mercoledì 31 luglio 2013

Le Regole in Italia

Se dieci milioni di Italiani votano per Berlusconi vuol dire che una buona fetta della nostra Società trova giusto il suo metodo "elastico" di interpretare le Regole che lo Stato si è dato per essere e funzionare come una Società Civile.

Bastano semplici riflessioni sulla nostra vita di tutti i giorni, fatti vicini di cui siamo protagonisti o di cui veniamo a conoscenza per renderci conto che tanti Italiani sono insofferenti alle Regole.

Questo è un fatto grave perché le Regole ed il loro rispetto assicurano a tutti noi una vita civile, mentre il non rispetto di esse ci rende la vita difficile, quando non comporta proprio danni irreparabili.

Il Codice della Strada è interpretato da molti italiani a proprio piacimento, tanto per portare un esempio banale che investe il nostro quotidiano.
Se se ne chiede il rispetto con un colpo di clackson perché qualcuno ci taglia la strada entrando in una rotonda all'europea a "gamba tesa" mentre noi vi stiamo transitando, il meno che ci può succedere è un gesto con la mano che vuol dire: "Che vuoi?" Viene il dubbio che colui che risponde con codesto gesto non sappia cosa sono i triangoli rovesciati disegnati in terra all'imbocco di tale rotonda. Oppure lo sa ma se ne frega.
Ecco, propendo per questa seconda possibilità.
Potrei continuare con esempi a non finire, ma ne basta uno per argomentare sulla assoluta noncuranza delle forze dell'ordine di fronte a queste vistose infrazioni che potrebbero causare danni gravi, qualora chi ha la precedenza non vi rinunciasse per evitarli.
Quanti di noi hanno visto passare auto della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Polizia Municipale mentre qualcuno commetteva in piena flagranza infrazioni gravi, e hanno constatato che le auto di tali Istituzioni tiravano dritto senza fermarsi, senza rilevarlo...
Una volta mi è capitato di chiederne conto e mi è stato risposto: "Noi stiamo andando a svolgere un altro servizio."
E' sconcertante. Ed è emblematico del Paese che siamo, che ci hanno fatto diventare, ma che molti di noi non vogliono che sia.

Porterò altri due esempi di come funzionano le nostre Istituzioni riguardo al rispetto delle Regole, di come vengono applicate o non applicate e di come, di conseguenza, il cittadino che ci rimette è quello che le rispetta il quale si ritrova sempre gabbato.

Un Comune, non diciamo il nome, istituisce striscie blu' per i parcheggi e per i residenti stabilisce un pagamento annuale con relativo sconto.
Il primo giorno utile per il pagamento del nuovo anno una famigliola con due figli adolescenti (dunque testimoni) si reca in comune e acquista il tagliando per il parcheggio applicandolo immediatamente (è adesivo con scritte di colore giallo chiaro su fondo trasparente).
Dopo aver parcheggiato vanno a fare le loro cose e quando tornano trovano sul parabrezza una multa per "mancanza di esposizione dell'attestato di pagamento del parcheggio".
Indignati si recano dai Vigili i quali dicono che a tale incombenza per quell'anno non sono più preposti loro, Polizia Municipale, ma è stato dato l'appalto ad una Società che ha degli Ausiliari del Traffico assunti allo scopo.
Li rassicurano che basta fare ricorso in autotutela.
Non è vero. La multa va avanti ugualmente. I Vigili dicono che hanno predisposto un incontro con l'Ausiliario che ha firmato la multa. I due coniugi lavorano entrambi, ma non possono scegliere il giorno e l'ora dell'incontro per il confronto con l'Ausiliario che non ha visto il tagliando. Questi, un ragazzo poco più che ventenne, sceglie lui il giorno e l'ora. I due coniugi sono costretti a prendere un permesso al lavoro il cui luogo dista quasi ottanta chilometri dalla sede del Comune. Giuntivi l'Ausiliario, che ha avuto la prerogativa di fissare lui il giorno e l'ora del confronto, non si fa trovare. Alle rimostranze dei due vessati cittadini i Vigili sanno solo dare loro l'informazione che il Comune versa alla Società che gestisce gli Ausiliari un tanto a contravvenzione.
I due coniugi fanno ricorso al Giudice di Pace presentando la copia, rilasciata dal Comune, del giorno e l'ora del ritiro del tagliando: ora precedente all'elevazione della contravvenzione.
Il Giudice di Pace decide in modo salomonico: non dà torto all'Ausiliario perché non vi è prova che loro avessero realmente attaccato il tagliando al parabrezza (la testimonianza dei due figli adolescenti evidentemente per il Giudice non conta), e dispone che paghino metà dell'importo della multa non dovuta!
Dopo questo fatto i due cittadini non hanno più pagato il tagliando annuale con lo sconto e usano quello orario come i non residenti, mettendo però un cartello con la freccia ad indicare il tagliando medesimo. Hanno scoperto che risparmiano e, soprattutto, non vogliono più vivere lo scorno di pagare per poi essere pure multati, più le spese degli spostamenti, del ricorso al Giudice di Pace ecc. ecc..
Va detto, a completamento di questa storia vera, che ho personalmente assistito ad episodi di famiglie che protestavano con i Vigili per una identica circostanza, i quali li rassicuravano con la storia del ricorso in autotutela che, secondo loro, li avrebbe liberati dalla multa. Ho assistito anche alle proteste di un paio di persone che avevano il biglietto del parcheggio orario e ciò nonostante avevano trovato la multa... Credo che essendoci l'ora, cosa che in quello annuale non può esserci, forse a quelle persone non avranno potuto dire che non avevano esposto il ticket... o forse sì? Forse l'Ausiliario dall'alto della sua Autorità avrà potuto affermare che pagato il ticket quelle persone si erano tenuto il biglietto in tasca e non l'avevano esposto...
Il cittadino che rispetta le Regole paga ed è inerme di fronte a persone investite di un potere che, a quanto pare, persino un Giudice non si sente di sindacare...

