Da: TM News
Grillo: con legge contro movimenti M5S non si presenta a elezioni
Il leader del MoVimento sul ddl presentato da Finocchiario e Zanda: "Vogliono fare una legge per metterci fuori legge"
Roma, 21 mag. (TMNews) - "Due del Pd, Zanda e la Finocchiaro, quella dello
shopping all'Ikea con il carro attrezzi della scorta, (nota di Rita Coltellese: vedi in questo blog post del 24 maggio 2012 "Puah"!) vogliono fare una legge
per mettere fuori legge il M5S, se lo fanno noi non ci presenteremo alle
elezioni". Così il leader del M5S ha ribadito nel corso del suo comizio a
Aosta.
Grillo sul suo blog aveva già scritto: "Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti-MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S non si presenterà alle prossime elezioni. I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà".
In nome della lacuna da colmare da sessantanni sull'attuazione dell'art.49 della Costituzione, i senatori del Pd a prima firma Anna Finocchiario e Luigi Zanda, hanno ripresentato in questa legislatura il testo del ddl di riforma dei partiti. "I partiti devono acquisire la personalità giuridica e dunque senza trasformarsi in soggetti pubblici riconosciuti non potranno più partecipare alle elezioni politiche né dunque accedere a qualsivoglia sostegno finanziario pubblico". Una norma che molto ha il sapore di sfida ai Cinque Stelle e al MoVimento di Beppe Grillo che di rete e blog fa la sua casa e il suo strumento di battaglia poliitca, all'insegna dell'assoluta autorganizzazione al di fuori di ogni controllo pubblico.
Ma Finocchiaro ha smentito che l'attuazione art. 49 sia contro il M5S. "Non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l'avversione del Pd per il Movimento 5 stelle. Il ddl è infatti presentato nell'identico testo in cui venne depositato nella precedente legislatura, sia alla Camera che al Senato e riguarda tutti i partiti. Era (e resta) un pezzo di programma del Pd".
Da: Quotidiano.Net
Grillo sul suo blog aveva già scritto: "Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti-MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S non si presenterà alle prossime elezioni. I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà".
In nome della lacuna da colmare da sessantanni sull'attuazione dell'art.49 della Costituzione, i senatori del Pd a prima firma Anna Finocchiario e Luigi Zanda, hanno ripresentato in questa legislatura il testo del ddl di riforma dei partiti. "I partiti devono acquisire la personalità giuridica e dunque senza trasformarsi in soggetti pubblici riconosciuti non potranno più partecipare alle elezioni politiche né dunque accedere a qualsivoglia sostegno finanziario pubblico". Una norma che molto ha il sapore di sfida ai Cinque Stelle e al MoVimento di Beppe Grillo che di rete e blog fa la sua casa e il suo strumento di battaglia poliitca, all'insegna dell'assoluta autorganizzazione al di fuori di ogni controllo pubblico.
Ma Finocchiaro ha smentito che l'attuazione art. 49 sia contro il M5S. "Non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l'avversione del Pd per il Movimento 5 stelle. Il ddl è infatti presentato nell'identico testo in cui venne depositato nella precedente legislatura, sia alla Camera che al Senato e riguarda tutti i partiti. Era (e resta) un pezzo di programma del Pd".
