Incendio doloso nel Parco Nazionale del Circeo (by marco panista, published
Domenica 06 Ottobre 2013 22:17)
ANCORA VILI
ATTACCHI INCENDIARI AI DANNI DEL PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO
LEGAMBIENTE
CONDANNA SENZA MEZZI TERMINI IL GRAVE ATTO INTIMIDATORIO CHE HA CAUSATO SERI
DANNI AD UN TRATTO DEL LITORALE DI SABAUDIA
ASSICURARE
IMMEDIATAMENTE ALLA GIUSTIZIA I PIROMANI, NON ABBASSARE LA GUARDIA SUL TEMA
DELLA SORVEGLIANZA DEL TERRITORIO, CONTRASTARE CON OGNI MEZZO ILLEGALITA' ED
ABUSIVISMO
Sabaudia, 06 Ottobre 2013
Ancora una volta il Parco Nazionale del Circeo
si trova ad essere oggetto di vigliacchi attacchi da parte di piromani che, con
pratiche pericolose che attentano alla incolumità dei cittadini e ai beni
comuni, dimostrano una volta di più che non solo è necessario intensificare il
controllo diretto di tutto il territorio, ma che è importante continuare a dare
segnali forti contro ogni forma di illegalità e di abusivismo.
L'ultimo episodio, che ha visto il divampare di
un incendio, dalle prime indagini di chiara origine dolosa, che ha colpito un
tratto del litorale di Sabaudia in prossimità della Bufalara, mandando in fumo
una porzione dell'importante vegetazione costituita da macchia mediterranea
caratteristica della duna litoranea del Parco, ha tutto il sapore di un ennesimo
atto intimidatorio da parte di chi non vuole rassegnarsi ad una cultura della
legalità, del rispetto delle norme e dei beni collettivi.
Prendere di mira un ambiente particolarmente
delicato ed importante qual è quello della duna litoranea significa mettere a
repentaglio un immenso patrimonio di specie floristiche estremamente
significative e strategiche alla sopravvivenza dell'intera area protetta. Gesti come questi, di chi
cerca cioè di trarre profitti danneggiando e depauperando il proprio ambiente,
in molti casi per fare spazio alla cementificazione selvaggia, risultano essere
miopi soprattutto perché chi se ne rende responsabile non capisce che impoverire
il proprio territorio significa impoverire se stessi in quanto tutte le
prospettive legate alla vocazione vera dello stesso, e nel caso di un'area
protetta costituita da rilevanti valori riconosciuti a livello internazionale,
vanno in fumo per sempre e con essi tutto quell'indotto anche economico di
servizi e di possibilità che rientrano nella sfera di uno sviluppo sostenibile e
di qualità legato alla valorizzazione anche, e soprattutto, dei valori
ambientali custoditi.
Ci aspettiamo pertanto un
segnale forte da parte delle autorità e delle forze dell'ordine affinché i
responsabili di tali reati vengano presto individuati ed assicurati alla
giustizia, facendo contemporaneamente appello a tutte le rappresentanze della
società civile, alle istituzioni ed alla cittadinanza tutta affinché si tenga
fortemente dritta la barra della prevenzione e della repressione nei confronti
di un crimine che non tardiamo a definire come ecocidio.
Il direttivo del circolo
Larus Legambiente di Sabaudia
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Mi sono già occupata di questo tema ed ho esplorato le leggi, tante, troppe e per questo forse non sufficientemente note ed applicate, che regolano sia le pene per i piromani sia l'uso successivo dei territori distrutti dagli incendi.
Catasto incendi
La Legge n. 353/2000
La legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000 definisce divieti, prescrizioni e sanzioni sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco prevedendo la possibilità da parte dei comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate.
La legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000 definisce divieti, prescrizioni e sanzioni sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco prevedendo la possibilità da parte dei comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate.
In particolare la legge stabilisce vincoli temporali che regolano l’utilizzo dell’area interessata ad incendio: un vincolo quindicennale, un vincolo decennale ed un ulteriore vincolo di cinque anni. Innanzitutto le zone boschive ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni (vincolo quindicennale), è comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente.
Inoltre, sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, è vietata per dieci anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione.
Inoltre, sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, è vietata per dieci anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione.
Alla luce di codesta Legge è difficile che chi ha dato fuoco alla macchia mediterranea della Bufalara di Sabaudia possa pensare di potervi cementificare, come paventa Marco Panista nel suo post.
Propendo più per la diffusa barbarie e non trovo altra strada che chiedere più controlli, non soltanto al Comune, ma alla Guardia Forestale che ne ha i mezzi e l'obbligo!! Inoltre dovrebbero esistere anche le Guardie del Parco e, non guasterebbe, un'occhiatina anche da parte dell'Ente Bonifica. Non mi sembra, e forse sono cattiva nel dirlo, che si ammazzino di fatica!!
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