Passiamo al secondo Comune. Non facciamo il nome neppure qui, ma quanto scrivo è documentabile in quanto il racconto è stato fatto dalla persona, un Professionista, incaricata di un lavoro di Consulenza che gli è stato regolarmente pagato dal Comune medesimo. Il Professionista ha consegnato a detto Comune un programma, un software, con relativa relazione che ha illustrato al Consiglio Comunale in carica in quel momento, volto ad incrociare i dati delle abitazioni esistenti, debitamente fotografate, e i dati risultanti al catasto. In modo semplice e rapido il Comune aveva il mezzo per accertare l'abusivismo edilizio del suo non molto vasto territorio (dunque più facilmente controllabile) e dunque di provvedere ad applicare la Legge. 
Questo lavoro commissionato e pagato al Consulente era volto allo scopo di applicare con equità la Tassa sulla Casa e la TARSU, entrambe dipendenti dai metri quadrati delle abitazioni.
I soldi per la Consulenza sono usciti dal bilancio comunale (sempre a corto di soldi) ma il lavoro del Consulente, con suo grande scorno, non è stato applicato. La scusa ufficiale è: mancanza di personale.
Basta una persona seduta al PC che raffronta i dati. Non altro.
Voci (malevole?) insinuano che anche il parente del Consigliere tale e tal'altro ha un abusino... anche quello che porta tanti voti ai sempre rieletti al Consiglio Comunale... Meglio che il software rimanga sepolto sotto la polvere...
Finché... finché... qualcuno che paga fino all'ultimo metro quadrato non si stufa e fa una denuncia con tanto di avvocato alla Procura della Repubblica (perché se la fa da solo forse il Procuratore, così pieno di carte, non la tira fuori da sotto il mucchio), e magari anche alla Guardia di Finanza per accertare se il Comune commette qualche reato a non applicare le giuste tasse sulle case in abuso pur avendo i mezzi per farlo.
Chissà! Il futuro è davanti a noi e intanto gli abusi si moltiplicano in quel Comune... Sorgono piscine mai autorizzate, mai registrate al catasto... E magari tali case risultano non di lusso e quindi fuori da certe aliquote...
Non si può pensare che le Istituzioni siano conniventi con gli abusivi e che consentano l'evasione fiscale... No! Non è possibile!
Il rispetto delle Regole innanzi tutto! 

ABUSIVISMO:
Controllo della Polizia Municipale

Controllo dei Carabinieri

Sigilli applicati dalla Guardia di Finanza

Quando si vuole si puo'.




Scienziati di valore

Staminali: Dallapiccola, domani vannoni atteso a ISS, spero venga


15:57 31 LUG 2013


(AGI) - Roma, 31 lug. - "Mi auguro davvero che il prof. Vannoni domani venga all'Istituto Superiore di Sanita', consegni il protocollo come abbiamo concordato, e ci consenta di avviare finalmente la sperimentazione. Se ancora una volta rimandasse, questo potrebbe seminare qualche dubbio". Cosi' il genetista Bruno Dallapiccola, membro della commissione di esperti nominata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin per avviare la sperimentazione sul controverso metodo Stamina, alla vigilia della riunione di domani all'Iss su cui, pero', pendono i dubbi dello stesso Vannoni se consegnare la sua metodica o no. "Noi siamo regolarmente convocati per domani alle 12 - dice Dallapiccola all'AGI - e spero che non saremo 'bidonati'. Noi siamo pronti, audiremo Vannoni e Andolina, e poi inizieremo il lavoro come commissione sul materiale che Stamina Foundation ci consegnera'. E' necessaria questa sperimentazione, e sono utili i fondi che sono stati investiti, per chiarire se il metodo funziona o no e dare risposte a tante persone malate". (AGI)
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Il Prof. Bruno Dallapiccola
E’ professore ordinario di Genetica Medica. Ha svolto prevalentemente la sua attività accademica presso le Università Tor Vergata e La Sapienza di Roma. E’ stato Direttore Scientifico dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, IRCCS di San Giovanni Rotondo e dell’Istituto Mendel di Roma. E’ Direttore Scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, IRCCS. E’ membro del Consiglio Superiore di Sanità, del Comitato Nazionale per la Bioetica e del Gruppo Misto CNB/CNBBSV. E’ rappresentante dell’Italia nell’EuropeanUnion Committee of Experts on Rare Diseases (EUCERD) ed è responsabile dell’interfaccia italiana di Orphanet, il più importante database a livello mondiale per le malattie rare. E’ membro dell’Orphan-Europe Academy e di numerose società scientifiche. E’ stato presidente e fondatore della Società Italiana di Genetica Medica, della Società Italiana di Genetica Umana, della Società Italiana di Citogenetica Medica, della Federazione Italiana per lo Studio delle Malattie Ereditarie e Membro dell’European Society of HumanGenetics. E’ autore di oltre 760 pubblicazioni internazionali che hanno riguardato in particolare la genetica clinica, l’identificazione di nuove malattie, lo studio delle correlazioni genotipo-fenotipo e la mappatura e il clonaggio di oltre 50 geni-malattia, soprattutto relativi a malattie rare o molto rare.

La scelta fatta dal Ministro Lorenzin di affidare al Prof. Bruno Dallapiccola l'esame di questa questione così delicata è ottima.

Ho conosciuto il professore quando all'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" distribuivano gli spazi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Mi disse che a lui avevano dato soltanto una stanza... e da persona intelligentissima ed ironica si limitava solo a dirlo, aggiungendo che certo per lavorare doveva andare altrove...
Le persone di valore non si danno mai arie, non ne hanno bisogno, e dalla loro schietta semplicità si può imparare molto... 

lunedì 29 luglio 2013

Cronache di pazzie quotidiane - Frustrati

Frustrati

Era riuscito a comperarsi quella casa come tanti: grattando sulle missioni e mettendo da parte i soldi un poco per volta.
Ma non tutti sono frustrati per questo. Lui lo era e si vedeva. Tutto lo urtava: se uno metteva l’auto vicino a casa sua, ad esempio, anche se più di venti persone avevano lo stesso suo diritto, essendo spazi comuni a tutti i proprietari di quel piccolo comprensorio. A due anziani e molto ben educati coniugi, fece dei ghirigori sulla carrozzeria dell’auto e, non contento, strusciò un grosso sasso lungo la fiancata, giacché, a suo avviso, si erano permessi di parcheggiare nello spazio comune vicino alla sua abitazione. Follia? Normale barbarie da frustrazione.
I due chiesero civilmente informazione proprio a lui se avesse visto qualcuno aggirarsi intorno alla loro auto: si inalberò e diventò subito aggressivo, minacciò querele…
“Ma di che?” Chiese la donna stupita. “Noi le abbiamo solo chiesto se ha visto qualcosa perché abita qui davanti.”
“Mettetevela davanti a casa vostra! – Rispose con malgarbo. – Altrimenti non vi stupite se accadrà di nuovo!”
“E’ una minaccia?” Chiese stupito l’uomo anziano.
Quello negò che lo fosse ma si era scoperto oltremodo.

Anche i frustrati hanno bisogno degli altri talvolta, accadde così che il frustrato di cui narriamo si trovò con il cesso otturato proprio a ferragosto e, non sapendo dove andare con moglie e figliolanza, si guardò intorno e vide che nel giardinetto dei due anziani coniugi, in quel momento in vacanza altrove, c’era un provvidenziale tombino proprio adiacente alla strada comune che, qualora aperto, avrebbe fatto defluire i liquami in attesa di poter ottenere un intervento sulla fogna. Insieme ad un suo sodale, che aveva il numero di telefono dei due coniugi assenti, decisero di telefonare per chiedere loro il favore di aprire tale tombino e fare così un ferragosto senza che la loro cacca gli rientrasse in casa.

