15/05/2013
Diritto all’illegalità
La persecuzione dei parcheggiatori abusivi - gente
perbene che si guadagna onestamente da vivere rimanendo ferma sotto il sole a
non fare nulla anche per ore - rientra in un quadro di vessazioni più generale.
Davanti ai tentativi, sporadici ma pur sempre arroganti, dello Stato di far
rispettare la legge, stupisce che solo i parcheggiatori abbiano trovato il
coraggio di ribellarsi apertamente. Cosa aspettano i borseggiatori a sfilare
sotto le finestre del municipio per rivendicare la sacrosanta libertà di scippo?
E gli usurai, i contrabbandieri, gli spacciatori? Immagino che il loro riserbo
nasconda, più che una qualche forma di pudore, il sospetto che uno stillicidio
di proteste potrebbe non sortire l’effetto sperato. Sarebbe decisamente più
efficace una manifestazione nazionale che riunisse tutte queste professioni
sotto il nobile vessillo del diritto all’illegalità. Additando il corteo dei
parcheggiatori abusivi che rivendicavano con orgoglio l’appartenenza alla
categoria, sembra che un agente provocatore appena sceso da una Panda abbia
fatto notare ai vigili che finalmente esisteva la possibilità di coglierli in
flagranza di reato. Non mi stupirei se gli avessero dato una multa.
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La nobile ironia di quella persona intelligente che è Massimo Gramellini (di cui su questo blog scrissi del suo libro "Fai bei sogni") si lega con il mio post precedente a questo.
Non ne ho scritto con ironia, ma il tema era lo stesso: l'assurda situazione in cui si può trovare chi reclama la legalità.
Il paradosso ironico di Gramellini mi fa sentire meno sola nella mia analisi del reale che ci circonda nella nostra odierna società.
Infatti nel caso riportato nel post precedente si è concretizzato l'assurdo: il cittadino, paladino della legalità contro i cartelloni abusivi, si è ritrovato addirittura condannato per qualcosa di penale!
Non ne ho scritto con ironia, ma il tema era lo stesso: l'assurda situazione in cui si può trovare chi reclama la legalità.
Il paradosso ironico di Gramellini mi fa sentire meno sola nella mia analisi del reale che ci circonda nella nostra odierna società.
Infatti nel caso riportato nel post precedente si è concretizzato l'assurdo: il cittadino, paladino della legalità contro i cartelloni abusivi, si è ritrovato addirittura condannato per qualcosa di penale!
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