Vivere a Roma con 500 euro al mese. Ed essere felici
La scelta di Carlo Bonaccorsi che ha abbandonato un lavoro sicuro e ha aperto un blog per raccontarla
Scritto da Cristina Maccarrone | Yahoo! Finanza – mar 8 gen 2013 22:17 CET
Vivere con 500 euro al mese, la metà di mille
euro (stipendio medio di tutta una generazione) ed essere felici. Se vi sembra
uno slogan o l’idea strampalata di qualcuno che vuole farsi beffa dei
vostri/nostri problemi, siete lontani dal vero. E' invece quello che ha deciso
di fare circa due anni fa Carlo Bonaccorsi che ha lasciato il
lavoro che aveva da 14 anni e ha aperto un blog dal titolo 500 euro al mese per
raccontare la sua esperienza.
E se magari pensate a una vita senza gioie e solo privazioni, non è questo il caso. Anzi la prima cosa che mi colpisce di Carlo, quando ci sentiamo, è che la sua voce squillante contrassegnata da quella tipica cadenza romana, sembra quella di un uomo che 40 anni non li ha compiuti ancora e invece ne ha 50. Certo, c’è da dire che nel computo dei suoi 500 euro al mese non ci sono le spese né di affitto né di mutuo visto che ha una casa ereditata dai genitori, ma, lo sappiamo bene, non sempre quella è l’unica voce di spesa. Anzi. E non tutti decidono di lasciare un lavoro sicuro per una somma del genere.
Carlo, chi eri prima di decidere di vivere con 500 euro al mese? E perché questa decisione?
“Lavoravo in una ditta di import export a Fiumicino da circa 15 anni. Mi occupavo delle spedizioni all’estero. Avevo uno stipendio di circa 1500 euro al mese con gli straordinari pagati e contratto a tempo indeterminato, ma non vivevo più. Con la crisi è cambiato il carico lavorativo, arrivavo a 10 ore al giorno, ma non solo: avendo la reperibilità venivo chiamato anche quando non sarei dovuto andare, era richiesta una presenza costante, dovevo essere sempre a disposizione”.
Quindi la tua decisione ha a che fare con lo stress da lavoro o c’è dell’altro? C’è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso, insomma qualcosa che ti ha portato a prendere questa decisione?
“Non c’è un vero e proprio episodio significativo. Semplicemente non mi sentivo realizzato in quello che facevo, la mia vita era dedicata solo al lavoro. Ero una persona curiosa e mi ritrovavo invece a passare tutta la giornata lavorando. Avevo trascurato gli affetti, altri interessi e visto che il lavoro era una parte importante della mia vita, ma non la più importante, ho lasciato perdere. La decisione non ha incontrato neanche particolari ostacoli (alla fine tutti siamo dei numeri, necessari finché non ci sono altri) e molti noi la mattina si svegliano per andare al lavoro e non sono contenti di farlo. Era così anche per me, ma non volevo più che lo fosse. Mi trovavo ogni giorno a stare 2 ore in macchina fermo sul grande raccordo anulare e non ero contento. Che vita è quando qualcuno ti dà i soldi per arrivare distrutto a casa e non avere più tempo né per te né per gli altri? E così mi sono fatto due conti, mi sono reso conto che potevo farcela con 500 euro al mese. Non ho figli, sono, come dico io un single con fidanzata”.
E questi 500 euro al mese da dove vengono?
"250 euro sono una rendita, o meglio un vitalizio di un’assicurazione sulla vita che avevo stipulato quando ero giovane e che percepisco (e continuerò a percepire) semestralmente. Il resto viene dall’affitto di un magazzino. Qualcuno sul blog ha commentato che non pago le tasse, ma non è così: si tratta di 500 euro al netto delle imposte. Essendo una formichina riesco a gestire il tutto. Poi certo ci sono momenti più duri: quest’anno l’Imu non è stata una cosa da niente”.
E come vengono ripartiti questi soldi?
“La spesa maggiore è per l’alimentazione, ma riesco ad usare alcuni escamotage. Ad esempio, il sabato vado prima della chiusura ai mercati rionali che non dovendo aprire il giorno dopo hanno i prezzi molto più bassi. Questo in particolare d’estate dove la frutta d’estate arriva a 30 centesimi al chilo. Non mangio carne tutti i giorni, preferisco i legumi, compro pesce azzurro che costa meno (alici 5 euro al kg), guardo tutte le offerte dei volantini, acquisto vestiti ai mercati rionali, compro le scarpe con i saldi magari quelle che non metterò subito ma l’anno dopo. Vivo a Ostia, vado in centro spendendo 1,50 euro. ho l’impianto autonomo e avendo una casa piccola non ne ho molto bisogno. In più non pago condominio e non ho ascensore. Ho una macchina con impianto a gas ma la uso poco. E poi sfrutto le biblioteche (scoperte da quando non lavoro) per leggere. Alcuni mi dicono 'ma non fai troppa fatica?' e io rispondo 'Quanta fatica fai tu ad alzarti ogni mattina e a vedere persone con cui non vorresti stare?'. Certo, posso fare questo perché ho più tempo libero. E liberare il tempo è positivo perché liberi anche le tue risorse che ti possono portare ad altro. Faccio un esempio neanche tanto banale. Mio fratello doveva andare in ospedale per un mese io l’ho portato a casa e ho provveduto a lui, così ha risparmiato anche la comunità”.
