MILANO: L'A.P.R.I. APPRODA IN
LOMBARDIA
E' con grande gioia che oggi
possiamo pubblicamente annunciare l'apertura della prima sede di APRI-onlus in
Lombardia. Da oltre un anno infatti avevamo attivato alcuni contatti con persone
che ci chiedevano di impegnarci su quel territorio, molto importante, sia dal
punto di vista strategico che geografico. Prima però di muoverci in questa
direzione abbiamo dovuto analizzare attentamente la situazione assai delicata e
l'affidabilità dei candidati che avrebbero potuto rappresentarci.
Venerdì 10 maggio abbiamo comunque
compiuto il grande passo. Abbiamo varcato il Ticino... un passo che ci ricorda,
fatte le debite proporzioni,
l'attraversamento del Rubicone da
parte di Giulio Cesare e la pronuncia della storica frase: "il dado è tratto!",
ovvero... non si può più tornare indietro...
A parte le battute... dobbiamo
ammettere che la cosa ci emoziona un po'. Per parecchi anni del resto non sono
mancati coloro che ci giudicavano, ingiustamente, degli "anti-milanesi" solo
perchè esprimavamo giudizi taglienti sul modo di agire, sonnolento e poco
dinamico, delle organizzazioni di ipovedenti cresciute all'ombra della
Madonnina. Ora cercheremo, senza acrimonia nei confronti di alcuno, di
condividere anche noi questo palco scenico. Cercheremo di lavorare con umiltà ma
anche con determinazione. Saremo disposti a collaborare con tutti ma senza
sudditanze anacronistiche ed incomprensibili.
E, dopo questa premessa, veniamo
subito ai fatti. E' stato dunque nominato il coordinatore provinciale di Milano
nella persona del dott. Enrico Negri, psicologo ipovedente, da parecchio tempo
in contatto con la nostra associazione.
Il dott. Negri ha creato anche un
interessante sito internet che quì sotto vi linkiamo:
Egli sarà coadiuvato dalla
vice-coordinatrice sig. Giovanna Ercoli, retinopatica assai dinamica e motivata.
Ad entrambi formuliamo ovviamente i migliori auguri di buon lavoro.
La sede provvisoria è stata posta in
Viale Vittorio Veneto 4, non lontano dalla Stazione Centrale e in pieno centro
storico milanese. Per il momento la sede sarà aperta ufficialmente al pubblico
soltanto il sabato mattina, dalle ore 10 alle 13.
Per contattare i responsabili è
stato altresì attivato un indirizzo e-mail:
E non è tutto. Abbiamo creato anche
una e-mail dedicata alla provincia di Pavia, dove non esiste ancora un
coordinamento ufficiale ma sono state ravvisate alcune opportunità
operative:
Nelle prossime settimane avvieremo
dunque alcune iniziative sul territorio lombardo. Invitiamo quindi tutti coloro
che sono in contatto con l'associazione e che risiedono in quella regione a
contattare i coordinatori appena nominati.
Ho spesso ospitato comunicati di questa Associazione che si occupa di ipovedenti in Piemonte. La Sede è nella città di Torino ed ora si sta espandendo in altre regioni. Per ora solo in Lombardia ma... chissà... potrebbe un giorno sbarcare anche nel Lazio con una sua sede?
La nostra popolosa regione ha, per numero, sicuramente e purtroppo molti ipovedenti e retinopatici come la sottoscritta.
Io ho cercato, inutilmente e da anni, di far inserire fra le patologie oculari che danno l'esenzione dai ticket sanitari la patologia da cui sono affetta: la corioretinite maculare. Diagnosi fatta dall'Ospedale Oftalmico Provinciale di Roma fin dalla mia infanzia. Da allora ho sempre dovuto pagare le visite oculistiche interamente e così il cortisone e le altre medicine che sono servite a non farmi diventare cieca del tutto. Ho avuto una corrispondenza scritta con il Ministero della Sanità (o Salute a seconda dei governi in carica) sempre con promesse di inserimento nel Decreto di legge che stabilisce quali sono le patologie che sono riconosciute come esenti: senza che però questo sia stato attuato. La retinite pigmentosa e altre ci sono, la mia no.
Ho provato, attraverso l'Associazione Dossetti, a far inserire la mia malattia fra le Malattie Rare. Promesse e basta.
Infine ho fatto una personale indagine presso l'Istituto Superiore di Sanità, Ufficio che si occupa delle Malattie Rare, per capire quali sono le specifiche perché una malattia possa definirsi rara.
Ho avuto spiegazioni e cortesia.
In oltre 66 anni di vita non ho conosciuto nessuno affetto da questa particolare patologia, eppure non rientra fra le Malattie Rare, né, e questo è più grave, ha diritto ad essere inserita fra le patologie che danno diritto all'esenzione dei ticket sanitari.
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