I due anziani coniugi, nonostante le rassicurazioni che avrebbero poi pulito tutto il tombino e il giardino intorno ad esso con grandi getti di acqua, furono molto indecisi se dare o meno l’assenso ma, di fronte alle suppliche del frustrato e del suo sodale che chiamavano in causa “il ferragosto dei loro bambini”, cedettero.

Pensate forse che i frustrati portino memoria e gratitudine? Sapete tutti che non è possibile ovviamente. Il rodimento interiore glielo impedisce ed il frustrato cerca sempre lo scontro per sfogare la tensione che lo abita sempre e comunque.

L’ineffabile signora che, insieme al marito, gli aveva salvato il ferragosto, fece altre cose buone per la comunità dove entrambi avevano la casa: denunciò un Amministratore ladro che rubava i soldi a tutti loro senza dare alcun servizio e costui, anche grazie a tale denuncia, si dimise. Tutti erano buoni a lamentarsi e nessuno si esponeva a fare qualcosa.  

Senza ragione alcuna il frustrato non salutava neppure e la coppia si adeguò. Semplicemente lo ignoravano. La signora, spinta da uno spirito di elementare civiltà, provò a parlare con un altro abitante del comprensorio dicendo che si poteva tenere meglio l’insieme pagando un omino che passasse due, tre volte l’anno a curare le poche piante degli spazi comuni, a raccogliere le foglie e a togliere le erbacce che crescevano spontanee ai lati delle strette vie di accesso. Essendo persona animata da identica civiltà quello rispose che era d’accordo, ma temeva che gli altri, molti simili al frustrato, non avrebbero aderito a tale esigenza.

Così erbacce enormi crescevano, foglie si accumulavano, nell’apparente indifferenza dei frustrati. Pochi, come l’anziana signora, pulivano almeno davanti alla propria casa e, un giorno che si spinse a pulire una grata di scolo dell’acqua piovana che era oltre la sua casa, una donna sui quaranta anni che aveva usufruito anche lei del “salvataggio ferragostano” commentò con ironia: “Che voja!” Come a dire che la signora anziana era una stupida ad aver voglia di farlo e che lei non si sarebbe abbassata mai a tanto.
La grata era nei pressi del cancello dell’abitazione della svogliata ed ironica commentatrice e spesso, anche se non esistevano posti macchina dedicati, la sua famiglia parcheggiava l’auto proprio lì.

Ma l’anziana signora era civile ma non stupida e imparava in fretta. Non pulì più.
Seppe poi da un abitante del posto che la casa del frustrato che rigava le auto si era allagata proprio a causa del mancato deflusso delle acque piovane.  
Non si pensi che fosse cattiva se ne fu contenta.

Ella scaricava la spesa davanti alla sua casa con molta calma. “In fondo ho una certa età.” Pensava tranquilla. Mentre era dentro a posare i pacchi sentì suonare il clackson di un’auto. Immaginò di chi fosse e lo ignorò. Tranquilla e cosciente del proprio diritto continuò nell’operazione. Quando chiuse il portabagagli guardò verso il nervoso guidatore il quale, sporgendo la testa dal finestrino, le disse irato: ”Lei non può bloccare la strada.” Gentile e con la calma di un serpente la signora gli rispose: “Può passare dall’altra uscita, la strada è a doppio senso.”
Lo disse apposta, per aumentare la sua irritazione, giacché il frustrato e alcuni suoi sodali volevano istituire un senso unico a cui proprio l’anziana ed apparentemente innocua signora si era fermamente e giudiziosamente opposta, a causa della strettezza delle strade che, come nel caso in specie, non consentivano un agevole passaggio e il poterle percorrere anche nell’altro senso apriva comunque una via d’uscita, in caso di ostruzione, che un senso unico non avrebbe consentito.
Si avvicinò al finestrino del frustrato e guardò la donna che gli sedeva accanto: teneva gli occhi bassi. “Poveretta, pensò, non osa neppure guardare la gente in faccia”.  
“Sto scaricando la spesa.” Disse con l’aria più innocente del mondo per far risaltare ancora di più l’assurdità del comportamento nervoso dell’altro.
Infatti quello si caricò di più, non essendo riuscito nell’intento di mettere fretta alla signora né di infonderle alcuna irritazione.

“Io non posso andare a retromarcia!” Quasi strillò. E, nel dirlo, forse gli si accese il lumicino del pensiero che, se non si poteva pretendere che lo facesse lui, altrettanto si poteva dire per l’anziana. Perché subito dopo disse: “Accosti in modo da consentire il passaggio anche agli altri, non stia in mezzo alla strada!” La signora, intimamente soddisfatta da questa risoluzione più ragionevole, risalì in auto per accondiscendere a quanto ora richiesto e, mentre risaliva, fece un gesto con il braccio alzato ruotando la mano accanto alla testa per sottolineare il comportamento agitato del frustrato. Accostò l’auto quel tanto che poteva consentire una strada non percorribile da due auto affiancate e, mentre lo faceva, il frustrato aveva preso una macchina fotografica e la fotografava! Non si sa con quale intento di minaccia! La donna lo guardò sbalordita pensando: “Non dovrebbe farlo e potrei oppormi a termini di legge, ma lasciamogli questa immagine di me seduta al volante della mia auto a questo scemo, se la terrà per ricordo! Non si sa cos’altro potrebbe farne! Ha documentato che questa strada è percorribile nei due sensi! Questa mente infantile e frustrata, non potendo spararmi come forse desidererebbe, mi fotografa! E’ pazzo se pensa che questa sia una  minaccia che possa crearmi preoccupazione, al contrario è un elemento a suo sfavore qualora lo denunciassi per molestie.” Ma l’anziana signora non ne aveva alcuna intenzione e, tranquilla, restando al volante, con lo specchietto retrovisore esterno che quasi sfiorava il muro di cinta della sua casa, si girò verso l’auto del frustrato chiedendogli per due volte: “ Ci passa? Ci passa?” E per fortuna ci passò.

Priebke: Dio è solo una speranza, ma non c'è.

Da: Il Corriere della Sera

«ROMA NON TOLLERA QUESTA APOLOGIA DI FASCISMO» - «Non è accettabile che il compleanno di un criminale che ha partecipato alla violenta esecuzione di cittadini inermi, a scopo di rappresaglia, possa essere utilizzato per fare apologia di fascismo e nazismo. La città non lo tollererà»: il sindaco della Capitale Ignazio Marino commenta così le scritte e gli striscioni. Aggiunge via Twitter Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio: «Oggi più che mai ricordiamo le 335 vittime delle Fosse Ardeatine. Nessuno di loro ha potuto festeggiare 100 anni. Roma non dimentica». 