E se capita qualche spesa extra, come un dente da curare?
“Quanto ai dentisti: c’è anche la sanità pubblica che fa prezzi interessanti. Certo, se capita un’urgenza è diverso, ma ho qualcosa da parte. C’è pure chi è andato in Ungheria a farsi curare i denti, spendi il 70% di meno e con i voli low cost alla fine risparmi...".
E perché aprire un blog?
“Perché volevo dire, tramite la mia esperienza, che si può vivere con poco, che non c’è bisogno di tanti oggetti che non fanno la felicità. Così facendo ho scoperto piaceri che avevo dimenticato come passeggiare, leggere e tanto altro. Secondo me molta gente vorrebbe provare a lasciare il lavoro o preferirebbe lavorare meno, ma non ce la fa perché ha paura, si preoccupa di cose che per la maggior parte delle volte neanche accadono. Posso dire un’ultima cosa?”.
Prego.
“Magari sembra strano, ma come vivo non è molto differente da chi pur lavorando tantissime ore al giorno, tra mutuo spese e altro, resta con 500 euro al mese. La gente a volte mi guarda stranita ma non è molto diverso. Non sono affatto pentito della mia scelta, anzi la rifarei anche se a volte mi annoio. Ma fa parte del pacchetto".
E se magari pensate a una vita senza gioie e solo privazioni, non è questo il caso. Anzi la prima cosa che mi colpisce di Carlo, quando ci sentiamo, è che la sua voce squillante contrassegnata da quella tipica cadenza romana, sembra quella di un uomo che 40 anni non li ha compiuti ancora e invece ne ha 50. Certo, c’è da dire che nel computo dei suoi 500 euro al mese non ci sono le spese né di affitto né di mutuo visto che ha una casa ereditata dai genitori, ma, lo sappiamo bene, non sempre quella è l’unica voce di spesa. Anzi. E non tutti decidono di lasciare un lavoro sicuro per una somma del genere.
Carlo, chi eri prima di decidere di vivere con 500 euro al mese? E perché questa decisione?
“Lavoravo in una ditta di import export a Fiumicino da circa 15 anni. Mi occupavo delle spedizioni all’estero. Avevo uno stipendio di circa 1500 euro al mese con gli straordinari pagati e contratto a tempo indeterminato, ma non vivevo più. Con la crisi è cambiato il carico lavorativo, arrivavo a 10 ore al giorno, ma non solo: avendo la reperibilità venivo chiamato anche quando non sarei dovuto andare, era richiesta una presenza costante, dovevo essere sempre a disposizione”.
Quindi la tua decisione ha a che fare con lo stress da lavoro o c’è dell’altro? C’è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso, insomma qualcosa che ti ha portato a prendere questa decisione?
“Non c’è un vero e proprio episodio significativo. Semplicemente non mi sentivo realizzato in quello che facevo, la mia vita era dedicata solo al lavoro. Ero una persona curiosa e mi ritrovavo invece a passare tutta la giornata lavorando. Avevo trascurato gli affetti, altri interessi e visto che il lavoro era una parte importante della mia vita, ma non la più importante, ho lasciato perdere. La decisione non ha incontrato neanche particolari ostacoli (alla fine tutti siamo dei numeri, necessari finché non ci sono altri) e molti noi la mattina si svegliano per andare al lavoro e non sono contenti di farlo. Era così anche per me, ma non volevo più che lo fosse. Mi trovavo ogni giorno a stare 2 ore in macchina fermo sul grande raccordo anulare e non ero contento. Che vita è quando qualcuno ti dà i soldi per arrivare distrutto a casa e non avere più tempo né per te né per gli altri? E così mi sono fatto due conti, mi sono reso conto che potevo farcela con 500 euro al mese. Non ho figli, sono, come dico io un single con fidanzata”.
E questi 500 euro al mese da dove vengono?
"250 euro sono una rendita, o meglio un vitalizio di un’assicurazione sulla vita che avevo stipulato quando ero giovane e che percepisco (e continuerò a percepire) semestralmente. Il resto viene dall’affitto di un magazzino. Qualcuno sul blog ha commentato che non pago le tasse, ma non è così: si tratta di 500 euro al netto delle imposte. Essendo una formichina riesco a gestire il tutto. Poi certo ci sono momenti più duri: quest’anno l’Imu non è stata una cosa da niente”.
E come vengono ripartiti questi soldi?