Da: Quotidiano.Net
Un vulcano di idee in piena eruzione, Luigi Zanda. Giovedì il
capo dei senatori del Pd ha detto che Silvio Berlusconi va reso ineleggibile e
dunque estromesso dalla vita politica, ieri assieme ad Anna Finocchiaro ha
depositato un disegno di legge che impedirebbe al Movimento Cinque stelle così
com’è di presentarsi alle elezioni. Ma guai a pensare si tratti di colpi bassi:
«È una questione di democrazia», dicono nel Pd. (Nota di Rita Coltellese: è sicuramente "una questione di democrazia" ma non nel senso ipocrita che si vorrebbe dare a giustificazione di questa scellerata scelta, bensì si va assolutamente CONTRO la democrazia!) Intendiamoci, il conflitto
d’interessi di Berlusconi è questione reale, ma la legge cui si appella Zanda è
del ’57 e se negli ultimi vent’anni la sinistra non l’ha invocata, farlo oggi
sarebbe quantomeno sospetto. (Nota di Rita Coltellese: più che sospetto è una realtà indubitabile. Perché una VERA sinistra non ne ha chiesto l'applicazione prima?) Stesso discorso per i grillini. Il Movimento è
gestito in maniera a dir poco opaca, d’accordo, ma l’articolo 49 della
Costituzione cui Zanda si richiama per consentire l’accesso alle elezioni e il
beneficio dei relativi contributi pubblici solo ai partiti dotati di «metodo
democratico» è rimasto lettera morta per 65 anni filati. (Nota di Rita Coltellese: ecco, qui non sono d'accordo con l'articolista, in quanto la Costituzione NON parla da nessuna parte dei "contributi pubblici ai partiti" e ricordo a tutti il risultato del Referendum Popolare sul Finanziamento Pubblico a queste formazioni che gli Italiani hanno BOCCIATO!) Proprio oggi che i
grillini gli succhiano voti il Pd ritiene giunto il momento di colmare quel
vuoto? Zanda non appartiene alla tradizione comunista, è un ex democristiano,
già stretto collaboratore di Francesco Cossiga. Eppure, sembra aver aderito
senza sforzi all’antica prassi del Pci-Pds-Ds (ed oggi Pd) di far lotta politica
impugnando le categorie della morale. Da Alcide De Gasperi in poi, non c’è stato
avversario che non sia stato elevato a rango di nemico. Nemico della democrazia,
naturalmente. Una parabola che per molti aspetti riguarda anche Beppe Grillo e
il suo Movimento. Perché chi di «trasparenza» e «finanziamenti» ferisce, di
trasparenza e finanziamenti rischia di perire. (Nota di Rita Coltellese: dissento in quanto Beppe Grillo e il suo Movimento hanno rifiutato il contributo pubblico ed è strano che chi incassa milioni e milioni di soldi pubblici, alla faccia della maggioranza degli Italiani che NON glieli voleva dare, si permetta di fare i conti in tasca a chi incassa con la pubblicità del suo blog autofinanziandosi!) E perché in fondo sono stati loro ad agitare per primi la questione dell’ineleggibilità di Berlusconi. Una
nemesi: capita quando si fa politica brandendo l’etica. A giudicare dunque dalle
trovate su Berlusconi e i grillini, sembra che i ‘democratici’ abbiano
rinunciato alla speranza di battere gli avversari a volto scoperto e sul campo
della politica. Visto l’andazzo, c’è da credere che se Nichi Vendola non
accetterà di confluire nel Pd col capo cosparso di cenere, a breve Zanda
proporrà una legge costituzionale per precludere l’ingresso in parlamento a
chiunque porti l’orecchino al lobo sinistro e sia cresciuto a Terlizzi. Così,
giusto per affermare un principio generale.
2 commenti:
Mi rifiuto di pensare che Finocchiaro e Zanda non abbiano mai letto la Costituzione ….
E’ notorio che gli italiani digeriscono tutto, anche le pietre, ma ,a tutto c’è un limite.
Meno male che ogni tanto si fa sentire qualche voce autorevole e sensata che prova a mettere qualche paletto con le dovute spiegazioni.
Da Adnkronos:
Piero Alberto Capotosti, ex presidente della Corte costituzionale, non concorda con il contenuto del ddl del Pd che vorrebbe limitare la competizione elettorale ai soli partiti che abbiano uno statuto a base democratica.
L’articolo 49 della Carta, ricorda Capotosti, prevede il diritto dei cittadini di riunirsi nei partiti descritti come libere associazioni: “I nostri padri costituenti quindi sottolineano innanzitutto che si tratta di un diritto e che questo diritto deve potersi esercitare liberamente. E mi sembra che il ddl si rifaccia al modello previsto dall’articolo 39 per i sindacati, ma questo contrasta appunto con quanto previsto esplicitamente per i partiti. E’ SOLO PER i SINDACATI, e non per i partiti, che la nostra Costituzione PREVEDE l’ OBBLIGO dello STATUTO che fissi un ordinamento interno, a base democratica”.
Naturalmente che l'hanno letta; è come tutto: la piegano ai loro interessi e fini dando al popolo beota motivazioni di facciata.
Ma il popolo beota non è ed oggi ha più cultura e mezzi di un tempo per informarsi.
C'è sempre una sacca di popolazione che si disinteressa a tutto tranne che al proprio piccolo interesse di bottega e questa non si smuoverà mai. Ma è una parte fisiologica dell'insieme di un Paese: fa parte dell'egoismo ottuso della specie e quindi di certi individui.
Spero che prevalga il senso di libertà... Dopo la vita è il bene più grande.
Mi fa piacere, comunque, che quello che scrivo sia suffragato dal parere di illustri costituzionalisti. In un post sull'argomento, di poco precedente a questo, ricordo infatti anche cosa è scritto nell'art. 49 della Costituzione.
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