Il giorno dei cento anni di Erich Priebke da qualcuno a Roma viene celebrato così. Ufficialmente non sono previsti festeggiamenti pubblici (???!!!). Ma già all'alba di lunedì in varie parti della Capitale qualcuno ha voluto «omaggiare» l'ex capitano delle SS condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, in cui 335 persone furono fucilate dai nazisti. L'ex ufficiale sconta la sua pena ai domiciliari a Roma, in un appartamento all'Aurelio.

E, aggiungo io, con tanto di badante e auto fissa della Polizia di Stato, come i nostri politici che ce l'hanno per "status symbol".

Ho già scritto su questo mostro sopravvissuto a tutto e sereno e contento nella sua "coscienza". Doveva fare la fine di Eichmann: Eichmann fu impiccato pochi minuti prima della mezzanotte di giovedì 31 maggio 1962 ...

Noi, invece, abbiamo rimandato a morire a casa con il suo cancro Kappler... liberato Reder... e ci teniamo questa offesa ai morti, così ferocemente uccisi... nella paura più agghiacciante...
Il mostro sorride e se ne frega: Dio non c'è e lui ha potuto vivere 100 anni in salute.

Isola del Giglio

Mentre si celebra il processo di I grado del disastro della nave Concordia della Costa Crociere, mi è capitato di andare all'Isola del Giglio.

Odio il turismo di morte e condivido il giudizio che giornalisti intelligenti ne hanno dato: imbecilli che vanno a fotografare la nave naufragata facendosi immortalare con sullo sfondo la sua tragica e triste sagoma.

Impossibile non vederla quando si arriva a Giglio Porto: intorno ad essa è sorto un funereo ma necessario cantiere.

Pudicamente e per rispetto ai due cadaveri che ancora racchiude, non volevo fotografarla, come già facevano in molti dal traghetto che da Porto S. Stefano ci conduceva all'Isola.
Poi ho pensato che avrei scritto qualche considerazione su di essa ed allora ho preferito mostrarla ora, come la vedevo.



Da qualsiasi posto ameno della costa est dell'isola si vede il triste spettacolo.




La sua sagoma enorme riempie il paesaggio intristendo la meravigliosa vista.

Poco distante, qualche decina di metri a sud della lunga nave (m. 290 di lunghezza!) sorgono gli scogli Le Scole: eccole fotografate fra l'albero ed i cespugli... Colpisce la loro vicinanza alla costa! Colpisce l'estrema vicinanza alla nave stessa! Praticamente, se andava a sedici nodi (gli esperti dicono una velocità alta), frenata dallo scoglio per m. 70 della sua lunghezza, si è fermata subito ruotando poi su sé stessa e puntando la prua a sud, indi inclinandosi...

Il processo chiarirà tutto con le varie relazioni tecniche... ma è chiaro anche visivamente che la nave ha fatto pochi metri di mare e poi si è adagiata. Se si fossero tirate subito giù le scialuppe i morti non ci sarebbero stati: troppo il tempo trascorso dal momento dell'impatto ad aspettare non si sa cosa... a nascondere o coprire l'incopribile...
L'inclinazione ha creato i morti, e non c'è stata immediatamente...
Dopo le scialuppe non potevano più essere scese su un lato... e dopo due ore sull'altro lato i corridoi sono diventati dei pozzi in cui le vittime sono scivolate senza speranza. Il freddo di gennaio, il buio, l'agitazione, hanno fatto il resto.
L'irresoluto Comandante non può che pagare per quello che ha fatto.

sabato 20 luglio 2013

I romani di più antiche radici sono gli ebrei: letteratura e cultura.

Da: La Repubblica.it
Immagine del cosiddetto "Ghetto", parola che non mi è mai piaciuta, fin da bambina, significandomi "segregazione", confinamento... E' retaggio della triste storia di emarginazione compiuta ovunque nel mondo sul popolo di cultura e religione ebraica. Sarebbe ora di farla entrare a poco a poco in disuso.

Parte oggi, 20 luglio,  il 'Festival Internazionale di letteratura e cultura ebraica'. La zona del ghetto si animerà per ospitare concerti, mostre, incontri letterari, proiezioni di film e documentari, fino a giovedi prossimo. Questa sarà la "notte della Cabbalà": la zona tra Lungotevere Dè Cenci e Via del Portico D'Ottavia e tra via Arenula e il Teatro di Marcello si aprirà ai segreti di uno dei quartieri più suggestivi di Roma. Alle 22.30 in programma "Il ghetto sul Tevere", una serie di monologhi e musiche della storia degli ebrei romani con la partecipazione di Roberto Saviano, Raiz e Radicanto. Dalle 22 sarà  possibile visitare la Sinagoga  con una mostra dedicata a Primo Levi firmata dall'artista americano Larry Rivers. Fino a notte fonda.

Ghetto, stasera dalle 22, ingresso gratuito. Info: 060608 e programma del Festival su www. festivalletteraturaebraica. it

Una suggestiva inquadratura del quartiere ebraico di Roma con sullo sfondo la Sinagoga

venerdì 19 luglio 2013

Il Puparo, il Pupo, i Servi e il grillo parlante

Hanno salvato Alfano, il quale, non essendo un uomo di libera coscienza e di libero arbitrio, non ha fatto il gesto responsabile e dignitoso di dimettersi. Egli fa quello che il Puparo vuole.

I Servi del PD si sono giocati milioni di voti, se il campionario umano che io sento corrisponde a gran parte dell'elettorato PD.

Persone che da anni lo votavano e che erano critiche con M5S dicono che voteranno per il Movimento: l'unico che restituisce i soldi sottratti con leggi ad hoc per una classe politica capace solo di operare per sé stessa.

Spostano il problema sul "grillo parlante Renzi": lui ha la colpa di dire da tanto tempo come dovrebbe essere il PD che non si sa più cos'è.


Matteo Renzi è così bravo e di intelligente coscienza che a chi gli dice: "Ma perché non li molli e fai un altro partito con chi la pensa come te." Risponde: "Ci sono già troppi Partiti personali." E purtroppo ha ragione.
Lui e gente di buona ma inascoltata ed ostacolata volontà come Roberto Giacchetti  non riescono a purificare l'acqua sporca che ormai è diventato il PD.

Ripeto: Matteo Renzi, Roberto Giacchetti, altri come loro del PD, insieme a Nicola Vendola di SEL e a Beppe Grillo, se rinsavisse, potrebbero fare qualcosa per questo Paese che merita di essere guidato da loro e non da questa gente che si inchina al Puparo. 

Di compromesso in compromesso

Da questo blog: 23 maggio 2012

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere

Maroni quando era Ministro dell'Interno non ha sciolto, ad esempio, il Consiglio Comunale di Fondi in odore di Camorra, lasciando che arrivasse a fine mandato, così i figuri che ne facevano parte, e che erano stati oggetto di indagine sfociata in un dossier di 500 pagine dell'ottimo Prefetto Frattasi, hanno potuto ricandidarsi. A chi ha obbedito Maroni? Voglio pensare che se fosse stato per lui l'avrebbe sciolto, ma a qualcuno ha obbedito e, così facendo, cedendo al compromesso, ha perso la sua credibilità morale.