“La spesa maggiore è per l’alimentazione, ma riesco ad usare alcuni escamotage. Ad esempio, il sabato vado prima della chiusura ai mercati rionali che non dovendo aprire il giorno dopo hanno i prezzi molto più bassi. Questo in particolare d’estate dove la frutta d’estate arriva a 30 centesimi al chilo. Non mangio carne tutti i giorni, preferisco i legumi, compro pesce azzurro che costa meno (alici 5 euro al kg), guardo tutte le offerte dei volantini, acquisto vestiti ai mercati rionali, compro le scarpe con i saldi magari quelle che non metterò subito ma l’anno dopo. Vivo a Ostia, vado in centro spendendo 1,50 euro. ho l’impianto autonomo e avendo una casa piccola non ne ho molto bisogno. In più non pago condominio e non ho ascensore. Ho una macchina con impianto a gas ma la uso poco. E poi sfrutto le biblioteche (scoperte da quando non lavoro) per leggere. Alcuni mi dicono 'ma non fai troppa fatica?' e io rispondo 'Quanta fatica fai tu ad alzarti ogni mattina e a vedere persone con cui non vorresti stare?'. Certo, posso fare questo perché ho più tempo libero. E liberare il tempo è positivo perché liberi anche le tue risorse che ti possono portare ad altro. Faccio un esempio neanche tanto banale. Mio fratello doveva andare in ospedale per un mese io l’ho portato a casa e ho provveduto a lui, così ha risparmiato anche la comunità”.
E se capita qualche spesa extra, come un dente da curare?
“Quanto ai dentisti: c’è anche la sanità pubblica che fa prezzi interessanti. Certo, se capita un’urgenza è diverso, ma ho qualcosa da parte. C’è pure chi è andato in Ungheria a farsi curare i denti, spendi il 70% di meno e con i voli low cost alla fine risparmi...".
E perché aprire un blog?
“Perché volevo dire, tramite la mia esperienza, che si può vivere con poco, che non c’è bisogno di tanti oggetti che non fanno la felicità. Così facendo ho scoperto piaceri che avevo dimenticato come passeggiare, leggere e tanto altro. Secondo me molta gente vorrebbe provare a lasciare il lavoro o preferirebbe lavorare meno, ma non ce la fa perché ha paura, si preoccupa di cose che per la maggior parte delle volte neanche accadono. Posso dire un’ultima cosa?”.
Prego.
“Magari sembra strano, ma come vivo non è molto differente da chi pur lavorando tantissime ore al giorno, tra mutuo spese e altro, resta con 500 euro al mese. La gente a volte mi guarda stranita ma non è molto diverso. Non sono affatto pentito della mia scelta, anzi la rifarei anche se a volte mi annoio. Ma fa parte del pacchetto".
OOOOOOOOOOOOOOO
Che dire? Scelta filosoficamente rispettabile.
Ma bisogna avere i presupposti per poterselo permettere.
Primo presupposto: non avere figli. Carlo non ne ha.
Non è un presupposto da poco, anzi!
All'istante in cui decidi di provare la gioia di averli, paghi anche il prezzo per tutta la vita di preoccuparti per loro.
Poi ci sono anche "genitori per caso" che non si pongono molti problemi di responsabilità e, a volte, nemmeno di amore...
Ma, restando nella normalità dei sentimenti, i figli ti condizionano tutta la vita e, siccome i soldi servono per vivere, non è possibile farne a meno.
Carlo ha, legittimamente, potuto farlo perché deve pensare solo a sé stesso.
Ed ha ragione e, posso testimoniare per esperienza personale, che quello che dice sul lavoro è vero in questo momento storico in Italia: "Con la crisi è cambiato il carico lavorativo, arrivavo a 10 ore al giorno, ma non solo: avendo la reperibilità venivo chiamato anche quando non sarei dovuto andare, era richiesta una presenza costante, dovevo essere sempre a disposizione”". Conosco chi sta "2 ore in macchina fermo sul grande raccordo anulare" e lavora anche più di "10 ore al giorno", ma arriva anche a 12 ore al giorno, e dice le stesse cose che dice Carlo. Ma ha voluto la gioia di avere almeno un figlio e non può fare altrimenti.
Recentemente è venuta alla ribalta la storia di quella mamma di 4 bambini morta per troppo lavoro, per eccesso di responsabilità, visto che il marito, muratore, era disoccupato e non era in grado di mantenere i figli che avevano fatto insieme.
La povera ragazza, 34 anni, è morta mentre era in viaggio per andare e tornare dal suo lavoro: era sfruttata, ma non poteva rifiutarsi perché pensava ai suoi bambini. Non aveva il tempo di controllare la sua salute e tirava avanti anche se non si sentiva bene: è morta schiantata dal cuore e a nulla sono serviti i soccorsi chiamati dagli altri utenti della metropolitana in una gara di umanità vera e sincera.
Isabella Viola morta a 34 anni lascia 4 bambini |
Il problema è che la "classe degli egoismi", costituita dai politici di ogni colore, che in questi giorni ci assorda di chiacchiere per riprendersi le poltrone dalle quali potranno arricchirsi con i soldi di chi paga le tasse, non dà nulla a chi decide di mettere al mondo i cittadini del domani! Nulla.