sabato 1 giugno 2013

I Partiti Azienda

Da: Il Fatto Quotidiano


1993-1994 – Il tradimento del referendumIl 1993 fu l’ultimo anno in cui i partiti della cosiddetta Prima Repubblica ricevettero i soldi del finanziamento pubblico dei partiti. La cifra complessiva ottenuta fu poco sopra gli 82 miliardi di lire, vicina a quelli che oggi sarebbero 40 milioni di euro. Nell’aprile 1993 i Radicali propongono l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti e il 90% degli italiani si dice favorevole. Nel dicembre di quell’anno, però, il Parlamento vota la prima legge sul rimborso elettorale. Viene calcolato con una moltiplicazione, quella del numero degli iscritti al censimento per la cifra di 1.600 lire. Risultato: alle politiche del marzo 1994 i partiti ricevono quelli che oggi sarebbero 46 milioni di euro.
1999-2000 – La prima grande moltiplicazioneTra il 1994 e il 1996 si tengono quattro elezioni: politiche, europee, regionali, e poi ancora politiche. In questo biennio i partiti incassano nel loro complesso dallo Stato 144 milioni di euro: 46 milioni per le politiche del marzo ’94, 23 milioni per per le europee di giugno ’94 e ancora 29 milioni per le regionali dell’aprile 1995 e altri 46 milioni per le politiche dell’aprile ’96. Il 4 giugno 1999, con la legge 157, cambia il contributo pro-capite per le elezioni: non più 1.600 lire a testa ma 4.000, 3.400 per le europee. Così dalle europee che arrivano pochi giorni dopo, il 13 giugno ’99, i partiti incassano 86,5 milioni di euro, quasi il doppio di quanto avevano preso per le politiche di tre anni prima. Alle regionali dell’aprile 2000 ne ricevono altri 85 milioni.
2001-2002- La torta diventa gigante (a rate)Con quello stesso metodo di calcolo, ma moltiplicato per ogni annualità e per ogni Camera eletta, dalle elezioni politiche del 13 maggio 2001 i partiti nel loro complesso incassano 476,4 milioni di euro. È da questo momento in poi che arriva il sistema rateale: questi 476 milioni verranno infatti versati ai partiti annualmente, a fine luglio: 81 milioni nel 2001, e 98 nei quattro anni a venire. Nel luglio 2002, poi, con legge 156 la Camera si adegua all’euro: invece di 4 mila lire a elettore, il moltiplicatore diventa “un euro”, che poi va ancora a moltiplicarsi per il numero delle Camere (2) e per gli anni della legislatura (5). Risultato. I partiti prendono più soldi da subito (si passa da 81 a 98) e alle europee del giugno 2004 ricevono 246 milioni di euro. Sempre a rate.
2006-2010 – L’anno degli ZombieNell’aprile 2005 arrivano le regionali: altri 208 milioni di euro da mettere in cassa. Sempre a rate. Il 2005 è quindi il primo anno in cui i partiti possono contare sul quadruplo rimborso (a rate): Camera, Senato, Regioni e Parlamento europeo. Nel 2005, dunque, i partiti ricevono 189,7 milioni di euro: 98 per l’ultima rata delle politiche 2001, 49 per la seconda rata delle europee 2004, 41 per la prima rata delle regionali 2005. Nel 2006, con le politiche, la cifra si arrotonda a 190 milioni. Ma è proprio in quell’anno che una legge fa sballare i conti: afferma che anche se la legislatura si interrompe, i partiti che la compongono continueranno a prendere la rata. Il governo Prodi, eletto nel 2006, cade nel 2008. Ma fino al 2010 si è continuato a pagare i partiti del 2006.
Da qui all’eternità – I tagli (minimi) delle segreterieNel 2008, quindi, lo Stato pompa nelle casse dei partiti (vivi o morti che siano) una cifra mostruosa: 271,5 milioni di euro: 99 milioni per la terza tranche delle politiche 2006, 100,6 milioni come prima tranche per le politiche 2008, 49,3 milioni come quinta tranche delle europee del 2004, 41,6 milioni come quarta tranche delle regionali del 2005, cui vanno sottratti 20 milioni di euro grazie alla finanziaria del 2008. Fino al 2010 è questa la linea di spesa su cui ci si muove. In questa legislatura c’è poi una leggera controtendenza. Si è fermata la legge che dà i rimborsi ai partiti zombie e, in sede di Finanziaria, si è tagliato il rimborso del 10%. Si stima che la contribuzione annuale ai partiti si aggirerà per questo sui 143 milioni (assai più che nel ‘93).

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Si sono messi sotto i piedi un Referendum, simbolo della democrazia, si sono fatti una legge antidemocratica, ma non basta, hanno preso più soldi di prima in una corsa esponenziale!

In pratica è come se avessero detto: "Contribuenti! Non ci volete più dare i soldi perché avevamo messo su il sistema delle tangenti perché non ci bastavano e che ora Mani Pulite ci ha smantellato?! E noi ce ne freghiamo e ci facciamo una bella legge che non solo ci darà i soldi di prima, ma molti molti di più!"