Non è necessario ripetere, basta rileggere quello che già è stato scritto, non solo da me, giacché nel post sopra riportato, che nella classifica generale dalla nascita di questo blog ad oggi è il più letto in assoluto, dopo viene riportato il fatto a cui si riferisce il mio commento preso da un giornale locale e vi si legge che i politici coinvolti del Consiglio Comunale di Fondi erano del PdL.

Oggi Maroni sul caso Kazakistan:

Da questo blog: 17/07/2013

Verità ed equilibrio sempre più lontani

 Roberto Maroni“Non faccio valutazioni, dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro ha detto il governatore della Lombardia, che poi, scendendo nel particolare, ha sottolineato che il governo non potesse non sapere. “Mi pare difficile – ha sostenuto il leader della Lega – che un’operazione così complessa, rapida e spettacolare sia stata fatta senza che il governo sapesse. Io penso che il governo sapesse”. Maroni, infine, ha specificato di aver “chiesto chiarimenti anche sull’atteggiamento del ministero degli Esteri, i funzionari avrebbero detto di non sapere nulla dello status di protezione diplomatica della signora: ci sono tanti misteri da chiarire, da cittadino mi auguro vengano chiariti”.

Però la Lega, di cui è attualmemte la guida, oggi vota NO alla sfiducia ad Alfano.

Ed ecco il parere di un altro ex Ministro dell'Interno:


“Come fa un ministro a non essere informato?”si chiede l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola in un’intervista al Fatto Quotidianosottolineando l’importanza del rapporto di fiducia e del contatto costante con il proprio capo di gabinetto e concordando (“non ci sono spiegazioni alternative”) con l’ipotesi formulata dall’intervistatore, secondo cui Alfano sapeva e ha agito male oppure non sapeva e non controlla il ministero.


Scajola ha giustamente il dente avvelenato perché Berlusconi lo fece dimettere per molto meno! Aveva solo detto la verità su un questuante di consulenze del Ministero, di cui però non si poteva ipocritamente parlare perché "sacralizzato" dal piombo dei residuati del terrorismo rosso. 

Tutto si risolverebbe, dunque, con le semplici dimissioni di Angelino Alfano da una delle sue cariche, quella che non ha saputo gestire responsabilmente: il Ministero dell'Interno.
Mi ripeto: faccia soltanto il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, il che non è poco, con buona pace del notaio Napolitano che dice: "Il Governo non può cadere." Giusto.
Alfano si dimetta e il Governo non cadrà!
Oppure se si dimette qualcuno minaccia di farlo cadere?
Non certo l'amletico PD. Dunque?
Chi pone la questione in tali termini ricattatori?
Agli italiani pensanti la risposta.


giovedì 18 luglio 2013

Nessuno è indispensabile e siamo tutti sostituibili

La "Fiera dell'Irresponsabilità" va avanti in tutto il suo squallido splendore.
Figuri politici e giornalisti prezzolati disquisiscono se il Ministro dell'Interno debba o meno dimettersi, se sia o meno Responsabile dell'ignobile caso della consegna di una donna inerme e della sua bimba di sei anni nelle mani di un dittatore che vuole suo marito e, dunque, ora ha buon materiale per il ricatto.
Continuano a dare squallido spettacolo pensando, non si sa perché, che il popolo ignorante ed acefalo si beva le loro disquisizioni "foglia di fico".
Invece tutti sanno e capiscono che il Ministro dell'Interno dà le dimissioni in un caso simile, le offre spontaneamente, per il bene del Paese e per la credibilità delle Istituzioni nel senso più alto del termine.
Ma nelle Istituzioni, sulle poltrone, non ci stanno uomini a cui interessi il Paese, il loro interesse personale è di gran lunga più importante per loro. Sono uomini che non dovrebbero stare lì, ad incarnare le figure previste dalla Costituzione che ci siamo dati dopo una guerra che ci ha coperto di distruzione e di infamia. 
Dunque la discussione se Alfano sia o meno responsabile dell'accaduto non dovrebbe porsi: dirò di più, è kafkiano che si ponga.
Disquisire se sapesse o non sapesse dovrebbe far arrossire di vergogna qualsiasi cittadino italiano.
Porre la questione di come si voterà domani pro o contro le sue dimissioni è vergognoso.
Non si dovrebbe votare affatto: un Ministro dignitoso e responsabile si dimette e basta.
La questione politica del Governo è irresponsabile porla, se si ripete con bocca mendace "che la preoccupazione è per la situazione economica delicata in cui si trova l'Italia".
E' l'Italia importante per Angelino Alfano, e chi sta dietro di lui, o la sua poltrona?
Si dimetta senza indugio e risolva così ogni questione: dal punto di vista politico gli rimane comunque una carica importante: la Vicepresidenza del Consiglio. Il che non è poco e rispetta la proporzione dei voti ricevuti dai due schieramenti politici. 
Nella "Fiera dell'Irresponsabilità" si mette in discussione la tenuta di un Governo, "indispensabile in questo momento critico", rispetto ad una persona perfettamente sostituibile come ministro.
Che si scoprano fino in fondo questi del PdL per dimostrare quanto gliene importa dell'Italia.
L'Italia che dipende ora dalle sorti giudiziarie di Berlusconi, ora dalla poltrona di Angelino Alfano.
Meditate gente, meditate...
Ma coloro che votano PdL non credo abbiano a cuore le sorti del Paese: sono quei dieci milioni di persone che pensano solo alle proprie tasche, al proprio orticello, al proprio interesse individuale e ritengono dei poveri scemi coloro che parlano di "interesse comune" e che, dunque, si preoccupano dell'ambiente, delle ruberie e sprechi nella cosa pubblica e tentano, nel loro piccolo, di operare per la "cosa comune" e non soltanto per il proprio tornaconto personale. 

mercoledì 17 luglio 2013

Strani invitati su La7



Il giornalista Telese, rimasto senza il collega Porro (non so per quanto tempo e se per palinsesto estivo o meno), invita di tutto: nel passare su La7, perché trasmette con una potenza di segnale maggiore delle reti RAI pur non percependo un canone imposto, mi capita di incontrare figuri che mi chiedo chi possa essere ancora interessato a sentire.
Telese e Porro


