Vigile travolto e ucciso da suv: pena ridotta da 15 a 9 anni per il giovane rom
Pena ridotta da 15 a 9 anni. E' stato infatti condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione Remi Nikolic, il giovane rom che nel gennaio 2012, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, a bordo di un suv travolse e uccise l’agente di polizia locale Niccolò Savarino
Milano, 9 dicembre 2013 - E' stato condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione Remi Nikolic, il giovane rom che nel gennaio 2012, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, a bordo di un suv travolse e uccise l’agente di polizia locale Niccolò Savarino. Lo ha stabilito la sezione minorenni della Corte d’Appello di Milano. In secondo grado è arrivata, dunque, per l’imputato, assistito dall’avvocato David Russo, unasensibile riduzione della pena rispetto ai 15 anni che gli erano stati inflitti in primo grado dal Tribunale per i Minorenni, lo scorso marzo.
Nello stabilire l'entità della condanna i giudici avrebbero confermato l'imputazione di omicidio volontario ma scelto di comminare il minimo della pena prevista. Gia' in primo grado erano state concesse delle attenuanti in considerazione del "contesto familiare" in cui il giovane era cresciuto. Dai 26 anni chiesti dal Pm si era quindi scesi a 15 anni.
Una sentenza destinata da subito a far discutere. “Aspettiamo di leggere le motivazioni - ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza, Coesione locale e Polizia locale del Comune di Milano Marco Granelli -. Un omicidio efferato che sconvolse tutta la citta’”. Esprimendo vicinanza alla famiglia e a tutti i colleghi, l’amministrazione comunale ricorda ai milanesi l’appuntamento per commemorare Niccolo’, a due anni dalla scomparsa, il prossimo 12 gennaio. “Lo ricorderemo - ha concluso Granelli - nel Parco che abbiamo dedicato a lui vicino al Comando della Polizia Locale di Zona 9 dove prestava servizio.
L’OMICIDIO - Risale al 12 gennaio 2012 l’omicidio, da parte di Remi Nikolic del vigile Nicolò Savarino. Una morte che commosse Milano. L’assassino, all’epoca ancora minorenne, travolse e uccise Savarino che era in bicicletta e dopo l’impatto fuggi’ con il suv che guidava insieme al complice. Fu fermato tre giorni dopo, il 15 gennaio, in Ungheria, dove figurava con il nome di Goico Jovanovic. Il giovane fu portato prima nel carcere di San Vittore, poi nel penitenziario minorile Beccaria, perche’ ancora diciassettenne.
SAVARINO - Savarino, 42 anni, stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio di via Vare’, in zona Bovisa. Milano ricordo’ il vigile ucciso proclamando una giornata di lutto cittadino il 21 gennaio, giorno dei funerali in Duomo. A un anno di distanza dalla sua morte, la giunta di Giuliano Pisapia decise di intitolargli un parco in quella zona dove lavorava. “Non esito a chiamarlo eroe”, disse il sindaco di Milano. Il 22 marzo di quest’anno il tribunale per i minorenni ha condannato, in primo grado, Nikolic a 15 anni di reclusione, mentre l’accusa ne aveva chiesti 26. Al giovane furono concesse le attenuanti generiche sulla base del “contesto di vita famigliare” nel quale “e’ cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento” e dalla “totale assenza di scolarizzazione”.
Foto da Crimeblog: Funerale di Niccolò Savarino |
Se tanti anni fa la maggioranza dei cittadini che votarono per il Referendum sulla responsabilità civile dei giudici votò SI, un motivo ed un comune sentire deve esserci.
La gente normale, quella che vive senza fare del male a nessuno, non si sente garantita da questa magistratura sia penale che civile, ma nemmeno da quella che decide in materia economica.
E non perché la maggior parte di noi non vuole soggiacere alla Legge, ma perché non capisce la sovente interpretazione distorta di essa.
Quando apprendiamo notizie come questa lo scoramento è totale e ci riteniamo fortunati che non è capitato a noi.
La vita è il bene unico e prezioso che è: la banalizzazione che ne fanno simili sentenze è atroce.
Mi ritengo dunque fortunata di essere incappata nell'ingiustizia dei giudici solo per essere stata condannata a pagare euro 2.600 di spese legali e per aver speso inutilmente euro 400 di registrazione della causa intentata contro IKEA nel cui parcheggio caddi fratturandomi un braccio, subendo un'operazione per frattura scomposta, perdendo soldi per cure e assenza dal lavoro, dunque delle indennità di presenza ed altro, perché per la giudice donna "dovevo guardare per terra", là dove era "l'insidia", riconosciuta sia dal mio perito di parte che da quello della Toro Assicurazioni che rappresentava IKEA.
Dopo quella dotta sentenza guardo, quando posso, per terra se qualcuno, come IKEA, ha ritenuto di mettere tubi di ferro a dieci centimetri circa da terra senza riparo ed adeguate segnalazioni, sperando di non incrociare un palo verticale, magari di lato, altrimenti lo stesso giudice sentenzierebbe che "dovevo guardare davanti".
Non feci ricorso per tema di avere altri guai: e sono stata fortunata perché l'avvocato ha pagato lui il perito di parte, dato che lavorava "all'americana", cioè senza spese per il cliente ma con compenso a percentuale sul risarcimento. E' andata male anche a lui... forse.
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