Adesso che abbiamo votato Grillo, anche se Renzi lo diceva da più di un anno fa che si "era superata la vergogna" ma non se lo filavano, sono costretti a far finta di rinunciarci e hanno già cominciato: Epifani con "Abbiamo 180 dipendenti, dobbiamo licenziarli..."
Avrà imparato dalla Fiat: "Datemi i soldi se no licenzio gli operai".

Ma chi se ne frega, dico io, di tutti questi vostri imbucati, raccomandati, a cui avete garantito un posto di lavoro che per chi non è delle vostre congreghe non c'è!!!
Affari vostri!
Va bene il 2 per mille di chi ve lo vuole dare: punto!!
Tanto non esiste un sistema pulito per voi: NON E-S-I-S-T-E!

Si è visto da quanto sopra ricordato ed esposto.
Ogni sistema viene aggirato ed inquinato.
Dunque fate come vi pare ma basta con i soldi pubblici!!

L'esempio ce lo avete: Beppe Grillo ed il suo Movimento.

Non ci sono scuse. 

4 commenti:

Silvia O. ha detto...

Tu credi davvero che saranno aboliti i finanziamenti pubblici ai partiti?
Le menti diaboliche che legiferano hanno studiato un altro sistema. Sento una forte puzza di imbroglio.
Hai letto l’articolo sul Fatto Quotidiano? Eccolo:

Governo Letta: l’imbroglio della nuova legge sul finanziamento ai partiti
di Peter Gomez | 1 giugno 2013

Puntuale come le tasse è arrivato il primo grande imbroglio del governo Letta. I finanziamenti pubblici ai partiti non saranno aboliti. A partire dal 2017, se mai il disegno di legge presentato dall’esecutivo sarà approvato, le forze politiche incasseranno il 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi degli italiani. Ma attenzione: il contributo sarà solo apparentemente volontario. Con una trovata bizantina, presa pari pari dalle norme che regolano l’8 per mille alla chiesa, è infatti stato stabilito che chi non dichiarerà esplicitamente di voler destinare il suo 2 per mille all’erario finirà per foraggiare lo stesso le organizzazioni rappresentate in parlamento.
Sull’esatto ammontare della nuova rapina i pareri divergono. Secondo molti osservatori alla fine il giochetto potrebbe persino permettere ai partiti di incassare il doppio di oggi.
Segue su:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/01/governo-letta-limbroglio-della-legge-sui-finanziamenti-ai-partiti/612877/

A me sembra l’ennesima presa per i fondelli…

Rita Coltellese ha detto...

Staremo a vedere cosa partoriranno e se sarà come tu prevedi spero che gli Italiani si renderanno conto che debbono rafforzare la protesta e la richiesta di cambiamento votando Movimento 5 Stelle. E' l'unica cosa che gli ha messo un po' di paura: l'unica cosa!
Vedi come si sono già ringalluzziti perché il Movimento ha perso voti alle amministrative? Per questo spero che gli elettori capiscano che è quella l'unica strada che ci è rimasta per indurli a cambiare. Ci sono anche persone come Renzi e Giacchetti nel PD, ma come vedi li emarginano.
L'esempio dell'8 per mille "alla chiesa", come scritto nell'articolo del "Fatto", non è calzante a mio avviso, in realtà si lascia la possibilità di darlo anche ad altri: lo Stato oppure ad altre confessioni religiose, non solo la Chiesa. Ad esempio io lo do' alle Comunità Ebraiche.

Silvia O. ha detto...

Il giornalista del Fatto ha voluto evidenziare che il contributo è solo apparentemente volontario. Ha parlato delle norme che regolano l’8 per mille alla Chiesa . Tale contributo va in automatico alla Chiesa se il contribuente omette di specificare una destinazione diversa. Stessa cosa sarà per il due per mille.
Come dici tu staremo a vedere cosa partoriranno!
Il Movimento 5 Stelle non ce la farà mai a raccogliere le percentuali di consenso che sono necessarie per esercitare il potere di cambiamento radicale. Gli italiani che si informano e che non si lasciano plagiare da stampa e Tv di parte non fanno parte della maggioranza.
Ieri leggevo sull’Espresso che Berlusconi e Monti si sono fatti vedere in Parlamento solo per il voto di fiducia al Governo Letta. C’è un assenteismo inquietante nelle aule. La frase pronunciata dal deputato del Movimento 5 Stelle Giuseppe Brescia dovrebbe essere divulgata ovunque, dovrebbero mettere dei manifesti, tappezzando i muri delle città italiane. Eccola:
"Buongiorno! Ieri abbiamo finito di lavorare alle 20 30 ed oggi alle 10 eravamo di nuovo a lavorare in aula. Nonostante ciò, come sapete abbiamo ritenuto opportuno anche tagliarci gli stipendi che ci sembravano iniqui se confrontanti con quelli dei normali cittadini [...]. In questa foto potete apprezzare quale sia il contributo in aula di chi non si è tagliato neanche un euro dallo stipendio. Questa è una cosa che non leggerete mai sui giornali...si chiama realtà!", scrive includendo una nuova foto dell'aula(semi deserta).

Silvia O. ha detto...

Ho scritto: "la stessa cosa sarà per il due per mille".
Intendevo dire : " la stessa procedura verrà applicata per il due per mille" nel caso ci sia un'omissione di scelta di destinazione...andranno in automatico nel calderone.