Novembre 2012
É uno dei piatti forti della stagione teatrale milanese, con la regia di Alessandro Gassman sul palcoscenico dell'Elfo Puccini, debutto fissato per il 15 gennaio. É una storia di violenza e di giustizia che scava sul tema cruciale del perdono ai carnefici. Fiction, tecnicamente parlando. Ma la storia è firmata da un nome che strappa la vicenda dal mondo della finzione e del teatro e la cala nella realtà, scatenando la rabbia di chi ha visto la violenza sulla pelle dei propri cari.
Sì, perchè «Oscura immensità», prodotto dal Teatro Stabile del Veneto e interpretato da Giulio Scurati, è tratto dal libro «L'oscura immensità della morte». Il suo autore è Massimo Carlotto, oggi giallista e saggista di successo, ma protagonista tra gli anni Settanta e Novanta di un caso di cronaca che divise l'opinione pubblica. Militante di Lotta Continua, nel 1976 Carlotto fu accusato dell'omicidio di una ragazza di ventiquattro anni, Margherita Magello. Si diede alla latitanza e al suo fianco si schierarono intellettuali di sinistra, italiani e stranieri: come, in epoca più recente, è accaduto per Cesare Battisti. A differenza di Battisti, però, Carlotto fu estradato e consegnato all'Italia. Condannato a sedici anni di carcere, fu graziato dal presidente della Repubblica Scalfaro e tornò libero nel 1993.
Passato remoto, ormai, per lo scrittore Carlotto. Ma ferita non rimarginata per i familiari della ragazza uccisa. Che oggi si indignano a vedere il dramma dei familiari delle vittime messo in scena per la firma di Carlotto: «Un assassino che non ha mai ammesso le sue colpe, che non ha mai chiesto perdono e che ciò nonostante, e contro il parere dei parenti di Margherita, è stato graziato dal Quirinale grazie alle pressioni dell'intellighentsia di sinistra, la stessa che lo aveva protetto durante la latitanza».
A parlare è Matteo Oriani, figlio della cugina di Margherita Mugello, che già nelle scorse settimane ha protestato contro la decisione della provincia di Bergamo di portare Carlotto a tenere lezioni agli studenti. Ora Oriani insorge contro quello che definisce «un gesto inqualificabile»: uno spettacolo teatrale che pretende di raccontare il dramma dei sopravvissuti, e lo fa però con la voce di chi ha ucciso. «Per la giustizia e per noi, Carlotto è un assassino. Lui è molto bravo a difendere la sua immagine. Persino su Wikipedia, l'enciclopedia on line, si prende per vera la sua versione difensiva, smentita da quattro sentenze della magistratura. Di quelle sentenze, su Internet non c'è traccia. Ma se si vuole capire chi è veramente Carlotto, è lì che bisogna andare, e non a teatro».
Si legge sul sito dell'Elfo, nella presentazione del dramma che andrà in scena a gennaio: «Chi deve perdonare chi ha commesso un delitto e che sta scontando una pena detentiva o è rinchiuso nel braccio della morte? I familiari della vittima o lo Stato? O entrambi?». Interrogativi epocali, come si vede. Ma i familiari di Margherita trovano inaccettabile che a sollevarli sia chi le proprie responsabilità non se l'è mai assunte. La ragazza venne uccisa nella sua casa di Padova, il 20 gennaio 1976. Carlotto ha sempre sostenuto di avere sentito delle urla dalla strada, di essere salito, e di averla trovata già agonizzante. Ma per quattro sentenze consecutive, di cui due della Cassazione, fu invece lui ad ucciderla: probabilmente in un raptus, o dopo avere cercato di assalirla sessualmente. «Con cinquantanove coltellate», ricorda Matteo Oriani. «E adesso rivendica il diritto all'oblio, senza avere la dignità di dire: sono stato io».
++++++++++++++++++
Alla luce di quanto scriveva "Il Giornale" solo un anno fa, debbo dire che mi fa piacere che l'ennesimo guadagno sullo scrittore-assassino (4 sentenze dicono che lo è ed è fuori solo per la grazia firmata da Scalfaro allora Presidente della Repubblica (vedi mio post del 15 marzo 2012 "Beato chi ha fame e sete di giustizia??!!")) sia un flop:
Da: Libero.it
Barbareschi, Something Good è un flop: 75mila euro di incassi nel primo weekend
Lo showman e attore teatrale sbarca nelle sale con il suo thriller internazionale. Ma la risposta del botteghino è impietosa
Un flop. Il primo weekend nelle sale per Something Good registra numeri bassissimi. Il film diretto da Luca Barbareschi (e tratto dal romanzo Mi fido di Te di FrancescoAbate e MassimoCarlotto) ha incassato poco meno di 75mila euro in 171 sale in tutto il Paese.
Da: Il Messaggero Veneto
Pierpaolo Lupieri
Parte della Risposta di Gervasutti
Massimo Carlotto - Foto presa dal WEB |
Da: Il Messaggero Veneto
LA LETTERA DEL GIORNO No ai cattivi maestri in cattedra
25 giugno 2013
Margherita Magello, studentessa di soli ventiquattro anni massacrata con 59
coltellate nella sua casa di Padova il venti gennaio di un lontano e forse
dimenticato 1976. Il dubbio assale perchè secondo giustizia italiana e dopo
dieci processi, oltre ottanta giudici e persino una richiesta di revisione pena
della Corte Costituzionale (caso eccezionale in Italia), l’unico condannato per
quel reato è (e resta) proprio Massimo Carlotto, che a causa di quella vicenda
ha scontato sei anni di carcere e ne ha evitati il doppio solo perchè graziato
dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nell’aprile del
’93. La richiesta di grazia presentata dai genitori fu firmata dal Gotha della
sinistra italiana della quale Carlotto, militante di Lotta Continua all'epoca
dei fatti, ne era diventato un’icona al pari di Adriano Sofri e per citare
alcuni nomi tra i firmatari: Iotti, Imposimato, Pisapia, Neppi Modona. Tale
provvedimento tuttavia, a norma di diritto, estinse la pena non il reato,
tantomeno la condanna passata in giudicato. Condanna emessa al tempo in due
distinte occasioni dalla Corte d’assise d’appello di Venezia, ai cui occhi non
giovò mai indubbiamente il comportamento dell’allora imputato, fuggitivo
latitante, in Francia e Messico, per tre lunghi anni. Catturato solo per
delazione ed estradato poi, nonostante la rete politico-culturale di protezione
dell’intellighenzia di casa nostra e d’oltre frontiera che coinvolse persino lo
scrittore brasiliano Jorge Amado (Battisti docet).Pierpaolo Lupieri
Parte della Risposta di Gervasutti
...Ognuno la pensa come vuole, per ciò dico subito che io concordo con il signor
Lupieri e mi ribolle un po’ il sangue nel ricordare che un pluricondannato,
evaso e latitante fu graziato dall’allora presidente della Repubblica Oscar
Luigi Scalfaro, rimasto famoso per avere schiaffeggiato in un ristorante una
signora che portava una generosa scollatura.... (vedi mio post del 29 gennaio 2012 "Scalfaro muore a 93 anni").
Purtroppo è sempre accaduto ed accade ancora che "cattivi maestri" siano difesi da buoni amici e vivano come e meglio degli onesti i quali stanno a guardare impotenti.
Dunque, purtroppo, si può ben dire:
"Guai a chi ha fame e sete di Giustizia!"
Nessun commento:
Posta un commento