Intendo quale cittadino italiano normale possa ascoltare le opinioni di un Ferrara che pontifica con arroganza difendendo Berlusconi su tutto fino a sparare: “Siamo tutti puttane!” O di uno squalificatissimo Oscar Giannino… ad esempio. Eppure Telese pone loro delle domande come se fossero degli oracoli le cui opinioni possano essere di interesse per italiani pensanti… Sono sconcertata, confesso. E, ovviamente, fuggo immediatamente dal canale anche se le tre RAI le vedo a quadrettini e le altre, RAI 4, RAI 5 ecc. ecc. proprio non le vedo, pur essendo costretta a pagare a costoro il canone imposto. Dove posso approdare? Mediaset trasmette benissimo: le prendo tutte le sue reti! Gli esperti mi dicono che trasmettere con una potenza di segnale maggiore ha un costo più alto. Per questo la RAI la vedo a quadretti o non la vedo affatto, ma vedo bene il resto: addirittura una rete che mi sembra si chiami TV9Donna o qualcosa del genere, che trasmette films vecchi niente male… di quelli senza musiche di sottofondo che coprono i dialoghi, senza movimenti della camera che fanno venire il mal di mare… senza riprese talmente vicine ai volti che ne vedi i pedicelli della pelle… insomma films fatti da registi veri, che conoscevano il loro mestiere.
La RAI risparmia sull’emissione del segnale: si vede che il canone imposto più gli incassi del bombardamento pubblicitario non bastano! Come faranno le reti che vivono solo di pubblicità?
Ricordo quando anni fa ci fu una campagna, portata avanti da certi media e telegiornali, che diceva che i films, le eventuali commedie trasmesse (in RAI sempre più rare), essendo opere d’arte non dovevano essere interrotte dagli inserti pubblicitari. Si riferivano ovviamente alla TV privata che campava solo di quello.
Poi non se ne è parlato più e la RAI per prima ha cominciato ad interrompere continuamente ogni cosa che trasmette con spot pubblicitari obnubilanti! 
Ma come era quella cosa delle opere d’arte di cui parlavano i suoi telegiornali?
La gente se lo chiede, ma poi, avendo tanti problemi quotidiani, tira via perché di domande senza risposta ormai se ne deve porre troppe.
Telese, invece, cerca di illuminarci ponendo domande sull’IVA ad un Oscar Giannino, noto personaggio millantatore di titoli accademici mai conseguiti, o invitando un soggetto politico ormai squalificato come Antonio Di Pietro.
La sera dell’11 luglio scorso sono capitata sulla sua faccia sempre più ammiccante in una maschera contadina, cosa che lui non è, visto che si presenta ancora in politica, con gesticolamenti che, secondo lui, dovrebbero accattivargli le simpatie dei semplici, e criticando questo e quello quando lui dovrebbe, prima di tutto, fare una seria analisi di sé stesso e delle sue scelte che hanno portato a scandali non commendevoli.
Ho fatto appena in tempo a sentire che diceva: “… che dice mia sorella se…” mentre sgranava gli occhietti sempre più soffocati dal faccione sempre più grasso, e gesticolava sempre più somigliando ad una maschera alla “Pappagone” più che a un leader politico, ed ho cambiato subito canale.

Questo offre il convento. 
Speriamo nei deputati e senatori a Cinque Stelle e in Matteo Renzi ed altri, come Giacchetti, del putrescente PD, oppure nell’ottimo Vendola e nei Ferrero, quest’ultimo sperando che capisca che anche fra i poveri proletari ci sono furbi assenteisti, furbi sfruttatori della cosa pubblica votati all’assistenzialismo per scelta premeditata e che le persone oneste e disoneste sono in tutte le fasce sociali.    

Verità ed equilibrio sempre più lontani


Mentre l’ossigeno manca sempre più sul pianeta Italia per le imprese, quindi per il lavoro, per le famiglie… dei mestatori folli, come il Cappellaio Matto della favola di Alice, continuano a tirare fuori dal loro cappello stranezze di ogni tipo, perdendo tempo, mentre loro stessi, già mesi fa, dicevano che di tempo non ce ne era più, che l’ossigeno stava finendo e presto saremmo arrivati all’anossia totale.

Un uomo responsabile e pensante cerca di presentare almeno una legge elettorale in modo da essere pronti nel caso il governo Letta cada… I mestatori del suo partito gliela fanno ritirare…
Roberto Giacchetti

Nel frattempo i destini di un Paese sono legati ad un uomo discusso e alle sue vicende giudiziarie… Una cosa da tempi antichi in cui la democrazia non c’era e dei popoli non gliene fregava niente a nessuno: c'erano i signorotti, i despota, i principi, i re… Nel frattempo, qualcuno sembra non ricordarsene, ci sono state due grandi rivoluzioni: una in Francia ed una in Russia… ma ci riprovano sempre a fregarsene del popolo, infatti dopo la Rivoluzione Francese è venuto fuori Napoleone, sanguinario e nepotista… e dopo quella Russa ci sono stati mostri come Stalin e non solo… ma la Storia resta a memoria e monito dei popoli.
Grillo tuona che lui ha incanalato la rabbia del popolo in un voto civile, che gli ho dato anch’io, ma la deve smettere di insultare a destra e a manca come un volgare bullo da bar di periferia, perché, altrimenti, gli resteranno solo i voti dei bavosi e rabbiosi frustrati non solo per colpa della società e della malapolitica, ma anche e soprattutto della propria incapacità o voglia di darsi da fare civilmente per costruirsi un avvenire e per cambiare le cose nella società, non solo a parolacce.
Ricordo di aver scritto più volte sul blog di Di Pietro e IdV, quando il molisano stava “pappa e ciccia” con Beppe Grillo, che non mi piaceva il linguaggio insultante usato da Grillo e da tutti quelli che, andandogli dietro,  commentavano su quel blog contro Berlusconi chiamandolo “il nano”, “testa d’asfalto”, “lo psiconano”, incitandoli, al contrario, ad usare argomenti politici contro di lui… e ce ne sono!
Grillo non cambia, a 65 anni ancora si esprime in modo volgare colpendo a vanvera: insiste a chiamare “ebetino” Matteo Renzi. E’ desolante sentire un uomo, che per altri versi è riuscito a coagulare la protesta in forma di un voto legittimo, che si esprime con toni tanto bassi, gli stessi che usano le persone più ignoranti e barbare, usando caratteristiche fisiche per insultare, etichettare, creare soprannomi. Nel caso di Renzi di ebete non ha nulla, ma Grillo si attacca nel modo più vieto ai suoi denti sporgenti che, secondo un’icona di infimo gusto, sono caratteristica di persone poco intelligenti.

A poco meno di quarant’anni Matteo Renzi  di scemenze non ne ha fatte: ha mostrato il coraggio di andare contro l’andazzo sbagliato del suo partito, è diventato sindaco di una delle più belle città d’arte del mondo, è felicemente sposato con un’insegnante ed è papà…
Grillo, alla sua età, di cavolate ne aveva già fatte diverse, gli ricordo, e sarebbe il caso che si chiedesse se non sia lui, veramente, un poco scemino visto quante ne ha combinate.
Inoltre ha sempre tuonato anche su cose sbagliatissime, con l’arroganza senza dubbi tipica degli ignoranti: ricordo le assurdità che diceva sulla  “Cura Di Bella”, senza sapere nulla di Scienza Medica e Biologica. 
Dunque, se non vuole che il Movimento 5 Stelle faccia la fine del partito del suo amico Antonio Di Pietro, si contenga, si corregga e, soprattutto, agisca in modo concreto, altrimenti si rischia il qualunquismo superficiale ed inutile.

