Editoriale
Tutti siamo colpevoli
"Una educazione comune, obbligatoria
e sbagliata ci spinge tutti dentro l’arena
dell’avere tutto a tutti i costi. In questa
arena siamo spinti come una strana e
cupa armata in cui qualcuno ha i cannoni
e qualcuno ha le spranghe. Allora una
prima divisione, classica, è "stare con i
deboli". Ma io dico che, in un certo senso
tutti sono i deboli, perché tutti sono
vittime. E tutti sono i colpevoli, perché
tutti sono pronti al gioco del massacro.
Pur di avere. L’educazione ricevuta è
stata: avere, possedere, distruggere."
Pier Paolo Pasolini
Questo scritto di Pier Paolo Pasolini sopra riportato viene pubblicato da Beppe Grillo sul suo blog e da lui approvato.
Non condivido nulla di quanto scritto, anzi, dissento totalmente.
La storiella del "siamo tutti colpevoli", come quella della "colpa della società", in un discarico di responsabilità individuale, tipico del pensiero di sinistra, mi ha sempre irritato.
Troppo comodo. Io sono un io pensante e posso decidere ed agire qualsiasi sia stata la mia educazione, altrimenti saremmo dei cloni dei nostri educatori! Invece scegliamo e siamo quello che vogliamo diventare: molti sono spinti e favoriti, ma anche chi non lo è ha sempre un margine di scelta. Almeno in Italia e da quando io sono nata: 1946.
Molti si nascondono e si sono nascosti dietro queste formule di comodo spacciandole per "alto pensiero sociologico", che non tiene conto della psicologia individuale.
Piuttosto abbiamo la classe politica nauseabonda che abbiamo perché nel vivere di tutti i giorni vediamo riprodotta la stessa genia, e non è dovuto all'educazione, quanto a una scelta individuale. Purtroppo gli individui in questo Paese sono egoisti, amano i consumi più che la cultura, sono vigliacchi e restii ad esporsi per il bene comune. Ma è la genia che è così: indisciplinata, insofferente alle regole, disinteressata al bene comune.. Ma non diamo la colpa a qualcosa di astratto: la colpa è negli individui che non fanno lo sforzo di "essere" invece di "avere", per dirla alla Eric Fromm.
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