio Fede che sarebbero stati «disponibili a trafficare sesso a pagamento.
Le tre fasi delle serate: cena, bunga bunga e ancora sesso nel lettone Erano tre le fasi che scandivano le serate ad Arcore secondo la ricostruzione del pm: «la cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non é un'invenzione ma é stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s'intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico,( denaro, benefit o prospettive di inserimento professionale) tanto da scatenare una competizione tra loro».
La testimonianza della pm dei minori Fiorillo.
La pm Fiorillo ha confermato che la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 diede disposizione affinché la minorenne Ruby fosse collocata in comunità e non affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti. E anche dopo la quarta telefonata in arrivo dalla questura di Milano per dire che la giovane era in realtà la nipote del premier Hosni Mubarak «non ho mai cambiato le mie disposizioni. E' molto raro che una minore venga affidata a persona che non sia una parente, a me non è mai capitato», ha aggiunto la dottoressa. La ricostruzione: «Io facevo fatica a farmi ascoltare, dalla questura la dottoressa Iafrate era un fiume in piena, parlava, un monologo, sembrava avere un suo obiettivo nella procedura». Con queste parole Anna Maria Fiorillo ha ricostruito le quattro telefonate intercorse con la polizia la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010: «In base alle informazioni che mi riferì l'agente di polizia Cafaro, sospettai che la ragazza facesse la prostituta. Per me doveva andare in comunità oppure essere affidata ma a certe condizioni: e cioè l'intervento del consolato egiziano, una nota per confermare che la ragazza fosse effettivamente la nipote di Mubarak». Fiorillo ha anche spiegato di non aver mai saputo da chi arrivò la prima notizia relativa alla presunta parentela con l'allora leader egiziano. «Quando dalla questura me lo dissero io replicai: Ma non mi avevate detto che era marocchina? Tuttalpiù è figlia del re del Marocco».
Maroni non disse il vero «Quando l'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni andò in Parlamento a dire che la polizia aveva affidato a Nicole Minetti la minorenne Ruby secondo le mie disposizioni riferì cose non vere». Lo ha detto in aula Annamaria Fiorillo parlando del procedimento aperto nei suoi confronti davanti al Csm. «È stato un attacco alla mia onorabilità - ha spiegato il pm - perchè in una situazione simile nessun magistrato avrebbe preso una decisione diversa dalla mia», cioè la comunità.
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La vera Anna Maria Fiorillo - Magistrato
Nell'articolo sopra riportato "Il Sole 24 ore" non si è accorto di aver pubblicato la foto della ragazza marocchina, oggetto del processo, con sotto la definizione Annamaria Fiorillo (ImagoEconomica)
Il Sole24 Ore
Annamaria Fiorillo
(ImagoEconomica)
Mi sembra grave ed infamante nei riguardi di questa coraggiosa magistrato del Tribunale dei Minori di Milano che ha mantenuto la schiena dritta di fronte ad attacchi di ogni genere e che, a causa di decisioni NON SUE, ma a lei attribuite per coprire decisioni di ALTRI, è sotto inchiesta del CSM, in quanto, come è ovvio, la procedura adottata NON era quella corretta. Il fatto è che quella procedura NON è quella che aveva adottato la Dott.ssa Fiorillo. Dunque il CSM le chiede conto di ciò che lei NON ha mai fatto, ma che ALTRI hanno disposto disattendendo le sue indicazioni e assumendosi una veste ed un ruolo che non avevano: parlo dei funzionari della Questura di Milano che hanno affidato la minore alla Consigliera Regionale Minetti.
Nicole Minetti - Igienista dentale e Modella - Consigliere della Regione Lombardia
Queste non sono cose di poco conto. Sono precise procedure di legge che in questo Paese a poco a poco sono state ritenute aggirabili, ridicole e superflue, calpestando la legalità ed il diritto e dunque tutti noi che vogliamo e reclamiamo la corretta applicazione di esse.
Il lassismo che irride a chi invece esige il rispetto è frutto di una filosofia berlusconiana in cui molti si riconoscono: infatti lo hanno votato di nuovo.
Per Berlusconi conta lo scopo e, per raggiungerlo, passa sopra a tutto. Per Berlusconi tutti hanno un prezzo. E la scarsa moralità imperante gli darebbe ragione. Ma la Società Civile non può accettare di diventare un Mercato e chi accetta denaro, vendendosi in qualsiasi forma, deve essere sanzionato severamente.
Infine Maroni. La maggioranza dei Lombardi l'ha voluto suo Governatore.
Pongo a chi l'ha votato un quesito: "Cosa ne pensano di quanto ha dichiarato in Aula rispondendo all'interrogazione parlamentare sul caso Ruby?" Ha mentito, infangando un onesto Magistrato che, se fossi io, oggi lo querelerei per i danni che tali dichiarazioni le hanno comportato, sia per l'inchiesta su di lei del CSM, sia per l'immagine.
Maroni si può salvare dal pagarle i danni soltanto rimpallando la responsabilità a chi, come Ministro dell'Interno, aveva chiesto una relazione sull'accaduto per poter riferire poi alla Camera.
Auspico che codesti Funzionari della Questura paghino quanto fatto disattendendo le disposizioni della Dott.ssa Fiorillo.
Purtroppo, da quanto riportato sul "Il Fatto Quotidiano", Un’attività, quella tra Fiorillo e gli uomini della Questura, “meramente orale”,
ossia “conversazioni telefoniche”, poi “non ho più avuto visione degli atti che
arrivarono molto dopo”, cioè a giugno.
Ecco, la prudenza non è mai troppa e, personalmente, l'ho sempre applicata, dunque non capisco perché la Dott.ssa Anna Maria Fiorillo non ha mandato tali disposizioni per fax o per e-mail, in modo che ne rimanesse traccia scritta. Spero per lei che abbia testimoni che possono confermare quello che lei disse, purtroppo solo verbalmente.
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