Girano voci, a cui danno credito anche persone intelligenti ed acculturate, sui soldi che il Movimento ha restituito con l’assegnone simbolico presentato a Piazza Montecitorio: dicono che di fatto il vero passaggio di denaro non c’è stato. SMENTITELE con dimostrazioni ufficiali e fotocopie di atti amministrativi pubblicate anche sui giornali cartacei ed on-line! 

Ed ora passiamo alla vergogna. Mentre l’ossigeno finisce moriamo anche vergognandoci, grazie all’agire dei vari  “Cappellai Matti”.
Angelino Alfano - Ministro dell'Interno

Emma Bonino - Ministro degli Esteri


Enrico Letta - Presidente del Consiglio dei Ministri 



Non bastando la vergogna che ci ha gettato sulle spalle il governo precedente a questo, riconsegnando i due marò all’India che li trattiene ormai da un anno e mezzo senza chiarire nulla, ora abbiamo compiuto un atto di viltà internazionale da arrossire, e l’abbiamo compiuto con uno spiegamento di forze che ci fa dubitare di istituzioni che dovrebbero darci un senso di sicurezza…
Ci trattano come al solito da scemi e dicono cose ridicole: “Faremo chiarezza.” Ma se sono passati oltre quaranta giorni da quando, uomini delle varie forze dell’ordine, hanno caricato la bella moglie e la bambina dell’esule e dissidente con il regime del Kazakistan sull’aereo kazako… 
“Ma che me stai a pijà per cù…?” Direbbe Lorenzo, il divertente personaggio creato da Corrado Guzzanti.
Si prendono in giro da soli, però, perché la gente non è scema e ricostruisce con disincanto quello che può essere accaduto: “Berlusconi è amico di Putin, Putin è amico del dittatore kazako, Alfano non conta un cazzo e fa tutto quello che gli dice Berlusconi che, guarda il caso, in questi giorni si reca in Russia.”

DA: ANTIMAFIA2000, 16 luglio 2013

"Lascio per senso delle istituzioni", dice l'alto dirigente del ministero dell'Interno a Il Fatto Quotidiano, "contro di me attacchi ingiusti. Non ho informato io il ministro". Oggi il capo della polizia ha consegnato al Viminale un rapporto sull'espulsione di moglie e figlia del dissidente Ablyazov. Il centrodestra fa quadrato attorno al vicepremier, mentre una nota trasmessa dall'ambasciata kazaka alla questura di Roma alimenta ulteriori dubbi sulla versione ufficiale. Il Copasir: Letta riferisca.
Giuseppe Procaccini, il capo gabinetto del ministro dell’Interno Alfano, si è dimesso “per senso delle istituzioni”. E’ sua, quindi, la prima testa a cadere per il pasticciaccio brutto dell’espulsione della moglie e della figlia minorenne del dissidente kazako Ablyazov. Il 28 maggio fu proprio Procaccini a ricevere l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere: al centro della riunione Ablyazov, dissidente kazako oppositore del regime, già capo di un’importante banca kazaka, accusato di truffa e ricercato dal Kazakistan e anche da Mosca, come risulta dalla sua scheda inserita nel sito dell’Interpol. Muktar sarebbe a Casal Palocco. Procaccini spiega ai kazaki che la competenza è della polizia e li invia al Dipartimento pubblica sicurezza. Contestualmente al suo passo indietro, l’ormai ex capo gabinetto del Viminale, però, ha ‘protetto’ il vicepremier, assicurando che “il ministro non sapeva” dell’accaduto. La mia decisione non ha alcun collegamento con la relazione del capo della polizia Pansa, che non ho letto”, precisa Procaccini a Il Fatto Quotidiano. La decisione è maturata dopo “la lettura dei quotidiani e in particolare del Fatto, che mi riserva un attacco ingiusto”, afferma. “Ma per tutelare le istituzioni ho pensato fosse meglio fare un passo indietro”. E sul ruolo del ministro Alfano? “Di questo non parlo, dico solo che non sono stato io a informarlo del caso”. Fatto sta che più si avvicina il momento della verità sul caso, più diventa elettrica la situazione del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che riferirà della questione in aula al Senato alle 18 di oggi. Da una parte la relazione del capo della polizia Pansa, dall’altra la mozione di sfiducia presentata da M5S e Sel (che sarà votata venerdì mattina nell’aula di Palazzo Madama). Per quanto riguarda l’indagine interna, in mattinata il capo della polizia Alessandro Pansa, che ha convocato ieri nel suo ufficio i protagonisti di questa storia, ha consegnato oggi un rapporto sull’espulsione delle due persone. Per le 15.30, invece, è stata fissata la riunione dei capigruppo al Senato, il cui compito è quello di calendarizzare la discussione della mozione di sfiducia in cui si parlerà delle dimissioni del vice premier e numero uno del Viminale. M5S e Sel hanno chiesto il voto segreto: se la richiesta dovesse passare, Alfano rischierebbe il fuoco incrociato dei falchi Pdl e dei dissidenti interni del Pd. Con sviluppi politici tutti da valutare anche sull’altare delle larghe intese. Intanto il Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti, ha chiesto a Letta di riferire sulla mancata consultazione dei servizi per questa vicenda.

La relazione di Pansa, le accuse di Scajola e Maroni
Ritornando alla relazione del capo della polizia, a farne le spese rischiano di essere i vertici del dipartimento di Pubblica sicurezza, del Viminale, o della questura di Roma. Tra i più a rischio oltre a Procaccini che ha già annunciato le proprie dimissioni, ci sono il segretario del dipartimento di sicurezza, Alessandro Valeri; il capo della polizia pro tempore, Alessandro Marangoni. Il vicepremier Angelino Alfano, intanto, continua a negare ogni responsabilità. Ma per il ministro dell’Interno i rischi sono concreti, soprattutto se dovesse passare la richiesta di un voto segreto. Il Popolo delle libertà fa intanto quadrato attorno ad Alfano, con falchi e colombe schierati nelle ultime ore ufficialmente al suo fianco. Ma c’è anche una voce fuori dal coro. “Come fa un ministro a non essere informato?”, si chiede l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola in un’intervista al Fatto Quotidiano, sottolineando l’importanza del rapporto di fiducia e del contatto costante con il proprio capo di gabinetto e concordando (“non ci sono spiegazioni alternative”) con l’ipotesi formulata dall’intervistatore, secondo cui Alfano sapeva e ha agito male oppure non sapeva e non controlla il ministero. Simile la presa di posizione di Roberto Maroni: “Non faccio valutazioni, dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro ha detto il governatore della Lombardia, che poi, scendendo nel particolare, ha sottolineato che il governo non potesse non sapere. “Mi pare difficile – ha sostenuto il leader della Lega – che un’operazione così complessa, rapida e spettacolare sia stata fatta senza che il governo sapesse. Io penso che il governo sapesse”. Maroni, infine, ha apecificato di aver “chiesto chiarimenti anche sull’atteggiamento del ministero degli Esteri, i funzionari avrebbero detto di non sapere nulla dello status di protezione diplomatica della signora: ci sono tanti misteri da chiarire, da cittadino mi auguro vengano chiariti”.

La presa di posizione di Guglielmo Epifani. Franceschini: “La relazione di Pansa sia pubblica”
Più rivolta alle conseguenze politiche la presa di posizione del segretario del Pd Guglielmo Epifani. “Se sapeva e ci sono fatti acclarati va da sè; ma se non sapeva realmente, io mi domando perché è stato fatto a sua insaputa, cosa c’è dietro e sarebbe stato più inquietante” ha detto il segretario democratico. Epifani, poi, ha commentato il passo indietro di Giuseppe Procaccini, sottolineando che le dimissioni del capo gabinetto di Alfano non sono “un fatto usuale, non ricordo uno con un ruolo così importante dimissionario”. Per il resto, ha continuato il leader democratico, “vediamo le carte e capiamo cosa il governo decide di fare e poi faremo una valutazione corretta”. Sulla mozione che chiede le dimissioni di Alfano, per l’ex sindacalista di tratta di un atto “comunque prematuro”: “Qui – ha detto – c’è la corsa a far subito”. Si sarebbe dovuto attendere che il governo riferisse e poi “sulla base di quello si decide la mozione di sfiducia verso chi e perché”. E se Alfano decidesse di dimettersi? A sentire Epifani, in tal caso ci potrebbe essere una crisi di governo: “Immagino che il Pdl trarrebbe qualche conseguenza, ma tutto sta a cose che emergeranno” sulla vicenda.
Il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda, invece, ha specificato che “il Pd deciderà la linea da seguire sul caso Ablyazov-Shalabayeva solo dopo aver ascoltato l’intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano”. “Il segretario ha detto che se sapeva va da sè? La penso come lui” ha aggiunto Zanda. Dal fronte Pd nel governo, invece, il ministro Dario Franceschini ha chiesto di render pubblica la relazione del capo della polizia: “Su questa vicenda, nell’interesse di tutti, serve la massima trasparenza – ha detto Franceschini – Per questo il governo ha chiesto che la relazione del capo della polizia fosse resa pubblica dal ministro dell’Interno”.

La nota che fa preoccupare Alfano
Un nuovo dettaglio, intanto, rischia di mettere i bastoni tra le ruote al ministro. I riflettori sono ora puntati su una nota trasmessa dall’ambasciata kazaka alla questura di Roma che alimenta ulteriori dubbi sulla versione ufficiale. La missiva, come spiega il Corriere della Sera, rivela nuovi punti oscuri nella procedura che ha portato all’espulsione delle due persone. In quella lettera la donna viene infatti indicata con il suo nome da sposata e non con quello da nubile che invece era sul passaporto mostrato di fronte ai poliziotti. Il documento ricostruisce la storia del dissidente, indicato come “ricercato inserito nel bollettino rosso internazionale”, e si conclude con la “richiesta di arresto”. Gli addetti dell’ambasciata scrivono che “nel febbraio 2012 in Gran Bretagna, come una decisione della Corte suprema di Londra, gli è stata attribuita la detenzione in carcere per un periodo di 22 mesi per mancanza di rispetto della Corte, ma lui è fuggito dalla giustizia inglese”. Non solo. Nella missiva, dopo aver fornito l’indirizzo “dove Ablyazov attualmente soggiorna”, i kazaki chiedono di “identificare le persone che vivono nella villa. Non è escluso che nella villa conviva sua moglie, cittadina del Kazakistan, Alma Shalabayeva, nata il 15 agosto 1966″. Alla luce del contenuto della nota ci si chiede quindi perché non si decise di fare un ulteriore controllo trasmettendo anche il nominativo completo, così come compariva nei documenti ufficiali messi a disposizione dalla diplomazia, per verificare che si trattava della moglie del rifugiato molitico. I punti da chiarire, quindi, si moltiplicano. Mentre iniziano le scommesse su quali saranno le teste prossime a cadere.

Le nuove accuse del legale di Alma Shalabayeva
”In questa vicenda c’è stata una violazione evidente dei diritti umani e non mi pare neppure del tutto esatto quel che si dice nel decreto di revoca dell’espulsione, cioè che non si sapessero certe cose: chi operava aveva gli elementi per sapere chi fosse Alma Shalabayeva“. Parola di Riccardo Olivo, legale della donna espulsa in Kazakistan, che oggi sarà in audizione dalla commissione diritti umani del Senato. Non solo. “Non abbiamo avuto un vero accesso agli atti e questo è un fatto grave” ha detto Olivo nel corso dell’audizione, in cui ha spiegato che da parte di Alma Shabalayeva ”nella fase precedente al blitz non è stata presentata una richiesta di asilo”, ma questo è stato fatto “nella fase topica, dopo che lei è stata fermata, ma è stato impossibile: questa possibilità ce l’hanno sottratta oltre ad aver sottratto fisicamente la donna prima che iniziasse l’orario di ricevimento al Cie dove poter formalizzare l’istanza.
ilfattoquotidiano.it


Tutto come in passato: pensate al caso Ustica. Tutti gli italiani hanno sempre capito tutto mettendo insieme i fatti  che non hanno potuto occultare e quelli, come i tracciati radar di molti aeroporti militari e non, che hanno occultato. Però attendiamo ancora la "“VERITA' UFFICIALE”!!
Continuano a trattarci da scemi ma gli scemi irresponsabili non siamo noi popolo.
Come difenderci da questi “Cappellai Matti”?
Come ottenere che spariscano dalle poltrone del Potere dove fanno solo danno e ci coprono di vergogna e di ridicolo?
Pensate a Calderoli. Qui stiamo molto peggio di Grillo che affibbia soprannomi come si fa fra i contadini più retrivi dei paesetti: qui siamo alla barbarie del Ku-Klux-Klan e, quest’uomo che somiglia non tanto vagamente ad un suino, si giustifica scusandosi “perché l’ha detto così… era un comizio…”. E che è una giustificazione? Doveva dare biada alle bestie che lo stavano ascoltando in modo da mantenere interessato il suo elettorato? Ha insultato una donna, un medico, un Ministro, per il colore della sua pelle.
A me piace più nera che rosea come la sua suinesca, guarda un po’!!
Come mai cerchiamo tutti di abbronzarci e somigliare quanto più possibile a chi ha la pelle nera? 
Perché nero è bello!